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Autore: Raven_Phoenix    11/12/2012    2 recensioni
Kira non é mai esistito... non é mai esistita nessuna organizzazione segreta di detectives...la wammy's house non é mai stata eretta... e allora... dove sono ora Mello, Near e tutti gli altri? *Rimasi per tutti i diciassette minuti di tragitto immobile, cercando di non dare peso alla puzza di sudore e di fumo attorno a me... come cavolo facevano a fumare dentro a una bolgia simile?! Non vedevo l'ora di poter rimettere i piedi saldamente contro all'asfalto, anche se questo significava l'arrivo all'inferno: Scuola.* Narrata direttamente da Mello, la sua vita e quella degli altri alle prese con i "normali" problemi di tutti i giorni... o forse non saranno tanto normali come si crede? (Yaoi... ma c'era bisogno di dirlo? XD MxM principalmente/ LxL)
Genere: Generale, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tuttiiiiiiii ^____^ cacchiarola che freddo faaaa? >.< Ho approfittato della mia consueta influenza da primo freddo per non avere scuse e rimanere tappata in casa con il fazzolettini e portatile per finire come si deve quest nuovo capitolo! Tra l'altro vorrei scusarmi a chi avesse letto lo scorso capitolo subito nelle prime ore dopo che l'avevo postato, non mi ero resa conto che il traduttore automatico di word mi avesse a cambiato  tradimento tutti gli "andare" e i "mandare" in "tornare" -___- *segue il mini flashaback di Raven che corre a ricorreggere tutto mandando bestemmioni*
Che dire... direi che per questo capitolo siamo quasi nel tema giusto, NATALEEEEEH *__* lucine, alberi, fiocchi, bocce, ghirlande, biscotti, cenoni, neve, e... (Vogliamo iniziare? Mi si fredda la ciocclata calda -___- N.d.Mello) eeehm u_u scusate il mio maniacalismo nataloso MWAHAHAHAHAHAHAH! Bene ** io e la mia coniglietta che attenta alla tastiera del mio pc vi auguriamo BUONA LETTURAAAAAAAA! ^o^



Capitolo 14:
 
 
Mi torcevo le mani insistentemente da parecchi minuti ormai, mi sentivo come una liceale che aspettava il suo accompagnatore per il ballo del diploma, ma in realtà la situazione non era poi così disperata. Lanciai un’occhiata allo specchio per l’ennesima volta e controllare di non avere nemmeno un capello fuori posto, non una piega sulla camicia, non un brufolo in procinto di deturpare la mia pelle.
-Hai finito li dentro?- mi giunse da fuori la voce di Matt.
-S…si! Adesso esco.- risposi aggrappandomi alla tendina della doccia come se fosse stata la gonna di mia madre e la stropicciai convulsamente.
“Forza e coraggio.” dissi mentalmente pervaso dalla voglia di prendermi a schiaffi, ma avrei rischiato di spettinarmi, NON DOVEVO spettinarmi! Presi coraggio e aprii la porta del bagno uscendo di gran carriera investendo quasi la figura rannicchiata per terra.
-Oh! E che cazzo Ryuk! Se ancora qui?- chiesi inviperito additando l’essere semovente che si stava dondolando sovrappensiero guardandomi con sguardo perso.
-Shhhht, ho trovato il mio punto comodo.- rispose lui senza muoversi di un millimetro.
-Cos…- stavo per vomitargli addosso una valanga di insulti quando mi accorsi che in quella scena c’era anche Matt.
-Ha detto di aver trovato il punto del pavimento con la temperatura ideale per stimolarlo a ragionare in maniera più intelligente di modo da poter battere il record di più dondolii.- anche se aveva appena detto una montagna di cazzate tutto quello che usciva dalla sua bocca mi sembrava così terribilmente bello… anche se avesse dovuto illustrarmi che forma assumevano un paio di calzini dopo averli lasciati in un angolo della sua stanza per un mese e mezzo.
-Va bene.- mi limitai a rispondere sovrappensiero, mi stavo crogiolando nella carezza che mi stava dando sulla guancia.
-Mel, lo sai che sei arrapante da morire?- disse spiaccicandomisi addosso, nemmeno un hamburger e una sottiletta avrebbero potuto aderire tanto quanto quell’abbraccio estremo.
-Mbah…s…offoco! ARGH!- farfugliai incespicando all’indietro finendo per il ripete la solita patetica scena di una caduta sul pavimento ricevendomi addosso tutto il suo dolce peso con la grazia di venti ippopotami.
-Tsé! Devi migliorare nel sostenermi. Come faremo quando ci sposeremo e tu dovrai prendermi in braccio per portarmi oltre la soglia della nostra villa super lussuosa dove poi mi adagerai in un letto di petali di rose? Immagina eh? IMMAGINA! Io in venti strati di pizzo bianco e tu con il cilindro e il papillon, waaaaaa!-
Mi coprii la faccia con le mani scuotendo la testa esasperato.
Dalla sera dopo la festa natalizia le battute e gli svarioni ormonali di Matt erano degenerati ulteriormente. Già… era passata solo una settimana e ancora non me ne ero capacitato del tutto. Io e Matt stavamo ufficialmente insieme e da un lato avevo un grande scompiglio dentro, tante cose sarebbero cambiate e alcune già avevano cambiato faccia, ma dall’altro lato provavo una forte sensazione di soddisfazione. Vedevo tutte quelle ragazze (e non solo) guardare Matt con gli ormoni che schizzavano a mille, si leggevano loro in faccia tutti i filmini mentali che si facevano su di lui, ma nessuno poteva mettere in pratica nemmeno la più ingenua di quelle azioni… tranne me.
-Matty, la senti la mia costola che si sta incrinando?- dissi con un filo di voce ancora schiacciato dalla sua “innocenete mole”.
-Oh, scusami Mel.- rispose lui affrettandosi ad alzarsi per poi tendermi una mano.
Non appena la presi mi ritrovai stretto in un suo abbraccio e le sue labbra che si incollavano alle mie per la gioia dei miei neuroni che si spensero automaticamente dopo quel contatto.
-Ehi, ehi! Se state testando la casa per farla diventare un bordello non ho niente da ridire ma qui ci sono persone caste e suscettibili a scene osé.- a malavoglia mi staccai da Matt per lanciare uno sguardo torvo di sotto verso il salotto dove Ryuzaki era appollaiato su una poltrona e Light, colui che aveva appena lanciato la frecciatina, che sfogliava distrattamente un libro preso a caso dalla libreria.
-Da quando ti scandalizzi per quello che fai ogni volta che ti imboschi con Ryuzaki da qualche parte a scuola? Non oso immaginare cosa succede quando siete da soli a casa.- disse indietro Matt leggendomi letteralmente nel pensiero.
-Di sicuro non abbiamo quella vena indecente che avete voi.- disse con una faccia schifata.
-Già- aggiunse Ryuzaki –tu sei decisamente peggio quando mi fai…- venne zittito da una raffica di cuscini che lo rovesciarono dalla poltrona da parte di Mr. Yagami che era diventato viola quanto il copridivano.
-Se siete pronti- si rivolse di nuovo verso di noi affacciati alla ringhiera delle scale intenti a farci passare le coliche dal ridere –potremmo anche iniziare ad avviarci, che dite?-
Al suono di quelle parole mi tornò il groppo allo stomaco. Era da giorni che non facevo altro che pensare a quel momento, ed ero terrorizzato dal fatto di non avere la minima idea a cosa stessi andando in contro. Scesi di fretta le scale e mi precipitai in cucina aprendo affannosamente la dispensa alla ricerca di una barretta di cioccolata da divorare per cercare di calmarmi un po’, ma avevo idea che nemmeno il cacao avrebbe potuto sistemare le cose quella volta.
-Ehi! Che fai, Mel? Non vorrai rovinarti l’appetito già adesso.- disse Matt facendomi “nono” con il dito mentre mi aspettava sulla soglia di casa, io in risposta lo guardai imbronciato tenendo la tavoletta mezza penzolante dalla bocca. –Mh…ok, ok, per questa vota faccio finta di niente, sei troppo carino così.- si arrese abbracciandomi di nuovo a tenaglia.
Se non altro anch’io iniziavo a capire i suoi punti deboli e a volte avevo la minima chanche di spuntarla con i suoi occhioni verdi.
-Grazie Light, per averci dato un passaggio.- disse Matt mentre ci avviavamo verso la sua Volvo nera che stava parcheggiata nel mio vialetto.
-Tsk… ancora non capisco perché ci siamo dovuti ritrovare qui.- borbottò lui scuotendo la testa.
-Perché Near non abita molto distante da qui, in più l’unico bugigattolo aperto oggi che vendeva le settimane enigmistiche da cervelloni per Ryuzaki e le mele per Ryuk è giusto qui dietro, e non penso che tu voglia avere entrambi in crisi d’astinenza per venti minuti di viaggio in auto.- rispose prontamente Matt con nonchalance.
-Mioddio, no.- rabbrividì mentre prendeva la chiave della macchina dalla tasca.
Tirai un sospiro di sollievo. Io da solo non sarei riuscito ad uscire con le mie gambe di casa in quel momento, mi sarei rinchiuso in camera con trenta chili di cioccolata e avrei spacciato di aver avuto una nottata di diarrea estrema all’ultimo momento conoscendomi.
-Comunque i tuoi sono stati davvero gentili ad invitarci tutti quanti per la cena della vigilia.- disse Ryuzaki che se ne stava seduto davanti, nella sua solita posa insolita, mentre scriveva freneticamente sulla sua enigmistica.
-Ma ti pare? Volevano conoscere i miei compagni di avventura, non ci credevano quando gli avevo raccontato di essermi fatto così tanti amici strambi da quando siamo arrivati. Peccato che Danielle e Zack non siano potuti venire, avevano una sorta di aperitivo per motociclisti.- rispose lui facendo spallucce mentre giocherellava con una ciocca dei miei capelli.
Deglutii più volte per accertarmi che la mia gola non si fosse  chiusa del tutto dal panico, mi sembrava di respirare come se avessi avuto un boa annodato sul collo invece che una semplice sciarpa. Fermo, calmati, prendi spunto da tutti gli altri, vedi come sono calmi? Non c’era ragione di essere così nervoso, dopotutto era una semplice cena, con tante altre persone, di sicuro mi sarei confuso perfettamente con l’ambiente e non avrei dovuto sostenere discorsi indesiderati.
Il mio auto-convincermi stava funzionando prima che Light accostasse sul marciapiede davanti a casa di Near e che quello salisse accanto a me con un completo elegante, ovviamente total white, sorridente come non mai.
-Buongiorno! Allora Mello? Non sei felice di conoscere la famiglia di Matt? Eh? Eh?- trillò dandomi piccole pacche sulla schiena –Io non vedo l’ora di conoscere tuo cugino, da quando mi hai detto che è un campione di scacchi mi sono allenato come un ossesso per poterlo sfidare.-
-IO TI STRIZZO COME UN…!- iniziai a inveire contro di lui con tutta l’intenzione di assassinarlo con la cintura di sicurezza, ma Matt mi fermò prontamente.
-Su su Mel, se fai così peggiori solo le cose.- provò a calmarmi massaggiandomi le spalle, ma era evidente che anche lui temesse una mia eruzione in piena regola con tanto di invenzione del nuovo sport “lancio del nerd fuori dal finestrino”.
-Oooooh, siamo nervosetti?- disse in tono canzonatorio Light gettandomi un’occhiata crudele attraverso lo specchietto retrovisore.
-BRUTTO IDIOTA CON I MOCASSINI, SE NON FOSSE CHE STAI GUIDANDO TI LANCEREI NUDO SU UNA PISTA DA SCI E POI VEDIAMO CHI SAREBBE QUELLO NERVOSO!- mi aggrappai con le mani al suo sedile scuotendolo.
-Meeeel! Voglio arrivarci vivo a casa!- mi riprese Matt tentando di staccarmi con il rischio che sradicassi un pezzo dell’imbottitura del sedile.
Ecco, normalmente già da solo mi impanicavo come una tredicenne al suo primo concerto pop, ora mi ritrovavo con i miei stessi amici che molto gentilmente mi davano una spinta per cadere più in fretta nel fosso, in più avevo anche finito la cioccolata! Mi agganciai a koala a Matt e non avrei voluto saperne di staccarmi finché non saremmo arrivati.
Ebbi un sussulto quando la macchina si fermò nel vialetto di una bella villetta con i muri color rosa pallido e strapiena di addobbi natalizi in stile americano. C’erano parecchie macchine parcheggiate accanto a quella di Light, e rabbrividii nel constatare che quasi tutte erano i tipici modelli sportivi che quando ti passavano accanto per strada rimanevi per due mesi e mezzo a bocca aperta ascoltandone il rombo del motore come se fosse stata l’opera della Scala di Milano. Fantastico, e Matt che mi aveva rassicurato sul fatto che sarebbe bastata una camicia e una cravatta per sentirsi a proprio agio in quell’ambiente.
-Ti prego, non dirmi che serviranno caviale o cose del genere.- bisbigliai a Matt mentre ci avviavamo verso il portone d’ingresso.
-Nah, da quando due anni fa zia Greta si è quasi strozzata con quello mia madre non ha più voluto saperne di averlo a tavola.- rispose lui tranquillo e con il suo solito sorriso disinvolto come se stessimo entrando a scuola.
Mi costrinsi a respirare ma solo il fatto di non sapere se avrei potuto scambiarmi un minimo cenno affettuoso con Matt mi mandava in paranoia. Non avevo avuto il coraggio di chiedere a Matt se avesse raccontato di noi ai suoi genitori, avevo paura che mi rispondesse qualcosa come “no, e dobbiamo fare finta di niente”.
Appena le porte si aprirono un insieme di musica classica e un gran fracasso di mille voci che parlavano una sopra all’altra ci investirono stordendomi.
Era tutto un tripudio di lucine, ghirlande, agrifoglio, Babbi Natale e renne dappertutto. Ricordavo appena i tratti di casa che avevo visto la sera della festa in maschera, quando avevo riportato Matt a casa in uno stato pietoso, nemmeno avevo notato che la casa fosse tanto grande. La poltrona da psichiatra dove avevo dormito io quella notte era sparita, c’erano solo gruppi di poltroncine dove gli invitati conversavano vivacemente, tutti in abiti ultra eleganti.
-Woooo…- esclamò Ryuk stortando la testa guardandosi intorno.
Già, nemmeno io avrei saputo dire di meglio  se avessi avuto voce per parlare. Era tutto così… da film. Tutti sorridenti, senza pensieri… tutti tranne me che sembravo essere sul punto di avere un infarto alla tenera età di diciassette anni. Guardai Matt, ma lui era già intento a salutare parenti vari, non potevo fare altro che restare al suo fianco immobile guardandomi intorno con il terrore che qualcuno potesse rivolgermi la parola in attesa della mia sentenza di morte. Ebbene, quella non tardò ad arrivare.
-Oh, ecco mia madre! Mammaaaa!- disse Matt prendendomi per un braccio e trascinandomi verso un gruppetto di donne intente a blaterare tutte riunite attorno ad un tavolino stracolmo di stuzzichini. Da tutte loro si staccò con disinvoltura una donna di mezza età un vestito rosso scuro a dir poco eccezionale. Non somigliava per niente a Matt, a partire dalla chioma castano scuro raccolta in una lunga treccia di lato, e gli occhi che si posarono su di me non erano verdi, ma azzurro chiaro.
-Oh, bene! Siete arrivati finalmente.- disse esibendosi in un sorriso a trentadue denti.
-Mamma, questi sono i miei amici.- ci indicò una alla volta dicendo i nostri nomi.
-Che meraviglia, non contenta che siate riusciti a venire. Dovevo per forza sdebitarmi, non dev’essere facile fare da babysitter a questo qui.- disse ammiccando a Matt mentre ci stringeva a turno la mano con una stretta piacevolmente calda e sicura.
Non sapevo ancora come comportarmi, ma ora potevo togliermi dalla testa l’immagine di una madre arcigna e pronta a liquidarmi in un nanosecondo.
-Si figuri signora Ikimori, basta promettergli di andare al parcogiochi e diventa mansueto come un agnellino.- rispose Light con il suo solito tono impeccabile.
La madre di Matt si esibì in una risata deliziosa.
-Vi prego, chiamatemi tutti Valerie, odio le formalità, mi fanno sentire come una di quelle vecchie imbaccuccate sulle sedie a dondolo.-
-Ma mamma, non devi tenere nascosta la tua identità segreta, ormai lo sanno tutti.- disse Matt guardandola con un sorriso perfido.
-Idiota di un figlio.- disse lei passandosi una mano sul viso (anche questo in maniera aggraziata e impeccabile) –Oh, vai a recuperare tuo padre, credo stia per suicidarsi per i discorsi dello zio Richard.-
-Agli ordini capo, ma voglio un aumento, sappilo.- rispose Matt in tono da supereroe e dopodiché si voltò per scrutare i presenti nel salone. –Trovato. Vado e torno.- disse dileguandosi in mezzo alla gente.
Non appena lo vidi sparire il pavimento mi mancò sotto ai piedi. Mi voltai verso gli altri ma con mio grande orrore vidi che Near si era allontanato probabilmente per cercare il fantomatico cugino campione di scacchi, Light e Ryuzaki si erano lanciati in una conversazione fitta fitta con dei tizi li accanto e Ryuk si era avvicinato al tavolo degli stuzzichini. L’unica persona ancora li accanto a me era la madre di Matt.
-Allora… Mello giusto?- chiese lei sorridendomi.
-S..si, cioè volevo dire non prorio… mi chiamo Mihael, ma mi chiamano tutti Mello… però può chiamarmi come vuole, nel senso…- sembrava che i miei neuroni stessero giocando agli autoscontri.
-Tranquillo, è più facile che mi ricordi Mello, se per te va bene ovviamente.- mi fermò dal mio balbettare senza senso.
-C-certo.- dissi io sentendo di volermi mettere a scavare un buco per terra anche solo con un cucchiaino.
-Del resto quando Matt mi racconta quello che combinate ti chiama sempre così.-
-Oh… le racconta di quello che facciamo? Davvero?- chiesi titubante.
-Ma certo! E devo dire che sei ancora più carino di quello che pensavo. Non avrei desiderato di meglio per il primo che mio figlio mi avrebbe presentato, ne sono davvero contenta.-
Rimasi a fissarla a bocca aperta.
-Matt ha…-
-Detto di voi? Ovviamente, ci tengo che si confidi con me su tutto. Perciò non sentirti in imbarazzo, non ho assolutamente intenzione di farti il quarto grado, inoltre mi aveva detto che sei molto timido, non voglio farti sentire fuori luogo.-
In quel momento non sapevo se svenire oppure andare a cercare direttamente Matt e saltargli addosso. Mi aveva fatto prendere un colpo quando mi aveva invitato a casa sua, e da li mi ero fatto mille pensieri su come cercare di passare inosservato, non dare nell’occhio proprio per evitare che intuissero qualcosa per paura che potessero uccidermi, castrarmi o qualcosa di simile, e invece scoprivo che quel tonto aveva già raccontato tutto dimenticandosi candidamente di farlo sapere anche a me. Ero indeciso se tirargli le orecchie o abbracciarlo così forte da fargli uscire i polmoni. Mi voltai spaesato per ritrovarmi il suo bel faccione sorridente a pochi centimetri dal mio.
-Ciaaaaao Mel! Guarda chi ti ha portato Babbo Natale.- disse passandomi un braccio attorno alle spalle e indicandomi il tizio che stava accanto a lui.
Era un ometto alto un metro e un panino, dai tratti tipicamente asiatici, gli occhi a mandorla erano celati dietro a degli occhiali spessissimi. Era sicuramente più vecchio di Valerie vista la piazzetta che aveva in testa e le rughe abbastanza marcate sulla fronte.
-Buongiorno Mihael.- disse lui sorridendo e tendendomi la mano che io strinsi un po’ titubante.
-Questo è papà.- disse Matt, anche se non erano necessarie le spiegazioni.
-P…piacere. Può chiamarmi Mello se preferisce.-
-Ti ringrazio ma sai, mi piace un sacco pronunciare nomi lunghi, le abbreviazioni mi sono sempre state un po’ sulle cosidette.- disse sghignazzando.
-Pensa che allunga il mio anche se non è quello vero.- bofonchiò Matt alzando le spalle esasperato.
-Mathias, mi vuoi far passare per il vecchio rincitrullito di turno?- ribatté il padre lanciandogli un’occhiata torva ma che con quegli occhiali non poté risultare che buffa. –Comunque mi chiamo Nicolas, sono davvero lieto che tu sia potuto venire. Sai… avevo quasi paura che mio figlio portasse a casa uno stramboide truccato con i capelli a spazzola.- disse dandomi un’amichevole pacca sulla spalla.
-Stavate parlando di me?- irruppe improvvisamente Ryuk che stava passando con un piattino stracarico di mele caramellate.
-Oh, gesù!- esclamò Nicolas facendo un balzo, sia Matt che Valerie scoppiarono a ridere e non riuscii a trattenermi nemmeno io.
-Ho per caso qualcosa tra i capelli?- chiese Ryuk seriamente preoccupato iniziando a passarsi una mano tra le punte della cresta.
-Non preoccuparti caro, sei perfetto.- disse Valerie sorridendogli per poi adocchiare il piatto –Ma… non ti faranno male tutte quelle mele?-
-Ryuuuk! Ti ho detto di tornare qui!- l’urlo fu seguito da Light che avanzava con passo marziale.
-Oh oh, la maestra mi ha scoperto. È stato un piaceeeeereeee.- disse coprendo con un braccio il piatto e dandosela a gambe sgusciando tra la gente seguito a ruota dalla suddetta “maestra-Yagami”.
-Tesoro, i tuoi amici sono eccezionali.- disse ridacchiando Valerie mentre io e Matt fissavamo il punto dove erano spariti i due con un grosso gocciolone sulla testa.
-Lieto del complimento.-
Ci voltammo tutti di scatto per trovare Ryuzaki nella sua posa sghemba e il pollice in bocca in mezzo a noi.
-Oh bene! Mathias, lui é Mr. Ryuzaki suppongo.- esultò Nicolas che quasi si mise a batter le mani dall’entusiasmo.
-Si pa’, in persona.-
-Cielo, ma mangia qualcosa?- mi bisbigliò Valerie con un mano sulla bocca.
-Ehm… sì, tutto quello che abbia una percentuale di zucchero del 70%.- risposi io altrettanto sottovoce.
-Mioddio.- esclamò lei scuotendo la testa.
Da quel momento dedussi che avrei fatto meglio a non aprire l’argomento cioccolata per non scandalizzarla.
-Signor Ryuzaki, avrei tante domande da porle se non le dispiace ovviamente. Sono molto curioso sull’argomento che ha trattato al concorso durante il meeting della biodiversità.-
-Mhm…- annuì Ryuzaki fissandolo con la sua solita espressione vuota.
-Ehm… già.- disse Nicolas gettando prima un’occhiata interrogativa verso di noi, Matt gli fece un cenno di assenso in stile “vai tranquillo papà, è sempre uno strano psicopatico di natura” –Vorrebbe seguirmi? Vorrei presentarle alcuni miei colleghi.-
-D’accordo.- annuì lui seguendolo con il suo passo strascicato.
Mi picchiai il palmo della mano sulla fronte scuotendo la testa.
-Eheh, papà fa il biologo marino, ha visto per caso uno dei progetti strambi di Ryuzaki e mi ha rotto le palle per un mese affinché glielo presentassi.-
-Ti prego, oltre a Ryuzaki che ha una giustifica, dimmi di nuovo cosa ci facciamo TUTTI qui.- dissi prendendolo per una manica della camicia.
-Perché sapevo che da solo tu non saresti mai venuto.- rispose lui sorridendo –E poi è stra divertente vedere le facce di zie e cugini scandalizzati.-
-Che cazz…?!- mi bloccai vista ancora la presenza di Valerie.
-Ho capito, vi lascio soli. Mi accomando Mello, picchialo pure quanto vuoi. A dopo.- disse lei defilandosi velocemente con la stessa identica espressione da “ho fatto la battuta” che aveva di solito Matt.
-Ah…oook.- dissi più a me stesso abbastanza sconcertato.
-Allora, ti piacciono mami e papi?- chiese Matt soddisfatto.
-Sì, ma non mi spiego come abbiano potuto scegliersi un figlio rincoglionito come te.- risposi voltandomi di nuovo verso di lui scrocchiandomi già le dita.
-Semplice, ero un figo già da piccolo.- fece il gesto di scostarsi un ciuffo di capelli dalla fronte in maniera paurosamente sexy (MellocontienitiMellocontienitiMellocontieniti non farti abbindolare, lo devi picchiare, ok? Hai anche il permesso della mamma!).
-Perché non mi hai detto che i tuoi lo sapevano?- mi sforzai di fare la faccia più imbronciata possibile.
-Perché in questo modo saresti arrivato isterico andante ma poi vedendo che era tutto a posto ti saresti rilassato. Se l’avessi saputo dall’inizio ti saresti iniziato a fare tante altre paranoie e avresti concluso con un esaurimento nervoso o saresti probabilmente scappato.- mi sorrise e mi scompigliò i capelli.
Riflettei brevemente e dedussi che in effetti si, probabilmente avrei fatto una cosa del genere. Sbuffai arrendendomi definitivamente.
-Insomma, perché tu mi conosci così bene da prevedere tutto e io invece non riesco ad immaginarmi cosa ti passa per la testa?-
Matt ridacchiò abbracciandomi.
-Oooh, che tenero che sei!- ok, se non altro riuscivo a capire quando si comportava da deficiente solo a guardarlo in faccia, come adesso –Io ti ho invitato qui proprio perché volevo che tu conoscessi qualcosa in più di me che a scuola non puoi vedere.-
Spalancai gli occhi esterrefatto.
-Davvero?-
-Certo, per cosa credi che ti abbia invitato qui a fare? Per darti in pasto alle zie zitelle?-
Ricambiai l’abbraccio con slancio fregandomene di tutta quella gente.
-Grazie, Matty.- dissi contro alla sua spalla. –O dovrei dire Mathias.- mi scappò una risata.
-Non mi chiamo Mathias, te lo giuro.- disse lui rabbrividendo.
-Mh, non mi convinci più di tanto.- giochicchiai con una ciocca dei suoi capelli.
-A me basta che mi chiami Matty.- disse prima di stortare la testa in una mossa un po’ alla Ryuk per baciarmi.
Dio, avrei voluto fermare quel momento da tanto era perfetto.
Ci fermò un vociare di alcune persone e dei tonfi sordi sulle vetrate. Di fuori gli altri avevano iniziato una battaglia a palle di neve e per poco non rischiai di crepare sul serio dal ridere nel vedere Ryuk nella sua corsetta sghemba mentre cercava di scappare ad un bimbo abbastanza agguerrito.
-Che dici? Usciamo anche noi?- chiese Matt ammiccando alla porta.
-Vorrai scherzare, hai visto i miei capelli quanto sono perfetti oggi? Manderei a puttane tutto i lavoro che ci ho me…- mi ammutolii mentre Matt mi faceva ballonzolare davanti agli occhi una tavoletta di cioccolato ripescata da chissà dove mentre lui già teneva una sigaretta ancora spenta tra le labbra (avevo il vago sospetto che avesse dotato tutte le sue giacche e giacchette di una pratica tasca porta cioccolata, non sapevo come facesse a farle apparire sempre nei momenti dove ero più vulnerabile).
-Va bene, va bene. Mi arrendo.- dissi con un mezzo sorriso.
Mi porse la mano che strinsi un po’ in imbarazzo e ci incamminammo di fuori dove nel frattempo si era creata una vera e propria guerra, anche altre persone erano uscite solo per gustarsi gli schiamazzi di bambini (e non) e della neve che aveva ripreso a cadere dal cielo che a poco a poco era diventato scuro. Mentre mi stringevo contro Matt per ripararmi un po’ dal freddo mentre rosicchiavo la mia cioccolata mi resi conto di essere felice per la prima volta in vita mia durante le feste natalizie. Di solito avevo sempre pensato a quei giorni come un inutile spreco di tempo e soldi tra decorazioni, cene e regali, ma la vedevo sempre dal lato della mia “famiglia” così per dire. Il mio Natale consisteva nell’andare con mia madre dai miei zii per un pranzo un po’ più calorico del normale, scartare due o tre pacchetti e poi tornare a casa per poi magari starmene davanti alla TV guardandomi la super maratona di film tipici del periodo o al massimo trascinarmi nel centro della periferia con Near per vedere lo spettacolino in piazza tradizionale del posto tanto per fare qualcosa. Ora che lo stavo vivendo con tante persone, e soprattutto con Matt, mi rendevo conto che la famosa “atmosfera natalizia” era tale solo se si aveva la compagnia giusta, quella che ti trascinava fuori di casa anche con una tempesta di neve. Per tutta quella sera non riuscii a levarmi di dosso quel sorriso spontaneo, tanto che quando Light mi riaccompagnò a casa mi accorsi che mi facevano male le guance. Appena varcai la soglia di casa mi venne però una sorta di nodo alla gola; avrei voluto passare anche il Natale con Matt ma non potevo lasciare da sola mia madre.
Mi accorsi dopo qualche istante che la luce del soggiorno era accesa.
-Mamma?- chiesi a gran voce mentre mi toglievo le scarpe.
-Ciao, tesoro! Ma come, sei qui?-
Aggrottai le sopracciglia mentre mi avvicinavo.
-Perché? Dove volevi che andassi?-
La trovai seduta in poltrona con una tazza di tè fumante mentre in TV stavano dando (strano a dirsi) Santa Claus è nei guai, i capelli scuri striati di grigio raccolti come sempre in una coda, i fini occhiali che le scivolavano sul naso lasciando intravedere gli occhi castani. Era da forse una settimana che non riuscivo ad incrociarla. Stranamente nel vederla così sentii un’insolita ondata di affetto anche verso di lei invece che la consueta indifferenza di quando la vedevo uscire dalla porta di casa con i suo solito tailleur da lavoro.
-Eri alla cena dagli Ikinori, no?- disse lei sorridendomi.
-Sì, come ti avevo detto.- risposi senza capire.
-Beh, non potevi restare li direttamente a dormire dal tuo amico?-
A quel punto dovevo averla fissata con un punto di domanda enorme stampato in fronte per l’espressione che fece tra il preoccupato e il divertito.
-Siamo stati invitati a casa loro anche per il pranzo natalizio e siccome gli zii quest’anno hanno deciso di andarsene in Florida…-
-Cos… cosacosacosaCOSA? Mamma cosa stai dicendo?- dissi con il mento che probabilmente stava toccando il pavimento.
-Ma come… credevo lo sapessi anche tu, ha telefonato qui a casa Matt l’altroieri per avvertirmi.
-MATT HA COSA?!- strillai stavolta iniziando a mettermi le mani fra i capelli.
-Non… te l’ha detto?- chiese lentamente mia madre iniziando a grattarsi la testa anche lei.
-Ti sembra la faccia di uno che lo sapesse?! Oddioooo! E adesso? Avevo messo tutto il mio essere più elegante per la vigilia, cosa… cosa mi invento adesso?!-
Lei scoppiò a ridere fino a quasi rovesciarsi dalla poltrona.
-Mioddio, dev’essere proprio una persona formidabile questo Matt per mandare in crisi mio figlio!- esclamò facendo il gesto di asciugarsi una lacrimuccia.
Stavo per scoppiare di nuovo in una crisi isterica da panico acuto quando sentii il mio telefono vibrare nella tasca dei miei pantaloni, non dovevo tirare ad indovinare chi fosse. Era un messaggio corto ma forte e chiaro.
“Ahahah! Scusa, ci vediamo domani, e prometto che potrai picchiarmi <3”
 


Dahahahahahahah credo che Mello abbia deciso di denunciarmi per ripetuto tentato omicidio a furia degli infarti che gli faccio venire XD Mmmmh beh, avverto tutti che se ritarderò un pochino con il prossimo capitolo non sarà perché vi avrò dimenticati, soltanto ci saranno di mezzo le feste quindi periodo pieno di caccia ai regali, cene con parenti ecc ecc ecc o_o e OVVIAMENTE i miei frugoletti mi daranno una mano *_*
(Scordatelo -.- ho altro da fare N.d.Mello)
(Io ci sono *___* N.d.Matt)
(Aaaah *-* N.d.Raven)
(Ma... ma non valeee ç__ç N.d.Mello)
(Zittooo u.u dai retta a Matty caro <3 N.d.Raven)
(Questo é sfruttamento minorile -__- N.d.Mello)
Coooooooomunque *__* tornerò appena finito il periodo festivo e non vi deluderò u___u Nel frattempo auguro taaaante bellissime feste a tutti voi che seguite questa ff ^____^ in particolare a Ginny Ichiha, MakaIndex e _N_ che hanno recensito, tanta cioccolata a voiiii *__*
AL PROSSIMO CAPITOLO, SCAIUUUUU X3
  
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