Tranquillamente, nella stazione caotica, passeggiava un'anima persa, dallo sguardo assente e felice di nome Luna, una studentessa di Hoqwarts. Si indirizzò verso le carrozze trotterellando, quando la valigia, già sfilacciata di un colore militare, le giocò un brutto scherzo: si aprì e così la ragazza dovette tardare per raccogliere i vestiti. Sporse la testa nella prima carrozza che vide e sali leggiadra guardandosi attorno. L'aria irrespirabile era occupata per lo più da persone che si agitavano con valige pesanti e animali protestanti in cerca di una maniera per scappare.
Facendosi spazio tra i ragazzi urlanti e agitati, andò avanti cercando una cuccetta libera. Pochi passi più in la, ne vide una con dentro un ragazzo dal viso fin troppo familiare.
« Ciao Neville.>> disse con la voce cotonata di sempre.
« Ciao>> ribattè lui più rigido.
Luna si sedette accanto al ragazzo. Lo fissò per un lungo periodo. Studiò i suoi lineamenti ormai sconosciuti dalla sua memoria. Lo ricordava meno provato, un po' più robusto e dal carattere forse un po' più gentile. Non riusciva a capire perché aveva assunto quel comportamento freddo con lei, in fondo erano amici di vecchia data e si conoscevano da quando avevano iniziato la scuola. Dopo un tragitto di imbarazzanti silenzi, Luna disse:
« Sai, questi orecchini li ho fatti pensando a te>> e detto ciò tirò indietro i capelli per mostrare i pendenti a forma di mandragola fatti a mano che le toccavano le spalle.
« Oh, son proprio carini, e poi mi fa piacere che tu abbia pensato a me.>> ringraziò lui.
Alcuni ragazzi cominciarono ad occupare la loro cuccetta e a parlare rumorosamente. Sembravano conoscere Neville infatti gli rivolgevano la parola ma solo poche volte. Luna si sentiva un po' a disagio. Non perché nessuno le volesse rivolgere la parola, ormai ne era fin troppo abituata. Continuava a pensare alla freddezza di Neville. Sentiva che le mancava qualcosa, come se una parte di lei se ne fosse andata. La luce nei suoi occhi si spense appena le passò per la mente il pensiero sibillino che Neville non le volesse più stare accanto. Una fitta si impossessò del suo cuore e una voglia di piangere la invase improvvisamente.
Alcune lacrime cristalline le scesero dagli occhi e, per non farsi notare, si girò verso il finestrino. La sua immagine si rifletteva nel vetro mentre monti e paesaggi magici scorrevano a velocità inaudita. Tutto quello che poteva vedere era una ragazza strana che non veniva capita facilmente e che molti evitavano perché veniva considerata pazza. Fino ad allora non ci aveva fatto caso anche perché non le interessava il parere degli altri ma, da quando il suo migliore amico sembrava volergli girare le spalle, il mondo le sembrò cadergli addosso con un peso smisurato. Cosa le succedeva? Era così strano…
Quando era iniziato tutto, sembrava così bello. Il primo anno lei e Neville si erano incontrati per caso e, tra un discorso e un altro, erano diventati amici. Quel ragazzino tanto impacciato e tenero, l'aveva accompagnata per tutto il suo tragitto scolastico. Aveva sempre trovato in quel ragazzo, un amico con cui sfogarsi e confidarsi e lo stesso sembrava essere per lui. Quel cambiamento l'aveva completamente spiazzata. Sentiva che qualcosa era cambiato ma non riusciva a rendersi conto di cosa.
Alzò il viso che da rabbuiato le torno radioso. Sentiva il bisogno di dire qualcosa a Neville. Prese il cuore in mano e,con tutta la sua sincerità, pronunciò il suo discorso tutt' un fiato mangiando le parole:
« Io ti ho pensato quasi tutta l'estate, volevo scriverti, ma non sapevo come iniziare la lettera.>>
I loro sguardi si incrociarono e Luna sorrise per rassicurarlo, ma ci fu silenzio. Ancora silenzio. La ragazza sentì un senso di vuoto dopo la sua "dichiarazione" ricambiata con la completa indifferenza da parte del ragazzo. Poi, per sdrammatizzare, disse:
« Spero ci sia il budino>> ma nessuno la degnò. Dopo quell'agonia di imbarazzi arrivarono. Erano a Casa.
Tutti si precipitarono fuori dal treno con fare violento mentre lei rimase seduta ad aspettare che il treno si svuotasse. I suoi pensieri ormai erano irraggiungibili e, con lo sguardo perso nel vuoto, fissava le persone che si accalcavano per uscire. Da uno spiraglio, vide una fiamma rossa che spiccò quasi il volo e si precipitò verso una direzione sconosciuta a lei. Sorrise sapendo chi era per poi continuare a seguire i suoi pensieri tessendo una ragnatela che aveva come base un unico pensiero: Neville.
Quando il treno si svuotò, anche lei si preparò per andarsene e raggiungere la scuola. Prese con molta lentezza le sue cose e cominciò a trotterellare fuori dal treno. Appena uscì vide la figura di un ragazzo che le si avvicinava. Il mortificano Neville provò a parlarle emettendo qualche balbettio:
« Ti ho vista piangere prima… Credimi, non so che mi sia preso. >>
Alzò lo sguardo per incontrare quello della ragazza che nel frattempo si era illuminato di nuovo della sua solita spensieratezza
« Così…>> continuò lui « Ho pensato che potessimo andare insieme verso scuola…>>
Luna non se lo fece ripetere due volte e, agguantata la mano di Neville, cominciò a camminare verso l'istituto con dietro il ragazzo alquanto interdetto.
Finalmente erano tornati amici.
Finalmente erano insieme.