Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: RinoaHeart    14/12/2012    2 recensioni
Mousse, pensando a quanto sia sfigato, dà vita, non si sa in che modo, a uno sconvolgente cambiamento che porterà non pochi problemi a Nerima. Cosa succederà fra Ranma e Akane? E Shampoo, come vivrà la cosa? E Mousse, come la prenderebbe se il suo desiderio segreto venisse realizzato?
[Akane/Ranma - Mousse/Shampoo]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Mousse, Ranma Saotome, Shan-pu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN”
“No…cinque  minuti ancora…”
“DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN”
“Mhh…ma che rumore assordante c’ha la sveglia oggi…mmmhh.”
Allungò il braccio per spegnere l’assordante sveglia, ma invece del vuoto, e del conseguente comodino, incontrò il freddo pavimento di legno.
“Eh?” si girò con gli occhi semichiusi come sempre la mattina quando si alzava, tentando di capire come ci era finito per terra.  Vabbè che era rimbambito a volte, ma non così rimbambito. Tastò un qualcosa di morbido, mentre cercava di riaggrapparsi al letto. La sveglia pareva morta di suo, strano, lui aveva la ripetizione fino allo sfinimento. “Un peluche?” pensò fra sé e sé intanto che toccava. Mousse la mattina era sempre super ricettivo, passati i cinque minuti di iniziale intontimento.  Non capiva quindi perché stesse ancora mezzo sognando, evidentemente.
Aprì un po’ gli occhi. “UN PANDA?”  si trovava sdraiato accanto a quello che era chiaramente un panda che gli dava la schiena e russava pure.
“Ma che cavolo??” si mise seduto sul letto, no aspetta un futon?, e si ritrovò a fissare chiaramente una stanza non sua.
Fissare. Chiaramente.
Mousse si girò d’istinto alla sua sinistra, cercando il comodino dove teneva i suoi dannati fondi di bottiglia.
Non c’era nulla se non il nudo pavimento.
E lui ci vedeva benissimo.
Una sensazione meravigliosa, mai provata in tutta la sua vita. Vedeva. Senza. Occhiali.
“Ahahhaha sto chiaramente sognando” sghignazzò a voce alta mentre scrollava la testa.
Qualcosa non quadrava. Si toccò la nuca. “DOVE SONO I MIEI CAPELLI?” chiese a voce alta sentendo lo striminzito codino al posto della sua folta chioma nera.
Il panda accanto a lui pareva non toccato dal rumore.
All’improvviso, l’illuminazione!
“E’ evidentemente un sogno!” disse battendosi un pugno sull’altro palmo. “E’ un sogno in cui ho sacrificato qualcosa di importante per avere una vista perfetta! E ovviamente, non volendo mai dare il mio amore per Shampoo, ecco che ho rinunciato alla vanità senza indugio per diventare un falco!!Chissene frega se è solo un sogno, è bellissimo!” declamò inginocchiandosi sul letto con un braccio verso il cielo e due lacrimine che scendevano dai suoi occhi commossi.
Di botto sentì un dolore atroce sulla testa e un verso di panda incazzato.
“Booooooo!” sentì mentre rialzava gli occhi.
“Ahiahiaahaaiiaaihia” esclamò tenendosi la testa fra le mani,  focalizzando un cartello, probabilmente ciò che l’aveva colpito.


“RANMA CHE DIAVOLO STAI FACENDO?
CRETINO, SE TI DEVI ALZARE ALZATI MA A MEFAMMI DORMIRE.”

“RANMA CHE??” la realtà gli piombò addosso come una tonnellata di piombo in testa.
Quella stanza, gli era familiare. Quel panda, gli era familiare. Zompò in piedi, dirigendosi verso la prima superficie riflettente che trovò, uno specchio rettangolare appeso senza cornice alla parete di gesso.
“Sono Mousse, non Ranma!” disse mentre si girava verso lo specchio. “Vero?”
Il ragazzo rimase scioccato. Se la mascella si fosse potuta staccare, fare le valigie, prendersi un paio di molari come souvenir e andarsene, l’avrebbe fatto. Senza parole, in silenzio, la voce che effettivamente ora si rendeva conto non essere sua,  finita chissà dove. Si toccò la faccia, lentamente. Spalancò gli occhi, così diversi dai suoi, blu profondo invece che verde scuro. Occhi che vedevano benissimo senza fondi di bottiglia spessi mezzo centimetro.
“Ma..come..cavolo…è..successo??” sussurrò.
Mousse tonfò a terra, preso dal panico. “Che cosa faccio adesso? Come lo spiego a Shampoo? Mi darà la colpa anche di questo! Però non potrà ammazzarmi perché sono nel corpo di Ranma. Forse potrebbe amarmi! Fermi tutti. Sono disperato, disperatissimo, ma non potrei MAI farmi amare da Shampoo perché sono NEL CORPO DI RANMA. Che cavolo! E poi come faccio? E Akane Tendo? E Ranma è in me? E che gli dico? OH PER TUTTI I DEI CHE CACCHIO FACCIO ADESSO?” il ragazzo era un tripudio di flussi di pensieri sconnessi che si intricavano nel suo cervello ingarbugliato.
TOC-TOC. “Ranma? Sei sveglio?? Guarda che ieri mi hai promesso che ci saremmo allenati presto!”
Akane Tendo. Che gli dico adesso?
“S-si…A-kane, sono sveglio…ora arrivo. Aspettami…” dove diavolo si vedevano? Menomale che conosceva bene o male casa Tendo, grazie  a tutte le lotte del passato e ai party di Natale. “..al dojo, ok?”
Sembrò che Akane rimanesse in silenzio un attimo prima di rispondere. “O-ok. Tutto bene Ranma? Non vuoi fare colazione prima?” chiese sorpresa.
“No-no, sto bene così, grazie.” Rispose educatamente, come suo stile, un po’ sottomesso.
Akane non aggiunse nulla se non uno stranito “Ok..” prima di sentire i suoi passi che si allontanavano.
Mousse si alzò. Doveva raccontare tutto ad Akane ovviamente. Ranma, stando ai suoi calcoli, doveva essere già sveglio da un ora e mezzo. La sveglia vicino al suo futon segnava le sette e quarantacinque, lui si alzava alle sei. Poco tempo, e Ranma sarebbe arrivato. Avrebbero trovato una soluzione. Bellissimo vederci bene, ma il corpo di Ranma? No grazie.
E poi era così basso!,  realizzò mentre cercava nelle ante degli armadi dove Ranma teneva i vestiti.
Infilò il solito completo casacca e pantaloni, evitando di sbirciarsi nei boxer. Non ce la poteva fare.
Voleva solo trovare una soluzione a tutto ciò, continuava a ripetersi mentre faceva il più piano possibile per non svegliare il padre-panda di Ranma Saotome.
“Come ci arrivo al dojo senza a incontrare nessuno?”  si chiese mentre incrociava le braccia in cerca delle sue maniche larghe, per poi realizzare che aveva addosso una casacca di Ranma. “La finestra! Bingo!”
Con agilità la aprì, e si diresse verso il dojo.

Akane era stranita, mentre si dilettava a spaccare le sue quotidiane mattonelle con cui da sola aiutava l’economia della fabbrica edilizia del quartiere.
Ranma non faceva colazione? Ranma che non le diceva “Cretina aspetta mi sto vestendo?” oppure Ranma che era sveglio senza doverlo andare a chiamare tre volte a voce alta finché  Genma non perdeva la pazienza e lo scaraventava in bagno? Che era successo a Ranma??
“Ehm…buongiorno.” Sentì la voce di Ranma arrivare un po’ sottomessa. Cos’era quel tono??
“C-ciao Ranma, buongiorno!” disse sorridendo, ma in realtà stranita da quel comportamento così assurdo.
Da quando erano tornati da Jusenkyō il saluto mattutino era poco più che un “Ciao scema!” accompagnato al massimo da una tirata di capelli. Era passato un mese dal mancato matrimonio eppure stavano messi peggio di prima. Ma non così male.
Guardò Ranma, mettersi con le braccia incrociate, come se stesse cercando di infilarsele nelle maniche, ma poi, non trovandole comode, si limitò a incrociare le braccia tenendosi i gomiti. Non era un gesto da lui.
Niente era da lui. Ranma era un cretino, un idiota, un deficiente, ma era il suo fidanzato da quasi due anni e per tutti i peli di P-chan, se conosceva ogni suo movimento!
“Ranma, che succede? Sei strano.” asserì sicura.
Lui la guardò con uno sguardo che sembrò il suo…ma comunque non il suo.
“Sono contento che te ne sei accorta da sola Akane Tendo. Non sono affatto Ranma. Ti giuro che non ho idea di come, ma dentro questo corpo..beh..sono Mousse!” disse con voce strozzata.

“Mousse? Mousse idiota svegliati!!C’è un sacco da fare la domenica non puoi svenire!!”
Ranma chiuse gli occhi un altro po’. “Akane perché mi chiami così, lasciami dormire in pace scema!”
Shampoo rimase sbigottita. “Come mi hai chiamato papero idiota??” gridò dandogli una sonora sberla che lo prese in pieno facendolo sedere sul letto.
“E io che mi ero quasi preoccupata perché sei svenuto!!” disse caricando un altro colpo.
Ranma, d’istinto lo parò senza difficoltà. “Che diamine fai Shampoo? Che ci fai qui di domenica mattina?” chiese senza rendersi conto di dove fosse.
Shampoo rimase più scioccata dal fatto che il quattrocchi avesse parato il suo colpo praticamente da addormentato, che dalle sue parole senza senso. Contemporaneamente, vide Mousse atteggiarsi come un pazzo.
Ranma si toccò i capelli, si toccò addosso, e realizzò che non era stato un sogno. ERA DAVVERO NEL CORPO DI MOUSSE.
“Santo cielo Shampoo, dimmi che vedi il mio corpo per com’è realmente! Lo vedi vero?”
Shampoo arrossì e cominciò a calciarlo. “Cosa diavolo dici pervertito??”
Ranma nel corpo di Mousse parò con facilità tuti gli attacchi anche se non vedeva un emerita mazza e si ritrovò in piedi nella stanza a furia di evitare calci. Senza pensarci, prese Shampoo da un gomito e facendo leva la immobilizzò fra le braccia. Aveva qualche difficoltà con quelle braccia più lunghe delle sue, ma i riflessi erano stranamente più pronti del solito. La forza invece, gli sembrava diminuita. Comunque riusciva a tenere a bada Shampoo che nel frattempo, non stava capendo più niente.
Arrossì ancora di più, e si ritrovò a balbettare per la prima volta nella sua vita. “C-che c-cosa fai stupido papero? Appena mi libero ti spacco la testa e poi ti cucino in salmì!!”
“Stammi a sentire, Shampoo. Sono Ranma. Ranma Saotome. Non so perché, te lo giuro su qualsiasi cosa, ma sono intrappolato dentro il corpo di Mousse. Ne so quanto te, capito?” disse mentre evitava che la ragazza si divincolasse.
Shampoo dal canto suo, capiva solo che si trovava stritolata fra le braccia di Mousse, cosa che non le era mai capitata da che conosceva quell’idiota, e lo conosceva da tanto. E la sensazione di sentirsi sopraffatta da lui, non le piaceva.
“Che diavolo..” strattone a vuoto “..stai dicendo?”
“Fai una prova Shampoo. Di qualcosa, qualsiasi cosa in cinese, e io non capirò una mazza.
{Mu Si quant’è vero che sono un’amazzone appena mi libero ti do’ tanti di quei calci in faccia che ti faccio tornare la vista! Ti odio brutto bastardo come osi mancarmi di rispetto!?}
“Non ho capito niente Shampoo. Ma manco una sillaba. Il mio cinese si ferma a quattro parole in croce.” Disse seriamente. Continuava a tenerla stretta, perché la gattina si divincolava e non sembrava intenzionata ad ascoltarlo.
“Potresti fare finta!”
“Giuro non ti capisco.”
{Neanche se ti dico che se mi lasci ti sposerò e ti regalerò tutti e cinque i meravigliosi bambini che vuoi?} chiese con voce suadente.
“Niente. Ma niente, niente.”
Shampoo si arrese all’evidenza. Era irruenta, non stupida e conosceva Mousse da quando aveva tre anni.
Mousse a quel punto avrebbe lasciato stare qualsiasi piano malefico di conquista e le avrebbe creduto, dichiarandosi impunemente.
Si calmò e Ranma la lasciò andare. Shampoo si girò verso di lui, cercando di dimenticare la sensazione strana di sentirsi soffocata minacciosamente dalle braccia di Mousse. Che non era Mousse. Forse.
“Tu quindi saresti… il mio.. Lanma?”
Il ragazzo annuì mentre si passò la mano dietro la nuca scompigliandosi un po’ i capelli, e mettendo l’altra mano sul fianco, sbilanciando  un po’ il bacino, esattamente come era solito fare Ranma.
A Shampoo fece subito strano quella gestualità fatta col corpo di Mousse.
“Oh cielo! Tu sei Lanma!! Mousse me la pagherà per questo!! NONNAAAAAAAAAAAAAA VIENI SUBITO QUI E’ UN EMERGENZAAAAA!” gridò con quanto fiato avesse in gola. Il suo adorato Ranma, intrappolato in quell’obbrobrio??
Giammai!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: RinoaHeart