Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: ButterflySeven    06/12/2012    2 recensioni
Cit. dal capitolo 1.
"Mi trovo qui, di fronte a te, siamo così vicini che mi basterebbe alzare un braccio per poterti toccare. Allora perché ti sento così distante?
Nel sottofondo il fischio della nave si mescola con il chiacchierio eccitato dei passeggeri dell'Astoria, intenti ad ammirare lo spettacolo delle luci colorate che si allontanano pian piano, lasciando lo spazio ad un cielo sempre più stellato, di potersi finalmente liberare della nube della città.
Mi guardo intorno spaesata, la nave ha lasciato ormai da un pezzo il porto, eppure nel mio tempo interiore mi sembra sia trascorso un solo istante. Il mio sguardo si posa nuovamente sul tuo corpo statuario. Sei veramente bello, Masumi Hayami, ma penso che sei talmente tanto abituato a sentirtelo dire, che se te lo dicessi, mi rideresti in faccia. Come sempre, del resto. Sospiro e mi decido a parlarti."
E' stata scritta prima dell'uscita del volume 47, quindi rappresenta la notte sull'Astoria come l'ho immaginata io.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8

Non so spiegarmi cosa stia succedendo, non so perché quest’uomo ce l’abbia con me… Quali colpe posso aver commesso, tanto da far arrabbiare un uomo che non conosco?
Cammina davanti a me, deciso, mi trascina per le braccia, potrei gridare aiuto, ma sono paralizzata dal terrore. Non mi sono mai trovata in una situazione del questo genere. Inciampo in una trave e cado per terra, l’uomo si volta e mi ritrovo a fissarlo scioccata. Non capisco perché un semplice cameriere si debba prendere il disturbo di portarmi via. Già, ma portarmi dove? E perché?
Mi tira su con violenza e riprende a trascinarmi… Devo reagire, io credo nei sogni e non posso pensare che il mio si è interrotto per colpa di questo qui...
Respiro profondamente e cerco di trovare un po’ di coraggio.

- A…- no, non devo esitare, deve sentirmi qualcuno, chiudo gli occhi e con tutta la forza che ho in corpo urlo – AIUTO!!!!!!- ecco ce l’ho fatta, ora qualcuno mi troverà, si mi salveranno. Ho il respiro affannato, ma sorrido, un sorriso tra il terrorizzato e l’ottimista. Ma due occhi mi riportano alla realtà. Il suo sguardo è furioso, alza il braccio… Capisco le sue intenzioni, stingo con forza le mani ancora bloccate, serro gli occhi, le mascelle s’irrigidiscono.
Spam! Lo schiaffo arriva sonoro sulla mia guancia, cado all’indietro per la violenza di quel colpo. Perché? Perché mi succede questo? Calde lacrime inondano il mio viso, ma è rimasto solo questo di caldo in me…
Il gelo della sera mi penetra tra le membra sfatte. La giacca di Masumi che ancora indosso, è l’unica ancora di salvezza nella desolazione di questi attimi che sembrano non finire mai. Alzo gli occhi e li punto sul cameriere: sta ridendo e godendo davanti al mio strazio.
- Che c’è, ragazzina, ti è tornata la parola? –
Si avvicina, cerco di indietreggiare, ma inciampo e cado all’indietro. Una risata gelida esce dalla sua bocca, poi riprende ad avvicinarsi, si inginocchia davanti a me sfiorandomi una guancia, gelo a quel contatto e volto il capo per interromperlo. La mano rimane sospesa nell’aria, nei suoi occhi c’è una strana ira.
- Chi… sei – Cerco di domandare, dai miei occhi le lacrime continuano ad uscire come fiume – cosa… sigh… che cosa… sigh… cosa ti ho fatto? – riesco solo a dire.
Mi guarda, poi torna a ridere in modo gelido, tanto che mi viene la pelle d’oca.
- Già, cos’hai fatto- La sua mano con violenza incita il mio volto a guardarlo. – Sa, signorina Kitajima, non credevo che per battere la sua rivale Ayumi, avrebbe “addolcito” il presidente della Daito –
I miei occhi si spalancano dallo stupore, ma che dice?
- C..come scusi?- non ho ancora capito il nocciolo della questione.
- Sa, signorina, non credo ci si aspetterebbe dal mio lavoro, ma sono un cultore del teatro, amante dell’arte raffinata di Ayumi Himekawa.- Noto uno scintillio di follia trasparire dai suoi occhi.
A vederlo bene, è davvero inquietante. Nell’aspetto, non è niente di particolare, il classico “ragazzo nella norma”, ma i suoi occhi sono maligni. Mi aveva colpito quello sguardo da quando l’ho notato per la prima volta; se qualcuno mi avesse visto, mi avrebbe detto “quanti flash che ti fai”, ma per quanto ingenua possa essere, per quanto la parola “cattiveria” non faccia parte del mio vocabolario, non sono nemmeno così stupida!
Quello sguardo, si fa quasi omicida.
- Io amo tanto la signorina Ayumi. Sa, mi piacerebbe stare con lei per notti intere; quando la vedo sul palco, il mio corpo trema…- ho sempre più paura, mi sa tanto di “maniaco” quest’uomo. Devo dire ad Ayumi di fare attenzione ai suoi fans.
I suoi occhi, immersi tra il sogno e la pazzia, tornano a farsi violenti. Una sua occhiata e mi sento trapassare da mille lance invisibili. Ho le gambe molle, così come le braccia e la testa, tutto il corpo non reagisce, non risponde ai miei comandi, come scissi in due entità.
- Ora capisci?!- Mi dice facendomi rialzare e stringendomi con forza le braccia dietro la schiena, sento talmente male, che inconsapevolmente urlo. Ma la sua mano è subito pronta, come un fulmine va a tappare la mia bocca. Mi divincolo a quel contatto, non voglio che sia quella mano, ad eliminare il sapore di LUI da queste labbra.
Si guarda intorno e poi torna a ridere. Mi trascina in un luogo buio tra le mura della nave, proprio come qualche minuto prima aveva fatto Masumi. Chissà cosa stai facendo adesso... Aiutami Masumi, aiutami amico delle rose, amico, dovrei dire amore mio…
Un forte dolore al cranio mi riscuote, mentre vagavo tra i miei pensieri, si è dato da fare. Con violenza mi hai tirato per i capelli, facendomi sbattere violentemente contro la parete. Mi gira forte la testa, le gambe non resistono dal troppo tremore, sto per cedere. Ma prontamente vengo tenuta ferma da una mano. Ti guardo, mentre avvicini il tuo volto, mi giro, ma non me lo permetti e con altrettanta violenza mi serri le guance. Stai ridendo e per un’ulteriore volta mi chiedo il perché… Le lacrime non accennano ad arrestare la loro frenetica corsa, forse stanno cercando aiuto nella valle del mio viso, poi dolcemente attraversano il collo, posandosi sulla loro meta preferita, la giacca. Il pensiero di quella giacca mi porta al mondo dei sogni, non voglio che il mio sogno svanisca. Per la seconda volta cerco di urlare, ma le labbra vengono tappate dalle sue. Viscide, sanno anche di alcol, sento che sto per vomitare. Le orecchie mi fischiano. Aiuto, Masumi aiutami ti prego!
- Ora avrai quello che ti spetta, ti tratterò per quello che sei, una sgualdrina! Così la dea scarlatta sarà solo di Ayumi… e poi avrò anche lei…-
Le sue mani si insinuano minacciose tra la giacca, che prontamente apre, facendo saltare i bottoni, liberi, almeno loro, di tintinnare nel pavimento e trovare la via di fuga. Cerchi di liberarti interamente della giacca, ma le mie mani si stingono su di essa, non mi porterai via anche da questo. Singhiozzo incontrollata, vorrei solo svegliarmi dall’incubo e trovarmi tra le braccia del mio Masumi.
Ma la tua presa è più forte della mia, così finisci per strappare la giacca. Rimango inerme, non rispondo più, non mi divincolo più, il mondo mi sta crollando. Sarà questione di minuti e poi mi violenterà, serro gli occhi, non voglio vederti in faccia. Così aspetto, il mio tempo è completamente confuso, passano i secondi, poi i minuti, poi ore, ma sembra che il fatidico momento non arrivi mai… In effetti sta passando troppo tempo, non avverto più nè l’alcol tra le mie labbra, nè quel gelo nella bocca dello stomaco, o le sue mani insinuate in una qualche parte di me. Mi faccio forza e schiudo lievemente un occhio, che si specchia con uno che non sa né di violento, o tantomeno di maniaco, ma è uno sguardo un po’ innamorato e un po’ infuriato, spalanco gli occhi, lacrime di gioia escono finalmente dai lati della mia luce. Butto disperatamente le braccia sul tuo collo e mi lascio andare ad un pianto liberatorio.
-Masumi…sigh… oh, Masumi… - riesco solo a dire. Mi stringi forte cercando di rassicurarmi.
- E’ finito, è tutto finito- mi dici accarezzandomi dolcemente i capelli. Non sono mai stata tanto felice di rivederti, sei il mio salvatore. Guardo dietro le tue spalle e noto il corpo inerme del cameriere. Ulteriori lacrime sgorgano a fiume, mi appiglio a te con maggior forza.
-Grazie… grazie per avermi salvato…-
Alzo lo sguardo e lo porto al tuo, annullo la distanza tra le nostre labbra e ti regalo il bacio più dolce dell’intera serata. In quel bacio esprimo l’immensa gratitudine per essere stata salvata, la gioia di averti finalmente ritrovato.
Interrompi dolcemente il contatto tra le nostre labbra e sempre accarezzandomi i capelli mi dici:
- Maya, stai tranquilla, chiameremo la sicurezza e faremo arrestare quest’uomo, ma ho bisogno che mi racconti cosa è successo-
Sapevo che me l’avresti chiesto. Così, ci accomodiamo per terra e facendomi cullare dalle tue braccia ti racconto di ogni cosa. Ad ogni pezzo vedo i tuoi occhi trapassati da stupore, rabbia, incredulità ed infine furia omicida, volti il capo verso l’uomo svenuto e gli lanci talmente tante fulminate, che persino Zeus ne sarebbe invidioso… Le mie mani si posano sul tuo viso, riportando l’attenzione su di me…
- Speravo che arrivassi e così è stato.- poi noto due piccoli oggetti lasciati cadere nel suolo. La rosa ed il caleidoscopio, mi volto verso di te e sto per chiedertelo quando mi anticipi.
- Dopo la chiamata, che ti racconterò dopo- mi rispondi subito, notando il mio sguardo un po’ preoccupato e un pò curioso, poi continui – ti dicevo, dopo la chiamata, sono tornato fuori… Non vedendoti, ho pensato che eri tornata su, nel punto più alto della nave. Ho corso, ma raggiunta la cima con stupore non ho trovato te, ma quelli- dici indicandomi la rosa ed il caleidoscopio.
- Credo che dalla “fretta” del momento li abbiamo dimenticati per terra…-
Al pensiero non posso fare a meno di ridacchiare…
- Così, ho iniziato a cercarti ed a chiedere in giro, fin quando non ho sentito i tuoi sospiri lamentosi…- Vedo un lampo di tristezza nei tuoi occhi, che diventano lucidi al ricordo della scena.
- Mi sono sentito morire alla vista di lui che cercava di violentarti… Non ci ho visto più e l’ho preso a pugni-
Spalanco gli occhi, piccole lacrime escono anche dai tuoi occhi. Ti abbraccio forte, se non ci fossi stato, non so come sarebbe finita l’intera storia.
- Scusami, Maya, se non ti ho protetto… Mi dispiace di averti fatto soffrire…-
Guardo quegli occhi pieni di lacrime, con mano tremante cerco di asciugarle un po’. Sono ancora scossa per la violenza quasi subita, ma da questa violenza, ho capito che non posso rinunciare al mio sogno.
Sono ancora tra le tue braccia, mi sento di nuovo a casa, al sicuro, al caldo. Sì, mi sento al caldo... Alla tua vicinanza il fisico reagisce, stanco di aspettare, stanco di stare lontano da te. Catturo le tue labbra e tu ricambi con infinita dolcezza. Poi ti alzi ed io ti seguo, recupero gli oggetti ed afferro la tua mano.

- Andiamo in camera…- mi dici- ci sono tante cose su cui discutere, e poi…- volti lo sguardo indietro, verso il mio violentatore, so cosa intendi: non vuoi stare un secondo di più alla vicinanza di quel mostro. Avrà vita breve, è certo, domani sporgerò denuncia.
Iniziamo ad incamminarci, così, mano nella mano, Masumi e Maya, le anime gemelle.
Voltiamo le spalle a quel triste scenario, voglio dimenticare questa triste esperienza… La notte non è ancora finita ed il mio sogno si sta pian piano avverando. Non voglio sprecare un attimo di te, ma voglio viverti a pieno.
Guardo le stelle brillare nel cielo. Ringrazio la mia stella per averci fatti incontrare…

Continua…

NOTE:
Per chi ha letto "Dolce Magia" (chi non l'ha fatto e vorrà farlo, è meglio non legga il resto per possibili spoiler), mi sono ispirata a questo violentatore per tutta la parte "in giallo" presente nella ff. Anche se sono una romanticona, non posso fare a meno di inserire dei pezzi più drammatici.

Al prossimo capitolo ;)
  
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