Titolo: Crossed Times
Autore: Lien
Capitoli: 5/?
Rating: R (ma conta di arrivare a NC-17)
Pairing: Tom/Harry
Altri Personaggi: Hermione Granger, Minerva McGranitt, Luna Lovegood, Draco Malfoy,
altri…
Avvertimenti: Slash, Slash e ancora Slash
IMPORTANTE: l’estate arriva, la gente parte… e gli aggiornamenti? Eh si,
purtroppo nel periodo estivo (come avevo già avvertito) non avrò la possibilità
d fare granché. Dopo questo capitolo è probabile (non sicuro) che ne
arrivi un altro solo verso il 7 di luglio e poi fino al 26-27 luglio niente.
Infatti dall’8 al 26 sono a Londra, giusto in tempo per l’uscita di Harry
Potter and the Deathly Hollows, non vedo l’ora!
Spero che
continuerete a seguire questa storia anche dopo questo piccolo stallo!
A.N. e
risposte alle recensioni sono in fondo al capitolo
Capitolo 5.
Grandi Speranze
Destro. Destro. Indietro. Giù. Calcio. Rotola. Protego!
Su. Schiva. Sinistra. Immobilus!
Harry si fermò ansimando e si tolse il sudore dalla
fronte con una mano, guardando la sfera che galleggiava immobile a mezz’aria a
qualche metro da lui. Era un utile congegno di addestramento che fungeva da
avversario, con colpi sia fisici che magici. Un piccolo regalo da parte di
Moody per far sì che continuasse ad allenarsi anche al di fuori del programma
per Auror, ed Harry aveva preso l’abitudine di tirarlo fuori ogni mattina verso
le sei per allenarsi. Quella mattina non faceva eccezione, ma essendo rimasto a
Hogwarts per la notte, ora si trovava in riva al lago al posto che in una delle
tante stanze di Grimmauld Place.
In più allenarsi gli distoglieva i pensieri da
tutto quello che era successo il giorno prima. In realtà Harry sentiva di aver
preso la notizia molto meglio di quanto non si sarebbe aspettato. L’intera
situazione gli ricordava alquanto il suo quinto anno nel quale, doveva
ammetterlo, il suo comportamento non era stato certo esemplare, per non parlare
degli sbalzi d’umore che aveva avuto neanche fosse stato una donna incinta.
Eppure allora era convinto che Voldemort in qualche modo lo stesse possedendo,
mentre adesso era tutta un’altra storia.
Era un Horcrux, d’accordo, ma non lo era diventato
ora, lo era stato per praticamente tutta la vita. L’averlo saputo solo
adesso non cambiava nulla: dopo il primo shock si era accorto che alla fine,
Horcrux o no, era ancora l’Harry di sempre. L’unico pensiero leggermente
inquietante era che il frammento dell’anima di Voldemort faceva parte
dell’Harry di sempre.
Stiracchiandosi la schiena, il ragazzo si mise di
nuovo in posizione di difesa, prima di rilasciare la sfera e riprendere
l’allenamento.
Appena rilasciata, la piccola sfera lanciò un
fascio rosso nella sua direzione, che Harry schivò saltando a sinistra, facendo
rimbalzare il colpo sull’erba. In risposte si abbassò per lanciare uno schiantesimo
che colpì un albero nelle vicinanze. Sentendo qualcosa arrivargli alle spalle,
rotolò di colpo da un lato, in tempo per vedere la sfera, che evidentemente lo
aveva aggirato, schizzare in avanti.
“Diffindo!” urlò vedendo un fascio di luce
bianca scagliarglisi contro, e i due incantesimi si scontrarono a mezz’aria
provocando una pioggia di scintille.
Con i sensi all’erta, sentì improvvisamente l’aura
di qualcuno avvicinarsi e in pochi secondi bloccò la sfera con un Pietrificus
Totalus ben piazzato, materializzò uno scudo magico davanti a sé con un
rapido movimento del polso, ed aveva già sulla punta della lingua uno
schiantesimo quando si girò e riconobbe la persona che gli era davanti.
“Ciao Harry” disse Ginny con un sorriso.
Lo scudo in un attimo scomparve, lasciando Harry
libero di alzarsi e pulirsi l’uniforme da tutti i fili d’erba che gli erano
rimasti attaccati ai pantaloni di pelle.
“Ah, ciao Ginny. Scusa
per prima, è che ho sentito qualcuno arrivarmi alle spalle…” ma Ginny scosse il
capo.
“Non preoccuparti, è stato stupido da parte mia
interromperti mentre ti alleni, ma è tanto che non ci sentiamo, non trovi?”
Harry la osservò studiandole l’espressione. Portava
i capelli rosso fuoco in una treccia morbida che teneva appoggiata su una spalla
e le lentiggini le risaltavano sul volto grazie alla leggera abbronzatura che
sicuramente i primi giorni di sole le avevano donato. Sorrideva ancora, ma
qualcosa negli occhi suggeriva a Harry che non era venuta solo per una
conversazione casuale. Si accorse che nella mano sinistra stringeva una copia
della Gazzetta del Profeta.
“Come facevi a sapere dove trovarmi?” chiese
curioso.
La rossa lo sorprese scoppiando a ridere. “Oh
Harry, capita piuttosto spesso che tu resti a Hogwarts per la notte ed hai
sempre la stessa routine. Sai,” aggiunse a bassa voce avvicinandosi, “ci sono
ragazze che non aspettano altro.” Ed indicò l’altra sponda del lago, dove in
effetti era seduto un gruppo di ragazzine che lo stavano osservando
ridacchiando e chiacchierando.
Harry arrossì furiosamente.
“Dai, ignorale. Almeno non devi sorbirti tutto il
giorno Romilda Vane che blatera in continuazione su come le hai promesso un
appuntamento appena il Ministro ti lascerà una giornata libera, perché ‘il
mio Harry è sempre così impegnato a salvare il mondo!’” le fece il verso
Ginny con una vocetta stridula.
“Che cosa?!” esclamò Harry orripilato, “Ma non è
vero!”
Ginny sbuffò. “Certo che non è vero, solo le sue
amiche oche le credono.” Disse sedendosi comodamente sull’erba e battendo una
mano sul terreno di fianco a lei, invitando Harry a fare lo stesso. Una volta
che il ragazzo le si fu accomodato di fianco, srotolò la sua copia della
Gazzetta e gliela passò.
“Hai visto la notizia di prima pagina di oggi? Se
devo essere sincera un po’ me l’aspettavo…”
Il ragazzo prese in mano il giornale osservando una
grande foto in bianco e nero del Malfoy Manor, per poi spostare l’attenzione
sulla testata.
Narcissa
Malfoy trovata senza vita.
Il
corpo rinvenuto nella stanza da letto aveva ancora in mano una boccetta di
veleno. I medimaghi sono certi: si è trattato di suicidio.
“Dopo la morte del figlio e con il marito ancora ad
Azkaban non mi stupisce che abbia voluto farla finita.” aggiunse la rossa.
Harry continuò a guardare la pagina mentre
rifletteva che si, anche per lui non veniva fuori come una sorpresa.
Dopo lo scagionamento di Piton, molti membri
dell’Ordine cercarono di rintracciare anche Malfoy, con l’intenzione di
esaudire le ultime volontà di Silente e offrirgli la protezione che il vecchio
preside gli aveva promesso la notte della sua morte. Purtroppo il ragazzo
sembrava assolutamente intento a sfuggire, secondo Piton per paura che le
minacce contro sua madre si avverassero.
Fattostà che verso gennaio venne trovato per la
prima volta dopo mesi: nell’Ufficio Misteri. Come avesse fatto ad entrare o
perché Voldemort lo avesse mandato lì non lo sapeva nessuno, ma anche quando fu
circondato da Auror non volle arrendersi e anzi, si ostinò a combattere. Nello
scontro una maledizione vagante lo colpì facendolo volare all’indietro e
catapultandolo direttamente oltre il Velo.
Harry trovò tristemente ironico che una delle
persone che aveva amato di più e una di quelle che aveva odiato di più avessero
condiviso la stessa fine.
“Mi stupisce che abbia aspettato tanto in realtà.”
Disse infine lasciando cadere il giornale sull’erba.
Scese il silenzio per alcuni minuti e la mente di
Harry stava andando a mille. Avrebbe dovuto dirle di quello che avevano
scoperto su di lui? Non l’avevano ancora detto nemmeno a Ron, ma glielo doveva,
a tutti e due, non li aveva mai lasciati nell’ombra su qualcosa di così
importante. Eppure era ancora presto, lui stesso aveva appena cominciato a
venire a patti con la cosa… E se Hermione glielo avesse già detto? Se fosse
questo il motivo per cui era venuta a parlare? E se adesso non voles –
“Sto con Dean”
Harry bloccò il flusso di pensieri e cercò di
rielaborare quelle semplici parole.
“Come scusa?”
Ginny lo guardò fisso negli occhi e ripeté
lentamente: “Sto con Dean ora.”
“Oh” fu l’unica risposta che riuscì a formulare.
Beh, tra tutte le cose, questa era quella che meno
si era aspettato. Pensandoci, gli sembravano passati anni luce da quando si
preoccupava ancora di ragazze e amori, quando la guerra non era ancora
scoppiata a pieno regime.
Appena lui e Ginny si erano lasciati, aveva passato
giorni a sperare che tutto fosse diverso per poter sentire ancora la ragazza al
suo fianco, per poterle passare ancora le mani tra i capelli come era solito
fare, ma poi le settimane passarono, con l’addestramento, la caccia agli
Horcrux, le battaglie… la guerra gli aveva portato via tutti i ricordi di una
vita normale, tutte le sensazioni di una vita normale.
“Sai, quel giorno, al funerale…” iniziò Ginny,
“quel giorno mi dissi che se ti avevo aspettato per cinque anni, ti avrei
aspettato anche fino alla fine di questo casino. Non ho pianto quando mi hai
lasciato, perché mi dissi che alla fine sarebbe andato tutto bene.”
Harry ascoltò senza parlare, osservandola sorridere
triste mentre guardava le increspature del lago.
“Ne ero davvero convinta sai? Ma ora…” si fermò un
attimo, raccogliendo i pensieri, “ci sono tanti ragazzi che non sono tornati a
scuola, e non solo perché i genitori non li volevano mandare. Ci sono ragazzi
che non sono tornati a scuola perché semplicemente non ci sono più.” Si voltò a
guardare Harry negli occhi, “Ho capito alla fine che non posso aspettarti,
perché non c’è più tempo. Le persone intorno a noi stanno morendo, e non
posso rimanere ad aspettare senza fare nulla fino a che non capiti a me o fino
a che… fino a che non capiti a te.” Finì con un filo di voce.
Harry sospirò e aprì la bocca per parlare, ma di
fianco a sé sentì un flebile “…mi dispiace” che lo interruppe. Le prese la mano
e con voce ferma disse:
“Ginny, ascoltami bene: tu per nulla, nulla al
mondo dovrai mai sentirti in colpa per me, sappiamo entrambi che basto io per
tutti e due con i sensi di colpa.” Tentò di scherzare e fu premiato con un
sorrisino da parte della rossa.
Sospirò ancora. “Ascolta, questa guerra… ci sta
togliendo tutto. È quello che vuole Voldemort: essere così impegnati a
sopravvivere da dimenticarsi di vivere. Io non posso fare a meno di esserci
dentro e non ho potuto impedire a Ron e Hermione di seguirmi, ma non riesco ad
immaginare la mia vita oltre questa guerra, ci sono altissime probabilità che
io non ne esca vivo. Aspetta, fammi finire” disse vedendo che la ragazza aveva
aperto la bocca per ribattere, “Ginny… so che sembra banale, ma voglio e anzi, pretendo
che tu sia felice, e so che con me non saresti mai potuta esserlo.” Disse
infine abbassando gli occhi.
La mano che teneva ancora nelle sue diede una
piccola stretta, facendogli alzare lo sguardo. Gli occhi azzurri di Ginny erano
lucidi, ma Harry sapeva che non avrebbe mai pianto.
“Va bene Harry, dovevo solo… parlartene credo”
disse.
“Si, capisco.”
Ora che sentivano non esserci più nulla che gravava
tra di loro, l’atmosfera era molto più leggera.
“Allora,” disse Harry con tono innocente, “com’è
che non ho mai sentito parlare Ron di questa tua relazione?”
Ginny arrossì, ma fu grata che Harry non sembrava
tenere rancori. “Oh beh, sai come la prende sempre lui… e poi ho sentito che
era in missione in Irlanda, non volevo dargli troppi pensieri, ecco.”
“Non vuoi che si metta in mezzo e rompa le scatole
quindi.” Ridacchiò il moro.
“Si, assolutamente!” rispose la ragazza ed entrambi
scoppiarono a ridere.
Chiacchierarono ancora per un po’ ed Harry si fece
raccontare la storia di come si fossero rimessi insieme lei e Dean, ogni tanto
chiedendosi se fosse normale raccontare queste cose al proprio ex.
“Quindi sei felice?” chiese Harry, “Con lui
intendo, sei felice?”
Ginny aspettò un po’ a rispondere ma poi rispose
semplicemente con un sorriso: “si.”
“Bene.” disse Harry, e sentiva di pensarlo davvero.
Hermione spostò lo sguardo dal polveroso tomo che
aveva davanti per scrivere qualche appunto s’un foglio di pergamena che teneva
lì vicino, strofinandosi distrattamente un occhio. Il Reparto Proibito era uno
dei luoghi più bui di tutta la biblioteca e gli strati di polvere accumulati
negli anni sui libri rendevano quasi insopportabile la permanenza in un luogo
del genere.
Hermione però aveva ben altro per la testa e
l’essere rimasta chiusa in quel reparto per l’intera mattinata non sembrava
aver avuto alcun effetto negativo su di lei: in fondo era il suo ambiente
naturale.
Riguardò il foglio di appunti in cui aveva
riassunto ore di ricerche. Era così vicina alla soluzione… aveva scoperto che,
seppur la situazione di Harry fosse un caso unico nel suo genere, legami tra
maghi che consistono nel condividere la propria anima non erano poi così rari e
anzi, piuttosto comuni nel Medioevo. Aveva trovato affascinante scoprire che il
rito nuziale originario nella comunità magica consisteva nel prendere i voti
matrimoniali letteralmente: finché morte non ci separi.
Al giorno d’oggi sembrava che riti così drastici
fossero passati d’uso, soprattutto visti i numerosi casi di tentata
separazione, che portavano alla morte di almeno una delle due parti. Ed era
proprio questo punto che Hermione aveva cercato di approfondire, un modo non
solo per liberarsi dell’Horcrux, ma anche di Voldemort contemporaneamente.
Purtroppo però, le informazioni erano molto vaghe, a quanto pareva anche nel
Medioevo era una pratica altamente illegale.
In teoria sembrava esistere un incantesimo capace
di separare le due anime unite, ma sembrava essere un tipo di magia molto
volubile, qualcosa che aveva a che fare con il motivo per il quale si voleva la
separazione…
Hermione si lasciò sfuggire un sospiro frustrato:
oltre tutto, tutte le fonti che aveva ricercato puntavano sullo stesso volume,
un certo Anima e Corpo: Condanne e Beatitudini dei Legami Magici, libro
che un tempo faceva parte della collezione del Reparto Proibito. Peccato
che quest’unica copia esistente sembrava essere andata persa in un incendio
avvenuto nel 1948. Ci mancava solo doverne ricercare qualche copia illegale sul
mercato nero del Mondo Magico.
Sbuffò un’ultima volta, mentre chiudeva anche
l’ultimo tomo che aveva portato al tavolo: sarebbe stato meglio andare a
riferire le sue ricerche a Harry e alla McGranitt.
“Quindi usando questo incantesimo, non solo mi
sbarazzerei dell’Horcrux, ma anche di Voldemort?” chiese Harry con una nota
speranzosa nella voce.
La McGranitt però aveva la fronte corrugata.
“Harry, per quanto questa previsione sia allettante, quel libro è
irrecuperabile: era uno dei più rari tomi che questa scuola abbia mai
posseduto, scritto a mano da adepti della scuola medievale; io stessa ero a
Hogwarts quando l’incendio ebbe luogo.”
Harry però non sembrava lasciarsi abbattere: “Ma è
un libro, sicuramente ce ne sono delle copie in circolazione!”
“Harry, anche se ci fossero non stiamo parlando di
un libro di favole: la maggior parte delle maledizioni contenute lì dentro
erano illegali già al suo tempo. Non dimentichiamo che era nella sezione
proibita per una ragione ben precisa.” Intervenne Hermione, “Gli unici posti
dove potresti avere la possibilità di trovarne una copia sono in Nocturne Alley
o nelle librerie di qualche fanatico collezionista, ma dopo tutto questo tempo
chi può saperlo…”
Harry però cominciava a sentire la rabbia montare.
“Hermione, mi sembra che ne vaga più che la pena di fare una piccola ricerca per
risolvere questa situazione! Comodo quando non sei tu quella che ha UN
PEZZO DI VOLDEMORT DENTRO DI SE’!”
Hermione indietreggiò con un’espressione ferita,
“Harry, io non… non era questo quello che intendevo… Volevo dire che ci sono
pochissime possibilità di trovarlo ed è meglio non darsi false speranze.”
“Hermione ha ragione, Harry, per quanto possa
essere la nostra soluzione, ciò che non vale la pena è che tu rischi la tua
vita per cercare quel manoscritto, del quale, per quanto ne sappiamo, potrebbe
non esiterne alcuna copia.” Ragionò la McGranitt.
Ma il ragazzo non era per niente convinto:
“sentite, non mi interessa il rischio che corro, se c’è anche una sola
possibilità di riuscita è indispensabile coglierla. Siamo in guerra e io sono
il dannatissimo Prescelto: penso che non rischiare sia abbastanza impossibile
per me. Per cui mi dispiace, ma non sono disposto a lasciarmi sfuggire
quest’opportunità.”
E detto questo si alzò di colpo, gli occhi verdi
accesi di determinazione, e uscì dall’ufficio ignorando gli “Harry!” di
Hermione.
All’interno della stanza cadde il silenzio mentre
gli occupanti rimanevano ad osservare la porta chiusa.
“Farà qualcosa di stupido, non è vero
Professoressa?”
La McGranitt sospirò. “Si, ma è Harry: se non
possiamo contare su di lui, non possiamo contare su nessun’altro.”
Diagon Alley aveva perso da tempo l’aria frenetica
ed entusiasta della via commerciale magica più florida di tutta la Gran
Bretagna: i pochi che ancora si aggiravano per i negozi si affrettavano ad entrare
nelle botteghe con aria nervosa, senza mai fermarsi a chiacchierare o salutare
gli altri passanti.
Un solo ragazzo sembrava camminare senza avere
alcuna intenzione di fare compere: aveva capelli spettinati di un ricco castano
quercia, comuni occhi nocciola e una statura leggermente più bassa di quella
del ragazzo medio. La sua andatura decisa però tradiva qualcosa di particolare,
e il passo militare con cui marciava sulla strada battuta lo distingueva dal
resto dei passanti.
Arrivato all’incrocio a lui ben noto, Harry si
passò una mano tra le finte ciocche castane, sentendo un po’ la mancanza della
sua solita matassa d’inchiostro. Si guardò intorno per essere certo di non
essere notato, prima di girare l’angolo e infilarsi in un vicolo buio. Il travestimento
era diventata un’abitudine necessaria di quei tempi, soprattutto se ti chiamavi
Harry Potter.
Soprattutto se ti chiamavi Harry Potter e stavi per
entrare a Nocturne Alley.
Il ragazzo si alzò il cappuccio del mantello e
cercò di confondersi più che poté tra le ombre di quel vicolo infame, sapendo
bene che ora che il mondo magico era in piena guerra, chiunque si avventurasse
in quella via era o estremamente stupido, o estremamente pericoloso, o
abbastanza potente da sbarazzarsi dei primi e non temere i secondi.
Harry personalmente si riteneva un po’ di tutti e
tre.
Lentamente l’insegna di Magie Sinister apparve
davanti ai suoi occhi e le varie reliquie esposte in vetrina prendevano forma
tra le ombre. Harry si fermò ad osservare l’esposizione del negozio che vide
come suo commesso Lord Voldemort in persona, trovando come sempre la
fila di teschi rimpiccioliti raccapricciante e alcuni articoli semplicemente
troppo inquietanti.
Salì il primo gradino dell’uscio ed era sul punto
di entrare quando con la coda dell’occhio scorse un bagliore chiaro dietro di
sé. Si voltò e non si riuscì a trattenere dallo sbarrare gli occhi.
“Luna?” sussurrò stupefatto.
L’inconfondibile ragazza dagli occhi sognanti si
trovava a qualche metro di distanza e sembrava completamente intenta ad
osservare una crepa sul muro di un vicolo cieco. Portava anche lei un mantello
sulle spalle, ma teneva il cappuccio abbassato e i capelli biondi producevano
un forte contrasto con le tinte buie della via. A tracolla portava una grande borsa
a sacco.
Harry non si era aspettato di incontrare nessuno
dei suoi vecchi compagni di scuola lì, men che meno Luna che doveva essere
nella stessa classe di Ginny in questo momento. Ripensandoci però doveva
ammettere che, tra tutti, Luna era l’unica per cui una cosa tanto strana non
avrebbe dovuto sorprenderlo più di tanto.
“Ehi Luna!” cercò di chiamarla senza alzare troppo
il tono, ma non ottenne risposta. Si avvicinò guardandosi intorno con
circospezione, assicurandosi che non ci fosse nessuno, e quando le arrivò di
fianco la ragazza si voltò.
“Harry.” disse semplicemente, con lo stesso tono
sognante che le aveva sempre sentito usare, riuscendo singolarmente a
riconoscerlo sotto il suo travestimento.
“Luna, cosa ci fai qui? Non dovresti essere a Hogwarts?
Nocturne Alley non è un posto in cui passare la giornata.” Le chiese Harry
sempre sussurrando, ma con tono severo.
Lei lo guardò per qualche secondo prima di dire:
“Avrei voluto aiutare papà con la ricerca del Biforo Baffuto in Tunisia, ma mi
hanno chiamata.”
Il ragazzo rimase un attimo confuso, prima di
ricordarsi che tra i ragazzi che non erano ritornati ad Hogwarts per quell’anno
c’era proprio anche Luna.
“Mi avevano detto che saresti stato qui, ho questi
per te.” Interruppe i suoi ragionamenti la ragazza, rovistando nella sua grande
borsa a sacco.
Harry però si concentrò sulle sue parole: “Ti hanno
detto che sarei stato qui? Chi?” chiese leggermente allarmato.
Luna smise di rovistare nella borsa ed alzò i
grandi occhi blu per guardarlo, ma non rispose. Invece, sollevò il braccio che
non era seppellito nel grande sacco e indicò il muro di fronte a lei. Harry si
voltò, ma l’unica cosa che si trovò davanti fu una piccola e sporca crepa tra i
mattoni.
Si passò di nuovo una mano tra i capelli, troppo
abituato alla ragazza per voler mettersi ad analizzare i suoi strani
comportamenti. Quando diresse nuovamente la sua attenzione sulla biondina però,
la trovò a porgergli un piccolo libricino e una scatoletta di legno.
“Luna, ma cosa…?” cercò di chiedere Harry, ma la
ragazza in questione si limitò a fissarlo con i suoi occhi vacui e tendergli
gli oggetti. Il moretto prese in mano il libro e la scatola, ancora piuttosto
confuso.
Osservò il primo, sfogliando le pagine e trovandole
tutte vuote eccetto la prima, piena di una scrittura fitta e minuta, a cui
sarebbe servita molta più luce di quella del vicolo per poterla decifrare; poi
passò alla scatola ed aprendola con una certa curiosità si trovo davanti, con
sua somma meraviglia, ad una piccola Giratempo d’oro.
“Tre giri stavolta non basteranno.”sentì la voce di
Luna dire, ma quando alzò la testa per chiederle spiegazioni, il vicolo era
deserto.
A.N.: Come
potevo creare una slash post 6° libro senza sistemare la faccenda Ginny? Non
potevo, semplice XD. È un ostacolo che ogni scrittore di slash ha dovuto
faticosamente superare dopo l’uscita del Principe Mezzo-Sangue, ma stranamente
non è un personaggio che odio.
In più, in questo
capitolo compare anche Luna, che è uno dei personaggi più affascinanti di Harry
Potter a mio parere. Ho cercato di renderla il più possibile verosimile, ma è
sempre difficile con lei…
Infine: “Tre
giri stavolta non basteranno.”… avete capito, vero, a cosa rimanda? ;)
P.S.: rullo di tamburi….
Tom arriva nel prossimo capitolo! Urrah! XD
RISPOSTE:
MORFEa: ah, non rivelo niente io! Ma sono convinta che dopo questo cap hai capto pressa poco come andrà avanti ;). La teoria dell’Horcrux poi, viene fuori da estenuanti ore di discussioni e ipotesi tra amici sulla possibile fine e devo dire che, anche se dubito con le ragioni che ho inserito io, non la trovo poi così campata per aria. Non ci resta che aspettare il 21 luglio!
RowanMayFlower: infatti,
ci sono un sacco di cose che la Bowling non ha spiegato e che sono poco chiare…
beh, la mia versione l’ho data, anche se solo ai fini della mia stria XD
Zafirya: sorpresona? XD
Boh, quella dell’Horcrux è sempre stata una teoria che ho avuto (tra l’altro
condivisa in lunghissime discussioni tra amici). Per quanto riguarda la
reazione di Harry, dopo lo shock iniziale ho voluto che ragionasse in modo un
po’ più maturo del solito, anche perché se fosse stato a crogiolarsi nella sua
miseria, chissà quando si sarebbe vista un po’ di azione! :P
Michy90: Mi fa sempre
piacere trovare qualcuno che condivida le mie visioni sul fantastico
personaggio che è Tom (e nel prossimo capitolo finalmente lo si vedrà entrare
in scena). Inoltre sono contenta che ci sia qualcuno che nota tutti i
particolari: prima d iniziare questa storia ho passato mesi e mesi a
pianificare ogni cosa per non tralasciare nulla, ma ne è valsa la pena!