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Autore: Selis    05/12/2012    5 recensioni
Aveva sentito tante dicerie sul suo conto, ma nessuna riguardante certe tendenze. Non che ci fosse nulla di strano sia chiaro, nel regno erano in molti a preferire i giovani ragazzi alle succubi, ma di certo non si era aspettato che il diavolo avesse alluso proprio a quello.
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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17#

 

La mattina arrivò implacabile a disturbare i due fagotti di diverse dimensioni che dormivano esausti sotto le soffici coltri; i raggi del sole filtrarono dai tendaggi aperti, ed andarono a posarsi proprio sul viso del demone, che mugugnò infastidito da tutta quella luce.

Provò a girarsi, cercando di sfuggire dalla morsa del sole: ma non appena tentò un movimento, ricevette un versetto assonnato di protesta da parte dell'altro occupante del letto.

Kreuz sbuffò, aprendo un occhio ambrato per osservare lo scomodo intruso che se la dormiva bellamente al suo fianco. Hyp era comodamente appallottolata su se stessa: il piccolo musetto -come la maggior parte del suo corpo- era a contatto con la pelle nuda del demone, e la lunga coda squamosa era avvolta al suo corpo proteggendola dalla luce.

Il demone la guardò per alcuni minuti, valutando se lasciarla dormire o svegliarla; le lenzuola come aveva previsto erano uno schifo, e lui non era messo molto meglio. Decise allora di alzarsi dal letto: tanto non sarebbe riuscito a dormire ancora, ed a breve sarebbe arrivato Vyras a svegliarlo.

Sghignazzò divertito, pensando alla faccia che avrebbe fatto il servitore moro nel vederlo già in piedi a quell'ora; non era mai capitato infatti che lo trovasse già alzato quando veniva a chiamarlo per gli allenamenti, sarebbe stata sicuramente una sorpresa.

Si diresse verso il bagno ed una volta dentro azionò il meccanismo per far riempire la vasca; si affacciò un attimo all'altra stanza per controllare che il piccolo mostro stesse effettivamente dormendo, decidendo poi di lasciare la porta del bagno aperta nel caso si fosse svegliata. Non voleva rischiare di perderla come la sera prima. Quando la vasca fu finalmente piena di acqua pulita, si spogliò e si immerse completamente, rilasciando un sospiro di sollievo ed un gemito soddisfatto a quella sensazione di calma che lo stava invadendo. Stette in quella posizione per parecchi minuti, beandosi dell'acqua deliziosamente calda sulla pelle; se avesse potuto avrebbe volentieri ceduto al sonno, ma sapeva per certo che non sarebbe stata una buona idea.

Non aveva praticamente chiuso occhio quella notte a causa di Hyp, che non aveva smesso un attimo di saltellare per tutto il letto, tendendo agguati alla sua povera coda, ormai martoriata dai suoi piccoli, ma aguzzi dentini. Aveva provato in tutti i modi ad allontanarla da quel mostriciattolo, ma non era riuscito a trovare qualcosa che la sostituisse ai suoi occhi, ed ogni volta che la nascondeva dietro di se, Hyp lo vedeva come una nuova, fantastica sfida.

La prese tra le mani e massaggiò piano la parte lesa; strofinandola con delicatezza la punta, per poi scendere sempre più in basso.

Hyp non era stata per nulla delicata, ma doveva aspettarselo; i piccoli dentini non avevano perforato la carne, ma in alcuni momenti c'era arrivata vicina. Si insaponò le mani e prese a passarle su tutta la superficie scura, cercando di levare ogni traccia di sporcizia; si contorse un poco per arrivare a pulire tutta la lunghezza fino alla base, ma alla fine ci riuscì senza problemi. Ripulì per bene anche il piccolo monile che gli circondava quel pezzo di pelle proprio al di sotto della punta; neppure quello era stato risparmiato dall'esuberanza di Hyp anzi, la piccola creatura poco prima di addormentarsi aveva preso a mordicchiarlo insistentemente, senza però riuscire a scalfirlo. Sembrava che non le piacesse, e lui non poteva dire di essere felice di avere quell'affare a bloccargli i poteri: ma ne capiva l'utilità, ed aveva iniziato ad accettarlo. Non aveva ancora capito cosa volesse da lui quel bastardo di un diavolo, ma aveva tutta l'intenzione di scoprirlo: con o senza l'aiuto di Vyras.

Radh'ka lo stava volutamente allenando per qualcosa, anche se non glie lo aveva detto apertamente; non era il tipo da sprecare il proprio tempo o quello dei suoi servitori per addestrare qualcuno senza secondi fini, e lui questa cosa la sapeva e gli andava anche bene, visto che ci avrebbe guadagnato nel mentre. La conoscenza che ne avrebbe acquisito, oltre al potere, lo avrebbe sicuramente portato lontano una volta saldato il suo debito. Quello che gli dava davvero fastidio, – oltre al metodo utilizzato – era il fatto di essere tenuto allo scuro dei progetti che l'albino aveva in serbo per lui; se doveva rischiare la propria vita, ne voleva almeno conoscere il motivo.

Ad un certo punto fremette, trattenendo a stento un gemito e sentendo la sottile peluria della coda rizzarsi; aveva sfiorato un punto poco al di sotto dell'Ardet'sak che gli aveva mandato tante piccole scariche di piacere lungo la spina dorsale, scatenandogli quella strana reazione.

Corrugò le sopracciglia ed arrossi appena, non gli era mai capitato prima d'ora e non riusciva a spiegarsi il motivo di quella strana reazione da parte del suo corpo; la coda era sempre stata una zona sensibile, ma mai fino a quel punto. Non aveva mai provato brividi di piacere quando la toccava per lavarla; quindi si chiese se non fosse a causa di quel coso che aderiva appena alla sua pelle. Poteva essere un danno collaterale, o un malfunzionamento dell'artefatto; nulla che a lui in ogni caso piacesse.

Decise di andare a fare una visita al diavolo non appena avesse finito di lavarsi, per chiedere spiegazioni almeno su quella cosa; sapeva che non gli era permesso uscire, ma non aveva la minima intenzione di pagare il prezzo per un errore di quell'essere.

Gli venne per un attimo il dubbio che fosse a causa dei morsi di Hyp, ma accantonò subito l'idea; se davvero fosse stata colpa del suo veleno, allora la coda non sarebbe stata l'unico punto sensibile a provocargli quella reazione. E lui non sentiva nulla nelle altre zone colpite dal piccolo mostro.

Doveva perciò trattarsi di quello strano monile magico; in fondo lo sapeva, la magia era strana e piena di intrighi, e non gli era mai piaciuta, soprattutto se a pagarne le conseguenze era lui.

Cambiò posizione, cercandone una più comoda per appoggiare le braccia sul bordo della vasca e affondarci dentro la testa; riuscì ad ottenere l'effetto voluto, solo mettendosi in ginocchio. Non era una posizione scomoda, ma nemmeno una di quelle più rilassanti.

La coda, ormai libera dalle sue mani, aveva ripreso a muoversi inquieta dietro la sua schiena; segno che il suo proprietario era turbato per qualcosa. Sbatacchiava da una parte all'altra, senza però schizzare troppo l'acqua, che si stava man mano raffreddando.

Sospirò per l'ennesima volta, alzando poi la testa dal suo comodo rifugio, deciso a riprendere da dove si era interrotto; si bloccò a metà del gesto, incrociando un paio d'occhi scuri che lo fissavano curiosi.

Sussultò visibilmente, spargendo l'acqua da tutte le parti, e rischiando di bagnare l'altro.

« A cosa è dovuto quel sospiro? » Chiese curioso il moro.

« C- cosa cavolo ci fai qui? » Urlò Kreuz, cercando di coprirsi con la poca schiuma presente nella vasca.

« Ero venuto a svegliarti e a portare la colazione per te e il durag; ma non ti ho trovato nella stanza, così sono venuto a controllare che eri qua. »

« Ti assicuravi che non fossi uscito dalla stanza. » Precisò il demone assottigliando gli occhi.

« Precisamente. » Rispose il moro ghignando, facendo sbuffare l'altro.

« Non ce n'è bisogno. Non ho intenzione di disubbidire agli ordini, e quella cosa mi stanca a sufficienza da farmi passare qualsiasi voglia di cercare guai. Ma ho comunque intenzione di andare a parlare con il diav- ehm.. con il padrone. » Finì, correggendosi all'ultimo.

« A proposito di cosa? » Chiese sospettoso.

« Dell'affare che mi ha messo alla coda, sembra che mi stia dando dei problemi. »

« L'Ardet'sak? Strano... Non dovrebbe avere effetti collaterali... Cosa ti senti? » Kreuz arrossì prima di rispondere con un sussurro.

« ... »

« Non capisco se parli così piano. » Il demone se possibile arrossii ancora di più, alzando però appena la voce e fulminando con gli occhi l'altro.

« M.. ent..o ... no.... »

« Ti è così difficile alzare il tono di voce? » Rincarò il servitore.

« Mi sento strano! » Urlò infine Kreuz, ricevendo in cambio uno sguardo perplesso dal moro.

« Strano? In che senso strano? » Chiese ancora curioso e allo stesso tempo preoccupato. « Ti fa male da qualche parte? »

« No, non mi fa male nulla. Ma prima quando ho sfiorato quella cosa mi sono sentito strano. » Disse indicando l'Ardet'sak.

« In che senso strano? Spiegati meglio. »

« E' stato come un brivido freddo su per la schiena.. »

« Molto strano.. Non ne so molto in merito, quindi non posso esserne certo; ma dai libri che ho letto, il monile che hai alla coda non dovrebbe avere strane conseguenze. Magari sei stato troppo tempo in acqua. »

« Può essere. » Concluse in fretta il demone, non volendo continuare il discorso nonostante non fosse completamente convinto di quell'ipotesi. Non pensava che Vyras gli stesse nascondendo qualcosa, ma non poteva fidarsi di lui; era pur sempre un servitore fidato del diavolo.

« Allora aspetterò nell'altra stanza che tu finisca di lavarti, vedi di non metterci un'eternità. » Disse il moro alzandosi dal pavimento dove si era accovacciato per osservare meglio l'altro.

« Aspetta. » Kreuz lo scrutò per diversi minuti, rendendo l'altro un po' nervoso, prima di prendere una decisione.

« Potresti... sistemarmi i capelli? » Chiese quasi titubante.

« Sistem- intendi tagliarli? » Domandò stupito il moro.

« Si, tagliarli. Non sopporto che siano così incasinati, e da solo combinerei un disastro. Quindi, puoi...? »

« E io cosa ci guadagnerei in cambio? » Chiese sogghignando il moro.

« Cosa vorresti? » Domandò il demone.

« Dovrei rispondere ad una mia domanda senza mentire. » Replicò serio.

« Pensavo peggio. Ci sto'. » Acconsentì Kreuz.

« Non ho forbici a portata di mano. Ma potrei usare gli artigli per tagliarteli. »

« Non c'è problema. Solo, non farli troppo corti. Simili ai tuoi, ma preferirei che dietro restassero più lunghi rispetto al davanti. » Vyras annuì, capendo a cosa si riferisse il demone; aspettò che l'altro si girasse, ma non appena gli vide la schiena rimase a bocca aperta.

Un enorme ragno nero dalle otto zampe svettava imponente sulla schiena del demone; ai due lati della creatura due occhi vacui lo scrutavano accusatori, come se davvero riuscissero a vederlo.

Sapeva che il tatuatore era stato convocato dal padrone alcuni giorni prima, ed aveva anche immaginato che fosse venuto per il demone: ma non avrebbe mai immaginato una cosa del genere. Il ragno aveva un significato ben preciso, e spesso veniva considerato un avvertimento per chi lo vedeva; in più gli occhi vacui messi ai lati, accentuavano quello che l'animale in se non diceva. Vyras rilasciò silenziosamente il respiro, mettendosi poi all'opera sui capelli del demone; spuntando appena le ciocche verdi, in modo da renderle quasi tutte della stessa lunghezza.

Chi diavolo era quel moccioso? Sapeva che il padrone voleva utilizzarlo per qualcosa, ma non aveva compreso appieno la sua importanza fino a quel momento. Quel ragno d'inchiostro non aveva dissipato i suoi dubbi, al contrario: ne aveva formati molti altri, e lui era sicuro che non avrebbe avuto presto le risposte a tutte le sue domande. Era così immerso nei suoi pensieri che sobbalzò impercettibilmente quando il demone si rivolse a lui.

« Quindi, a quale domanda devo rispondere? » Vyras ci pensò un po'.

« Come hai conosciuto il padrone? » Decise infine di chiedere; era interessato anche alle storie sul suo passato, ma al momento gli premeva di più scoprire da dove era iniziato tutto. Magari il demone avrebbe inconsciamente riposto ad alcune delle sue domande.

« Non mi va di ricordare come l'ho conosciuto. Ma penso di non avere alternative... » Sbuffò irritato Kreuz.

« Non c'è molto da raccontare; ero stato accusato dai sovrani per una cosa che non avevo commesso, e mi sono rivolto al diavolo per essere scagionato dalle accuse. Contavo di pagare il debito una volta completato il mio incarico, ma i miei piani sono stati stravolti dagli eventi; ed ora, eccomi qui. » Concluse.

« Non hai raccontato granché. Spiega nel dettaglio. Per cosa sei stato accusato? Quali eventi sono cambiati? Qual'era il tuo incarico? » Chiese ancora il moro.

« A cosa ti servirà saperlo poi... »

« Un patto è un patto. »

« Va bene, va bene. Sono stato accusato di tradimento; stavo trasportando un uovo di durag dentro la città, dovevo consegnarlo ad un tale - di cui non ricordo il nome - ad una certa ora, ma sono stato catturato dalle guardie. Non so come abbiano fatto a sapere del mio carico, ma evidentemente tra le fila dell'acquirente ci deve essere stata una fuga di notizia. Avevo avuto degli strani incontri durante il viaggio, ma non ci avevo fatto caso fino a quel momento, ma ormai era troppo tardi. Inutile dirti che con il mio carico non avevo molta libertà di manovra, e fui catturato. Una volta arrivato a palazzo sono stato portato in una cella, e li ho richiesto del tuo padrone. Abbiamo discusso dei termini dell'accordo, e ho firmato il contratto, stipulando così il patto con lui. Hai finito? » Chiese, interrompendosi dal raccontare.

« Quasi, non ti muovere. E poi? » Kreuz sbuffò, quella parte del racconto gli piaceva ancora meno.

« Durante il processo, il diavolo per dimostrare la mia innocenza a quei sovrani smidollati ha distrutto la mia missione; frantumando l'uovo e affermando che non era realmente la cosa per cui venivo accusato. Quegli incapaci se la sono bevuta e io sono stato prosciolto da ogni accusa, ma ho ricevuto comunque una punizione per averli “scomodati inutilmente”. » Ringhiò frustrato, finendo il suo racconto.

« In che senso “ se la sono bevuta”? » Domandò confuso.

« Non so come abbia fatto. Ma sono certo di quello che stavo trasportando, e lo sanno tutti che le uova di quelle bestiacce non si rompono così facilmente. » Affermò sicuro il demone.

« E poi sei stato portato qui. » Finì per lui il servitore.

« Esattamente. » Confermò.

« Ho fini- »

Un versetto acuto li fece girare entrambi verso la porta, Hyp era sulla soglia e fissava Vyras con uno sguardo poco amichevole: la piccola coda era incurvata sopra la sua schiena, formando un arco che all'apparenza doveva sembrare minaccioso, ma che al contrario la rendeva abbastanza comica, nonostante la sua fosse una chiara posizione d'attacco.

Kreuz vedendola si mise a ridere, non riuscendo a trattenere l'ilarità; ricevendo dal moro uno sguardo confuso, che al contrario occhieggiava la piccola creatura con crescente tensione. Non pensava che avesse già il veleno nel corpo, ma non ne poteva essere certo, e sicuramente non voleva sperimentarlo sulla sua pelle.

« Vyras ti vuoi allontanare un attimo? » Gli chiese il demone, sempre senza smettere di sghignazzare.

Il servitore ubbidii senza protestare, e si posizionò il più lontano possibile da entrambi; subito vide la posa del mostro diventare meno tesa, ma non abbassò la guardia, e lo stesso valeva per Hyp, che continuava ad osservarlo astiosa dalla sua posizione.

« Hyp vieni qui. » La richiamò Kreuz, attirando subito la sua totale attenzione.

« Che hai intenzione di fare? » Chiese sospettoso, vedendo il piccolo mostro avvicinarsi alla vasca felice.

« Avevo già in mente di farle il bagno, ma non volevo svegliarla. Questa rompiscatole mi ha tenuto in piedi tutta la notte, quindi volevo godermi il più possibile l'acqua calda, prima di ricominciare a badare a lei. Vero piccolo mostro? » Rispose calmo il demone; rivolgendosi poi a Hyp, mentre la prendeva in braccio in modo da farle vedere l'acqua presente nella vasca.

Il mostriciattolo guardò male per un po' quella strana cosa trasparente, ma vedendo che la sua “mamma” ci era immersa senza subire strane conseguenze, allungò la coda per capire di cosa si trattava.

Una volta appurato che non era nulla di pericoloso, emise un versetto entusiasta in direzione del demone, che la depositò sulle sue gambe, proprio a filo dell'acqua.

« Ti aspetto dell'altra stanza. » Comunicò Vyras, uscendo velocemente dalla stanza, sotto lo sguardo sospettoso di Hyp.

« Va bene. Arriviamo tra poco, giusto il tempo di levarle quello schifo di dosso. »

 

****

 

« Mi avete chiamato padrone? » Domandò il rosso, chiudendo la porta dello studio dietro di lui, inchinandosi poi rispettosamente; i lunghi capelli rossi, per una volta non fermi dalla treccia, gli caddero ai lati del volto, creando una barriera di fili scarlatti tra i due.

« Di a Mahan ed a Vyras di farsi trovare nella stanza delle torture tra venti minuti. » Ordinò il diavolo ad Antharèss, il quale approfondii ancora di più l'inchino e si congedò.

« Come desiderate padrone. »

 

L'angolo di Sèlìs Talì:

Salve a tutti! Sono come al solito in ritardo... non linciatemi! * Guarda tutti con occhi luccicanti.*

Se siete arrivati fino alla fine di questo capitolo, mi inchino a voi, e vi ringrazio infinitamente. * Si inchina*

Allora, come vi sembra il capitolo?? È inutile? Noioso? :D

Ringrazio la Nelith <3 Perché mi ha corretto quelle stupide ripetizioni. *-* Io non le vedo! Com'è possibile??? Tesoro grazie! <3 (Anche per il resto..) xD

Qua sotto metto un disegno “approssimativo” del tatuaggio di Kreuz... Fatemi sapere se anche voi ve lo eravate immaginate/i così! :D

Al prossimo capitolo!!! * Si inchina ancora* 
* Il ragno è davvero abominevole... ma sono incapace di disegnare...*

   
 
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