Benvenuti
a questo nuovo
capitolo. Grazie a tutti coloro che mi leggono, come sempre. Siamo agli
ultimi
capitoli (cosa che dico dal 18° ma chissene...). Le cose vanno,
vanno...ma sarà
questo capitolo a parlare, ok?
DOVE
Marguerite camminava nervosamente
per la stanza, fissando gli agapanto
che avevano cominciato a fare bella mostra di sé, da quando
aveva messo piede
nella casa della figlia. Tutto questo è davvero
ridicolo andava
pensando...e quel che era peggio era che Oscar e André non
sembravano molto
turbati da tutto questo.
Era come se quella presenza
fluttuasse sulla sua testa, come una spada
di Damocle.
Per un momento, le parve di tornare
ai vecchi tempi...quando uno sgarro
equivaleva ad un vero e proprio ostracismo a corte. A quel pensiero,
scosse il
capo.
Siamo seri si disse, scuotendo il capo.
-Però questi fiori
stanno cominciando ad esasperarmi.- mormorò, prima
di incamminarsi in cucina.
In un primo momento, era rimasta
sorpresa, quasi lusingata,
considerando che non era più giovane come un tempo...ma con
l'andare avanti di
quella strana cosa, aveva finito con il perdere la pazienza.Non poteva essere che una signora
di mezza età come lei avesse un ammiratore
segreto...ASSURDO!INCONCEPIBILE!
Aveva sopportato molte cose nella sua vita ma quella persecuzione
floreale era assurda...alla sua età poi! D'istinto si
fermò. Non aveva più
pensato alla sua permanenza nel palazzo LaFayette, dopo
l'incendio...era un
ricordo che la faceva stare male.
Aveva scacciato con violenza tutto,
tutti i pensieri che
potevano nuocere al suo animo ferito ma anche così facendo,
pur essendo
complessivamente soddisfatta, sentiva che si trattava di una
serenità mutilata...
e quel pensiero guastava ogni cosa.
Spesso si era recata nel paesino,
partecipando al mercato e discorrendo
con gli abitanti. Persone gentili, abituati alla gente di passaggio e
molto
discreti con il prossimo. Il tempo volava e quel clima tranquillo,
senza troppe
preoccupazioni non le dispiaceva per niente. Mai, in tutta la sua vita,
era
stata davvero serena.
Prima si era dovuta far carico
delle aspettative dei suoi genitori, poi
di quelle della famiglia di suo marito, con tutto il carico di doveri
che esso
comportava. Aveva sopportato ogni peso ed umiliazione, con uno
stoicismo
difficilmente immaginabile...era giusto per lei trovare un po'di
tranquillità.
Eppure mi sembra
qualcosa a metà continuava a dirsi, in ogni
momento.
Quando andava al mercato di Brehan.
Quando faceva compagnia a Marie ed
Oscar.
Quando giocava con il piccolo Briac.
Quando conversava con
André o Girodelle.
Sempre.
E non poteva fare a meno di
guardare impotente la scomoda verità che,
in fondo, lui le mancava. Le mancavano le sue
stranezze. Le mancava la
sicurezza che quella presenza le suscitava...improvvisamente si
sentì pesante,
come se il peso di quell'assenza inattesa la schiacciasse verso il
basso.
Un peso che, con l'andar del tempo,
si faceva sempre più insostenibile.
Trascorreva i giorni in modo quasi
monotono...con quegli agapanto che,
invece di lusingarla, la stavano facendo preoccupare e basta. Devo
prendere
provvedimenti concluse, fissandosi le mani. Chiunque ci fosse
dietro, avrebbe imparato che non si poteva scherzare con la vedova di
un generale.
Rosalie aveva appena terminato di
allattare il piccolo Francois e, dopo
averlo sistemato un po, lo aveva di nuovo deposto nella culla. Quel
giorno
aveva un violento mal di testa e sembrava meno loquace del solito.
-E'un bambino molto vivace- fece
Oscar, accomodandosi meglio sulla
sedia. Nemmeno lei aveva dormito, come tutti gli abitanti della casa
del resto.
Il bambino non aveva smesso di piangere tutta la notte.
- Vi chiedo scusa- disse la donna
dispiaciuta.
L'altra scosse il capo.
- Sono le coliche- fece, sorridendo
divertita- e poi sperimentare cosa
ci aspetta farà bene a me ed André. Sto
diventando una balena e spero che
questo pargolo non mi faccia penare troppo.-
Rosalie ridacchiò.
Malgrado stesse per diventare
madre, non aveva perso il suo
temperamento, rimanendo la donna forte e priva di fronzoli che aveva
conosciuto. Quel particolare l'aveva rassicurata non poco...anche se
avrebbe
dovuto aspettarselo. Di tutte le persone che aveva visto, l'unico
capace di
accettare Oscar così com'era, era stato André.
Nessun altro lo aveva fatto.
Sì, potrebbe
davvero essere una brava madre si disse più
di quanto chiunque potrebbe
aspettarsi.
Marie se ne stava tranquilla
nell'immenso giardino dei Grandier. L'aria
dolce dei fiori si mescolava al sale proveniente dal mare, dandole una
bella
sensazione. Dacché avesse memoria, non ricordava un singolo
momento della sua
vita in cui fosse stata tranquilla e serena, come in quel momento.
Una nota stonata, comunque, le
impediva di essere felice del tutto...ed
era legata alla piccola vita che le cresceva in grembo.
Le rivolse un'occhiata distratta,
mentre rifletteva sul da farsi. Pur
non essendo completamente pentita, non andava comunque fiera di aver
ceduto in
quel modo. A farla capitolare era stato lo sguardo di Alain...fattore
che,
ragionando col senno di poi, si era rivelato un'arma a doppio taglio.
Quella lontananza l'aveva fatta
riflettere non poco e, sebbene avesse
avuto la possibilità di stargli vicino come desiderava una
sola volta, non
poteva non sentire
la sua mancanza. E si chiese se, malgrado il caos, avrebbe nuovamente
fatto ritorno.
Alain fissava silenzioso il
soffitto.
Benché fosse quasi
giorno ed il pavimento duro e umido, non aveva
voglia di alzarsi. Colpa dei pensieri, che non lo avevano lasciato un
minuto...e di quella strega che lo aveva trascinato con sé
in quel viaggio a
ritroso nel tempo.
Non voleva andare fino in quel buco
di posto e, ad essere onesti, più
volte era stato preso dal desiderio di fare subito marcia indietro...ma
non
aveva mai osato chiedere indicazioni a quella mora. Aveva come il
presentimento, infatti, che gli desse le risposte sbagliate, che lo
avrebbero
condotto in tutt'altra direzione.
L'impulso iniziale, fin dal
principio, era stato quello di andarsene.
Perché rimanere
lì con quella folle?
Perché stare ancora in
una catapecchia, in compagnia di una pazza
squilibrata che, invece di riabbracciare il padre perduto, aveva fatto
una
piazzata degna di una pescivendola del rione del suo quartiere?
Spesso si era domandato la ragione
dell'attrito ma non aveva mai
chiesto ai diretti interessati, come se intuisse la profonda
discrezione sulla
cosa.
Avresti potuto
chiedere a Marie
si disse, dandosi infine dello stupido. Era sempre stato uno zoticone
con le donne e, se talvolta gli andava bene, era dovuto al fatto che la
preda
del momento, altri non era che una femmina di mestiere. La faccenda di
Mademoiselle Chevalier lo pungolava ancora parecchio.
Per una volta, era stato
praticamente sedotto da una quasi monachella,
cadendoci come una carpa nella rete...e per un uomo di mondo, come
amava spesso
definirsi, rappresentava un cambiamento tutt'altro che indolore.
Gli era piaciuto andare a letto con
Marie?
La risposta era un sì
secco e insieme imprevisto.
La signorina Chevalier era una
donna per bene: testa sulle spalle,
carattere gentile e deciso alle volte, ottima lavoratrice e, cosa
ancora più
importante, molto attraente...se considerava il fatto che non aveva
fatto altro
che pensarci per diverse notti.
Alain si passò una mano
sulla testa.
Quasi non si riconosceva.
Un tempo, avrebbe trovato la
situazione in pochissimo tempo. Che cosa
accidenti gli stava capitando?
Proprio in quel preciso momento,
qualcosa ruppe la finestra malandata
della casa. Erin e Alain scattarono, fissando con orrore il pavimento
che, in
pochi istanti, si ritrovò circondato dalle fiamme.
Bernard uscì
dall'ambasciata il giorno dopo.
Aveva passato la notte presso il
diplomatico inglese, informandolo
sulle sue esigenze e sulle notizie che in quel momento circolavano.
Quasi si
stupì della velocità con cui certi avvenimenti si
erano susseguiti durante la
sua assenza dalla capitale.
Il re stava perdendo terreno,
sempre più prigioniero del vecchio
palazzo.
L'assemblea dominava, sottoposta ai
capricci di Luigi d'Orleans ed al
carisma di Robespierre. Il camaleontismo del primo lo preoccupava un
po',
soprattutto se considerava che l'amico aveva fondato parte della sua
carriera,
almeno inizialmente, sull'influenza del Borbone. Non gli piaceva quello
status
quo e, per certi versi, cominciava a riconoscersi sempre meno in quello
che
facevano i suoi vecchi amici.
Saint Just lo aveva tenuto a
distanza...ed ora, dopo aver sentito le
chiacchiere per la strada, comprendeva che il suo comportamento non era
casuale. Antoine era sempre stato molto bravo a riconoscere i pezzi
deboli.
Vattene via di qui.
Non è più il posto che fa per te sembrava avergli detto, tra le
righe...e lui se ne
rendeva conto solo ora, dopo aver parlato con l'ambasciatore.
L'inglese, in
modo forse voluto, aveva dato tutte le dritte sul clima teso che
aleggiava nel
Paese, dove ormai i confini erano così nebbiosi da perdere
consistenza, tanto
da mischiare le carte in modo assolutamente inatteso.
Come l'improvvisa
alleanza duratura tra Orleans e Robespierre.
Bernard ci pensò a lungo.
In parte capiva la strategia di
Maximilien, tuttavia quel tipo di
concertazione era, per lui, impossibile da accettare del tutto. I
francesi
erano morti per la Francia...e tutto quel sognare e sperare in un mondo
migliore, si stava trasformando in una disputa, in una spartizione del
potere
tra ricchi borghesi e nobili ancorati alle loro sedi.
Dove si
trova la Francia
che tanto ho sognato?fu il pensiero, colmo di delusione,
che riuscì a formulare, lungo la
via di ritorno. Aveva lottato a lungo, per tutta la vita, per abbattere
quei
muri ed ora se ne ritrovava altri meno diretti e definiti,
più difficili da
distruggere.
A quella vista, Chatelet
chinò il capo. Non era un politico ma un
giornalista, uno studioso. Non voleva saperne di trame e discorsi di
convenienza. Pur conoscendoli, in fondo, li disprezzava. Con quel
pensiero, la
mente brillante di Chatelet si arrese. Aveva profondamente appoggiato
la Rivoluzione.
Ci aveva creduto più di
chiunque altro...ma l'amicizia con André ed
Oscar, Rosalie ed il legame con Alain cozzavano talvolta con le scelte
della
causa. Bernard aveva spesso provato a conciliare le due cose, ma senza
successo.
La sua onestà di fondo,
spesso, aveva biasimato la velata ingiustizia
dell'attuazione di alcune imprese. Il fine giustifica i mezzi
amava dire
Saint Just ma Bernard non possedeva la sua stessa freddezza ed ora,
alla vista
della Francia che si stava formando, vedeva tutte le contraddizioni che
proprio
non riusciva a mandare giù e che avevano spinto Oscar a
lasciare il suo posto.
Chatelet, allora, non aveva voluto
vedere altro che il dolore di donna
della sua amica...ma ora, la crepa che separava la Francia sognata il
14 luglio
1789 e quella che vedeva in quel momento, era ormai troppo visibile.
E capì che la storia
aveva fatto il suo corso e che era tempo per lui
di prendere un'altra via.
-Sai cugino- fece
il collaboratore di Robespierre- non posso accontentare la tua
richiesta.-
Bernard aggrottò la
fronte.
-Perché?-
domandò-
Non mi sembra di chiedere molto. Non è la prima volta che
vado a vedere
l'assemblea nazionale.-
Saint Just sbuffò.
-Non puoi- ripeté-
La tua presenza non è gradita dal nostro alleato principale.-
L'altro non capiva.
-Ah sì?- chiese- E
chi sarebbe?-
Antoine si appoggiò
alla sedia, fissando la sua insalata. - Il principe d'Orleans...quello
che fa
finta di essere borghese. -rispose.
Bernard si
pietrificò.
-Starai scherzando,
spero- disse, cercando di star calmo- Abbiamo tentato di togliere ogni
feudalità da questo Paese...ed ora, dopo tanto sangue, ci
appoggiamo a quel
tizio?-
Antoine fece
spallucce.
-Così è-
rispose
laconico.
Gli occhi azzurri
del giornalista rimasero fermi e sbigottiti.
-Ma non è possibile!
E' un uomo corrotto, indegno di svolgere una simile carica...-
provò a dire,
prima di essere interrotto dalla risata crudele del cugino.
-Ma cosa credi?-
ribatté questi, fissandolo con sufficienza- Durante le
elezioni dei
rappresentanti, ci sono stati vari casi di corruzione che hanno portato
i
nobili a mischiarsi al Terzo Stato. Hanno macchiato i desideri dei
nostri
concittadini per le loro avidità personali, per impedire di
attuare le riforme
di cui il nostro Paese ha tanto bisogno...sai perché
Robespierre non lo
ostacola tanto?-
Bernard lo guardò
interdetto, senza più avere la forza di reagire.
-Perché il suo
potere può servire...e mira a logorarlo dall'interno per
rendere il suo ruolo
più solido- rispose- questa è la politica,
un'arte fatta d'inganni dove si
rischia di non vedere più cosa è e cosa non
è...e proprio perché tu non puoi sostenere
tutto questo, che ti consiglio di andartene. Torna nella tua nuova,
vera casa,
cugino...questo luogo non fa più per te.-
Scusate
per il ritardo.
Ho
tirato un po'via forse.
Bernard, dopo un primo entusiasmo, comincia a vedere che Parigi
è diversa
rispetto ad un anno prima. La sua delusione è davvero molto
marcata: Saint Just
è stato elusivo ma Chatelet ha capito che il cugino vuole
tenerlo lontano per non
essere costretto a toglierlo di mezzo. Spero
che sia venuto bene. Grazie a tutti.