Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: lily2000    02/07/2007    0 recensioni
Era una giornata fredda, grigia e buia, che rispecchiava perfettamente l’umore della ragazza dai capelli ricci e mori, seduta accanto alla finestra. Il suo sguardo color cioccolato era rivolto al paesaggio esterno, ma non lo vedeva. I suoi occhi erano vacui, vuoti. Avevano perso la scintilla che li faceva brillare. L’ avevano persa da quel giorno. [...] Harry Potter aveva gli occhi serrati con forza e una smorfia tutt’altro che rilassata, come invece fingeva di essere, ma infondo Hermione non lo biasimava, ognuno di loro tre, in un modo o nell’altro cercava di fuggire da quella situazione, ognuno di loro cercava di non guardare in faccia la realtà, di tenersi occupato… tutto pur di non pensare a quel giorno, che era partito come un allegro compleanno e che si era concluso con un funerale...
Genere: Malinconico, Introspettivo, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Buongiorno a tutti, cari lettori.
Vedo con piacere che molti leggono questa ff, ma con mio grande dispiacere che non tutti commentano. Certo, è inutile sperare che tutti tutti tutti recensiscano, però almeno chi ha messo questa storia tra i suoi preferiti un suo pensierino-ino-ino me lo potrebbe far avere no?? (lily2000 guarda i lettori con gli occhioni da cucciolo bisogno di coccole)
Bene (lily2000 lascia perdere l'espressione da cane-cuccioloso e passa in modalità segretaria-pratica-con-gli-occhiali-quadrati) ora possiamo passare al prossimo capitolo: da qui in poi le cose iniziano a farsi più movimentate, più complicate, più misteriose.
Buona lettura a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate! :)


4° Capitolo

Talking under the moonlight shadow - Chiaccherata al chiaro di luna


Questi pensieri e ricordi affioravano la mente di Harry Potter. Il ragazzo quella notte, aveva deciso di passarla sulla Torre di Astronomia, in quanto la temperatura era abbastanza tiepida per gli standard di Novembre e non erano previste lezioni.
Se ne stava tranquillamente seduto, con la schiena appoggiata alle fredde mura di pietra, con le gambe una distesa e l’altra piegata e un braccio appoggiato sul ginocchio di essa; la testa rivolta verso il cielo ad osservare le stelle che sopra di lui brillavano in quella serata senza nuvole.
Improvvisamente, sentì la porta cigolare ed una scura figura entrare.
Il moro si chiese chi potesse mai essere quella persona che oltre lui, aveva avuto l’idea di visitare la Torre di Astronomia quella notte. A quella distanza e sotto il riflesso delle stelle potè solo distinguere una figura maschile, completamente avvolta nel mantello della divisa scolastica. Osservandola più attentamente, mentre questa si avvicinava, notò che la sua sorpresa era pinamente riflessa sul volto del misterioso studente.
Quando si sedette Harry riconobbe lo stemma sul mantello: un Serpeverde; stranamente la cosa non lo sorprese, gli studenti delle altre cose normalmente se uscivano di notte andavano nelle cucine o intorno al lago. Raramente uno studente saliva sulla Torre, più spesso erano coppie in cerca di un posto in cui rimanere soli.
Da quanto poteva vedere al buio, il serpeverde aveva i capelli scuri, corti con una piccola frangia che ora ricadeva libera davanti gli occhi azzurri, rendendogli un aria molto spetttrale. Questo, stanco di tutto quel buio in cui non poteva definire perfettamente i lineamenti del compagno di scuola, accese un fuoco con la bacchetta.
Lggeremente sorpreso, per quanto un serpeverde lasciava far vedere sbottò:
“Potter! Passeggiate notturne? Sai, poteri denunciarti a Gazza o Piton, scommetto che passerai dei guai!” disse questa frase con le labbra spiegate in un ghigno senza però ricevere risposta. Se l'era aspettato, in fondo erano mesi che il ragazzo non apriva bocca se non durante le interrogazioni, ma stuzzicarlo senza ricevere risposta procurava sempre una strana sensazione. Una sensazione di in usualità, di stranezza. Così decise di provare a fargli spicciare qualche parola:
“Sai, se continuerai a mostrarti muto con gli studenti di Hogwarts potresti rimanere da solo. Anzi… forse sei GIA’ solo... Senza contare la Granger ovviamente.” E rimase in silenzio, aspettando e sperando in una risposta. Sinceramente, si sentiva uno stupido ad essere lì, seduto sulla Torre di Astronomia in piena notte a conversare con un Potter muto. Alzò gli occhi per osservare il cielo sopra di sé, pensando a degli argomenti che potessero portare il ragazzo a proferire qualche parola. Ma non ce ne fu bisogno perché inaspettatamente quando stava per riaprire bocca e ritentare con un altro argomento, sentì la voce del grifondoro. Era diversa da come se la ricordava, anche durante le lezioni il tono non era quello, era più cupo, esprimeva più solitudine, più tristezza; al contrario lì il tono gli sembrò più rassegnato che altro, forse anche più rilassato.
“Sai Zabini, ti potrà sembrare strano, ma è proprio ciò che voglio!”
Blaise non si era spettato questa risposta così sicura e determinata, detta senza alcun dubbio o incertezza. Così, dopo brevi istanti di sorpresa ribatté:
“Non ti dispiace essere allontanato da tutti? Non ti dispiace essere solo senza altra compagnia che la tua amica?”
“Esattamente!”
Nemmeno Harry sapeva perché avesse risposto, perchè aveva cominciato a rispondegl. Gli era uscito spontaneo, come se stesse parlando con Hermione o ancora di più, come se si stesse confidando con un suo vecchio amico, tipo i gemelli Weasley.
“Perché ti vuoi allontanare da tutti?” chiese Zabini con un ghigno sul viso ma sinceramente sorpreso: stava conversando civilmente con Harry Potter, lo stesso che combatteva contro i genitori della stragrande maggioranza degli studenti della sua Casa ed il Signore Oscuro in persona, lo stesso con il quale per anni aveva passato ad insultarsi e scontrarsi insieme al suo migliore amico.
“Perché voglio proteggerli!”
“Proteggerli?” Ora la voce e l’espressione del Serpeverde non nascondevano la sorpresa delle risposte sempre più strane che con il passare del tempo riceveva.
“Si, hai capito bene: proteggerli” ora la voce del grifondoro era leggermente irritata. Irritazione che celava i suoi sensi i colpa, perchè il ragazzo si riteneva colpevole della morte del suo padrino e di colui che considerava un fratello.
“E pensi di proteggerli evitandoli e chiudendo i rapporti con loro?” la voce del ragazzo che continuava a fare domande spinto dalla curiosità lo risvegliarono dal turbine di pensieri in cui era temoraneamente caduto. Dal canto suo il serpeverde non riusciva a capire come una persona potesse sperare di proteggere i suoi amici allontanandosi da loro. Tuttavia riflettendo un attimo e anallizzando il fatto che si trattava di Harry Potter, il bambino-sopravvissuto, o come veniva chiamato ora "il prescelto", l’immaginava. In ogni caso presto ebbe la risposta che pose fine a tutti i suoi dubbi.
“Se rimanessi con loro, li metterei nei guai per il semplice fatto che, come ben saprai, un certo Voldemort mi dà la caccia da ben 16 anni. Se continuassi a legarmi a loro li metterei in costante pericolo, come è successo a tutti coloro che mi sono stati accanto e che mi hanno protetto in tutti questi anni... prima i miei genitori, poi quelli dell'Ordine, poi Sirius e per ultimo Ron... Voldemort pur di ferirmi non esiterebbe a far loro del male. E poi…”
Qui si fermò, perché stava per rivelare qualcosa che nemmeno ad Hermione aveva mai detto. Fermandosi, si rese conto di essersi confidato con il nemico. Non capiva il perché del suo gesto, ma non se ne pentiva e non sarebbe tornato indietro.
In ogni caso non sapeva se andare avanti, quello che stava per dire riguardava i suoi sentimenti nel profondo da quando Sirius e poi Ron erano morti, sentimenti e pensieri che non aveva mai rivelato a nessuno. E non capiva perché esitasse a riferirlo. Non aveva avuto il minimo dubbio a decidere di non rivelare niente ad Hermione, nonostante lei fosse la sua unica amica rimasta e fossero praticamente cresciuti insieme. Eppure ora, che stava parlando con Blaise Zabini, non sapeva se confidarsi fino in fondo oppure no. Da una parte voleva finire il discorso iniziato, liberarsi da un peso che lo accompagnava da mesi, ma dall’altra parte Zabini era pur sempre un Serpeverde, il migliore amico di colui che per anni gli aveva reso la vita impossibile in quella stessa scuola. Però, lui stesso era un Serpeverde mancato, il Cappello Parlante l’avrebbe spedito lì se non fosse stato per lui e la sua scelta… Fu proprio il ragazzo che gli sedeva accanto ad interrompere i suoi pensieri:
“Poi…?”
“Dopo quello che è successo al 5° anno e quest’estate proprio non voglio più che nessuno abbia a che fare con me. Meno mi saranno accanto e più saranno al sicuro!”
Harry sentì le parole uscire automaticamente dalla sua bocca, ma non si fermò, lasciò che queste continuassero ad uscire dalle sue labbra, senza opporre resistenza.
Poteva sentire che dopo questa rivelazione, questa confidenza, il peso che sentiva da mesi si alleggeriva e che prendeva realmente coscienza del fatto che da quel momento in poi sarebbe rimasto solo, per proteggere gli altri. Tuttavia questa cosa non lo proccupava o impauriva, in fondo, se non per pochi casi eccezionali, lui era sempre stato solo; fin dalla sua nascita a quel momento.
Alla fine Zabini, nonostante si rendesse conto della tristezza del ragazzo accanto, non poté fare a meno di commentare, anche per spezzare la tensione creatasi:
“San Potter, non ti smentisci mai. Sei disposto a rimanere solo per il resto della tua vita e di soffrire pur di non far stare in pericolo le persone che ti sono accanto e che ti vogliono bene. Sei disposto a rinunciare alla loro amicizia, al loro appoggio che hai comunque avuto in tutti questi anni pur di metterli al sicuro, lontano dai guai.”
“Non mi disturba più di tanto, in fondo le persone che davvero mi sostenevano sono morte o comunque ancora mi sono accanto. Per il resto sono sempre stato solo! Fin da piccolo!”
“Sai cosa sto pensando?”
“No... Ancora no riesco a leggere nella mente delle persone.” Rispose sarcasticamente Harry.
Questa frase colpì entrambi, soprattutto il bambino sopravvissuto: erano mesi che non faceva una risata o una battuta; eppure ora era lì, in compagnia di un serpeverde, in una notte di Novembre nella Torre di Astronomia e dopo sole poche ore di conversazione pacifica, stava pian piano ritrovando il sorriso perso e che nessuno che lo conosceva bene aveva saputo tirar fuori.
“Scemo, non intendevo quello... Stavo pensando che potresti entrar a far parte del gruppo.”
“Quale gruppo?”
“Il mio. Con me, Draco, Pansy e altri serpeverde del settimo anno.”
“Mi stai chiedendo di entrar a far parte del vostro gruppo dopo anni di insulti e solo una notte di pacifica discussione?”
“Si.”
...
“Ci penserò! Troviamoci la prossima settimana sempre qui a mezzanotte. Porta anche Draco e se vogliono, qualcuno di questo gruppo!”
"Ottimo Potter. Vedo che nonostante tutto utilizzi ancora il cervello. Ci vediamo! Ora ti saluto, spero di riuscire a dormire almeno un paio di orette prima di scendere a fare colazione.”
“Buona idea. Scendo anch’io!”
Così i due ragazzi rientrarono tra le mura del castello e si diressero uno verso la torre dei Grifondoro, l’altro verso i sotterranei dei Serpeverde.
Quella notte i due dormirono ben poco e quando poche ore dopo si rividero in Sala Grande per la colazione, si scambiarono un occhiata, che non sfuggì ai rispettivi migliori amici. Ma, se Blaise raccontò tutto a Draco, facendogli spuntare una faccia tra il sorpreso e il divertito, Harry nascose tutto ad Hermione, la quale continuò a guardarlo di sottecchi, senza però insistere troppo. Sapeva che non sarebbe servito a nulla se non a farlo arrabbiare.



  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lily2000