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Autore: EdieSedgwick    14/12/2012    2 recensioni
La Terra di Mezzo è profondamente scossa. L'Ombra nera di Mordor si sta diffondendo a grande velocità e il Flagello d'Isildur si è nuovamente risvegliato. Il giudizio finale sarà decretato con la distruzione di esso. Cosa porta una Ninfa a seguire le orme della Compagnia dell'Anello? Cosa ha a che fare la sua storia con la distruzione del Flagello di Isildur? Ripercorrendo le tappe dei Nove Compagni, una storia molto antica tornerà alla luce.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frodo, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

 
 
La mattina seguente i quattro Hobbit si destarono riposati ma inquieti, reduci di un sonno agitato. Nè Niniel nè Grampasso avevano chiuso occhio, stentando a rivolgersi la parola, ognuno immerso nei propri pensieri.
La scelta dell'Uomo si rivelò piuttosto saggia, dal momento che trovarono le stanze Hobbit nelle quali avrebbero dovuto pernottare completamente sottosopra. I Mezzuomini rabbrividirono alla vista di tale scempio e violenza, e seppur rimanendo in silenzio, si ritrovarono riconoscenti nei confronti di Grampasso. Purtroppo le stalle erano state spalancate ed i quattro pony non si riuscirono a trovare, l'unico destriero che pascolavano noncurante per la cittadina di Brea era Mellinir.
- Non possiamo più partire nascosti dal silenzio e dalla notte. L'intera Brea è occupata da curiosi e ficcanaso, saremo costretti a rifornirci di provviste alla svelta e prendere la strada maestra. Se ci inoltrassimo attraverso i campi desteremmo degli inequivocabili sospetti, ed ho potuto notare più di un volto dalle non buone intenzioni qui. - 
L'autoritario esordio di Grampasso non scatenò alcuna obiezione, seppur la compagnia fosse estremamente tesa ed irrequieta. Fecero una colazione veloce e si premurarono di riempirsi i fagotti di tutto il cibo che fossero in grado di trasportare a piedi.
Al momento della partenza, Niniel si calcò il cappuccio sul viso ed afferrò le redini di Mellinir, accarezzando il muso del suo amico fedele con tenerezza. Era del tutto inutile, ormai, con suo enorme rammarico, tentare di risultare inosservata. Si sarebbe prodigata di occultare le proprie tracce più in là nel viaggio. D'altra parte, era stata nascosta per secoli.
Percorsero a lungo la Via, costeggiando sulla sinistra Colle Brea e si infilarono nel Bosco Cet. Procedevano svelti e senza accusare molta fatica, il terreno era agibile e, grazie alle scelte di Grampasso, non incontrarono nessuno.
- Conosci queste lande, te lo leggo negli occhi. Dai più un'idea di una Raminga, che di una Ninfa, se posso permettermi di osservare. - Esordì l'Uomo, accostandosi a Niniel.
- Credo col tempo di esserlo diventata, ma in quanto ad osservare, pare che il mio parere non ti occorra. - Rispose Niniel, distante e tagliente.
- Non era certo mia intenzione offenderti. Ognuno ha un passato o una parte di esso di cui non desidera parlare. - per un attimo il Ramingo si rabbuiò. - E' inusuale, che una creatura come te abbia tanta destrezza nelle armi. E vaghi solitaria per la Terra di Mezzo, in tempi come questi. - 
- Mascheri i tuoi pensieri con le parole che sai bene utilizzare, Ramingo. La spada non è stata affidata agli uomini! Nè l'arte della guerra creata per essi! Non ho alcun bisogno nè volere di venire difesa da nessun altri che me stessa, e se in ballo vi è un ideale per cui combattere è di dovere che tutti lo facciano. - replicò Niniel, acidamente, chiudendo il discorso.
L'Uomo vagò ancora un poco con lo sguardo sulla sua figura, ma non aggiunse altro. Si era reso conto, seppur involontariamente, di averla offesa, e di quanto quella creatura fosse estremamente orgogliosa ed indipendente e...triste.
 
Al terzo giorno di cammino uscirono dal Bosco Cet. Camminarono sereni per l'intera giornata, Grampasso e Niniel non avevano più intavolato una conversazione vera e propria, si scambiavano unicamente informazioni riguardo l'itinerario e le tempistiche in previsione del loro arrivo a Gran Burrone.
Sam era estremamente gioioso all'idea di poter vedere gli Elfi e i loro bellissimi ed arcaici palazzi di cui aveva tanto sentito parlare dal signor Bilbo. Il suo primo incontro con essi, ancora nella Contea, l'aveva lasciato talmente spiazzato che credeva di aver sognato! Eppure in compagnia di Niniel si sentiva come di nuovo vicino ad essi. Si disse che probabilmente Ninfe ed Elfi fossero creature piuttosto simili.
Si fermarono ai piedi di un piccolo colle per desinare, Pipino era decisamente il più vorace ed appetente degli Hobbit e si dava pena di sottolinearlo.
- Ci lascerò la pelle a furia di camminare e marciare senza un pasto decente! Povero me, sono così sciupato! Merry, credo davvero di essere sulla buona strada per una malattia mortale. - 
- Solo la tua stupidità ti sarà mortale, Pipino! - gli rispose l'Hobbit esasperato.
Niniel tentò di nascondere un piccolo sorriso che Grampasso non si lasciò però sfuggire. Era riuscito a notare che solo i Mezzuomini erano in grado di distrarla dal torbido abisso dei suoi pensieri. La cosa lo affascinava e al tempo stesso rincuorava. Forse non sarebbe stata una difficile compagnia troppo a lungo.
 
Tre giorni dopo poterono scorgere un declivio che si ergeva nel mezzo di una piana: avevano raggiunto Colle Vento, l'antico avamposto di Amon Sûl. 
Scalarono la vetta e poterono notare sulla cima i resti dell'antica torre vedetta, un grande anello di massi sgretolati e segnati dal tempo e le intemperie. Gli Hobbit si affaccendarono per rendere un'angusta goletta ospitale, vi sistemarono i fagotti, si lisciarono i mantelli ed i calzoni e si sedettero potendo finalmente godersi un po' di riposo. Avrebbero riposato lì, quella notte, seppur la tensione fosse palpabile. Nonostante da quell'altitudine potessero scorgere qualsiasi figura a miglia di distanza, nel qual caso avessero subìto un attacco non avrebbero avuto modo di scappare, nè tantomeno di nascondersi.
- Non credo sia una buona idea accendere un fuoco! Se abbiamo ancora quegli esseri alle calcagna è il migliore modo per informarli della nostra presenza! - esclamò Sam, preoccupato nel vedere Grampasso racimolare della legna da ardere.
- Il fuoco ci sarà d'aiuto per superare la notte, inoltre essi lo temono. Non abbiamo altra scelta, non allontanatevi da esso! - rispose il Ramingo, cupo.
Intanto Niniel e l'Uomo salirono sulla vetta del Colle, decisi a porre la guardia da una postazione più elevata ed a prendere le decisioni sul da farsi scambiandosi le rispettive opinioni. Il mantello che avvolgeva il Ramingo era sudicio, reduce di viaggi sconosciuti ai pensieri di Niniel. I suoi capelli erano sporchi ed annodati, la barba incolta gli pascolava sul viso tirato. Era comunque un uomo possente e regale, come dimostravano i suoi occhi fieri e mai sfuggenti.
- E' stato Gandalf a metterti sulle tracce dei Mezzuomini? - ruppe il silenzio Niniel. Voleva saperne di più, voleva capire quale fosse il suo ruolo in questa vicenda, e se ella stessa avrebbe giovato di farne parte oppure si sarebbe dovuta tirare indietro al più presto. Grampasso la guardò qualche istante, prima di soppesare le parole in risposta.
- Incontrai Gandalf non molto tempo fa e mi parlò di alcune preoccupazioni che gravavano sul suo cuore. Mi disse dove si sarebbe incontrato con i quattro Hobbit, ma che era turbato dal non poterli raggiungere; mi chiese quindi di presentarmi al Puledro Impennato, per evitare di non lasciarli privi di una guida, nel qual caso i suoi turbamenti si fossero rivelati veritieri. - Fece una pausa e affondò nuovamente lo sguardo negli occhi della Ninfa.
- E' evidente che non sospettava minimamente della tua presenza. - lanciò l'amo, sempre fissando la ragazza in attesa di una reazione che gli svelasse il motivo della sua unione al gruppetto di Hobbit. Ella conosceva Gandalf, come lui stesso e come il portatore dell'Anello. Eppure non era stato lo Stregone a chiederle di accompagnare gli Hobbit. Che fosse tutto dovuto ad un fortuito caso? Cosa l'aveva spinta a seguire i Mezzuomini spontaneamente? 
- E' evidente. Non vedo Gandalf da innumerevoli anni. - rispose Niniel, distante. Sembrò riflettere su ricordi di un tempo remoto, e il suo viso si fece rigido, la sua espressione malinconica.
- So cosa ti stai chiedendo. Non ti dirò dove incontrai i quattro Hobbit, sebbene tu possa già averlo intuito. Non li seguii certamente solo per simpatia, o istinto di protezione verso quelle tenere creature, nonostante non sia priva nè dell'una, nè dell'altra. Quando per la prima volta incrociai lo sguardo di Frodo, capii che era arrivato anche il mio momento. Che dovevo lasciare la solitudine ed intraprendere il mio viaggio. E questo è quanto. - 
Grampasso seppe che non avrebbe più ottenuto nulla dalla Ninfa ed evitò di porle altre domande. Come di quei tempi era abitudine, si accorse che ella non aveva detto tutto. Anzi, aveva rivelato ben poco, ma aveva cominciato ad aprire uno spiraglio, magari involontariamente, che pian piano gli avrebbe permesso di comprenderla.
D'un tratto l'aria si fece gelida ed un'agghiacciante paralisi invase i cuori di entrambi. Sentirono le membra intorpidirsi e la pelle intirizzirsi sotto gli abiti smunti ed umidi. Si cercarono con lo sguardo, impietriti.
- Sono qui! - urlò Niniel, la voce rotta, estraendo il pugnale dal suo stivale.
- Frodo! - gridò il Ramingo in risposta, correndo verso un tizzone ardente e accendendo una torcia. - Il pugnale non ti servirà a nulla! - gridò alla Ninfa, ma ella si era già precipitata nella goletta, disperatamente alla volta dei quattro Hobbit.
Lo spettacolo che le si presentò davanti agli occhi fu raggelante: i Nove erano schierati davanti ai Mezzuomini, le spade sguainate, tetre ombre proiettate dal loro grigiore. Merry e Pipino giacevano a terra e unicamente Sam era rimasto in piedi, tremante, puntando il pugnale contro gli Spettri. Uno di essi lo gettò a terra senza alcuna fatica, ed egli perse i sensi.
Ed in quel momento accadde. Frodo, bianco nel suo terrore, scomparve. Come era accaduto al Puledro Impennato, l'Anello del potere aveva nuovamente espresso la sua volontà. Ed in quel momento, il più potente dei Nove, il Re Stregone di Angmar, affondò la sua lama nel petto invisibile dell'Hobbit. Uno strillo acuto e la ricomparsa di Frodo succedettero a quella mortale pugnalata.
Niniel si riscosse dal suo torpore e si gettò in mezzo agli spettri, brandendo il pugnale, urlando contro le loro figure ed il male che portavano seco. Non avrebbe lasciato impunito quel gesto. Non questa volta. 
Rimase confusa quando, mentre si trovava in mezzo alle ombre tetre dei Nove comparvero fiamme a circondarla. Sentiva Grampasso urlare, rivolgendosi a lei, ma non riusciva a comprenderne le parole. L'unico suo pensiero era quello di raggiungere il più potente dei Nove. Aveva aspettato quel momento troppo a lungo per poterselo lasciare scappare.
E fu in quel momento che lo Spettro si voltò per guardarla. La vide ed uno stridulo e raccapricciante grido uscì dal suo nero mantello. Si avvicinò, brandendo la spada verso di lei, quando scoppiò in una terrificante e maligna risata.
Ma non potè terminare ciò che aveva intenzione di fare, dal momento che una torcia lanciata da Grampasso fece prendere fuoco al suo nero mantello, facendolo gridare ancor più acutamente della volta precedente. Uno ad uno gli Spettri presero fuoco sotto il fermo e mirato tiro di Grampasso e cominciarono a fuggire, in un connubio di grida nefaste ed agghiaccianti. Niniel si ridestò e cercò di inseguire il Re Stregone ma il Ramingo, esterrefatto, la fermò, cingendola con le braccia, mentre ella scalciante tentava di ribellarsi.
- Niniel, sei forse impazzita?! Non puoi inseguirli, dobbiamo andarcene immediatamente! - le urlò Grampasso, tentando di farla ragionare. Con un ultimo strattone la Ninfa si divincolò dalla sua presa, tremante.
Si sedette a terra, lanciando il pugnale contro il crinale del Colle. Era furiosa,non poteva tollerare di essersi lasciata sfuggire il suo più grande nemico.


Ebbene, dopo Ere ed Ere rieccomi con un nuovo capitolo (chiedo venia, ma la vena creativa mi aveva abbandonata e in effetti non sono troppo soddisfatta di questo nuovo paragrafo) !
Che succede? Questa Ninfa è risoluta se non si fa ripetere due volte di gettarsi tra le braccia dei Nove! E Grampasso? Probabilmente crede di essersi imbattuto in una psicotica con istinti suicidi...Chissà!
Scusate se non ho dato molta importanza agli Hobbit ed al dolore di Frodo (che non verrò assolutamente trascurato nel prossimo capitolo, giuro!).
Spero ci sia ancora qualcuno disposto a leggermi, il prossimo capitolo è già in stesura, e comparirà un altro bel personaggino *-*
A presto!

S.
  
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