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Autore: Filakes    09/12/2012    2 recensioni
Ame ha 17 anni, vive una vita tranquilla.
Il primo giorno di vacanze estive decide di andare da sua nonna, ma quel giorno piove a dirotto e la pioggia continua ad aumentare.
E proprio quel giorno la sua vita cambia: finita in un'altra dimensione si ritroverà in un luogo dove la guerra e la dittatura hanno rovinato migliaia di vite e lei si unirà ai ribelli.
Che sia lei la Discendente? Sarà in grado tenere alte le aspettative?
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Dal capitolo 18:
"-         Mi chiamo Ame, tu?
-         Io sono Aaron, molto piacere.
Disse il ragazzo porgendole la mano. Lei la strinse senza pensarci troppo e quando si sfiorarono entrambi furono percorsi da una scossa."
Dal capitolo 33:
"Ame evitò la pugnalata e cadde a terra.
-         Dannazione!
Urlò, col cuore in gola, per lei era finita. Luke le tirò un calcio nello stomaco.
-         Speravo di mostrare ad Aaron il tuo corpo privo di vita intatto, in modo che ti riconoscesse, invece lo troverà pieno di tagli e lividi… fa nulla, è andata così."
Dal capitolo 35:
"Wareck, che ai tempi studiava per entrare nel Secondo Consiglio, ovvero l’organo governativo costituito dai quattro portatori delle Belve Sacre, scoprì la verità sulla guerra, ma ormai la sua amata Raissa era morta, lasciando lui e la figlia di soli sei anni. Fu così che Wareck decise di distruggere ciò che era stato creato nella menzogna, per riplasmare un mondo migliore. La Belva Sacra dell’aria si manifestò presto in tutta la sua potenza e, radunato un esercito in due anni, Wareck prese con la forza il potere. In quella follia, Wareck trascinò migliaia di persone nella morte e, con il tempo, dimenticò il motivo che l’aveva spinto a compiere il colpo di stato, mentre la bramosia di potere lo logorava. "
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Io sono Filakes e questa è la mia prima storia!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo LIV:
“Piano”

  Le spade di legno cozzavano tra loro da molto tempo: la situazione era completamente paritaria. Ame con un movimento circolare tentò di spostare la guardia di Elettra, ma con un colpo sulla lama della spada di Ame, Elettra bloccò il suo movimento.
Ame mosse in avanti un piede e affondò la spada nel ginocchio di Elettra, che trattenne un gemito di dolore. Con un colpo deciso alzò la spada di Ame, ma prima di riuscire a colpirle il busto, Ame si spostò di lato e le colpì la spalla. Nell’attimo di confusione di Elettra, Ame colpì con forza il polso destro della sua protettrice e lei allentò la presa un istante. Ame approfittò di quel momento di debolezza per disarmarla. Gray applaudì con entusiasmo la sua prestazione.
Ma come Ame aveva imparato a sue spese, un combattimento non finisce finché l’altro non muore o è talmente ferito da non poter contrattaccare. Fece calare la spada sul capo di Elettra, ma la lama di legno si bloccò tra le sue mani. Elettra la torse e Ame cercò di affondare la punta nell’addome dell’avversaria, fino a riuscirci.
-         Molto bene!
Si complimentò allegro Bashir.
Elettra si massaggiò i punti colpiti dalla spada in legno, facendo attenzione ai lividi.
-         Ora mi ci vorrebbe un po’ di quella tisana miracolosa.
Commentò con un sorriso, dolorante.
-         Vai pure dentro, Crystal l’ha già preparata.
L’avvisò Bashir e lei se ne andò velocemente.
-         E ora?
Domandò Ame.
-         Ora tocca a me.
Sorrise Gray avvicinandosi.
-         Niente pausa?
-         No.
Il sorriso di Gray mutò in un ghigno compiaciuto.
Ame si mise in posizione, e lo attaccò, ma Gray afferrò la spada di legno con la mano destra e la scagliò lontano, verso il bagnasciuga.
-         Ma cosa?
Ame impallidì nel vedere i lunghi artigli di Gray avvicinarsi al suo viso, li scansò un attimo prima che le si conficcassero nella carne, graffiandola e portandole via alcuni brandelli di pelle. Un rivolo di sangue scese lungo la guancia destra.
-         Con me è un vero combattimento. Usa pure gli elementi e se rimani viva entro la fine della giornata o mi metterai al tappeto, cosa che dubito, allora sarai pronta.
Spiegò Gray, con il ghigno che si estendeva fino alle orecchie.
Ame deglutì a fatica, il dolore alla guancia era pulsante. Si ricompose, il cuore a mille.
Un altro tentativo di Gray di colpirla la fece indietreggiare, Ame si sbilanciò e si ritrovò distesa sulla sabbia. Gray cercò di calpestarle il volto, Ame rotolò su un fianco e lo schivò. Si allontanò da Gray, senza sapere come contrattaccare: priva di armi, indolenzita e ferita. Non aveva più il ciondolo da moltissimo tempo, da quando Erin gliel’aveva strappato via, gettandola in un’agonia senza fine. Da allora non aveva mai più provato a controllare gli elementi, non sapeva come muoversi. Il pugno di Gray la colpì in pieno volto con violenza. Uno strano rumore la fece rabbrividire e un fiotto di sangue le uscì da naso, probabilmente ora era rotto. Ame boccheggiò prima di rendersi conto che Gray l’aveva afferrata per il collo. La presa si faceva sempre più stretta. Le mani di Ame corsero a quelle di Gray e cercarono goffamente di slegarle dalla morsa assassina sul suo collo. Sentì le forze abbandonarla, poi l’immagine di Aaron balenò nella sua mente. No. Non sarebbe morta così.
Stringendo i denti, fece spuntare una pianta di giunco dalla sabbia, che si avviluppò alla gamba di Gray e la piegò in avanti. Gray perse l’equilibrio e la lasciò andare. Ame cadde a terra, ansimando, il volto pallido tornò a prendere colore. Con un gesto della mano di Ame, altre piante di giunco afferrarono gli arti di Gray e Ame lo lanciò dall’altra parte della spiaggia. Poi si concentrò per rimettersi in piedi e con un movimento fluido del braccio, indirizzò l’acqua del mare addosso a Gray, formando una gabbia d’acqua. Gray mutò forma in un uomo-pesce e grazie alle branchie non soffrì dell’attacco di Ame. Lei lo lasciò andare e quando lui si fu avvicinato, Ame creò una barriera di fuoco tra loro, impedendogli di avanzare. Aveva bisogno di tempo per riprendersi, di fermare il sangue che continuava a scenderle dal naso. Gray, però, non sembrava della stesa idea. Con un colpo delle braccia si trasformò in un’aquila e si gettò contro di lei. Ame cercò di colpirlo con alcuni fulmini, ma lui li evitò. Ame si concentrò ed evocò una tromba d’aria che colpì Gray e lo fece sbattere contro la parete della capanna, sfondandola.
Ame non poteva crederci: aveva controllato l’aria per la prima volta.
Gray tornò in sé e si tolse i legnetti dai capelli e dalla carne ferita.
-         Direi che ci siamo.
Annunciò con gioia Bashir.
-         Ora bisogna solo sistemare alcuni piccoli dettagli.
Ame sorrise a Bashir, un attimo prima di perdere i sensi per la fatica, la paura e il sangue che sgorgava dalle narici.



  Seduti attorno al tavolo, Jenna, Enea, Lou, Emy, Cloud, Adrien, Noah, Liam e Daniel progettavano il piano per entrare nel castello del Traditore.
-         Entriamo tutti con la compagnia per evitare le guardie. Emy, tu reciterai come protagonista femminile con Cloud, per gli altri personaggi si sono offerti in molti. Poi quando saremo qui.
Enea indicò un punto sulla mappa.
-         C’è una botola che porta alle segrete. Da lì io, Lou e Adrien, Liam e Daniel proseguiremo verso il castello. Poi qui ci divideremo. Liam e Daniel sbucheranno vicino alla stanza dove Ivan ha detto che lo tengono, noi invece perlustreremo l’ala dove si allena.
-         E se stesse semplicemente osservando anche lui il festival?
Domandò Emy.
-         Lo dubito. Sarebbe troppo pericoloso esporlo così… per non parlare della Belva che potrebbe risvegliarsi e fare danni.
Replicò Enea scuotendo la testa.
-         Ma se lo facessero proprio perché non ce l’aspettiamo?
Ipotizzò Lou.
-         Allora rimarremo tutti lì e Adrien alzerà una nebbia fitta per la scena in cui i due innamorati si perdono di vista. Lì lo prenderemo.
Enea scarabocchiò alcune linee sulla mappa, segnando i vari percorsi e gli imprevisti che avrebbero potuto incontrare.
-         Qui ci saranno di sicuro dei soldati, perciò Jenna ci preparerà delle fiale con un miscuglio narcotizzante.
Continuò Enea. Poi sollevò dei fiori.
-         Indossando questi non ci succederà nulla, assorbiranno per noi la sostanza.
Spiegò distribuendo delle collane con i fiori.
-         Partiremo questa notte, perciò è meglio se adesso ci riposiamo. Domani sarà una giornata cruciale per l’intera rivolta.
-         Speriamo che tutto andrà bene.
Sussurrò Emy.
-         Andràtutto bene.
La corresse Adrien, bevendo un sorso di birra dal boccale.
Adrien era teso e stanco. Voleva solo chiudere tutto il prima possibile e rivedere Ame prima della guerra.
-         Cosa faremo poi?
Chiese ad Enea, senza lasciare il boccale.
-         Torneremo qui il prima possibile e aspetteremo che Ame torni. Dopodiché andremo dai draghi.
Rispose Enea.
A Jenna salì un brivido lungo tutta la schiena.
-         Tutto bene?
Si preoccupò Noah.
-         Sì, sì. Sono i draghi ad agitarmi un po’. Mi spiace di non potervi accompagnare per tutta la missione.
-         Non preoccuparti.
Cercò di tranquillizzarla Cloud.
-         Il problema sarà dove radunare l’esercito al completo: ribelli, draghi, elfi.
Fece notare Liam.
-         Qui è improponibile, è troppo piccolo.
Intervenne Jenna.
-         Nel regno dei draghi ci si può radunare solo in piccoli gruppi: tra gli orchi e le ninfe, un esercito numeroso che passa per i loro territori è una chiara dichiarazione di guerra.
Ricordò Adrien.
-         I confini elfici sono troppo lontani dalla capitale. In più il viaggio è lungo e faticoso, sia per raggiungerlo che per ripartire verso la capitale.
Commentò Daniel senza smettere di sorridere. Enea lo fissò e si chiese se l’elfo avesse una paralisi facciale. Emy, che aveva avvertito il pensiero di Enea, trattene a stento una risata e alzò le spalle.
-         Si potrebbe ripartire da Senar. Anche se è abbastanza lontana dalla capitale, è quella dove il potere di Wareck è più debole ed è abbastanza grande da ospitare l’esercito intero. In più i ribelli del sud devono farci comunque sosta per riposarsi.
Propose Noah.
-         Direi che ha senso.
Annuì Enea.
-         Non pensate però che Wareck se l’aspetti? Parliamo della città dei ribelli dalla prima guerra in cui lui prese il potere. Lo sa benissimo che per noi è il miglior punto d’appoggio.
Fece notare Lou.
-         Proprio per questo è il posto perfetto: lo batteremo a carte scoperte.
Esclamò allegro Noah.
-         Oppure proprio per questo ci farà fuori tutti.
Replicò Lou seria.
-         Ora non è il momento per discutere di questo. Abbiamo un compito importante per domani. Vediamo di iniziare a portare a termine quello.
Li interruppe Adrien, vuotando il boccale e andandosene a dormire.
-         Buonanotte.
Augurò un attimo prima di scomparire in corridoio.
-         Cos’ha?
Chiese Daniel.
-         Problemi d’amore. Gli passerà.
Rispose Emy, accennando un sorriso.
-         Credevo si fosse messo il cuore in pace.
Commentò Enea a bassa voce.
-         Quando ami davvero una persona non puoi cancellarla dalla tua vita con un colpo di spugna.
Sussurrò Lou.
-         Lo so, ma ormai lei ha fatto una scelta.
-         La verità è che Ame non ne ha avuto bisogno: per lei c’è sempre e solo stato Aaron.
Puntualizzò Lou, ricordando il giorno in cui si erano incontrati.
-         Aaron?! Il generale Aaron?
Liam sbatté le mani sul tavolo e si alzò. Era diventato paonazzo.
-         Sì, perché?
Balbettò Lou, spaventata.
-         Ha ucciso la mia gente con i suoi soldati!
Urlò l’elfo.
-         Non mi importa se è il fidanzato della Discendente. Lo ammazzerò!
Sbraitò Liam con gli occhi iniettati di sangue.

   
 
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