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Autore: talinasomerhalder_    15/12/2012    8 recensioni
Evangeline Anderson,una comune ragazza al quarto anno del liceo artistico di Roma. Da sempre cresciuta con la madre,la ragazza ha quasi dimentico cosa significa aver accanto a se una figura parterna. Ovviamente questo fino a quando Josh Anderson non gli si presentò davanti alla porta,rivelando alla figlia la sua vera natura:era una cacciatrice di vampiri,proprio come lui.
Il suo scopo? Salvare il mondo dal Male. Non solo si ritroverà a combattere con i vampiri,ma anche con i Diavoli mandati in Terra da Lucifero,per avere il potere sull'umanità.
E' giustizia uccidere per vendetta?
Non sarà una battaglia facile,la loro. Aggiungiamoci Alisia,una malattia che porta alla pazzia;aggiugiamoci Allison,una vecchia antenata che si vendica contro chi non sa amare;aggiungiamoci una profezia;aggiungamoci infine un vampiro,Derek.
Derek che sarà la rovina di Evangeline. Derek che è un vampiro,che è spietato,che è cattivo.
Un'amore che va oltre contro ogni natura;un'amore che non può funzionare.
Ora..chi sono i cattivi? Chi sono i buoni?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona sera.
Sì,magari è tardi ma ho appena finito di scrivere e controllare il capitolo.
Spero ci sia ancora qualcuno sveglio per leggerlo :')
MI SCUSO PER IL RITARDO ç-ç Seriamente.Pensavo di pubblicarlo prima...ma ho avuto degli impegni anche con la scuola,amici e tutto.
Una vera seccatura.
Ma almeno una cosa positiva c'è.
Il capitolo è bello lungo u.u Mi sa che è pure più lungo rispetto agli altri due.
Questo capitolo è dal punto di vista di Evangeline,Derek e...Chris.Sì,ho messo anche lui xD

Boh,non ho altro da aggiungere.
Vi lascio alla lettura.

CAPITOLO TRE



« A scuola dici?!E' andata bene. »
Mentii,e lo feci per la seconda volta quella giornata.
Eravamo tutti riuniti a tavola,a mangiare degli hamburger accompagnati a delle patatine fritte,il mio accoppiamento preferito.Quando ero a casa,ricordo che pregavo la mamma di darmene un'altra porzione perchè non riuscivo a saziarmi.Ma ora...la fame mi era completamente passata.
Con una mano appoggiata sullo stomaco e l'altra con le dita che stringevano in pugno una forchetta,continuavo a giocare con le patate,sperando che Josh mi lasciasse andare in camera.
« Hai fatto amicizia con qualcuno? » Chiese questa volta l'uomo,cercando con i suoi occhi i miei.Ma io avevo la testa china e debolmente scossi il capo.
Istintivamente alzai lo sguardo per incontrare quello di Austin che mi era difronte.Mi sarei aspettata che avrebbe ribattuto,che mi incolpasse di nuovo come precedentemente aveva fatto...ma nulla.Lo sguardo serio ancora posato sul piatto ormai finito.
« Meglio così,allora.Ma ora mangia,hai bisogno di forze per gli allenamenti.A pensarci bene dovresti anche ingrassare di qualche chilo,non ti farebbe male.Con quel corpo non riusciresti neanche ad abbattere un coniglio. » Sbuffò Josh,facendomi sentire inutile.
« Sono pur sempre una ragazza. » Ringhiai a denti stretti « Si sa che le donne non sono forti quanto gli uomini.Se poi per uomo intendiamo vampiro,pensa tu che io gli faccio un baffo! »
No,non è che avessi scarsa stima di me stessa,ma quella era la pura verità.Come poteva una ragazza battere un vampiro?Era roba da pazzi!
'Io non sono Anita Blake,papà!'
Sentii gli uomini a tavola sogghignare ed istintivamente incrociai le braccia al petto offesa.
« Ti sottovaluti,Evangeline.Se ti ci metti d'impegno e costanza,in pochi giorni potresti riuscire a battere Austin in uno scontro.Vedrai che il tuo maestro ti insegnerà tutto a tempo dovuto. »
« Questo lo vedremo... » Sentii borbottare il ragazzo,sentendosi preso in giro,probabilmente.
« Pesa tipo il doppio di me ed è alto il triplo!Mi prendi in giro? » Chiesi io scetticamente,inarcando un sopracciglio.
« Hai poteri che ancora non sai di avere.Quando il tuo marchio inizierà ad ardere,allora sarai pronta. » Si alzò dal tavolo ed iniziò a sparecchiare,vedendo che non avevo più intenzione di mangiare.Almeno questo lo aveva capito.
'Il marchio?Ma quale marchio?'
« Ma di cosa stai parlando? »
« Presto capirai. »
E quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.Strinsi forte i pugni e mi alzai in piedi,stizzita.
« E' da quando sono qui che non fate altro che dirmi che presto capirai!Sto rinchiusa nella mia stanza da giorni e voi non mi avete ancora detto niente di cio' che mi spetta sapere.So solo che la mia vita è cambiata radicalmente da quando sei tornato.Ma è cambiata in peggio.Avevo una vita così piena senza di te,amici,migliori amiche,dei buoni voti a scuola...perché sei tornato?Perché non capisci che così mi fai solo del male? » Lo vidi irrigidirsi e serrare la mascella.Mordendomi la guancia interna,continuai « Sono notti che faccio gli incubi,Josh.Per quanto dovrò andare avanti? »
'Incubi...Derek...'   Sta' zitta,coscienza!
« Sta' zitta! » Tuonò lui.Se sperava di riuscire a farmi zittire usando quel tono,allora si stava sbagliando di grosso.
'Non mi conosci,papà.'
« Sta' zitta un corno!Io non voglio essere come te,perché non lo capisci? »
Stavo urlando,e lo stavo insultando pesantemente.E questo a lui non andava evidentemente bene,perché si alzò dal divano e con sguardo serio me lo ritrovai subito davanti.
Fu tutta questione di pochi secondi.
Lui che alzava la mano,io che rimanevo immobile non capendo cosa volesse fare,e un attimo dopo la mia guancia inizio' a bruciarmi dannatamente forte.Mi portai istintivamente una mano su di essa,mentre l'urlo di Austin echeggiò in tutta casa.
Mi sembrò di tornare al passato,quando ero con la mamma.
Neanche quando mormorò un 'scusa',non mi decisi ad aprire gli occhi.Iniziai a tremare,mentre sentivo le gambe molli.
'Nessuno mi aveva mai picchiata.'
« Ma sei impazzito?Evangeline,fa vedere. » Il ragazzo stava sgridando l'uomo,che non avevo neanche più il coraggio di chiamare padre.Mi poggiò una mano sulla spalla,facendo da parte Josh,ma mi scansai subito.Lo spinsi con una mano lontano da me,ed allora mi decisi a riaprire gli occhi.
Mi ritrovai puntati addosso due occhi color nocciola,che mi scrutavano preoccupati.Rilassai i muscoli delle spalle e sospirai.
'Brucia...ma fai finta di niente.Sopporta in silenzio,tu sei forte.'
Cercai di auto convincermi ascoltando quella vocina interna,che non mi lasciava stare da settimane.
Guardai schifata in faccia l'uomo che aveva osato alzarmi le mani per alcuni secondi e poi presi parola.
« E' così che facevi?Con la mamma..intendo.Quando la trovavo in camera sua a piangere in silenzio,era perché la picchiavi? » Cercai di apparire dura,ma la mia voce mi tradì.
Josh aveva gli occhi sgranati e si guardava la mano come se non fosse stato cosciente quando aveva fatto quel gesto.
Come se non riuscisse a credere di avermi alzato le mani.
Austin invece guardava la scena in silenzio,non sapendo bene cosa fare.
« Io...le dicevo di stare zitta,era lei che non capiva. »
Mi lasciai sfuggire un sorriso amaro.
Avevo amato quell'uomo,ma poteva davvero essere chiamato tale?!
« Lei ti amava,razza di imbecille! » Sbottai inviperita. « Lei...mi parlava sempre bene di te!E tu che le...oh cazzo. » Sgranai tutto ad un tratto gli occhi e mi portai una mano alla bocca.
'...E se l'avesse anche vio-iolentata?'
« ...Tu l'hai anche...cioè...hai fatto altro...insomma... » Stavo balbettando,non riuscivo neanche a parlare.
« No,Evangeline!Non ho fatto nulla contro la sua volontà! » Si affrettò a chiarire lui,guardandomi sbalordito a dir poco.
Scossi il capo,passandomi una mano tra i capelli biondi.Cercai di calmarmi,facendo tornare il battito del cuore regolare e poi ripresi a parlare.
« Parli tanto che dobbiamo liberare il mondo dal male...che i mostri sono loro.Ma tu,ti credi davvero migliore di quelli? »
A quella domanda lo vidi irrigidirsi e ringhiare tra i denti un 'Non paragonarmi a loro.' Ma mi ritrovai a ridere.
« Io non ti sto paragonando a loro,papà.Io ti sto dicendo che sei come loro. »
E detto ciò girai i tacchi e a passo svelto,me ne andai in camera mia.

Entrai di corsa in bagno,chiudendomi la porta alle spalle.Chiusi gli occhi e mi lasciai scivolare sulla porta,strusciando contro essa,fino ad arrivare con il sedere a terra.
Perché dovevano deludermi sempre le persone a cui volevo bene?
Perché a me?
Morsi forte il labbro,ma poi sussultai quando iniziai ad avvertire dolore.Probabilmente avevo un piccolo tagletto su di esso,bah pazienza.
Da sotto riuscivo ancora sentire le loro voci,anzi le loro urla...mi ritrovai a sorridere per non piangere.Avevo messo nei casini anche Austin per colpa mia,ma non era mia intenzione.
Dovevo essere forte e affrontare la realtà.
'Ma è questo il punto,Evangeline.Tu non sei forte.'
Proprio in quel momento sentii qualcuno bussare alla porta del bagno.Sussultai per lo spavento e deglutii sperando non fosse Josh.
 Chi era?
Ma la risposta non tardò a venire.
« Ti prego apri... » La sua voce arrivo' alle mie orecchie come un sussurro,una preghiera,e mi rannicchiai di più su me stessa.
'Ti preoccupi per me,Austin?'
« Vattene! »
« Evangeline,apri questa dannatissima porta. » Il suo tono era calmo,non minaccioso.Chiusi per un momento gli occhi e sospirai cercando di trovare una scusa per non farlo entrare.
« Sono nuda!E...tu non vuoi vedermi nuda,no? » Chiesi alzando un sopracciglio,coprendomi il volto con le mani.Fa che rispondi di no,ti prego.
« 'Sti cazzi,rivestiti.Ti do' cinque secondi poi entro.5...4...3... »
'Stava davvero facendo il conto alla rovescia,non stava scherzando!'
Feci appena in tempo ad alzarmi in piedi che la porta venne spalancata.
Mi rivolse uno sguardo divertito incrociando le braccia al petto.
« Cretino,e se davvero fossi stata nuda?Ma sei impazzito? » Lo rimproverai,iniziando a gesticolare con le mani.
« Be'...in realtà ci speravo. » E di nuovo quel ghigno si impossessò delle sue labbra,facendomi ridere.
Ma subito mi zittii,a causa del labbro dolente.Non avevo neanche visto in che condizioni fosse.
« Fa guardare... » Disse solamente lui tornando serio,mentre mi prendeva il viso tra le mani.Feci per tirarmi indietro,ma niente.Mi trattenne con la forza.
'Sì che io ero testarda...ma lui era irremovibile!'
Mi passò il pollice sul labbro inferiore,mentre esaminava la ferita.
La fronte corrugata e gli occhi puntati sulla mia bocca,la scrutavano curiosi e preoccupati.Restai immobile sotto il suo sguardo,avendo paura di fare qualche passo falso.
« Peccato sia sulle labbra... » Lo sentii mormorare,allontanandosi da me e facendomi segno di andarmi a sedere sul marmo,vicino al lavandino.
« E perché? »
E così feci.Mi andai a sedere lì issandomi,e rimasi ad aspettarlo mentre tornava con del disinfettante e qualcosa simile al cotone bianco.
« Così... » Lo vidi corrugare la fronte mentre si avvicinava piano.
No,la sua risposta non mi convinceva.Ma non riuscivo a ragionare lucidamente con lui così vicino,quindi non gli chiesi alcuna spiegazione.
Si abbassò di poco alla mia altezza e con quel cotone bagnato,iniziò a tamponarmi delicatamente la ferita,come se avesse avuto paura di farmi male,cercando di medicarla.
Ora avevo capito il motivo per il quale mi avesse fatta sedere:non riusciva a raggiungermi.Storsi la bocca in una smorfia,rassegnandomi al fatto che fossi alta 1.69.
Gli osservai i muscoli delle spalle possenti e le braccia muscolose coperte solo da una maglietta nera a mezze maniche.Questo dava da pensare fosse un ragazzo che frequentava spesso la palestra,e si allenava duramente se era riuscito a raggiungere tali risultati.
« Austin...perché tutti a scuola ci,anzi mi correggo ti fissavano? » Chiesi allontandoli la mano di poco,per permettermi di parlare.
« Era così evidente? » Sogghignò lui.
« No guarda!Avevi tutta l'attenzione del cortile addosso...poi il fatto che sia la tua fidanzata,è assurdo.Spiega.... »
« Diciamo che sono il capitano della squadra di basket della scuola e per due anni mi sono divertito con alcune cheerleader. Sai...il periodo dell'adolescenza in cui stai passando tu.Ormoni a palla,i momenti difficili in cui pensi che il mondo ti sia contro e che ce l'abbia con te.Pensi di essere diverso,il tuo corpo non ti piace e tutte quelle cazzate lì.»
« Aspetta...mi vorresti dire che sei il ragazzo più figo della scuola e quindi...sì,tutte fanno le gatta morte con te? » Mi trattenni dallo non scoppiargli a ridere in faccia.
« Una cosa del genere. » Si vantò sorridendomi.
No,questa volta gli scoppiai davvero a ridere in faccia.E non mi importava se la ferita faceva male,non riuscivo a fermarmi.
E io che pensavo ci fosse sotto altro!Che stupida.
« Ha-ha-ha divertente! » Borbottò lui,guardandomi male.
« Ma...sei serio? » Dalla sua espressione potei constatare che sì,era serio. « Ne ho visti di altri carini...nella scuola oggi. » E subito il mio pensiero vagò su di lui.
Lo vidi farsi scuro in volto ed irrigidirsi completamente.
'Cos'ho detto di sbagliato?'
« Intendi dire Wilson ? » Aveva praticamente sputato con tutta la rabbia quel cognome.Mi ritrovai a guardarlo con un'espressione accigliata,non capendo a chi si riferisse.
« Chi è Wilson? »
Lo vidi alzare gli occhi al cielo e passarsi una mano tra quei capelli corvini,con fare nervoso e spazientito.
« Derek,chi se no! Avanti Evangeline,il vampiro che ti ha aggredita! »
'Derek...'

E fu così che una lampadina si accese.
Il suo nome mi fece sussultare.Il vampiro...l'incubo che facevo da tempo...era lui.
Ecco dove avevo già sentito quella voce,dove avevo già visto quegli occhi,quei capelli.
Il mio cuore perse un battito o forse due...o forse anche tre.Lo sentii fermarsi e chinarsi per vedere come stessi.
'Non so come fosse possibile ma potei giurare di non sentirlo più.'
Per un momento rividi davanti ai miei occhi quelle due pozze azzurre che mi tenevano compagnia ogni notte,quegli occhi,quelle labbra che nel sogno tanto bramavo.
Mi sarei potuta immaginare tutto,ma non quello!
Tutto ad un tratto sentii due braccia possenti scuotermi ripetutamente,facendomi così tornare alla realtà.
« Evangeline,Evangeline!Ma che ti è preso? »
Avevo il fiatone,ma la cosa positiva era che il cuore aveva ripreso a battere,come prima.
Mi portai una mano al petto,rallegrandomi nel sentirlo ancora e socchiusi gli occhi,ascoltando quella pulsazione tanto piacevole.Quel tum tum tum continuo...era piacevole.
« Scusa...stavo pensando a...agli allenamenti. » Buttai lì stringendo il mio corpo minuto con le braccia.
Mi sorrise comprensivo e mi accarezzò i capelli.
« All'inizio saranno duri.L'adrenalina,sentirai tutte le parti del corpo dolerti...per un po',almeno fino a quando non ci farai l'abitudine. »
« Cosa intendi dire? »
« Mark sarà un bravo insegnante.Cercherà di risvegliare in te quell'istinto assisino che ti permetterà di uccidere quei mostri;è questo il marchio di cui parlava Josh.I vampiri si stanno moltiplicando in migliaia e tu devi impedirlo,Evangeline.Dovrai impegnarti e diventare brava. »
'Tu la fai facile!'
« Ma...sono solo io ad essere una cacciatrice?Insomma...anche Josh è un cacciatore,perché non può ucciderli lui?Io infondo sono solo una ragazzina. » Dissi non capendo.
« Ma tuo padre è vecchio! » Se ne uscì lui ridacchiando « Sì,altri cacciatori è ovvio ce ne siano...ma sono in altre parti del mondo.Solo che tu sei la più giovane,tutto qui. » Poi aggiunse « I vampiri non minacciano solo Chicago...i vampiri sono tra noi. »
Quel 'noi' mi fece venire la pelle d'oca.
Annuii scendendo dal lavabo,e stiracchiandomi.
'Che si fotta Derek,che si fottano tutti in generale.Io ho una missione ed è mio dovere portarla avanti, e che mi piaccia o no,con o senza l'aiuto di Josh,io sarò all'altezza di portarla avanti.Non ti deluderò,Austin.


'


DEREK'S POV
Iniziai a dischiudere lentamente gli occhi,quel tanto che bastava per farmi vedere che era già mattina.
No,non mi ero svegliato per via dei raggi del sole che illuminavano la stanza,e che davano fastidio ai miei occhi chiari,ma per delle carezza fastidiose sul petto.Proprio lì,sulle cicatrici.
Quelle mani che esperte vagavano sul mio corpo,non mi eccitavano più come una volta.E questo anche lei sembrava averlo capito,ma non demordeva mai.
'Un giorno riuscirò ad avere il tuo cuore,come tu hai rubato il mio.' diceva.
'Bah,cazzate.'
Quale cuore?Io non avevo un cuore,i vampiri non hanno un cuore.
Morti che cammino.Mostri.
Era così che venivamo chiamati dai cacciatori.Luridi bastardi.
A pensarci bene erano anni che non ci veniva più data la caccia.Erano anni che liberi,indisturbati,vagavamo per Chicago manipolando degli stupidi umani.
Loro erano deboli,indifesi e stupidi,sì.
Ma lei non era così.Qualcosa mi diceva che lei non era come gli altri.
Anzi no,forse stupida lo era davvero.Quale altro essere umano mi avrebbe saputo tener testa in quel modo?Quale?
Non aveva urlato di paura,nonostante l'avessi sentita tremare come una foglia.Riuscivo a fiutare la sua paura,ma da orgogliosa ragazzina non aveva gridato aiuto.
Mi lasciai fuggire un sorriso sghembo,ripensando ai suoi occhi da cerbiatta che mi pregavano di smetterla e di andare via.
'Stupida umana.'
Ma qualcosa mi fece irrigidire all'istante.La mano di Daphne stava scendendo verso il basso,fin sotto le coperte.La presi di scatto per il polso e girai la testa di lato,incrontrando il suo sguardo eccitato.
« Tieni le mani apposto. » Le dissi,mentre lei sbuffando ritraeva la mano,offesa.
« Le carezze di ieri notte però ti erano piaciute... »
« Quale parte del 'era solo sesso' non ti è chiara? » Quando pronunciai quelle parole,potei giurare di vedere nei suoi occhi passare qualcosa.
'Rabbia' 'Umiliazione' 'Rifiuto'
Serrò subito i denti e alzandosi dal letto,si abbassò per riprendere i suoi vestiti.Non mi girai a guardarla,non mi importava di averla ferita.
Ma ferita di che,poi?
I vampiri non provano sentimenti.Noi non siamo umani.
« Perché non possiamo essere come Brianna e Chris,eh?Me lo spieghi?Conto così poco per te?Una scopata e...basta? » Ringhiò tra i denti lei,e io non potei fare a meno di sogghignare.
« Sì.Per me è solo una scopata e basta. » Risposi neutro alzandomi anche io dal letto,incurante del suo sguardo che vagava ed ammirava il mio corpo nudo. « Ora esci. »
Le ordinai duro,e in due secondi aveva già abbandonato la camera.

Dopo essermi cambiato scesi di sotto,dove trovai tutti gli altri.Anzi,quasi tutti.
« Dov'è Chris? » Chiesi andando verso l'armadietto degli alcolici per scaricare la tensione che quella mattina avevo accumulato.
Si girarono tutti a guardarmi,ma con una scrollata di spalle fu Adrian a rispondermi « Diceva di avere fame... »
Alzai un sopracciglio.
'Mi prendeva in giro?Ma se eravamo andati a caccia ieri sera!'
« Brianna tu ne sai qualcosa? »
« No.Si sarà alzato molto presto,perché quando mi sono svegliata non l'ho trovato a letto.Magari ieri non si era saziato » Cercò di difenderlo lei,guardando verso la porta nella speranza che il ragazzo entrasse in quel momento stesso.
Storsi la bocca e versai il contenuto della bottiglia di vodka nel bicchiere,poi lo bevvi tutto d'un sorso,mandandolo giù veloce.
« Daniel... » una voce giunse dalle scale alle nostre orecchie.Ah,quanto era irritante. « Ti va di accompagnarmi a scuola oggi? »
Scese con il suo abitino stretto,circondato alla vita da un fiocco rosa che la rendeva un confettino,sensuale,come sempre d'altronde.Aveva un corpo da invidiare e non potei non ammettere che era bellissima.
Aveva usato la voce da gattamorta con Daniel,probabilmente per lanciare un frecciatina a me.Alzai gli occhi al cielo,mentre gli altri stupiti la guardavano.
« ....Io? » Si indicò lui,con sguardo perso nel vuoto,incredulo.
Tutti avevano ormai capito che avesse una cotta per me,ma la cosa che sorprese tutti o quasi fu che quella mattina faceva la spavalda con Daniel,il nuovo arrivato.
« Sì,proprio tu. Qualcun altro in questa stanza ha perso la testa per una ragazzina,e non è contento delle mie attenzioni a letto. » Ammiccò lei,mentre mi passava accanto,sfiorandomi un braccio.
Feci una smorfia con le labbra e sfoggiando un ghigno dissi « Hai mai pensato a prostituirti?Sai,gli uomini che non possono permettersi attenzioni da altre donne,ma solo da puttane pagano bene. »
« Vaffanculo,Wilson! » Mi urlò contro lei,mentre si prendeva il ragazzo sotto braccio e usciva fuori,sbattendo la porta.
'Ouch!'
La risata che prima si era creata nella stanza,cessò subito quando Adrian prese parola « Perché ha detto che hai perso la testa per una ragazzina?Per quella ragazzina? »
'Ah!Non ci sia una volta che apri bocca per dire una cosa sensata,Adrian.'
« La gelosia rende cieche le persone.E aspetta...ti sembro il tipo da perdere la testa per un'umana? » Chiesi portandomi una mano al cuore fingendomi offeso,per avermi 'insultato'.
Rise ed annuì con il capo,dandomi così ragione.
Sarei dovuto andare a scuola,ma la cosa che in quel momento mi preoccupava era Chris.Non era bello vederlo incazzato,e io ieri lo avevo fatto arrabbiare parecchio.
'Idiota.'
« Io vado. » Dissi semplicemente uscendo fuori di casa,con lo zaino in spalla.

Feci una smorfia nel vedere la macchina fuori dal vialetto mancare,avendola già presa Daphne e mi incamminai a piedi.
Avrei potuto correre nel bosco, sicuramente avrei fatto prima.
Ma quell'aria mattutina ed il vento che mi accarezzavano la pelle,era tanto piacevole.Ispirai a pieni polmoni l'aria fresca e sorrisi.Sorrisi dandomi dello stupido,un'altra volta.
Quel gesto era tanto umano.
Tanto umano da farmi schifo.
I ricordi facevano schifo.

1898.Londra.
« Derek ne abbiamo già parlato,figliolo.Tutti i giovani della tua età si arruolano nella leva militare,per difendere la propria patria.Vuoi per caso che tutti mi deridano per colpa tua?E' questo che vuoi? » L'uomo mi guardava serio in volto,come se stesse per esplodere da un momento all'altro..Ma la sua postura era composta e ordinata come sempre.
Io non ero fatto per stare al fronte.Per difendere la patria.Io semplicemente non volevo.
« Mi dispiace,padre.Ma non tornerò più lì...provvedirò a mandare una lettera al tenente con le dovute scuse. » Parlai lentamente,cercando di allentare quella stupida cravatta che avevo dovuto indossare per incontrarlo.
« Tu non capisci!Cosa diranno di me i miei colleghi?Che ho dato al mondo uno...non so neanche come chiamarti!Scansafatiche forse.Sei la vergogna della nostra famiglia,Derek.Tu non puoi essere sangue del mio sangue. » L'uomo sputò quelle parole,che mi arrivarono dritto dritto al cuore.Quel piccolo organo posto alla sinistra del petto,che ora sembrava aver smesso di battere.Avevo deluso mio padre.E con lui tutti gli Wilson.
Scossi il capo,buttando a terra la cravatta,proprio ai suoi piedi.
« Di me non ti è mai importato?Mi hai mai chiesto cosa voglio realmente diventare?Avanti dillo che a te importa solo del tuo fottuttissimo orgoglio,papà.Ma sai cosa ti dico?Che questo scansafatiche non lo vedrai più.Perchè sono io che mi vergogno di stare in una famiglia come questa... »
Lo lasciai solo nell'enorme sala della villa Wilson,dandogli le spalle,correndo così fuori.
Corsi per i corridoi sentendo le serve borbottare tra loro,o altre provavano a rivolgermi la parola preoccupate 'Ma dove va così fretta,signorino?' Ma non ne ascoltai neanche una,non mi fermai per dare nessuna spiegazione.
Mi ero stancato di stare al fronte,di essere comandato a bacchetta da mio padre.Io volevo essere libero.
Corsi lontano,fino a fermarmi in un campo.
Mi fermai avendo il fiatone e guardandomi intorno potei constatare che ero solo.Nessuno mi avrebbe visto.
Tirai un forte pugno al ciliegio che mi ero ritrovato davanti,facendo avanti e indietro e cacciai un forte urlo.
'Un signorino non può assumere un simile atteggiamento.' 'Un signorino deve imparare le buone maniere.E' un nobile,come suo padre.'
Mi appoggiai con la schiena al tronco robusto dell'albero ed iniziai a spogliarmi di quegli abiti scomodi e profumati di lavanda.Sembravo tanto mio padre,conciato in quel modo.
Mi lasciai cullare da quel venticello,e dal dolce rumore delle foglie che cadevano e si posavano al suolo.
'Sei la vergogna della nostra famiglia.'
Umiliazione.
Tradimento.
Vergogna.
Una folata di vento mi accarezzò la pelle e rabbrividii.Chiusi gli occhi perdendomi in quella piacevole sensazione e sorrisi amaro.
Mi dispiace padre.Di non essere stato il primogenito che hai voluto,e di non essere stato all'altezza del futuro che avevi riservato per me.Ma io non voglio un futuro preconfezionato,già scritto.Io voglio poter scoprire il mondo,far quello che voglio.Innamorarmi,avere una famiglia,dei figli.E non morire in guerra.
Volevo solo che tu avessi fiducia in me,padre.Ma credo di aver chiesto troppo.

 


CHRIS'S POV
La ragazza nuova.Non c'era voluto tanto a trovarla.La signora della segreteria era stata tanto gentile da farmi dare un'occhiata veloce all'elenco di tutti i ragazzi registrati dell'istituto.
Sorrisi beffardo,individuando l'ultimo nome alla fine della lista.
'Evangeline Anderson.'
Be',quante ragazze nuove potevano esserci al quarto anno?
Mi feci dare i suoi dati,e potei ammirare la sua fotografia.
Era carina,si.Ma il sorriso che aveva dipinto in volto e gli occhi da cerbiatta che sembravano emanare felicità e amore da tutti i pori mi fecero venire il voltastomaco.
Era decisamente una ragazzina viziata,come le altre umane d'altronde.
Mi feci dare la sua fotografia e dopo averla esaminata per bene,me la misi nella tasca del pantalone.
Decidendo così di farle una visita.
'Tanto per darle il benvenuto.'
Sogghignai al solo pensiero e correndo mi diressi all'indirizzo che la segretaria mi aveva fornito.
Rimasi accigliato ed interdetto quando mi accorsi che quello era l'indirizzo di Anderson.Quel bastardo!
'Quindi sei sua ospite,Anderson. Umh...un motivo in più per toglierti di mezzo,non credi piccolina?'
Se Derek non aveva intenzione di ucciderla ora,allora lo avrei fatto io.
Se sapeva della nostra esistenza,allora non c'era da fidarsi.
Dovevamo eliminarla ed in fretta anche.
Non avrei detto niente a nessuno,avrei agito da solo.
Perché a dirla tutta,sapevo che nessuno dei nostri avrebbe disobbedito agli ordini di Wilson,e questo mi faceva rabbia.
'Femminucce!'
 


EVANGELINE'S POV
Quella mattina mi ero alzata dal letto,con il sorriso sulle labbra.
Non per via di Josh,ma perché me lo sentivo dentro.Sentivo che quella giornata sarebbe stata diversa,e io non sbagliavo mai in previsioni.
Sì,ero tipo una veggente.
'Cacciatrice...veggente...umh...non male!'
Ironizzai passandomi il pettine nei capelli.Tentai inutilmente di lisciargli ma nulla.Non ne volevano sapere di starsene apposto.Sbuffai e prendendo la borsa mi auto-convinsi che non dovevo andare in discoteca,ma a scuola.Quindi non dovevo essere perfetta,no?
Scesi di sotto,accorgendomi però che Austin non fosse presente in cucina.
« E' andato a scuola prima.Aveva il compito di diritto alla prima ora,quindi non poteva permettersi di arrivare in ritardo.Ti avrei prestato la mia macchina,ma non hai la patente.Puoi comunque andare a piedi,ma prima fai colazione. »
Josh mi spuntò alle spalle facendo cenno di accomodarmi a tavola.
'Certo.E' bello far finta che non sia successo nulla,vero?'
Lo guardai male,e con indifferenza gli girai le spalle avviandomi così alla porta.
No,non mi aveva inseguita.Non mi aveva presa per il braccio e chiesto delle scuse.
'Fottuttissimo orgoglio maschile!'

Era ormai da un po' che me la facevo a piedi canticchiando qualche canzone italiana.Mia madre e Roma mi mancavano più di ogni altra cosa.
Un giorno però sarei tornata,e sarei tornata ad avere la mia vita,da normale ragazza romana.
Sì,sarei tornata.Un giorno.
Qualcosa però mi fece distrarre dai miei pensieri.Un rumore alla mia destra.
Girai il capo e mi fermai un attimo.Accorgendomi però che non ci fosse nessuno.Anzi,ero sola su quel marciapiede.
Risi dandomi della stupida,avrei potuto giurare di aver sentito qualcuno chiamarmi da lontano.
'Sto davvero diventando paranoi....'
Non potei finire la mia frase che sentii qualcuno prendermi in braccio.
Urlai,ma questo mi tappò la bocca con la mano.
O almeno pensai fosse un questo,dalle sue mani possenti.
Insomma...reggermi con tanta facilità non era mica facile.
Gli morsi il palmo ma questo non cedette e non tolse la mano.
Fu tutto così veloce...
Ora mi trovavo in un bosco.
 


DEREK'S POV
Stavo guidando,fissando attentamente la strada quando potei giurare di aver sentito una ragazza gridare.
Alzai un sopracciglio dandomi liberatatamente del paranoico,continuando così a guidare.
Ma un secondo grido mi fece inchiodare bruscamente l'auto.
Quella
voce.
La sua voce.
Urlava un vaffanculo.
'Sta zitta stupida!' Riuscii a sentire grazie al mio udito sviluppato una volta sceso dalla macchina.Ma non riuscivo ad associare un volto a quella voce.Le urla provenivano dal bosco.
Feci per raggiungere quelle voci,ma mi fermai sul posto.
Io...perché dovevo andarci?
'A me appunto non importa nulla.'
Strinsi i pugni e mi passai una mano nei capelli nervoso.Aspettai qualche secondo,sperando forse che le urla cessassero.Ma no,lei continuava a dire a qualcuno di lasciarla stare.
Poi mi ricordai improvvisamente di Chris.
Ieri era incazzato perché non l'avessi uccisa,la riteneva pericolosa per la nostra famiglia e questa mattina non c'era.
Tutto coincideva.
Sgranai gli occhi e senza pensarci due volte iniziai a correre verso il bosco. Riuscii a schivare alcuni alberi,sentendo la rabbia ribollirmi in corpo.
 
Arrivai lì appena in tempo per scaraventare Chris a terra;un paio di metri più in la,prima che le azzannasse la gola.
Sentii le vene sotto gli occhi prendere vita e gonfiarsi.Poi i canini spuntare,pronto ad attaccare il mio compagno in caso questo avesse deciso di mettermi le mani addosso.
O il contrario.
Mi girai quel tanto che bastava per vedere il suo viso ed il suo corpo tremare,proprio come una foglia.
Il suo sguardo smarrito si posò nel mio e la vidi sussultare.Si coprì il volto con le mani per non vedermi in faccia e urlò di paura.
'Brutto bastardo.'
« Cosa cazzo hai fatto ah? » Urlai cercando di calmarmi,inutilmente direi.
« Cosa faccio?Quello che tu non hai le palle di fare!Ucciderla,toglierla di mezzo. » Ringhiò lui venendomi incontro.
« Ti avevo detto chiaramente di non farlo. »
« E secondo te io prendo ordini da uno pivello?Ho molti più anni di te,so quello che faccio.Questa ragazzina è un pericolo. »
Risi difronte alla sua affermazione.
« Sei più grande di me,ma non hai le palle di affrontarmi in uno scontro eh,Chris? » Inclinai il capo di lato e sorrisi sghembo « A casa ne riparliamo,ora vattene. » Dissi duro tornando normale.Il volto era tornato umano.
Lui scosse il capo e mi fronteggiò « No,io non me ne vado.La voglio morta. »
« E io invece ti stacco la testa se non te ne vai subito da qui.E' chiaro il concetto o vuoi che ti faccia il disegnino? » Lo fissai negli occhi,ammiccando un sorriso.Era così divertente sfotterlo.
« Io.non.ho.paura.di.te. » Peccato però che nel dirlo la voce lo avesse tradito.Fiutavo la sua paura.E lo avrei preso per il culo ancora un po' se non fosse stato per Evangeline che aveva preso parola.
« Vi prego,smettetela. » sussurrò con voce flebile,quasi in un sussurro.Ma io riuscii a sentirla chiaramente.
Mi girai a guardarla e la vidi quasi accasciata a terra ormai senza forze.
Serrai la mascella e feci per afferrare Chris per il colletto e dargli una lezione,ma mi accorsi lui fosse già sparito.
'MALEDIZIONE!TANTO PRIMA O POI TI BECCO!'
Poi mi ricordai della ragazza e le andai incontro.Ma non mi abbassai ad aiutarla ad alzarsi.
Dovrei aiutarla,forse?
'No,imbecille la lasci lì!'
La mia coscienza riusciva sempre a darmi sui nervi.
Inclinai la testa di lato e le vidi alcuni lividi sulle braccia e sul collo. Deglutii e in qualche modo mi sentii uno schifo,un bastardo.
Era possibile che un vampiro si potesse sentire in colpa?
Nei miei 114 anni avevo ucciso tante di quelle persone,che neanche si potrebbe immaginare,senza provare alcuna pietà verso quelle vittime.
Che poi vittime se lo erano o no,non lo sapeva nessuno.
Tutti gli umani commettono errori e nell'aldilà,nel caso ci fosse stato,avrebbero comunque scontato le loro pene.Sarebbero stati puniti a dovere.
Io infondo,avevo solo anticipato le cose.
Non riuscivo a capire perchè vedere quella ragazza così inerme a terra,mi facesse sentire un verme.Un mostro.
'Stupida ragazzina.'
La guardai attentamente per altri secondi,che a me parvero minuti,e grazie ai miei riflessi altamente sviluppati feci appena in tempo ad afferrarla,prima che cadesse a terra.
Si aggrappò alle mie spalle,mentre io la presi per la vita e mi piegai in ginocchio per arrivare alla sua altezza.
Cercai i suoi occhi,e quando gli incontrai vidi le sue guance avvampare.
Ma si irrigidì subito dopo,quando vide che io ero rimasto lì,immobile a guardarla.
Le passai una mano sul viso,togliendole una ciocca di capelli davanti al viso,e feci una smorfia iniziando a parlarle,sperando mi sentisse.Aveva le palpebre semi-aperte,ma le braccia ancora allacciate forti al mio collo,come se non volesse lasciarmi andare.
« Stupida,nessuno ti ha mai detto che non devi camminare da sola per le strade di Chicago?Sei così indifesa,e stupida Evangeline. » Feci una pausa ma poi continuai addolcendo i tratti del viso di poco.Sembravo farle quasi paura,dato che aveva iniziato a tremare. « Sai,mi piace il tuo caratterino. Mandare a fanculo un vampiro...non è da tutti.I miei complimenti,ragazzina.Hai fegato. » Risi.
Magari non era quello che si aspettava di sentirsi dire,data la sua faccia sbigottita,ma almeno la feci ridere.
Ma quel sorriso che prima aveva preso possesso sulle sue labbra,svanì in un attimo,perché perse i sensi tra le mie braccia dopo aver sussurrato « Derek... »
Derek.
Lei sapeva.
Lei sapeva il mio nome.
Eppure Chris non lo aveva menzionato.
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Oh yep! Ho finito anche questo capitolo.
Mi scuso ancora per il ritardo ç-ç
Ma almeno spero vi sia piaciuto.Ci sentiamo come sempre alla prossima,no?

RINGRAZIAMENTI :

Ringrazio le QUATTRO persone che hanno recensito il capitolo precedente.
Le SEI persone che hanno messo la storia tra le seguite.
Le DUE che l'hanno messa invece tra le preferite.
E per ultimi,ma non meno importanti,le 1OO visualizzazioni al secondo capitolo.Magari siete lettori che non hanno recensito,ma almeno siete passati a dare un'occhiata :')
Ps.Sì,mi piace ricevere le vostre recensioni.Quindi spero di riceverne altre,positive o negative che siano.Dei consigli fanno sempre comodo e piacere ;) ♥
 

  
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