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Autore: Bryluen    20/06/2007    5 recensioni
Piena estate, il sole brilla accarezzandovi la pelle, il mare vi invita a buttarvi tra le sue onde cristalline. Le sentite le risate di quella piccola comitiva? Due gemelli albini e due amiche del cuore stanno dando vita ad appassionate schermaglie d'amore. Provate a scorgere i fili invisibili che già si annodano e si sciolgono tra di loro.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Dante, Vergil
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sola, i capelli al vento, sostava all'inizio della strada che la portava a casa. Appoggiata al muro di un palazzo familiare di vista, ma di cui non conosceva nessun abitante, torturava una ciocca di capelli biondi; si mordicchiava il labbro inferiore, e si muoveva a scatti nervosi. Aveva lasciato l'amica parecchio tempo prima, e nel mentre era arrivata nel suo quartiere senza avere il coraggio di tornare dai suoi per annunciargli il debito. Tutta colpa del suo orgoglio. Spesso l'avevano costretta a riporlo sotto i tacchi, offendendola, perché non era come le altre: non passava le sue giornate a parlare di  negozi e non spendeva cifre spropositate per uno straccietto con le iniziali "D&G" e questa, nel suo istituto, era una grave colpa. D''allora, era passato del tempo, molto tempo, aveva conosciuto meglio Federica, e insieme erano cresciute coltivando altri interessi, e facendosi forza con le piccole soddisfazioni che gli hobby concedevano loro. Fece un lungo sospiro, ripensando per la centesima volta in quell'ora, alla mattinata appena trascorsa.
-Facciamo un giro? Non mi va di pensare, non voglio problemi, non adesso... allora mi accompagni?- Sveva teneva per mano l'amica, tirandola verso una stradina laterale, piuttosto trafficata che in breve le avrebbe condotte in centro, nella zona "in", dove si riunivano tutte le comitive e si trovavano tutti i negozi, compreso il suo preferito:  la  grande libreria di tre piani. Pensava a questo mentre scrutava l'amica, con un espressione dolce e supplichevole, cercando di spalancare al massimo gli occhioni verdi. Notando che non rispondeva, si fermò di botto, si girò per averla di fronte, le lasciò la mano e congiunse le proprie in un gesto di preghiera. -PLIZ!!!-
-Non lo so Svevy, dovrei passare a casa, dirlo a mia madre, dirle i voti- Omise la frase "dirle che non ho debiti" per non urtare il caratterino dell'amica, che dolce quanto voleva, poteva diventare nel giro di un secondo una bimbetta velenosa, come lei del resto! -E poi...lo sai che ho danza presto, tra poco ho il saggio di fine anno, sono sotto pressione, eh il maestro, insomma non lo so!- L'aveva detto! Tutto d'un fiato, per non farsi interrompere dall'amica, che sapeva zittirla troppo bene, e poi quell'ultimo accenno alla danza, pensava che Sveva non avendo un'attività che le occupasse almeno un ora al giorno tutti i giorni non l'avrebbe capita, ma per lei la danza era importante, un grande onere ed un grande onore. Come per tutte le ballerine classiche
-Oh, al diavolo! Per una volta scusa...e poi prima c'era lo spettacolo, poi la scuola, poi l'esame... insomma fammi un favore solo per oggi, e ricordati tutti i pali che mi hai già rifilato!- Colpita, e quasi affondata Sveva vide Federica cambiare espressione, ne approfittò per prendere in mano la situazione -Allora ascoltami: passiamo da casa tua, parliamo con tua madre, poi al volo, ci facciamo le scale e andiamo in centro, stiamo là un' oretta e poi te ne torni a casa in tempo per andare a danza!- Anche lei parlò di filato, senza farsi interrompere, aveva pronunciato la parola "oretta" a malincuore, contava in un pomeriggio spensierato, ma non voleva pesare sulle lezioni di danza, a così poco dal saggio finale.
Silenzio assenso. Federica non rispondeva, ormai erano dieci minuti buoni che stavano ferme sul marciapiede. Sveva la trascinò verso casa; solo per ritornare in quello stesso punto dieci minuti dopo. Corsero a perdifiato per tutta la strada, una discesa piuttosto scivolosa, ridendo come due bambine alle giostre, incitandosi e scommettendo su chi sarebbe arrivata prima.
-Ma non vale tu sei una ballerina, sei più allenata!- Sveva, le mani sulle ginocchia, era piegata alla fine della strada e tentava di riprendere fiato. Federica, arrivata prima di lei, si girò dissimulando il fiatone, che l'aveva colta nonostante l'abitudine di correre per arrivare in orario alle lezioni.
-E non c'entra, hai perso adesso mi offri... una coca cola!-  Gridò, puntando il dito verso un chiosco ambulante proprio lì di fronte, il venditore, che si era sentito osservato, le sorrise con avidità, indovinando che la giovane sarebbe stata la sua prossima cliente.
-Coca cola, oh signore poteva mai essere qualcos'altro! Andiamo,- La bionda si fece trascinare al chiosco, e prese due bibite, saldato il conto, edulcorato dal venditore; si sedette su una panca, proprio davanti ad un negozio di vestiti che esponeva abiti estivi e costumi -quest'anno stesso posto di sempre? Mare, sole e cittadina di vecchietti senza niente da fare ?- Chiese riferendosi alle vacanze imminenti
-Per quest'anno non cambiare stessa spiaggia stesso mare...stessa rottura di cojons!!- Ridendo Federica annuì con la testa -Quando parti?-
-Subito dopo il tuo saggio, i miei hanno affittato un appartamento vicino la chiesa, e un ombrellone alla spiaggia dell'albergo, così restiamo vicine anche quest'anno- Sorrise, pensando mentalmente di fare un salto nel negozio di fronte, aveva bisogno di un costume nuovo. - Così  mi abbronzo un pochino prima che arrivi tu, a farmi sfigurare col fisicaccio che tieni!-  A Federica andò storto l'ultimo sorso di coca.
-Ma smettila!Senti io quest'anno ho il motorino, Mio cugi tiene la macchina e non voglio mettere le radici nel paesino, quindi si gira! Locali, mu...musei, se proprio vogliamo, mostre saggi, negozi!!- Parlando Fede si era alza e senza guardarsi indietro aveva attraversato la strada ed era entrata nel negozio.
Mezz'ora dopo le due amiche entrarono nella grande libreria, ognuna aveva in mano un sacchetto con un bikini, appena acquistato,una se l'era comprato azzurro con i cordoncino dorati, l'altra rosso con i cordoncini neri. Sveva che conosceva il posto come le sue tasche guidò l'amica nella sezione riservata alle guide turistiche. Si erano rese conto che, dopo tre anni nella stessa località, avevano bisogno di una guida turistica per conoscere il locali migliori e le mostre. Avevano trovato 3 guide all'apparenza affidabili e fresche di stampa, ma Sveva ancora una volta la più lungimirante aveva voluto chiedere al punto informazioni quale fosse la più aggiornata, si accostarono al bancone, ma la commessa fu distratta, un attimo prima che loro potessero parlare, da un telefono.

-Buongiorno, si abbiamo guide turistiche, che zona? Ah, perfetto si ne abbiamo 3, come dice? Le vuole tutte, si certo...ovviamente gliele possiamo inviare, il pagamento si effettua tramite bollettino postale. cognome? Può farmi lo spelling? S-P-A-R-D-A,ok, le invieremo subito le guide, buongiorno a lei.- La commessa si annotò scrupolosamente i dati ricevuti in quella telefonata, e trascrisse l'ordinativo sul pc della libreria.-ditemi ragazze!-
-Volevo sapere quale di queste guide fosse la più aggiornata- Le domandò quella con i capelli biondi.
-Curioso un donna per telefono mi ha appena chiesto lo stesso articolo!-

Sveva varcò la porta di casa, dopo attenta riflessione, nascose il sacchetto con il bikini e posò la busta della libreria vicino l'ingresso -Mamma, papà devo dirvi una cosa!-

-Francia, un paese di classe, elegante, ricco di storia e di fascino, ci sono il museo del Louvre, il palazzo di Versailles, i fiumi della Borgogna dove gustare ottimo vino, e visitare castelli, e poi le strade dei negozi, i più importanti stilisti hanno li la loro mason- Si aggiustò il colletto della camicia pronunciando l'ultima frase. Vergil parlava in modo affettato, degno della migliore guida turistica, ci si sarebbe aspettato che ora ripetesse tutto il discorso in un altro paio di lingue.
Seduti a gambe incrociate sul grande tappeto persiano del salotto i gemelli stavano decidendo dove passare le vacanze. Eva la loro madre, li ascoltava osservandoli orgogliosa, dal divano. Tutta la stanza era in disordine, cosa strana per il salotto di Eva, solitamente perfetto, ovunque erano sparsi fogli appena stampati, atlanti, guide turistiche, dépliant e volantini, che si andavano a concentrare attorno ai due ragazzi. Vergil e Dante erano seduti l'uno di fronte all'altro, divisi solo da un enorme atlante dalle pagine ingiallite e da un altrettanto gigantesco mappamondo, si guardavano in cagnesco. La loro rivalità si era riaccesa nel momento in cui la madre gli aveva concesso di scegliere il luogo di vacanza, a patto che fossero entrambi d'accordo. Data la loro età, 19 anni, sarebbero potuti andare in vacanza da soli, ognuno per fatti propri, ma nessuno dei due avrebbe permesso che la madre passasse da sola le vacanze, e poi senza confessarlo entrambi non avrebbero saputo cosa fare in vacanza senza il gemello insopportabilmente rompiscatole.
- Francia: capitale Parigi- disse Dante ripetendo mestamente una didascalia dell'atlante, -aspetta Parigi, Parigi, ci sta il Mulin Rouge!cioè l'unica cosa interessante e non me la dici!- uno strano bagliore si accese negli occhi del giovane.
-D'accordo è anche la capitale della cultura bohemien che trova la sua maggiore espressione nel successo del mulin rouge ma..- Vergil avrebbe voluto continuare..avrebbe voluto
-No, oddio santo, come parli, Verg, non verrei a Parigi con te nemmeno sotto tortura, e di certo non per un misero night club!-
Eva tossicchiò
-No ho io il posto ideale, possiamo fare sport, stare all'aria aperta, conoscere una cultura nuova, - Vergil lo lasciò continuare, sapendo che presto ci sarebbe stata la fregatura. -Sud Africa, temperatura ideale, safari tutti i giorni, armi e bestie feroci, riserve naturale,e cibo etnico-
-Anche malattie etniche? Insomma un caldo da squagliarsi, paesi in guerra, malattie, condizioni sanitarie terribili, proprio il posto ideale, di certo molto meglio di Parigi!- ironizzò Vergil, disgustato dalla proposta di Dante.  Diede una vigorosa manata al mappamondo, i loro occhi si unirono sulla superficie che girava, come quando da bambini giocavano ad immaginare posti lontani, e terre piene di misteri e tesori -SanPietrburgo! in estate c'è il clima ideale i palazzi imperiali, salvatisi dalla rivoluzione, sono maestosi, il museo cittadino contiene milioni di opere d'arte, molte delle opere dei pittori più celebri, Cezanne, Picasso..., potremmo anche visitare il Cremlino- Vergil si voltò a guardare la madre, sapeva che le piaceva la pittura, sperava di ottenere il suo sostegno, e poi avrebbero potuto vedere i palazzi della dinastia Romanov, Vergil era sempre stato affascinato dai simboli del potere assoluto, Dante disturbò le sue riflessioni.
-No no e no! Insomma che palle, Verg non puoi suggerire qualcosa di decente!! Palazzi, musei, musei, negozi e ancora palazzi; sarebbe come restare a casa!-
-Perchè quanti musei hai visitato nella nostra città?- Dante ignorò la battuta, che però colse l'approvazione di Eva, che la condì con un -Effettivamente- che rimase altrettanto ignorato dal gemello più "sportivo"
Dante prese in mano un po' di depliant, alberghi, negozi, voli, tutti riguardanti città d'arte..-Tuo, tuo, tuo, tuo...ancora tuo- Disse scartando ogni foglietto e passandolo al fratello, che li  posava distratto, tanto non c'era la minima traccia di ordine in quel momento, la sua precisione esatta al millimetro non era richiesta per il momento -Budapest,- Disse Dante ad alta voce trovando che il nome suonasse bene-Questa la conosco sta in Polonia!-
-Ennnnn- L'altro gemello fece uno strano suono con  la bocca, come  il segnale dei quiz quando il concorrente dà la risposta sbagliata -Budapest è la capitale dell'Ungheria- disse Eva, ricordandosi un viaggio di tanti anni prima.
-Ungheria hai detto? Io non la trovo sull'atlante!-
-Ma come guarda bene è impossibile che non ci sia,- Rispose premurosa la madre
-è possibilissimo che non ci sia se guardi vicino la Finlandia deficiente!- Rispose molto meno gentilmente Vergil, che iniziava a perdere la pazienza
-Opss...- Sibilò dante, evitando di guardare la madre, che rideva a crepapelle, girò a caso le pagine dell'atlante e fu estasiato da quel che vide -Arizona, andiamo non dobbiamo neanche uscire dagli Stati Uniti, possiamo fare campeggio, stiamo in mezzo alla natura, scommetto che si può fare anche kayak!-
-Splendido, tre mesi a disposizione e li sprechiamo in Arizona - Vergil si passò le mani tra i capelli in un gesto stizzito. Fu la madre a rispondere per lui
-Veramente Dante, io preferirei andare in un posto un po più tranquillo, e contavo anche di allontanarmi un po di più- Disse con un fil di voce, come a temere di far dispiacere il figlio, -Sentite se ho capito bene, tu vuoi andare in un posto dove ci sia la natura, e si possa fare sport; invece tu vuoi un luogo cittadino, dove visitare mostre, musei e negozi- Spostò lo sguardo da un gemello all'altro, come per essere rassicurata, le risposero all'unisono
-Si, mamma-
Eva,  evidentemente abituata a fare da paciere, posò davanti ai figli delle riviste -Che ne dite dell'italia? Ci sono dei grandi parchi nazionali, dove campeggiare ed anche un grande circuito automobilistico mi pare si chiami Marello, Manello..Maranello, insomma.. qualcosa del genere; e al contempo grandi città d'arte, Firenze, Venezia, Napoli, e soprattutto Roma una grande sede istituzionale! -
I gemelli la guardarono estasiati, già persi nelle città italiane...città diverse ovviamente! Dove si va, prima...mare o montagna?-
-Mare!- risposero in coro Dante e Vergil, guardandosi stupiti, chiedendosi come era potuto succedere che fossero d'accordo su qualcosa!
-Va bene telefono ad una libreria locale e mi faccio mandare qualche guida!-

ciao a tutti!!
wow la mia prima fan fic^^ spero che continui a piacervi di capitolo in capitolo, io farò del mio meglio per scrivervi una storia piacevole da leggere...
un grandissimo grazie a chi legge, e il doppio a chi commenta *_*; e ovviamente tanti baci alla fy che mi ha fatto amare Devil May Cry!!
 vostra...Bry!
  
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