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Autore: AsfodeloSpirito17662    07/12/2012    2 recensioni
"Oh Merlino, Paciock...”
“Ho toccato il fondo Draco, sono alla deriva”
“Eh, me ne sono accorto”
“Vaffanculo”
“Senti, di certo tutto mi aspettavo tranne che Paciock. Ovvio, sempre meglio di Sfregiato. Credo che in quel caso ti avrei sbattuto fuori di qui a calci nel culo”
[...]
Uno sbuffo di risata, che durò troppo poco perché fosse reale. Incrociò le braccia al petto e si voltò verso il divano. Ora Blaise era in piedi e lo osservava con un’espressione comprensiva. Stava ancora condividendo il suo dolore, non aveva mai smesso di farlo.
“Te ne sei innamorato?”
“Credo che sia un termine azzardato”
“Ti consiglio di capirlo più in fretta che puoi Blaise, perché anche se lo pensiamo, non abbiamo tutto il tempo del mondo a nostra disposizione. Non chiederti perché proprio adesso. Sii grato che sia successo abbastanza presto”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Neville Paciock, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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TERZO CAPITOLO
 
Your time will come if you wait for it, if you wait for it
It’s hard, believe me… I’ve tried
But I won’t wait much longer ‘cause these walls they’re crashing down
And I won’t wait much longer ‘cause these walls they’re crashing down
And I keep coming up short
(Imagine Dragons, Amsterdam)
 
Cosa, in nome di Merlino, cosa esattamente gli aveva fatto credere anche per un solo istante che l'idea di sua madre fosse una buona idea? Blaise quasi ringhiò, nel camminare circa un metro avanti a quel moccioso. Dentro di sé pregò che qualcuno lo rapisse e lo portasse via proprio mentre lui non stava guardando. Sarebbe stato un incidente, un accadimento non previsto ed avrebbe pianto copiosamente dal dolore davanti a quelli del Ministero, per il suo piccolo ed adorabile Mathias scomparso, rapito da qualche malvivente da quattro soldi. 
Erano ormai due ore che camminavano senza sosta per tutta Diagon Alley, entrando ed uscendo da negozi d'abbigliamento senza stringere neanche uno straccio di busta. E vi piacerebbe sapere perché? Potreste ben immaginarlo, io credo, se solo vi impegnaste un po'. Mathias sembrava essersi messo in testa di rendere la vita di Blaise un vero e proprio inferno e lo stava facendo con quella tipica sfacciataggine che solo i bambini sono in grado di sfoggiare. Entravano in un negozio, quel ragazzino accettava di provare il mondo sotto consiglio della commessa e poi alla fine... diceva che nulla era di suo gradimento. Nulla. Ma non era tanto il fatto di non riuscire a trovare niente che andasse bene al Mostro, la cosa ad irritare Blaise... era il modo in cui lo diceva. Con aria di sufficienza, come se quel moccioso stesse facendo un favore a lui, come se lo stesse graziando anche solo della sua presenza. Questo l'ex Serpeverde non poteva assolutamente tollerarlo. D'accordo che Mathias gli era stato affidato, d'accordo che si era proposto di essere un tutor eccellente ma l'altro sembrava remargli contro con un tale divertimento da rendere quella situazione ancora più avvilente e scomoda di quanto già non fosse. Non gli piaceva avere il moccioso tra i piedi ma immaginava che anche a Mathias non piacesse essere lì con lui; allora perché non venirsi incontro e facilitarsi le cose? Purtroppo il bambino, invece, sembrava aver trovato un lato piuttosto piacevole in tutta quella situazione: provocarlo. E per quanto Blaise odiasse ammetterlo, ci stava anche riuscendo bene, perché sapeva che lui non poteva reagire, o almeno non poteva sbilanciarsi troppo in recriminazioni varie. Ma in qualità di tutor, aveva il sacrosanto diritto e dovere di farsi valere e, per la miseria, l'avrebbe costretto a comperare un maledetto abito entro la fine della giornata o non si sarebbe più chiamato Blaise Zabini. Arrestò bruscamente il passo ed attese che il bambino, con inerzia, lo raggiungesse. Mathias invece di fermarsi accanto a lui, come niente fosse lo superò e tirò dritto per la sua strada, impunemente, in un ennesimo tentativo di provocazione. L'ex Serpeverde strinse i denti irrigidendo la mascella ed allungò un braccio in avanti, afferrando senza tante cerimonie una manina del Mostro; voleva giocare alle prese di potere? Bene, l'avrebbe accontentato molto volentieri, perché non aveva tempo né voglia di stare dietro alle turbe di un ragazzino di cui non gli importava assolutamente niente. Il bambino allargò gli occhioni nocciola per la sorpresa e si voltò verso Blaise strattonando il braccio con l'intento di liberarsi dalla sua presa, senza però riuscirvi. Infatti, Zabini aveva intrappolato la mano di Mathias in una morsa autoritaria e nonostante i tentativi del bambino di ostacolare la sua avanzata, il ragazzo ricominciò a camminare con determinazione, diretto ad una bottega proprio lì vicino, specializzata in abbigliamento maschile per bambini.
 
"Lasciami!"
"No"
"Lasciami ho detto!"
"E io ho detto di no"
"Mi stai facendo male!"
"Non è vero"
"Mi metterò ad urlare!"
"Fa pure, ti zittirò tanto velocemente con una fattura che neanche avrai il tempo di rendertene conto"
 
Mathias gli lanciò uno sguardo infuocato, in grado di incenerire, ma non pronunciò più neanche mezza parola. Blaise si sentì talmente soddisfatto ed inorgoglito da quel risultato che si promise di minacciarlo più spesso in futuro. Spinse la porta della bottega ed il loro ingresso fu accompagnato da uno scampanellio allegro. L'interno del negozio era caldo ed accogliente, molte persone occupavano i corridoi occupate a visionare la merce sugli scaffali e a stare dietro ai bambini presenti.
L'ambiente era illuminato con delle candele fluttuanti che emanavano una luce calda e morbida, aiutando a mettere a proprio agio i clienti; l'odore del legno che componeva i pavimenti e le pareti, dava un tocco inspiegabilmente famigliare a quella bottega. Forse era proprio questo che attirava le persone con prole al seguito: il senso di famiglia che riusciva a suscitarti. Purtroppo tutto questo ebbe giusto il minimo effetto su Blaise che, richiusosi la porta alle spalle, abbassò lo sguardo su Mathias senza lasciargli però la mano. Temeva che se la sarebbe data a gambe levate e lui non aveva la minima intenzione di rincorrerlo in giro per Diagon Alley.
 
"Adesso sceglierai qualcosa, te la proverai e la indosserai, è chiaro?"
"Io non metterò mai niente!"
"Oh, sì che lo farai ed anche alla svelta"
"Ti ho detto di no, scimmione peloso!"
"Ma che cazz-... scimmione peloso?! Stai molto attento a come mi ti rivolgi mucchietto d'ossa, perché se non farai quello che ti dir- ah! Infido mostriciattolo rivoltante, torna qui!"
 
Dopo l'offesa di Mathias, Blaise aveva sgranato gli occhi praticamente indignato e si era lasciato sfuggire mezza parolaccia. Inutile dire che il suo grado di irritazione era vertiginosamente salito, perché il bamboccio lo costringeva ad essere un cattivo tutore. E mentre Blaise aveva ripreso a minacciarlo, dato che ci stava trovando gusto, Mathias aveva ben pensato di assestargli un poderoso calcio sullo stinco, dileguandosi subito dopo come un razzo tra gli scaffali del negozio. Zabini aveva piegato la schiena in avanti, massaggiando con una mano grande il punto offeso e si era morso il labbro inferiore per evitare di divenire estremamente volgare in un luogo pubblico pieno di altri piccoli mostri uguali a quello che l'aveva appena barbaramente aggredito. Alzò lentamente lo sguardo iniettato di sangue e sete di vendetta dal pavimento ed iniziò a perlustrare l'ambiente con minuziosità, la bacchetta già nascosta nella manica del cappotto nero, dal taglio inglese, che indossava. L'avrebbe preso, ovviamente. E una volta preso, l'avrebbe torturato lentamente ed una volta riportato a casa, sarebbe accaduto quello che in realtà avrebbe dovuto fare sin dall'inizio: appenderlo per gli alluci al soffitto. Non gli importava più se a sua madre fossero giunte notizie negative; quelli da convincere erano i membri del Ministero e basta, no? Che i suoi quadri facessero pure i pettegoli, ma lui avrebbe strozzato quel Mostro! Come un ambasciatore di sciagure, iniziò ad aggirarsi tra i vari scaffali silenziosamente e data la sua vertiginosa altezza, non gli fu difficile farsi un quadro generale della situazione. Mathias non era sciocco, non si sarebbe mai nascosto dietro un mobile o in un camerino, no; almeno questo di lui, Blaise era riuscito ad intuirlo. Il Mostro avrebbe fatto qualcosa di infantile ma astuto, se messo in atto da un ragazzino. Continuò a camminare tra gli scaffali mostrando una certa tranquillità, come fosse stato un semplice cliente impegnato ad osservare la merce; ovviamente non perse mai di vista la porta, per evitare che sfruttando una sua distrazione, quel ragazzino gli scappasse da lì proprio sotto il suo naso.
 
"Salve, posso aiutarla?" una commessa dall'aria cortese gli si accostò con discrezione. Blaise prese tra le mani una magliettina senza neanche guardarla, preferendo piuttosto continuare a far vagare lo sguardo falsamente disinteressato ed annoiato per il resto del negozio.
 
"Stavo solo guardando, grazie lo stesso" la liquidò freddamente, senza neanche lasciarle il tempo di replicare. Sbagliava o quel cappotto lì infondo aveva dei capelli che sbucavano fuori dall'apertura del collo? Assottigliò in maniera felina le palpebre sugli occhi scuri e dalla forma allungata, mentre con circospezione iniziò ad avvicinarsi verso l'indumento appeso ad una stampella. Ora che la distanza era ridotta, poté affermare con sicurezza che non aveva avuto un'allucinazione. Si trattava proprio di ciuffi di capelli castani e scompigliati, esattamente come quelli di Mathias. Blaise fletté le ginocchia e si accovacciò davanti al cappottino rosso. Allungando una mano, afferrò la linguetta della lampo e lentamente, iniziò a tirarla verso il basso. Mano a mano che la lampo si abbassava, il volto di Mathias iniziò a farsi sempre più visibile, sfoggiando un'espressione contratta, con gli occhietti chiusi strizzati al massimo, come si stesse sforzando di diventare invisibile. Se non fosse stato così profondamente incazzato probabilmente a Blaise sarebbe venuto anche da ridere. Aprì completamente il giacchetto e rimase inginocchiato davanti a lui, ad osservarlo con un'espressione mortalmente seria in volto. Non gli sarebbe sfuggito e non l'avrebbe lasciato uscire di lì senza prima aver comperato qualcosa, che l'idea gli piacesse o meno. Era divenuta una questione di principio. Mathias si azzardò ad aprire un occhietto, ritrovandosi a fissare il volto nero - in senso di umore ma sì, anche di carnagione - di Blaise. Rimase immobile ed in silenzio, con le braccia ancora infilate nelle maniche del cappotto e le gambe tirate su, vicino al petto, per non farle uscire dall'estremità inferiore dell'indumento oramai aperto. Le abbassò lentamente e solo dopo circa un minuto, si permise di sbuffare infastidito.
 
"Non farò mai quello che vuoi tu"
"Possiamo restare qui anche tutta la notte e se dovesse essere necessario saremo qui anche domani e dopodomani, il giorno dopo ed il giorno dopo ancora..."
"Tu non mi piaci!"
"Neanche tu mi sei mai piaciuto e dopo quello che hai fatto oggi le tue possibilità di far salire la percentuale della scala di gradimento che avrei potuto provare nei tuoi confronti è pari allo 0,0%. Ma farai ugualmente quello che ti dico io"
"Costringimi!"
 
Mathias alzò fieramente il mento verso l'alto, osservandolo con aria di sfida. Quel bambino non sapeva contro chi si stava mettendo ed un atteggiamento così sfrontato avrebbe potuto procurargli non poche grane in futuro, perché non tutti potevano essere dei santi martiri come il nostro povero Blaise Zabini, che tra l'altro dovette farsi una violenza immane per impedirsi di strappargli tutti i capelli a mani nude. Ma lo sguardo omicida che stava sfoggiando nei riguardi del marmocchio, lasciava intendere benissimo tutte le sue reali intenzioni e quello che  avrebbe voluto volentieri farne di quel mucchietto d'ossa. Fu per questo che lui gli si rivolse.
 
"Zabini tutto bene?"
 
Contemporaneamente, Blaise e Mathias smisero di lanciarsi occhiate fulminanti per spostare l'attenzione sul ragazzo che si era appena fermato accanto a loro, intento ad osservarli entrambi dall'alto con espressione discretamente perplessa. 
Neville Paciock era cambiato dai tempi della scuola ma, nello stesso tempo, era riuscito a mantenere un qualcosa di tipicamente suo che Zabini non avrebbe saputo ben definire. I capelli castani, lasciati crescere in maniera incontrollata, gli coprivano il collo e lo sguardo, disordinati; i lineamenti del volto si erano fatti più marcati, privandolo di quell'aria da eterno bambino di cui tutti credevano non si sarebbe mai liberato. Le guance rimaste abbastanza floride ed il mento erano vagamente ombrati da un accenno di barba e gli occhi avevano acquisito una notevole profondità, come il tono di voce. Non sarebbe mai stato alto quanto Blaise, ma nessuno avrebbe potuto considerarlo obiettivamente basso. Spalle larghe, corporatura nella norma, Neville aveva l'aria di un ragazzo florido e perfettamente in salute. Nonostante l'aspetto oramai totalmente adulto, quella spolverata di lentiggini sul naso riuscivano a fargli mantenere un'aria un po' impacciata e tenera. Blaise sospirò silenziosamente ed in maniera discreta, riportando l'attenzione su Mathias che, dal canto suo, era ancora intento a studiare quel ragazzo dall'aria gentile che si era avvicinato.
 
"Sì Paciock, grazie per l'interessamento. Va tutto splendidamente"
"Portami via"
 
La voce del ragazzino risultò chiara e decisa, nel pronunciare quella richiesta perentoria nei riguardi di Neville. L'ex Grifondoro allargò leggermente gli occhi, preso in contro piede dalle parole del bambino. Aveva capito male o gli aveva appena chiesto di portarlo via? Abbassò lo sguardo su Zabini, notando la maniera in cui il ragazzo sfoggiava un po' forzatamente un atteggiamento pacato; ciò che lo tradiva, era l'espressione del volto irrigidita in modo piuttosto innaturale. Neville con aria un po' confusa, alzò una mano grattando con indecisione la testa e fece altalenare per qualche secondo lo sguardo da uno all'altro. Mentre Mathias sembrava essere completamente sicuro di sé, nel mantenere i suoi occhietti scuri puntati in alto verso di lui, Zabini sembrava star contemplando molteplici possibilità sui mille ed uno modi per mantenere la calma con un certo raziocinio senza dover scadere necessariamente in atteggiamenti degni di un barbaro incivile. O almeno, questa fu l'impressione che ne trasse Neville dato che non poteva certo dire di conoscere il suo vecchio compagno di scuola come fosse un suo amico, tutt'altro. Non sapeva neanche perché si era intromesso in quella faccenda, ad essere totalmente onesti; stava andando alla ricerca di un regalo tra gli scaffali, quando aveva visto da poco lontano il volto del ragazzo contrito in un'espressione di tale disapprovazione da averlo leggermente inquietato. Sicuramente Neville non condivideva con Blaise una tale confidenza da permettersi di impicciarsi dei suoi affari, ma non credeva neanche di aver commesso chissà quale errore. Aveva posto una semplice domanda, garbata e discreta, non intendeva insistere se l'ex Serpeverde dimostrava palesemente di non avere intenzione di approfondire la questione. D'altro canto Mathias, sembrava volerlo tirare in ballo eccome, a dispetto dei desideri di Blaise che avrebbe fatto volentieri a meno di mettere al corrente chicchessia della situazione in cui si trovava. Non amava dare spettacolo e non amava che le persone venissero a conoscenza della sua vita, privata e non. L'unico con cui aveva un rapporto di amicizia abbastanza solido era Draco ma al di fuori di lui, nessuno sapeva qualcosa che lo potesse riguardare, neanche stronzate come il suo colore preferito o la sua data di nascita. 
Neville e Blaise si incontravano un paio di volte durante la settimana al Ministero ed il loro rapporto consisteva unicamente nel rifornire le dispense pozionistiche di erbe che potessero tornare utili al francese (perché sì, Zabini non era certamente un cognome inglese e questa era sempre stata una cosa talmente elementare da dedurre che nessuno vi si era mai soffermato sopra). Neville stava portando a termine gli studi per acquisire un dottorato in erbologia ed aveva quindi instaurato una sorta di collaborazione con il Ministero, prima di divenire a tutti gli effetti un ricercatore ufficiale. Quindi, tralasciando convenevoli come 'ciao' oppure 'tutto bene?' e classiche domande di pura circostanza e cortesia sociale, erano praticamente due sconosciuti.
 
"Piantala"
"Io faccio quello che mi pare!"
"Non finché vivrai sotto il mio tetto!"
"Io non ci voglio stare sotto il tuo tetto!"
"La decisione non spetta né a te né a me, adattati!"
"Riportami indietro, voglio cambiare tutore!"
"Taci!"
 
Blaise quasi ringhiò, nel sibilare l'ultima parola. Paciock era proprio di fianco a loro, non gli andava che sentisse quelle cose e traesse chissà quali conclusioni. Gli lanciò un'occhiata, notando che la sua espressione se possibile, era anche più confusa di prima. Il francese premette due dita sugli occhi, massaggiandoli lentamente in completo silenzio. L'avrebbe riportato indietro molto volentieri a dire il vero, ma lui gli serviva per cercare di riconquistare un po' di quei diritti che il Ministero gli aveva simpaticamente negato. Non era passato neanche un giorno e già sentiva di star perdendo il controllo sulla situazione. Lui odiava non avere controllo su qualcosa e pretendeva che il corso degli eventi fluisse perennemente come lui aveva pianificato. Era un calcolatore ed i calcolatori non apprezzavano gli imprevisti né chi si impegnava in maniera tanto accanita a distruggere l'equilibrio della loro organizzazione. Neanche a dire che poteva fare qualcosa, perché più di minacciarlo in serie non avrebbe potuto sbilanciarsi o il Ministero ne avrebbe approfittato alla grande. Aveva come la sensazione di trovarsi in un vicolo cieco o di essere un cane che cercava scioccamente di modersi la coda. Con ancora le dita sugli occhi chiusi, sentì Paciock schiarirsi con titubanza la gola; il fruscio dei vestiti del Grifondoro gli fece capire che l'altro si era accucciato vicino a loro, nella stessa posizione assunta da Blaise. 
 
"Zabini, non so se... se lo sai. Cioè, avresti dovuto immaginarlo ma... ma al Ministero quasi tutti sanno di questa cosa. Qualcuno ha sparso la voce e bè... le voci lì dentro corrono in fretta, lo sai no?"
 
Le dita di Blaise smisero di ruotare lentamente sugli occhi ed anzi, vennero scostate lentamente per permettere agli stessi di schiudersi e di fissarsi mortalmente burrascosi sul volto del Grifondoro. Avrebbe dovuto immaginarlo? Immaginare che cosa? Che tutti lì dentro avevano il diritto ed il permesso di sapere anche quando andava in un maledetto bagno mentre lui non aveva potere su nulla? Inumidì le belle labbra con la punta della lingua, velocemente, ed una brevissima risata ironica gli scappò dalla gola. Certo, tutti sapevano. 
 
"Benvenuti nella vita di dominio pubblico di Blaise Zabini" sussurrò con una certa inflessione che denotava fastidio, nel tono di voce profondo, particolarmente caldo ed avvolgente. Zabini aveva una bella voce, anche se piuttosto roca. Era un peccato che generalmente parlasse poco a causa della sua natura così riservata. Neville corrugò appena la fronte, osservandolo con un lieve accenno di preoccupazione; forse non avrebbe dovuto informarlo di quel particolare ma comunque sarebbe venuto a saperlo lo stesso, lavorando al Ministero. Aveva semplicemente anticipato le cose. La voce del Grifondoro invece, era molto più limpida e giovanile anche se al momento risultava nello stesso tempo cauta, nel parlare. Infondo Zabini avrebbe potuto benissimo mandarlo a farsi benedire, per essere ancora lì presente ad impicciarsi degli affari suoi. 
 
"Mi dispiace, attualmente sembra essere proprio così. Credo che quelli del Ministero l'abbiano fatto di proposito, sai. Intendo la storia dell'affidamento..."
"Oh Paciock, 20 punti a Grifondoro per l'ottimo spirito di osservazione, davvero"
"Ehi! Sono l'unico che non ha trovato niente per riderci sopra!"
"E immagino che per questo dovrò porgerti i miei più sentiti ringraziamenti. Dimmi, come potrò mai ripagare la tua infinita benevolenza?"
"Questo atteggiamento così ostile non ti porterà da nessuna parte. Posso immaginare che tu sia nervoso, ma-"
"Quando vorrò il tuo parere al riguardo, Paciock, sarai informato da me personalmente"
"Voglio andare via!"
"Sta zitto, Mostro"
"Non chiamarlo Mostro, così non fai altro che farlo indispettire di più!"
"Ah, adesso è lui quello indispettito!"
"Signor Paciock, mi aiuti, quest'uomo mi ha maltrattato!"
"Piccola carogna che non sei altro, che razza di bugie vai raccontando in giro?! Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere, potrebbero sentirti!"
"Minacciandolo lo istighi, Zabini..."
"Che mi sentano allora! QUEST'UOMO MI HA MALTRAT-"
 
Blaise si affrettò a tappare con entrambe le mani la bocca di quel piccolo demonio, voltando velocemente la testa prima a destra e poi a sinistra. Nessuno sembrava essersi accorto di quello che stava accadendo tra quegli scaffali e la gente continuò a compiere i propri acquisti come non avesse sentito nulla. Il francese si permise di trarre un profondo respiro misto a sollievo ed irritazione; non poteva permettersi di perdere la calma altrimenti avrebbe dato la soddisfazione più grande che il Ministero potesse avere a quei quattro balordi che lo avevano incriminato solo perché aveva un rapporto di amicizia evidente con Draco Malfoy. Abbassando leggermente le palpebre sugli occhi, Blaise assunse uno sguardo dall'aria tipicamente minatoria e sbilanciandosi sulle punte dei piedi, inclinò la schiena in avanti per avvicinare il viso a quello del bambino ancora incastrato dentro quel maledetto cappottino rosso. Lo osservò da una distanza decisamente ridotta ed iniziò a parlare lentamente, affinché ogni parola si imprimesse bene nella testa del Mostro, in modo tale da evitare di doversi ripetere in futuro. Zabini gradiva dire le cose una volta sola.
 
"Chi comanda qui sono io, Mathias. Finché il Ministero non ti troverà una famiglia disposta ad adottarti e spero che lo faccia in fretta, dovrai vivere con me. Il che significa che dovrò nutrirti, fornirti un alloggio e del vestiario. La cosa non piace a te e non piace a me, eppure è così. Oggi siamo qui per comprare e, ti giuro, compreremo. Altrimenti non ci muoveremo dal negozio. Sono stato chiaro?"
 
Iniziò a togliere lentamente le mani dal volto del bambino, temendo ricominciasse ad urlare da un momento all'altro; l'unica cosa che voleva, era andarsene via da lì e liquidare la questione, oltre che Paciock stesso. Per i gusti di Blaise, il Grifondoro aveva sentito anche troppo e la cosa non aveva fatto altro che innervosirlo più del necessario. Sperava francamente che Mathias si decidesse a collaborare, perché la quantità della sua pazienza era veramente irrisoria. Il piccolo anglo-spagnolo si limitò a fissare Blaise in silenzio, gli occhietti ridotti a due fessure e le labbra strette tra loro per la rabbia. Con movimenti intrisi di forza, liberò freneticamente le braccia dal cappottino e rimase in piedi, immobile, davanti quello che sarebbe dovuto essere il suo tutore da lì a non sapeva neanche quanto. Un silenzio pesante cadde sul quel trio strampalato e fu solo quando dopo circa una trentina di secondi Mathias iniziò a scuotere forte la testa, che Neville decise nuovamente di intervenire, in barba al proprio buon senso che gli gridava di lasciar perdere e tenersi fuori da ciò che riguardava solo ed unicamente Zabini.
 
"Il problema è questo? Non riesci a trovare niente che ti piace?"
 
Mathias osservò il ragazzo in silenzio, senza spiccicare parola e sembrava anche non avere nessuna intenzione di cominciare a farlo. Per tutta risposta, il Grifondoro allungò una mano verso di lui, sorridendogli gentilmente ed in maniera amichevole. 
 
"Io mi chiamo Neville e, da quanto ho capito, tu dovresti essere Mathias, non è così?"
 
Blaise osservò il coetaneo con la fronte leggermente corrugata ed uno sguardo diffidente. Cosa diamine si era messo in testa Paciock? Qual era il motivo di quell'atteggiamento tanto aperto e disponibile? Cosa poteva importargliene a lui, se non riusciva a farsi rispettare neanche da un moccioso, nella maniera più elementare possibile? Voleva forse prendersi gioco di lui? Dimostrargli quanto fosse più bravo a farsi obbedire da quel piccolo Mostro? Blaise non credeva, nella maniera più assoluta, nel semplice spirito immolatore altrui. Non credeva nella bontà gratuita o nel volontariato... volontario. Paciock doveva avere in mente qualcosa ma se pensava davvero di riuscire a combinare impicci ed imbrogli proprio sotto il suo naso, aveva fatto un grosso errore di valutazione perché il Serpeverde non si sarebbe lasciato battere od umiliare da nessuno. Per l'amore di Merlino, il Ministero avrebbe potuto togliergli anche le mutande ma non c'era essere umano sulla faccia della terra in grado di sottrargli il suo orgoglio. E credeva anche non ci fosse nessuno in grado di trattare civilmente con quel bambino.
 
"Paciock, lascia stare. Me ne occupo io qui, continua pure a fare quello che stavi facendo"
"Zabini, non mi permetterei mai di sottrarti questa magnifica responsabilità ma tu non mi sembri essere esattamente il tipico fan dei bambini. Visto che sono qui, cerco solo di dare una mano ad entrambi, dato che sembra proprio non riusciate a venirvi incontro"
"Sì, sono Mathias"
 
Il bambino strinse la mano di Neville solo a quel punto. Blaise avrebbe giurato che lo fece solo per cercare di irritarlo ancora di più. Ed era davvero malcelata ironia quella che aveva udito, mascherata tra le parole del fu compagno di scuola? C'era qualcosa che non andava, in tutto quello. Il mondo aveva iniziato a girare al contrario e lui se l'era perso? Non solo faticava a farsi rispettare da un bambino di ancora anni 8 ma Paciock – Paciock - si prendeva anche il lusso di parlargli con fare ironico. Il Serpeverde lì in mezzo era lui. Solo lui possedeva l'esclusiva autorità di fare uso illimitato e gratuito di ironia, nessun altro! Sembrava che il mondo avesse cambiato la sua prospettiva senza prendersi la decenza di avvisarlo.
 
"D'accordo Mathias, ti va se ti aiuto a scegliere qualcosa di bello? Sicuramente l'idea di passare qui il resto della tua vita non ti piacerà, no?" sorrise, l'ex Grifondoro, in un modo così fiducioso che avrebbe potuto invogliarti a fare ciò che diceva sul serio. Dopo qualche istante di esitazione, il bambino annuì e si avviò tra gli scaffali del negozio, senza aspettare il suo nuovo amico. Paciock, sorridendo con un'ombra di tenerezza sulle labbra nell'osservare Mathias, voltò poco dopo la testa verso Blaise, che lo stava guardando con uno sguardo indecifrabile. Neville sfarfallò un paio di volte le ciglia con perplessità, aveva fatto qualcosa di sbagliato?
 
"Cosa c'è?" domandò infatti, sentendosi un po' a disagio sotto quegli occhi scuri, così profondi ed allo stesso tempo così calcolatori, intrisi di razionalità.
 
"Niente" rispose l'ex compagno di scuola, scuotendo brevemente la testa. In verità qualcosa c'era eccome. Gli bruciava. Oh, come gli bruciava l'essere stato aiutato da Neville Paciock! Perché quell'imbranato era riuscito a farsi ascoltare e lui no? In cosa stava sbagliando? Blaise si alzò in piedi, con espressione granitica; se si fosse lasciato andare sicuramente non sarebbe riuscito a reprimere una smorfia. Neville si alzò qualche frazione di secondo dopo di lui, ma non disse nulla, limitandosi a lanciargli uno sguardo un po' frastornato. Zabini osservò il ragazzo dargli le spalle ed inoltrarsi tra gli scaffali, per andare ad aiutare quel piccolo Mostro cadutogli tra capo e collo. Circa mezz'ora dopo, si erano ritrovati tutti e tre alla cassa, in fila per pagare il conto. Anche Neville sembrava aver trovato il regalo che stava cercando, mentre Mathias aveva spontaneamente scelto un giubbotto invernale dall'aria molto calda, una camicia celestina e dei pantaloni di velluto marrone. Blaise aggrottò la fronte, nel poggiare quegli indumenti sul bancone, trovando decisamente antiquato il modo in cui il bambino era solito vestirsi. Anche la prima volta che l'aveva visto al Ministero, oltre quel vetro, aveva pensato che avesse un'aria strana, sin troppo composta, racchiuso in quegli abiti dallo stile passato. Con disinteresse adocchiò il pigiamino celeste che l'ex Grifondoro stringeva tra le mani.
 
"E' per tuo figlio?" domandò atono, tanto per fare conversazione. Prima di andare via avrebbe dovuto anche ringraziarlo, il minimo che poteva fare era rendere la cosa più facile possibile.
 
"Cosa?" Neville sbatacchiò le palpebre con aria confusa e il francese non poté fare a meno di pensare che quel ragazzo sembrava vivere perennemente su un altro pianeta.
 
"Quello" biascicò, indicando con un breve cenno del mento la magliettina con sopra stampata una tigre in versione peluche. Neville abbassò lo sguardo osservandola per qualche secondo e poi sembrò finalmente capire.
 
"Oh, no, no! E' per il figlio di un mio amico. Harry Potter, te ne ricorderai no?" sorrise con gentilezza. Certo che se lo ricordava Potter, chi mai avrebbe potuto scordarlo? Sapeva che si era sposato con una Weasley grazie alle notizie sui giornali, ma che i due avessero fatto prole gli era sfuggito. Grazie a Dio non poté fare a meno di pensare. Se c'era un motivo per il quale prediligeva il sesso maschile a quello femminile, era che almeno non avrebbe rischiato di avere prole di alcun genere in mezzo ai piedi. Con disappunto di sua madre, la dinastia Zabini sarebbe terminata con lui, proprio così.
 
"Sì, certo" rispose distrattamente, porgendo una carta magica alla cassiera affinché potesse saldare il conto. Mathias era rimasto in silenzio accanto a Paciock con lo sguardo puntato verso il pavimento. Incredibile come in certi momenti riuscisse a diventare praticamente invisibile. Blaise afferrò la busta contenente gli indumenti del bambino e si scostò per fare spazio all'ex Grifondoro.
 
"Bene, adesso dobbiamo andare" iniziò, temporeggiando per qualche secondo. Ma quante lentiggini aveva quel Paciock sul naso?! "Bé... ci vediamo al Ministero. E grazie" concluse con distacco, stirando le labbra in maniera un po' forzata, in quello che sarebbe dovuto essere un sorriso cortese. Neville sembrò non fare caso al fatto che Zabini ce la stesse mettendo tutta per ringraziarlo e  gli sorrise splendidamente. Quando sorrideva, sulle guance apparivano due fossette che ti facevano venire voglia di prenderle a morsi. Zabini corrugò appena la fronte. Non l'aveva pensato davvero. 
 
"Figurati non c'è problema. Ci vediamo presto eh, Mathias? Mi raccomando, fai il bravo!" esclamò allegramente, scompigliandogli i capelli più di quanto già non fossero. Il bambino gli lanciò uno sguardo un po' incupito ma non disse nulla. Docilmente, seguì fuori dal negozio Blaise, senza spiccicare parola. D'accordo, era stata una giornata strana, stressante e decisamente troppo lunga per i gusti del francese. Qualunque minaccia Paciock avesse usato per riuscire a rendere così mansueto quel piccolo Mostro, lui ne era incredibilmente grato.



NOTE DELL'AUTORE:
Non posso. Semplicemente, non posso davvero aspettare lo scoccare della mezzanotte quando ho appena scoperto che, grazie ad un mio amico (al quale ho promesso la mia mano), ho recuperato tutti i dannati capitoli persi. TUTTI. Cioè. Non posso descrivere la mia gioia, NON POSSO. E quindi ho detto 'fanculo, lo pubblico adesso il capitolo, sono troppo euforica!!' E quindi... eccolo qui! Grazie ad Arianna che mi beta e mi sopporta. E grazie al Signore Dio Celeste di tutti i cieli per avermi dato una seconda possibilità. Ho capito la lezione, lo giuro! Parlando di cose serie... finalmente è apparso il benedetto Neville! Ve l'avevo detto che sarebbe bastato pazientare! ;) Buona Immacolata in anticipo!
   
 
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