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Autore: __Stella Swan__    06/12/2012    0 recensioni
Era il nastro di Megan. Quello che aveva usato per farsi il codino, il giorno in cui era morta. Era liscio, leggermente sfilacciato sui bordi, color pesca. Il preferito di mia sorella. Ma c’era qualcosa di appiccicaticcio sul retro, perciò lo voltai. C’era un piccolo disegno, nero e grande quando la larghezza del nastro.
Era una croce, un disegno irregolare che mi sembrava di aver già visto da qualche parte. Poi mi venne in mente, come se fosse scattata la scintilla: la croce Ankh, simbolo degli egizi che rappresentava la vita. E poco più sopra della croce, c’era un’iscrizione in geroglifico: la chiave della vita eterna è la morte a se stessi.
(Estratto dal secondo capitolo)
Seguito di ICE HEART.
Storia revisionata, modificata e ri-postata col titolo "The Rose Without Thorns - La rosa senza spine". Se siete interessati leggete la versione aggiornata!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Ice Heart Saga.'
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Kim - Scelta


Avevo mandato un messaggio ad entrambi. Dovevamo incontrarci nella piazza della fontana, alle dieci in punto. Intanto nessuno sarebbe stato in giro la sera di Natale.
La neve scendeva a piccoli fiocchi, quasi invisibili. Mi bagnavano i capelli, ma non mi dava fastidio. Tenevo le mani in tasca, la sciarpa stretta al collo, mentre li aspettavo.
Arrivarono contemporaneamente e l’uno fissò negli occhi l’altro. Odio. Gratitudine. Ed ancora odio. Guardarono poi me, freddi come quella notte di dicembre.
Perfetto, pensai tra me e me.
Chiusi gli occhi e sospirai. «Credo voi sappiate perché vi ho chiamati qui», dissi.
Entrambi annuirono. «Qual è la tua scelta?», chiese Gabriel impassibile.
Sentii una fitta allo stomaco. Corri, scappa finché sei in tempo, diceva la voce nella mia mente. Ma scossi la testa, perché io non potevo scappare. Fissai entrambi, con un ultimo dubbio. Mi fermai poi su Derek e lo vidi irrigidirsi. Il mio ragazzo sorrideva sotto i baffi.
«E’ la cosa migliore», dissi. Il vampiro strinsi i denti ed i pugni. «Non voglio renderti la vita più difficile di quanto lo sia già. Non posso stare con un vampiro quando sono un’umana, capisci? E poi lui è il mio ragazzo, io lo amo».
Derek, ancora teso come un fil di ferro, annuì severamente. «Capisco la tua decisione», mormorò cupo e distaccato. Mi sentii male. Un mostro, ecco cos’ero. Ero io il mostro, non i vampiri. Ero io la persona da uccidere, non loro.
Sul volto di Gabriel si aprì un sorriso magnifico, abbagliante. Aveva quasi le lacrime agli occhi. «Perché non spieghi al tuo ragazzo la tua decisione completa?», aggiunse Derek con una punta di amarezza.
Gabriel, improvvisamente, spense il sorriso, inarcando un sopracciglio e diventando dubbioso.
Strinsi i pugni. «Gabriel», dissi guardandolo negli occhi. Vedevo già lo smarrimento dietro le sue iridi color oceano. «Io rimarrò con te...fino a quando sarò umana».
Scosse la testa. «Cosa vuol dire?», chiese con voce bassa e spezzata.
«Che se dovesse succedermi qualcosa, se dovesse finire storto con Victor... In poche parole, se diventassi un vampiro...non potrò più stare con te. Capisci quanto potrebbe essere pericoloso?». Gabriel impallidì. I suoi occhi ora erano vuoti, come se qualcuno gli avesse appena sparato.
Io.
Le parole gli uscirono freneticamente: «Ma tu non diventerai mai una vampira. No, Kim, lo impedirei. Per nulla al mondo diventerai un’assassina succhiasangue».
«Grazie tante...», rispose a bassa voce Derek. Gabriel nemmeno lo sentì.
«Tu rimarrai umana, tu starai con me, non puoi diventare una vampira, no. No, mai e poi mai permetterei una cosa simile, io...». Mi avvicinai a lui e gli presi le mani, cercando di calmarlo.
«Gabriel, calmati», sussurrai. Così vicina, riuscivo a sentire la sua preoccupazione, la sua paura, il suo dolore. Sentivo tutto di lui. Ogni suo sentimento, ogni minima insicurezza.
Non voleva perdermi.
«Era solo per avvertirti. Lo so che non diventerò mai e poi mai una vampira. Preferirei morire». Senza offesa, pensai. Derek mi avrebbe sentita.
«Quindi è questa la tua scelta definitiva?», chiese il vampiro. Lo guardai per un minuto intero, forse anche di più. Le sue iridi viola topazio erano profonde, sembrava quasi mi volessero risucchiare.
«Sì», dissi decisa.
«E se diventerai una vampira – poniamolo tra le possibilità – starai con me?». Gabriel divenne un blocco di marmo: freddo e rigido. Sentivo i suoi occhi fissi su di me. Aspettavano entrambi una risposta.
Sospirai. «Non voglio prendere questo in considerazione, si vedrà quando tutto sarà finito. Per ora il mio unico obiettivo è Victor e mia madre tornerà a vivere con me e mio padre. Questo è quello che conta, non cosa ne sarà della mia vita».
Il vampiro annuì sorridendo, sapendo già che sarei rimasta con lui nel caso fossi stata trasformata. Lo amavo e lui lo sapeva benissimo.
«Allora è meglio che io tolga il disturbo», disse voltandosi.
«Aspetta», lo bloccai. Mi dava già la schiena, ma io tirai comunque fuori dalla tasca il suo regalo. Era nascosto in una scatoletta chiusa da un nastro, perché avevo paura della possibile reazione di Gabriel.
Lo lanciai al vampiro, che lo afferrò tra le sue dita. Esaminò la scatolina, senza proferir parola. Forse aveva capito di cosa si trattasse, ma si limitò a fissarmi basito. Ed irato.
E’ tuo ormai, gli dissi nella mente.
Il mio sangue gli apparteneva, scorreva nelle sue vene. La boccetta era in caso di emergenza.
Dopo un ultimo sguardo, se ne andò.
Gabriel mi strinse le spalle in un abbraccio forte e tenero. Rimanemmo in quella posizione per molto tempo, avrei detto ore. Alla fine, mi fece girare verso se e mi passò una mano sulla guancia, facendomi venire un brivido lungo tutto il corpo. Sussultai e lui rise.
«Mi mancavano queste tue reazioni», mormorò. «Finalmente ti ho di nuovo». Mi strinsi nelle spalle, guardando altrove.
«Beh, io non me ne sono mai andata», risposi.
«Sì, ma per un certo periodo mi sembrava di averti persa. Avevo molta paura, Kim. Non immagini quanta». Infilai la mano in tasca alla ricerca del suo regalo. Lui, incuriosito, abbassò lo sguardo sul mio cappotto ed osservò ogni mio piccolo movimento. Tirai fuori un ciondolo a forma di K, con la catenina d’oro bianco.
Lo lasciai penzolare davanti ai suoi occhi, per poi farlo cadere nel suo palmo aperto. Gabriel rimase ad occhi spalancati mentre lo guardava. «Buon Natale», sussurrai. Improvvisamente, mi strinse di nuovo tra le sue braccia. Non ricordavo quanto potesse essere gradevole uno scambio d’affetto come quello, specialmente da lui. Mi sentivo al caldo, al sicuro, protetta.
Quando sciolse l’abbraccio, mi mise un dito sotto il mento, alzandomelo leggermente.
«Ti amo», fiatò sulle mie guance intorpidite per il freddo.
«Ti amo anche io», risposi col cuore che rimbombava in petto. Mi sollevai in punta di piedi e lo baciai. Era il bacio più bello – e più aspettato – che mi avesse dato. Sotto la neve, nel parco, la notte di Natale.
Tutti i miei pensieri ed il mio cuore erano predisposti verso Gabriel, che continuava a baciarmi come se non lo avesse mai fatto prima. Mi accorsi solo in quel momento quanto lo avessi fatto soffrire per colpa di Derek. Sapeva che ero innamorata anche del vampiro e ciò lo preoccupava più che mai. Era peggio che perdermi.
Ma ora era sereno, perché sapeva che sarei stata sua per sempre.
 
A scuola non si sentiva parlar d’altro se non delle vacanze natalizie. Tiffany e Rachel, alla fine, si erano fidanzate coi ragazzi che avevano conosciuto alla festa di Halloween. Dustin e Paul sembravano diversi, almeno esteriormente: Dustin si era tagliato i capelli, mentre Paul sembrava più palestrato. Forse lo era già prima, ma non mi ero mai soffermata sui particolari.
Durante l’ora di pranzo, anche Logan sedeva al nostro tavolo. Continuava a raccontare della sua vita nel Tennessee, delle sue avventure da supereroe eccetera. Sheila lo guardava affascinata, come se davanti agli occhi avesse avuto Leonard. Durante le vacanze era tornato a trovarla e non si erano separati per nemmeno un secondo.
Io e Gabriel ridacchiavamo tra noi, dando dello sbruffone al cowboy. Derek non sedeva al nostro tavolo, ma solamente io, Gabriel e Logan potevamo sapere il perché: la sua dieta era speciale e non voleva intimorire nessuno all’università.
Ashley Proud sembrava esser tornata abbastanza in sé. Forse si era rilassata in qualche beauty farm in Italia o in Svizzera. Poco m’importava.
Derek non aveva più dato nessun allarme pericolo in lei, da quando mi aveva ritrovata nel fiume. E la mia povera Mini era completamente da aggiustare. Papà mi aiutò coi soldi, anche se la maggior parte la pagai io. Preferivo non intromettere Irvine nella faccenda.
Era lo scenario perfetto di una vita tranquilla.
I tuoi amici che scherzano e ridono, il tuo ragazzo che ti stringe la mano sotto il tavolo, lanciandoti occhiate d’amore che nessun altro poteva interpretare. Tutte le persone a cui volevo bene erano salve ed era ciò che importava di più.
«Beh sì, una volta ho anche cavalcato un toro selvaggio», stava spiegando Logan. Nel tavolo si levarono commenti e risate scherzose.
Ma qualcosa placò tutto.
Un urlo.
Nel silenzio, stavamo aspettando qualche altro segnale. Ci guardammo tutti confusi e dubbiosi. Specialmente io, Gabriel e Logan. Ed una ragazza urlò ancora.
Balzammo tutti in piedi, sotto gli occhi degli altri studenti seduti ai loro tavoli. Noi tre stavamo correndo verso il corridoio, cercando di seguire le urla disperate. Dovemmo salire al secondo piano ed il panico iniziava a sollevarsi.
Quando arrivammo alla fine delle scale, dei ragazzi stavano guardando un punto fisso del corridoio. Ci avvicinammo a loro e notai che qualcuno stava piangendo.
Una ragazza era stesa a terra, inanime: i capelli erano sparsi come lingue di fuoco sul pavimento, gli occhi chiusi e la pelle bianca come la neve che era scesa a Natale.
Il professor Tunner arrivò con Derek di corsa, dal lato opposto del corridoio. Guardarono prima il corpo, poi me, con occhi sbarrati dalla sorpresa e dal dispiacere. Io abbassai la testa e fissai ancora il cadavere della ragazza che era appena stata uccisa.
Assottigliai lo sguardo e notai che sul collo aveva due piccoli buchi, esattamente su una vena. Il mio cuore si fermò per qualche istante.
L’ambulanza arrivò subito dopo e si lanciarono sul corpo della ragazza. Nel frattempo, la nostra combriccola ci aveva raggiunto e Sheila affondò il viso nel petto di Gabriel, che le accarezzava la schiena e mormorava qualcosa per tranquillizzarla. Anche Rachel e Tiffany si nascosero su Logan, mentre Dustin e Paul rimasero a bocca aperta, incantati ed impauriti.
Derek aveva gli occhi fissi su di me, terrorizzato.
Non era stato lui, lo sapevo benissimo. Le sue iridi erano viola e nere, segno che era arrabbiato. Molto arrabbiato. E forse sapeva anche il colpevole. Scosse la testa, costernato.
Scattai indietro di un passo. Non sai chi sia stato?, gli chiesi nella mente. Negò ancora.
«C’è qualcosa di strano in tutto questo», disse il professore, tamburellando le dita sul mento. «Non è mai successa una cosa del genere. Sono morti tre alunni nell’arco di tre mesi. Melissa Leinor, William Cromwell ed ora Sarah Olsen». Principessa, mi dissi. Si chiamava come me... «Sembra che quest’anno sia cambiato qualcosa, ma non so dire cosa», continuò il signor Tunner.
Ci sono io, mi risposi automaticamente. Sentii l’allarme pericolo rimbombare nelle mie orecchie e quasi dovetti tapparmele. Quando alzai gli occhi vidi una sagoma nera passare dietro le schiene degli alunni di fronte a me. Attraversava il corridoio silenzioso e tranquillo, come se non fosse successo nulla.
Non potevo dimenticare quello sguardo.
Si fermò alla fine del corridoio e mi sorrise, senza mostrare i denti: sembrava più un avvertimento. Cioè che sarei stata io la prossima. Mi fulminava, mi inceneriva, come se stesse giocando con me. Lui adora giocare, pensai.
Victor.
La ragazza aveva due buchi sul collo. Un vampiro, pensai. Victor era lì, in quel momento.
Mi guardai intorno, per vedere se anche Gabriel e Logan lo avessero visto, ma stavano ancora consolando le ragazze con parole dolci, di conforto.
Quando mi voltai ancora, Victor era scomparso.

To be Continued...

  
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