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Autore: whatashame    11/12/2012    6 recensioni
Rose, la meno Weasley dell'ultima generazione, è una Corvonero e la prova a due gambe che certe volte “pronti di mente” è davvero un'esagerazione. Scorpius, incredibile a dirsi, ha quindici anni ed è ancora vergine. Rose non gli ha mai rivolto la parola in cinque anni, più o meno come ha fatto con tutto il resto della scuola. Quale occasione migliore della recita di Natale sopratutto se lui è il bellissimo protagonista maschile e lei... un quercia ottuagenaria, sulla scena per ben quattro lunghissimi minuti?
"Maledetto Cappello, lo detesto! A undici anni me lo hanno poggiato sui riccioli e dieci secondi dopo quello ha preso a intonare beato Il Barbiere Di Siviglia al grido di “Corvonero di qualità, di qualità, di qualitàààààààà”, senza neppure avvedersi della disgrazia che si sarebbe abbattuta su di me.
Sia chiaro, non c'è l'ho con quell'infeltrito accessorio a tesa larga per avermi ridotta ad esemplare da zoo, so bene di essere una Corvonero fatta e finita: col mio carattere chiuso e introverso e la stipsi verbale cronica da cui sono congenitamente affetta non avrei avuto vita facile in nessun altro posto, mentre invece sulla mia torre posso coltivare in santa pace il mio spettro autistico..."
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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xmas 1



A Christmas Drama




Rose, social pariah




Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.




Ho sempre pensato che chiunque avesse avuto la brillante idea di dare fuoco al Cappello Parlante fosse un maledetto genio: eliminando Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde avremmo tutti smesso di stressarci con la Coppa delle Case, le clessidre in Sala Grande o il Torneo di Quidditch, e ci saremmo anche risparmiati un paio di Guerre Magiche.

Questo ovviamente prima di scoprire che il “genio” in questione era Voldemort. Dettagli.

In ogni caso, nemmeno il Mago Oscuro più potente di tutti i tempi è riuscito ad accopparlo ed il famoso cappello - che con l'età diventa sempre più stonato - continua a godere di ottima e tarmata salute e a smistare nelle Case generazione dopo generazione di studenti gorgheggiando in la minore (è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare).


Senza ombra di dubbio potremmo dire dunque che è merito - o colpa - di quell'accessorio fuori moda se la nobile Casa di Corvonero più che un'élite di “pronti di mente” assomiglia alla succursale hogwartiana del reparto psichiatrico del San Mungo.

A questo punto, a vostro esclusivo beneficio, mi sento in dovere di precisare che quando il copricapo di cui sopra con la famosa filastrocca allude a “gente sveglia, ragione e sapienza” non prende in considerazione Q.I., I.M.U. (Intelligenza Magica Usuale), P.I.L. (Prodotto Ingegno Lordo) e altra roba circa lì, ma si riferisce piuttosto ad una genialità dal significato estremamente complesso e versatile.

Innanzitutto bisogna sfatare il pregiudizio babbano che “genio” e “persona intelligente” siano sinonimi, quanto di più errato e fuorviante per inquadrare gli abitanti della mia torre. Se così non fosse non si spiegherebbe infatti come possano trovarsi fra le nostre fila Individui Scarsamente Sapiens tipo Doralice Stewart, che non è mai andata oltre l'Accettabile nemmeno in Babbanologia ed è una strega Muggle-born, Matt Corner che ha difficoltà nello scrivere il proprio nome o i gemelli Scamander, perennemente alla ricerca di Puffi Blu (mah!). Per finire a Corvonero bisogna avere un talento molto spiccato per qualcosa, utile o inutile che sia, ovvero essere degli autentici geni per gli incantesimi di Trucco&Parrucco nel caso della Stewart, o dei geni del Quidditch come Corner (che ha il cervello delle dimensioni di un boccino), o un machiavellico genio della truffa, vedi Lorcan e Lysander Scamander (un nome una punizione: fa persino rima, ed è addirittura peggio di Albus Severus e Scorpius Hyperion!).

Insomma, altro che persone intelligenti, Corvonero è un serraglio, un autentico zoo che ospita la fauna più stravagante di Hogwarts e chi ci finisce può dirsi estremamente fortunato perché da noi vige l'assioma “genio e sregolatezza” e, praticamente, ci teniamo tutti quelli che se fossero stati smistati in un'altra Casa sarebbero già stati destinati all'internamento coatto.

La nostra torre è una specie di laboratorio clandestino di esperimenti di dubbia legalità e si può sempre contare su qualche ideona geniale per movimentare l'ambiente e vivacizzare l'atmosfera. Tipo pendere fuoco o rischiare di morire soffocati da qualche esalazione tossica. Immancabilmente salta tutto in aria a frequenza bisettimanale, ma fra le nostre schiere ci sono anche un paio di geni del design che si divertono a ridecorare tutto, e confesso che è abbastanza piacevole avere una sala comune che non sembri appena uscita da un romanzo vittoriano come le altre, sebbene non sempre l'architettura moderna sia comoda. Ricordo ancora le due settimane zen-minimal al mio secondo anno: eravamo tutti costretti a sederci sui tatami sistemati in mezzo alle pietre, mentre intorno a noi zampillava acqua sorgiva. Perfetto per entrare in sintonia col proprio karma ma un incubo assoluto per le natiche.

A tutto questo aggiungeteci che intere schiere di maghi hanno perso il sonno speculando sul perché per accedere al nostro dormitorio, dopo essersi sciroppati ben sette piani di scale che cambiano quando ne hanno voglia, piene zeppe di gradini che fanno lo sgambetto, ai Corvonero tocca pure rispondere a domande cretine, quando basterebbe una semplicissima parola d'ordine. Parola che, fra l'altro, salverebbe innumerevoli matricole dal rimanersene in inverno a gelarsi le chiappe in corridoio, tentando di indovinare se è nato prima il calderone o la pozione e altre amenità del genere.

Come non menzionare poi la nostra assurda Capocasa? Quando, dopo la seconda Guerra Magica, gli insegnanti hanno eletto all'unanimità Vitious Preside, il suo posto è rimasto vacante e in tutto il corpo docente l'unica che ai suoi tempi aveva nutrito le fila di Corvonero era la professoressa Cooman che quindi è diventata Capocasa in contumacia. Non credo possa esserci persona meno adatta a ricoprire un ruolo simile, ma confesso che per noi è una vera pacchia: non ci controlla mai, convinta che se stessimo per commettere qualche infrazione al regolamento scolastico l' “occhio” la avvertirebbe in anticipo. Questo, per la somma gioia dei geni del party planning e gli organizzatori di eventi, si traduce in feste rinomate in tutta la scuola, visto che con l'età che avanza non solo l'occhio interiore non funziona come dovrebbe - ammesso abbia mai funzionato - ma anche l'altro paio è vessato da cataratta senile, uno dei tanti mali che affliggono la professoressa, insieme a sordità, soglia di risveglio elevatissima, abitudine di coricarsi alle sette di sera...


Dopo questa lunga ma doverosa parentesi, torniamo a noi e al Maledetto Cappello. Già, non mi è molto simpatico. Errata corrige: lo detesto!

A undici anni me lo hanno poggiato sui riccioli e dieci secondi dopo quello ha preso a intonare beato Il Barbiere Di Siviglia al grido di “Corvonero di qualità, di qualità, di qualitàààààààà”, senza neppure avvedersi della disgrazia che si sarebbe abbattuta su di me non appena qualcuno lo avesse scritto a casa.

Che sia chiaro, non c'è l'ho con quell'infeltrito accessorio a tesa larga per avermi ridotta ad esemplare da zoo, so bene di essere una Corvonero fatta e finita: col mio carattere chiuso e introverso e la stipsi verbale cronica da cui sono congenitamente affetta non avrei avuto vita facile in nessun altro posto, mentre invece sulla mia torre posso coltivare in santa pace il mio spettro autistico, lontana dall'orda selvaggia dei miei parenti. La mia Casa mi piace, e poi ci sono quasi tutti i miei amici, anche se nel mio caso, non parlando praticamente con nessuno, è un po' difficile usare il termine “amicizia” in senso convenzionale.

Generalmente sono una personcina mansueta e pacifica, che va d'accordo con tutti e sfoggia la gamma emozionale di qualcuno in overdose da camomilla shakerata nella felix felicis, ma quell'affare (sempre il Maledetto Cappello) riesce a suscitarmi un sentimento d'odio che normalmente riservo solo ai discorsi in pubblico e la verza ripassata. Per colpa sua sono la prima Weasley di tutto l'albero genealogico ad aver “disertato Grifondoro”, e mio padre e tutti gli altri familiari dopo cinque anni non sono nemmeno lontanamente riusciti a razionalizzare la cosa, mia cugina Dominique in testa, con la sua assurda tesi che blu e nero sbattano troppo con il mio incarnato.

Il motivo di tanto astio verso il Cappello, per farla breve, è che a causa di questo mio primato ho ancora gli occhi di tutto il parentame addosso e Merlino solo sa quanto poco mi piaccia essere al centro dell'attenzione!


Noi Weasley-Potter siamo una delle famiglie più prolifiche del Mondo Magico e nella sola scuola la succursale giovanile del clan è in grado di riempire almeno un vagone dell'espresso per Hogwarts. Papà ha cinque fratelli e mezzo (mezzo perché zio Fred è un fantasma e non posso considerarlo una persona intera) ognuno dei quali ha avuto a sua volta in media due figli e trequarti a testa, e anche il resto della famiglia di nonno Arthur e nonna Molly è piuttosto feconda (con l'eccezione di zia Muriel che nessuno a memoria di mago, nemmeno Godric in persona, sarebbe mai tanto coraggioso da impalmare), quindi fra zii e cugini di primo e secondo grado, siamo così tanti che raggiunta la maggiore età dell'ultima generazione, potremmo da soli eleggere il Ministro della Magia.

Crescere in mezzo a questo tripudio di parenti è un po' traumatico, e bisogna farsi largo a spallate per ricevere un po' di attenzione, sopratutto perché le signore Weasley più giovani non sono tipe da restare a casa a fare la calzetta, ma dopo aver partorito i due figli e tre quarti di ordinanza ci hanno praticamente abbandonati nel giardino della Tana e sono corse ad inseguire ognuna la propria folgorante carriera da giocatrice di Quidditch (zia Ginny e zia Angelina), a catturare draghi (la prima e la terza moglie di zio Charlie) o a tentare la scalata ai vertici del Ministero (mamma, zia Audrie, zia Fleur e la nuova compagna dello zio... o era la penultima? Bah, ho perso il conto).

Credo che sia questo il motivo principale per cui nonna è sempre più sclerotica ogni giorno che passa e che bene o male tutti i miei cugini siano affetti da una forma ingravescente di egomania. Non esiste Weasley-Potter che non sia malato di egocentrismo e tutti, ma giuro tutti i miei parenti non fanno altro che reclamare attenzioni facendo di tutto per mettersi in mostra. Persino Teddy, che non è esattamente un consanguineo, non passa di certo inosservato con la chioma ogni volta di un colore più assurdo.

Insomma, mia madre e mio padre sono due eroi di guerra, mio zio George con le succursali dei Tiri Vispi ha surclassato il McDonald's fra le piaghe metropolitane, zia Ginny e zia Angelina giocano titolari nella Lega, zio Charlie cambia moglie con la frequenza con cui gli altri cambiano i calzini, e dulcis in fundo c'è zio Harry, l'unico essere umano sopravvissuto ad un Avada Kedavra. Due volte... Con genitori del genere non potevano che venire fuori figli dall'ego ipertrofico e serie turbe mentali: James e Fred sono l'incubo di Gazza e gli eroi indiscussi dei bulletti della scuola, Hugo è stato il più giovane battitore di Grifondoro in quattrocento anni, Lily è la reginetta del gossip della scuola, Dominique trova il Vero Amore con una cadenza bisettimanale comportandosi come fosse affetta da febbre quartana (nel senso che all'inizio ha palpitazioni, brividi e sudorazione fredda ma al quarto giorno le è già passata e via tutto da capo), Molly è la persona più rompiscatole dell'intero universo, e così via a seguire per tutti gli altri.


Poi ci sono io, la Weasley atipica. Ho gli occhi azzurri e i capelli di famiglia ma per il resto potrebbe tranquillamente essersi sbagliata la cicogna a recapitare il fagottino: io odio essere al centro dell'attenzione, non sono capace di rompere le scatole, non confesserei ad anima viva (o fantasma, o dipinta che sia) nessunissima cotta, non salirei mai su una scopa se c'è tutta la scuola a guardarmi e scoprirei che due persone stanno insieme solo se mi mandano le partecipazioni di nozze. Non mi piace fare chiasso, non mi hanno mai messa in punizione, non ho cercato di entrare nella squadra della mia Casa, non dico mai quello che penso, sopratutto se nessuno me lo chiede... non parlo quasi mai, e non perché non abbia un'opinione o delle idee, ma non vedo perché dovrei condividerle se agli altri non interessano. Mi limito a collezionare in silenzio “Eccezionale” e a farmi i fatti miei. Non mi sembra ci sia nulla di male, ma più io rifuggo la popolarità e il mettermi in mostra più i miei parenti fanno di tutto per scaraventarmi sotto i riflettori ogni volta che se ne presenta l'occasione, sin da quando ero piccola. “Rose perché non reciti la poesia di Natale?”, “Rose perché non fai vedere a tutti il vestitino nuovo?”, “Rose perché non vieni a giocare con noi a Quidditch?”, “Rose perché non metti una gonna? Hai delle gambe così belle”... Insomma ci si impegnano proprio e non vuole entrare in testa a nessuno che io sto benissimo nella mia condizione di sfigata pseudotrasparente, invisibile e al sicuro.

Purtroppo nemmeno ai miei professori piace il mio isolamento e cercano in ogni modo di farmi parlare e socializzare, invitandomi a rispondere alle domande (giuro, non ho mai, mai e poi mai alzato la mano) o costringendomi a partecipare alle attività di gruppo. L'anno scorso per evitare di andare al ballo di Primavera (una variante del ballo del Ceppo che però adesso si tiene tutti gli anni) mi è toccato nascondermi in quel che resta della Stanza delle Necessità e dopo esserci rimasta per nove ore filate mi hanno dovuta ricoverare d'urgenza in infermeria. Secondo il Preside ho respirato tutte le sostanze tossiche liberatesi nell'incendio causato da Vincent Tiger, visto che ero la prima persona abbastanza disperata da riuscire a far aprire la stanza dopo che i miei l'hanno distrutta.


Quest'anno la tortura che quei perfidi professori hanno escogitato ai miei danni si chiama teatro.


Ogni anno, per Natale, la scuola mette in scena uno spettacolo. Di solito si tratta di un'opera babbana e siccome siamo inglesi, Shakespeare va per la maggiore: in cinque anni di scuola hanno rappresentato tre volte Romeo e Giulietta e una volta Amleto. Quest'anno però, al momento di decidere la piéce teatrale, qualcuno - il solito razzista nostalgico di Serpeverde scommetto - ha fatto presente che è più o meno dall'epoca dei fondatori che si portano in scena esclusivamente opere babbane (e ci credo, i maghi smettono di studiare grammatica e letteratura in quinta elementare! Avremmo pure i poteri magici ma rasentiamo l'analfabetismo...) e quella mente illuminata di Vitious ha lasciato che fosse uno studente democraticamente eletto a scrivere la trama. A furor di popolo ha vinto Dominique, più che altro perché chiunque avesse almeno un cromosoma Y ha votato per la reginetta di bellezza della scuola, anche se le letture di Domi sono di solito piuttosto insulse tipo Streghella 2000 e altre riviste dal nome idiota (Cioè, Perché, Ohibò). Quello che ne è venuto fuori “Calderoni Roventi - Tre Mesi Sotto Imperius ricalca più che altro le sordide vicende di una telenovela messicana di quart'ordine, dove un chico mui caliente - con una bacchetta magica da 20 pollici nelle mutande - deve superare mille avversità per sposare la sua guapa Della Vega aiutato da una fata buona, che se ne va in giro seminuda. La Sprite e la McGranitt hanno censurato quasi tutte le battute, ma quello che ne è venuto fuori è comunque abbastanza pietoso, e mia cugina ci ha ficcato un po' tutto quello che ha visto alla TV: pirati che diventano scheletri alla luce della luna, amanti che scoprono di essere fratelli, eroine tisiche, una canzone delle Spice Girls e altre cose affastellate insieme senza alcuna logica.


Di solito non mi importerebbe nemmeno poi tanto di cosa reciteranno i miei compagni, visto che normalmente mi guardo bene dal prendere parte ad una cosa imbarazzante come la recita scolastica per ovvi motivi (tipo che quando tutto il tavolo di Corvonero allo smistamento mi ha fatto l'applauso di benvenuto sono svenuta finendo faccia dritta nel pasticcio di rognone) ma due settimane fa la Cooman ha predetto che un giorno diventerò un talento del palcoscenico e mi ha obbligata a partecipare. La notizia mi ha quasi fatto secca! Ora che ci penso credo di dover allungare la lista delle cose che mi suscitano sentimenti ostili, in questo momento la Cooman batte la verza con un distacco di almeno venti punti.


Per fortuna Lorcan mi ha aiutata ad escogitare una via di salvezza (dietro lauto compenso, chiamasi amicizia disinteressata) e dovrei cavarmela interpretando un albero durante l'ultima scena (quella in cui i due protagonisti si baciano, ovviamente). Mi ha suggerito di offrirmi volontaria per stare dietro le quinte e ho scoperto che come macchinista, scenografa e tecnico del suono me la cavo davvero bene, senza contare che Aurelia, la mia migliore amica, mi darà una mano con disegni e colori.

Aurelia McMillan è la migliore compagnia che potessi desiderare: come me non parla mai e non perché sia muta o timida, semplicemente non ne alcunissima voglia. Da piccola i suoi genitori hanno speso fior fior di galeoni facendole fare avanti e indietro fra guaritori e specialisti babbani, ma il verdetto è stato unanime: pigrizia maior incurabile. Poi ad undici anni è stata smistata a Corvonero e nessuno si è più posto il problema, liquidandolo come una delle tante stranezze di un temperamento genialoide. Adesso c'è persino qualcuno che pensa che fare lo sciopero della parola sia cool. In ogni caso Aurelia, anche senza parlare, non rinuncia affatto a dire la sua, anzi, è un tipo piuttosto deciso e ciarliero ed è difficile che nel caso in cui abbia qualcosa da dire (in senso metaforico, ovviamente) se ne stia zitta (sempre in senso metaforico). E' per questo che va in giro portandosi perennemente sotto il braccio una lavagnetta rosa di Barbie dove scrive quello che pensa. Può sembrare folle - e in effetti sotto molti punti di vista lo è - ma mandare a quel paese qualcuno scrivendoglielo a caratteri cubitali invece che urlandoglielo dietro risulta sempre di grande effetto.

Abbiamo buttato giù parecchie idee interessanti e anche i bozzetti sono pronti. Disegnare mi è sempre piaciuto e sono abbastanza soddisfatta dei miei piccoli schizzi a matita. Se Domi troverà il modo di racimolare abbastanza soldi per comprare i colori penso che i pannelli delle scenografia potrebbero essere abbastanza belli, in particolare dopo che li avrò incantati come si deve. Ho già scelto qualche brano per la colonna sonora e ho scovato in biblioteca almeno tre incantesimi per migliorare l'acustica della sala grande e amplificare la voce.

Dominique e le sue amiche hanno tenuto le audizioni ed hanno assegnato tutte le parti: la protagonista femminile Donna Iolanda, è Lin Chang, una tipa molto carina della mia Casa, mentre invece la fatina sexy - ma che ve lo dico a fare? - sarà mia cugina Lily, l'ennesima Weasley-Potter con un patologico bisogno di attenzioni. Il protagonista maschile, Don Diego Suarez Pedroso Santillan etc etc, invece è Scorpius Malfoy, più o meno l'unico maschio in tutta la scuola ad avere sufficiente faccia di deretano per salire su un palco fasciato da una calzamaglia antracite moooolto attillata.


Malfoy è un Serpeverde piuttosto belloccio, a sentire Lily nemmeno lontanamente figo come suo cugino Liam Nott (anche lui è stato scritturato, visto che le ragazze del casting lo hanno giudicato troppo bello per poter stare senza, ma al momento non si è ben capito quale sia la sua parte) ma comunque anche Scorpius è parecchio apprezzato per il suo spirito allegro e un naturale talento nel fare amicizia.


Ah, più o meno per tutto il primo anno ho avuto una cotta mostruosa per lui, ma non sono mai stata abbastanza audace da rivolgergli la parola e la cosa è finita lì insieme alla mia vita sentimentale, con l'eccezione degli sporadici scambi di fluidi salivari fra me Lysander l'anno scorso. Essere fidanzati non risultava economicamente vantaggioso per lui e troppo imbarazzante per me quindi abbiamo lasciato perdere.

Suppongo quindi di non dover avere nessuno scrupolo di coscienza se, rintanandomi in un angolino molto buio e molto isolato dell'aula che il Preside ha messo a nostra disposizione per le prove, ogni tanto mi metto a fissare Scorpius Malfoy. Anche perché adesso sono un po' troppo cresciuta per potermi innamorare di qualcuno a cui non ho mai rivolto la parola: non mi piace più in quel senso, ma l'ho segretamente eletto - e se Ronald Weasley lo sapesse questa volta sarei davvero, davvero morta - a mio eroe personale. In altre parole, vorrei essere come lui. Cioè, non proprio come lui che a Babbanologia quando ci hanno spiegato fax, stampanti e scanner si è fotocopiato le chiappe, ma lo ammiro sinceramente per la sua abilità di essere come i piccioni: in grado di mangiare gli avanzi, accoppiarsi sulle grondaie e defecare in testa alle persone senza porsi nessun problema al mondo. Non che Malfoy si accoppi o espleti le proprie funzioni corporali in pubblico, sia chiaro. Più che altro è un tipo che sta bene ovunque lo metti, sempre perfettamente a suo agio e col sorriso sulle labbra. E' amato e benvoluto da tutti, va discretamente bene a scuola e non l'ho mai sentito ferire intenzionalmente qualcuno o dire una cattiveria gratuita. Se non gli sta bene quello che dici o fai scambia con te un paio di cortesie in forma di pugni e il giorno dopo ti ha già perdonato. Quando dico che vorrei essere come lui non intendo più estroversa e ciarliera! Contrariamente a quel che pensano i miei cugini sto bene con me stessa e se mai avrò voglia di essere diversa da ciò che sono cambierò, ma mi piacerebbe che gli altri si sentissero a proprio agio intorno a me come si sente chi sta intorno a Malfoy, e non continuamente in dovere di fare qualcosa per il mio bene, nemmeno fossi malata o bisognosa di cure.


Detto questo sono perfettamente felice di ammirare Scorpius a distanza e in silenzio, e non ho nessunissima intenzione di cambiare le cose.

   
 
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