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Autore: Jecchan92    12/12/2012    2 recensioni
All’improvviso, un grosso ragazzo di Tassorosso si alzò dal suo tavolo, con sguardo fiero. I suoi compagni lo fissavano ammirati e spaventati.
Lui percorse quei pochi metri che lo separavano dal tavolo dove sedeva Hermione, e si sedette accanto a lei.
Draco osservò la scena, sicuramente quella sarebbe stata la cosa più interessante dell’anno, vedere la Granger rifiutare uno dopo l’altro i suoi pretendenti.
Piccola storia sulla coppia Draco-Hermione. Nessuna pretesa. Recensite, se vi va! ^^
Jecchan
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questi personaggi non mi appartengono. Sono i figli della splendida mamma J.K.Rowling.
Non ho fini di lucro, il mio obiettivo è alletare le vostre giornate.
Buona lettura! ^^


Mentre usciva dall’aula di Divinazione, Harry Potter era un fascio di nervi.
Neppure Ron riuscì a raccontargli nulla della discussione con Hermione, poiché alla prima parola lo fissava nervoso e gli diceva “Ron, non ora ok?”
A metà strada salutò il suo amico rosso, e si avviò verso la biblioteca.
Quando arrivò la vide. Puntuale come sempre, si stringeva i libri al petto. Allora non era l’unico ad essere nervoso, pensò Harry.
-Ciao Herm-
La ragazza sobbalzò.
-Oh Harry, mi hai fatto prendere un colpo! Bene, sei puntualissimo- disse guardando l’orologio.
Lo prese per mano e lo portò in un corridoio silenzioso: a quell’ora al secondo piano non avrebbe dovuto esserci nessuno, ma Hermione non voleva rischiare.
-Sai Harry, tu sei sempre stato l’amico che più mi capiva tra i due. Sapevi ciò che pensavo anche se non emettevo verso. Sapevi quando abbracciarmi e come farlo. Dopo la mia...- deglutì – Esperienza a Malfoy Manor, ti sei subito dato da fare per aiutarmi, e ti ringrazio di questo-
Harry provò a parlare, ma lei glielo impedì.
-No per favore, fammi finire. Dove ero rimasta? Ah sì. Proprio questa empatia tra noi mi ha portato a sviluppare una fortissima dipendenza dalla tua amicizia. Non sono felice, Harry-
Prese pausa un secondo per riprendere fiato, e lui ne approfittò.
-Dove vuoi arrivare, Hermione? Perché mi dici tutte queste cose?-
Lei gli sorrise triste.
-Dico queste cose perché voglio che tu capisca. Ho bisogno di stare sola. Per qualche mese vorrei ritrovare me stessa, vorrei trovare la pace. Anche se conosco le tue buone intenzioni, ho capito che non servono a nulla-
A differenza della discussione con Ron, quella con Harry risultava più difficile. Era dura doversi allontanare dal suo amico, segno di quanto forte fosse ormai la sua dipendenza da lui.
-Ma Herm.. Io vorrei aiutarti..-
-E lo faresti se mi lasciassi sola per qualche mese. Mi sono persa in quella villa, ho bisogno di ritrovarmi. Ti prego, capiscimi, almeno tu-
-Almeno tu? E’ di questo che hai parlato con Ron?-
Le guance le si imporporarono appena.
-No, io e Ron.. Ci siamo lasciati-
Sicuramente Harry Potter non avrebbe sentito notizia più scandalosa di quella: a lui le voci non arrivavano, se ne teneva a debita distanza, quindi non era preparato.
-Tu e.. Hermione, ma sei sicura?-
-Certo che sono sicura, come sono sicura di quello che ho chiesto a te-
Gli diede un veloce e dolce abbraccio, poi si staccò e gli sorrise.
-Ci si vede in giro, Harry. Per favore, racconta a Ginny ciò che ho detto a te, sono sicura che capirà-
E gli voltò le spalle per andare chissà dove.
Harry era sconvolto, non capiva perché la sua amica avesse preso questa decisione definitiva.
Provava a comprenderla, come aveva sempre fatto, ma questa volta proprio non trovava via d’uscita.
“Non mi resta altro da fare che aspettare e sperare che guarisca, anche se da sola non so come farà” concluse il moro.
Alzò le spalle rassegnato e si avviò nei Sotterranei, a Pozioni.
 
A pranzo il fatto che Hermione Granger si fosse seduta da tutt’altra parte rispetto ai suoi due amici non passò inosservata.
I sussurri ed i bisbigli fecero da sottofondo al pasto della riccia, che cominciava a non poterne più.
-Hai sentito la voce che gira, Draco?-
Zabini è peggio di una Magiportinaia, pensò Draco, deciso a non dargli altri motivi per continuare.
-No, e nemmeno mi interessa, quindi taci-
-Pare- proseguì il moro, ignorando deliberatamente la velata minaccia del suo amico – Che Ron Weasley ed Hermione Granger si siano lasciati dopo una violenta discussione. Se le voci sono vere, sono partiti anche due o tre incantesimi-
A Draco per poco non venne da ridere: non conosceva la riccia, ma era sicuro che da dopo la guerra non avesse più lanciato un incantesimo di attacco.
-Ma c’è di più!- esclamò Zabini estasiato.
Il fatto di conoscere una storia e raccontarla era il momento topico della giornata.
-Pare abbia rotto anche con Harry Potter!-
Per poco Draco non si strozzò con i cereali, creando altri sguardi speranzosi di chi pregava perché succedesse sul serio.
-Stai scherzando spero!- esclamò.
-Giuro sui mariti di mia madre. Deve averle fatto un torto tremendo, tipo mettersi dalla parte del suo amico rosso, per portarla a rompere anche con lui!-
Ma Draco non lo ascoltava più.
La Granger aveva seguito i suoi consigli, sul serio?
Lui li aveva buttati lì per consolarla e per non portarla a commettere qualche sciocchezza, mai avrebbe pensato che l’avrebbe fatto davvero!
Una sensazione ormai familiare in quel periodo a livello dello stomaco si contorse dal piacere.
Aveva aiutato la Granger. L’aveva aiutata.
Un sorriso involontario comparve sul volto di Malfoy, ed a Blaise non sfuggì.
-E’ stata la mia stessa espressione quando l’ho saputo. Addio al Trio dei Miracoli!- esclamò il moro, fraintendendo decisamente il sorriso del biondo.
 
Sapeva che l’avrebbe trovata lì.
Ma, a differenza dell’altra volta, non piangeva.
Aveva aperto la finestra, facendo entrare l’aria fredda di novembre, che le penetrava la pelle, arrossandole le guance.
Con i gomiti appoggiati al davanzale e gli occhi chiusi, i capelli impercettibilmente mossi dal vento, a Dracò sembrò bellissima.
Idiota, si sgridò Draco, come ormai faceva più volte al giorno.
Scosse la testa, come a far scivolare via quel pensiero molesto, e si appoggiò allo stipite della porta.
-E così, hai dato un taglio al passato, eh?-
Lei sussultò dalla sorpresa.
Era convinta che un giorno di quelli l’avrebbe raggiunta, ma non si aspettava proprio quel giorno.
-Ho seguito i tuoi consigli, dovresti ballare la samba dalla gioia!- lo prese in giro, chiudendo la finestra a appoggiandosi al bordo del lavandino.
-E’ stata una decisione ponderata, vero Granger? Non l’hai fatto seguita dalle mie parole? Ok, sono un ottimo oratore ma..-
-Frena, frena! Sei proprio un ragazzo modesto ma no, non sono stata trascinata dalle tue bellissime parole. Tu sei stato solo l’input, ci ho riflettuto per bene. Dovresti conoscermi, non mi faccio trascinare dall’istinto. Non più, almeno-
Mentre parlava non interruppe mai il contatto visivo da quello del biondo.
-Perché sei qui? Non starai ancora piangendo!- esclamò lui ironico.
In realtà era davvero preoccupato per quello che avrebbe potuto fare se lasciata da sola.
-No Malfoy, ho esaurito il serbatoio delle lacrime- rispose facendogli la linguaccia.
-Ero qui per un po’ d tranquillità. La fine della storia tra me e Ron e la rottura con Harry hanno solo contribuito ancora di più a mettermi al centro dell’attenzione. Non posso neanche starnutire che nel giro di tre secondi lo sa tutta la scuola!- sbuffa.
-Quindi hai chiuso anche con Potter?-
Arrossì lievemente. Ultimamente aveva la tendenza ad arrossire, cosa che di solito capitava raramente.
-Sì. Ho bisogno di ridurre al minimo la dipendenza che ho per lui e la nostra amicizia. Devo imparare a cavarmela da sola, non ci sarà sempre Harry a proteggermi-
-Brava Granger. Ora, cosa hai intenzione di fare per il tuo problema?-
Subito si rese conto di aver parlato a sproposito: subito Hermione si irrigidì, fissandolo terrorizzata e offesa insieme.
Erano riusciti a costruire un delicatissimo equilibrio tra loro, sopra anni di insulti e di odio reciproco, usando come basi le esperienze e i dolori comuni. Draco si stupì nel non volere che questo equilibrio si frantumasse per colpa di una frase sbagliata.
-Direi che non sono affari tuoi, Malfoy- ribatté, con tono acido.
-L’ultima volta che l’hai detto, ti ho risolto una buona fetta della tua vita- rispose lui di rimando, ghignando.
No, così non andava. Non voleva rinfacciare il fatto che l’avesse aiutata. Ma era nella sua natura, ci sono cose che nemmeno la Guerra può cambiare.
Ma Hermione non aveva risposto, fissava il vuoto al di là della finestra.
Dopo cinque minuti, lei lo fissò intensamente, talmente intensamente che Draco sentì per un attimo il cuore scendere nel diaframma dalla tensione.
-Sentiamo, Malfoy. Cosa avevi in mente?-
Il suo cervello era diviso in due metà: una aveva già attaccato i festoni ed i palloncini e faceva festa, l’altra continuava a urlare “E’ una trappola! Non ti fidare!”.
E lui non sapeva proprio a quale delle due metà dare retta.
-Tu vuoi darmi retta?- chiese stupidamente il biondo.
-E’ quello che ho appena detto, mi pare. Sei diventato ritardato, per caso?- rispose lei, fredda.
Lui aveva capito quanto sforzo doveva fare la riccia per chiedergli consiglio, e non aveva decisamente voglia di ripeterlo.
-Bè..- iniziò lui.
Ormai camminava avanti e indietro, dalla porta al lavandino.
Si era reso disponibile, ma ora non aveva la più vaga idea di cosa fare: come si guarisce una persona che non si vuole far toccare senza toccarla?
-Il tuo problema è che salti come una molla non appena ti sfiorano, corretto?-
-Malfoy, se devi prendermi in giro lasciamo perdere, per favore- scattò subito lei, sulla difensiva.
-Che tu ci creda o no, non era mia intenzione. Stavo solo facendo il punto della situazione-
Dopo qualche minuto di silenzio, a lui venne un’idea: era folle, e lei sicuramente non avrebbe accettato, ma non vedeva via d’uscita.
-Mi è venuta un’idea- cominciò.
Lei subito si illuminò.
-Sul serio? E’ già un inizio! Esponi, così decidiamo insieme cosa fare!-
Draco decise di ignorare la fitta alla pancia provocata da quella frase tutta alla prima persona plurale, proseguì.
-Dovresti farti toccare-
Il sorriso morì sulle labbra di Hermione.
-Allora non hai capito. Io..-
-Ho capito, invece. Ma non trovo altra soluzione. Dovresti andare per gradi, che ne so, una carezza sulla mano, per cominciare. E quando capirai di non voler urlare né scappare, salirai al livello successivo-
Malfoy era un fiume di parole: più parlava, più la sua idea prendeva forma. Chi se lo immaginava, pensò lui, forse una volta fuori da Hogwarts avrebbe potuto fare il Medipsicologo.
-Non funzionerà- lo scoraggiò lui.
-Certo che non funzionerà, con quell’atteggiamento. Vuoi guarire sì o no?-
Lei annuì terrorizzata.
-Allora devi volerlo davvero. Se hai altre proposte meno invasive, esponile pure-
Ma lei stava in silenzio. Effettivamente, ci aveva già pensato, ma solo l’idea di provarci le faceva mancare l’aria.
-C’è un problema, mister Risolvotuttoio: ho chiuso sia con Harry che con Ron che con Ginny. Non ho più nessuno con cui testare questa tua strana teoria, e te lo puoi scordare che io scelga qualche estraneo o estranea della scuola-
-A volte mi sembri proprio tonta- disse lui un po’ offeso – Lo farò io, naturalmente. Mia l’idea, miei gli esperimenti-
Ad Hermione mancò davvero l’aria: corse alla finestra e l’aprì di scatto, accogliendo con gioia l’aria ora gelida che le inondò i polmoni.
-Sono sollevato all’idea che approvi, Granger-  ribatté lui sarcastico.
-Proprio tu?! Tu hai..-
Ma non ebbe il coraggio di finire la frase quando lo guardò.
-Sì, ho per un quarto il sangue della stessa persona che ti ha torturato. Meglio no? Se riuscirai a farti toccare da me, potrai tornare ad avere una vita normale con chiunque!-
Ormai l’idea l’aveva convinta, ma rimaneva dubbiosa sul suo compagno di teoria.
-Però sia chiaro, Malfoy: mai, per nessuna ragione al mondo, per nessun motivo universale, dovrai toccarmi senza il mio permesso, o andare oltre. Sono stata chiara?-
-Ti dirò di più: tu sei libera di interrompere l’esperimento in qualunque momento- aggiunse lui solenne.
Non si fidava appieno di lui, ma era l’unica persona che le fosse rimasta, e non aveva assolutamente intenzione di tornare indietro.
-Accetto Malfoy-
Ma in un attimo si attaccò al muro dal terrore: Draco era avanzato verso di lei, con la mano tesa.
-Devi suggellare il patto con una stretta di mano- sussurrò lui, seriamente.
L’esperimento era già cominciato?

NdA Buongiorno!
Questo è un capitolo fresco fresco, l'ho appena finito.
Come avete visto, questo è il punto di svolta della storia: come farà la nostra Hermione a sopportare il tocco di Malfoy, se anche solo per una stretta di mano impazzisce?
Fatemi sapere se vi piace come si sta sviluppando la storia!
Grazie alle meravigliose 12 recensioni, ai 4 che la preferiscono, ai tre che la ricordano ed ai 48 che la seguono (Vi amo ogni giorno di più =D)
A prestissimo, come al solito forse anche oggi stesso! ^^
Jecchan
  
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