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Autore: Tinkerbell92    17/12/2012    5 recensioni
(DA REVISIONARE)
Seguito della fanfiction "Il Pegno della Luna".
Leila Swift, figlia di Artemide, in seguito alla sconfitta di Crono, decide di compiere un viaggio per ritrovare l'amato Luke, il quale, nel frattempo, si è già reincarnato ed ha cominciato una nuova vita, senza aver memoria degli eventi precedenti.
Quasi in contemporanea, Nico Di Angelo, in seguito ad un sogno premonitore, decide di partire per l'Ade, per salvare l'anima di sua sorella Bianca, tenuta prigioniera da una dea molto pericolosa.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Castellan, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nel segno della Luna'
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  -Nico-

Passare la notte in tenda non fu affatto divertente.
Per prima cosa, non riuscii quasi mai a prendere sonno: ero troppo occupato a scervellarmi per trovare il modo di convincere Leila a portarmi con sé.
Poi, c’erano dei continui e fastidiosi spifferi – nonostante fossimo in piena Estate – che, ogni volta, mi facevano venire i brividi lungo la schiena.
Infine, giusto per rendere le cose un po’ più simpatiche, continuavano a giungere alle mie orecchie degli strani ed inquietanti rumori, la maggior parte dei quali proveniva dalla tenda accanto alla mia.
Mi girai su un fianco, leggermente stizzito, e sospirai.
A volte – diciamo sempre – mi scocciava l’idea di essere ancora un ragazzino. Nessuno mi prendeva mai seriamente in considerazione.
Mi girai e rigirai nel letto per un bel po’, fino a quando, finalmente, non riuscii ad addormentarmi.
Gli incubi non si fecero attendere.
Sognai di trovarmi nuovamente nella camera di Lilith, scarsamente illuminata dalla luce di un sinistro lampadario.
Seduta sul letto a baldacchino, visibilmente impaurita, c’era Bianca, che si guardava attorno spaesata.
Aveva ancora i suoi vestiti addosso e, per il momento, non sembrava aver subito alcun genere di tortura. Questo mi fece sentire un po’ sollevato, anche se la sua espressione terrorizzata non prometteva certo nulla di buono.
Lilith non c’era, ma, chissà perché, avevo come l’impressione che, attraverso le ombre che si allungavano sul pavimento della stanza, la sua inquietante presenza non abbandonasse mai la stanza.
Era come se stesse tenendo Bianca sotto controllo.
Mia sorella si alzò dal letto, camminando su e giù, nervosamente.
Ora che si trovava in quello strano posto, sembrava quasi che fosse tornata in carne e ossa e, solamente se la si guardava con attenzione, si poteva notare che in realtà era ancora un fantasma.
Cercai di parlarle, sperando che, in qualche modo, riuscisse a notarmi, ma lei non si accorse di nulla.
Mi avvicinai lentamente, fino a quando non ci ritrovammo faccia a faccia.
Bianca alzò lo sguardo, facendomi specchiare, per un po’, nei suoi occhi scuri.
- Bianca?
Lei restò immobile, sbattendo le palpebre e aggrottando la fronte.
Una flebile speranza nacque in me: forse riusciva un po’ a percepirmi!
Stavo per chiamarla nuovamente, quando dei rumori sospetti, provenienti da fuori, la fecero voltare di scatto.
Sul freddo pavimento di marmo si sentiva l’eco di passi in avvicinamento.
Bianca fissò con terrore le porte della camera che si aprivano lentamente e sussultò non appena Lilith varcò la soglia.
Abbassò il cappuccio della propria cappa nera, liberando così la sua folta chioma rossa, e sorrise in modo sinistro.
Bianca indietreggiò.
- Bene, Bianca- disse Lilith, in tono mellifluo – Scusa se ti ho fatta aspettare, purtroppo, quando nostro padre è assente, ne succedono di tutti i colori nell’Oltretomba. Speriamo non stia via molto.
- Do… dov’è nostro padre?- balbettò Bianca, cercando di non mostrarsi troppo nervosa.
Lilith emise una leggera risata, scoprendo i canini appuntiti – Non ti preoccupare di queste cose, per il momento. Ho dei grandi progetti per te.
- Che cosa vuoi farmi?- tremò mia sorella, facendo un altro passo indietro – Perché mi tieni prigioniera qui?
La dea rise di nuovo, questa volta in modo più sadico: - Prigioniera? Sei nella mia stanza, non in una cella, Bianca! La parola più corretta è “Ospite”.
- Ospite?- ripeté dubbiosa mia sorella – E perché dovresti volermi come ospite?
Lilith alzò gli occhi azzurri al cielo: - Ma quante domande! Non ti facevo così curiosa, Bianca, lo sai?- si sistemò meglio la cappa scura sulle spalle bianche – Ora seguimi, senza fare domande. Ho una piccola sorpresa per te.
- D-di che si tratta?- balbettò Bianca, senza muoversi.
La dea sospirò, con un gesto scocciato: - Vedrai. Basta domande, ho detto, e vieni con me.
Bianca era chiaramente riluttante, ma non osò disobbedire.
Avanzò lentamente verso la porta, dove Lilith le fece cenno di passare davanti.
Mia sorella gettò un’ultima occhiata alla stanza, stringendo le labbra in una smorfia, poi, entrambe uscirono.
Le porte si richiusero con un sinistro cigolio.
 
Mi svegliai di soprassalto, con il cuore che mi martellava il petto.
Era già giorno, infatti, la tenda era illuminata dalla luce del sole che filtrava attraverso i buchi nel tessuto.
Mi alzai a sedere, ansimando, mentre udivo il vociare dei miei compagni nel giardino dell’Infermeria.
Cercai di calmarmi e far tornare il mio respiro regolare, quando mi sorse un orrendo dubbio: che Leila e le Cacciatrici fossero già partite per la missione?
Mi alzai in piedi di scatto, mentre una fitta fortissima alla gamba mi fece rabbrividire, e, un po’ zoppicando, mi affacciai di fuori.
Alcuni satiri passavano accanto alle tende, parlottando tra loro, e, qua e là, si vedeva qualche semidio che si recava al Padiglione della Mensa.
Feci qualche passo nel prato, giusto per ottenere un po’ di stabilità, e mi guardai attorno con apprensione.
Non potevano essere partite, non potevo aver perso una simile occasione!
Stavo seriamente prendendo in considerazione l’idea di chiedere informazioni a qualcuno, quando, con somma gioia, vidi la sorella di Maggie che si aggirava distrattamente da quelle parti.
Provai a correre verso di lei, ma inciampai come un allocco, finendo lungo disteso sul prato.
La ferita alla gamba sembrò andare in fiamme.
- Ah, maledizione…- borbottai, cercando di alzarmi a fatica.
Delle mani gentili ma sicure mi aiutarono nel mio intento, e, quando fui finalmente in piedi, mi ritrovai faccia a faccia con lei.
I suoi grandi occhi nocciola mi fissarono curiosamente.
- Tutto a posto?
Mi massaggiai la gamba con una smorfia: - Sì… almeno credo…- cercai di darmi un po’ di contegno – Ti chiami Helen, vero?
La ragazza sorrise: - Sì! Tu sei Nico, invece. Come va la gamba?
Alzai le spalle, poco convinto: - Insomma. Non siete ancora partiti, a quanto vedo…
- Oh, no- rispose lei – Leila è appena andata dall’Oracolo, ha bisogno della Profezia per partire. Comunque, sarà questione di un quarto d’ora massimo.
“Un quarto d’ora” pensai “Bene, forse ho ancora un po’ di tempo…”
Stavo per aggiungere qualcosa, quando Maggie ci raggiunse di corsa.
- Hellie, inizia a prepararti che tra un po’ partiamo… oh, ciao, mocciosetto!
Alzai gli occhi al cielo, mordendomi la lingua: - Non sono un mocciosetto, quante volte te lo devo dire?
- Sì, sì, okay- rispose spiccia lei – Piuttosto, sai se c’è Bella, per caso? Devo ritirare il kit medico che ci ha preparato.
Alzai le spalle: - Penso che sia nella tenda di Travis…
Maggie sospirò e fece per entrare nella tenda che le avevo indicato, quando, all’improvviso, si tirò indietro con un salto, abbassando di scatto il telo che copriva l’entrata.
Io ed Helen la fissammo ad occhi sbarrati: - Che… che c’è?
Maggie si voltò e, per un momento, mi sembrò quasi che fosse arrossita: - Oh, nulla… vorrà dire che passerò più tardi…
La sua faccia era piuttosto sconvolta.
Mi avvicinai alla tenda e scostai il telo con aria confusa.
Maggie mi fece spostare immediatamente, dandomi comunque il tempo di vedere Travis Stoll, seduto su una sedia, tutto intento a baciare appassionatamente la sua crocerossina dai capelli rossi, comodamente seduta a cavalcioni sulle sue gambe.
Arrossii di brutto, mentre Maggie mi gettava un’occhiata severa: - Un ragazzino non dovrebbe vedere certe cose!
- Io non sono un ragazzino- bofonchiai, ancora scosso – E non… e non mi scandalizzo…
- Infatti, sei tutto rosso…- commentò la ragazza, gettando un rapido sguardo alle mie spalle: - Oh, i ragazzi si stanno radunando. Andiamo Hellie, prenderò il kit dopo…
Le osservai allontanarsi, chiedendomi come avesse fatto Maggie a vedere le Cacciatrici che si radunavano, e le seguii ad una certa distanza.
Arrivammo fino al cortile della Casa Grande, dove, insieme al mucchio di seguaci di Artemide, intravidi Percy Jackson e Annabeth Chase che parlavano tranquillamente tra loro.
Strano, visto che di solito non riuscivano ad intrattenere una conversazione normale nemmeno a pagarli oro.
Pensai che dovesse essere per via del loro recente fidanzamento, così, senza farmi notare troppo, sgattaiolai in mezzo alla folla di ragazze e li raggiunsi.
Non appena mi vide, Percy mi salutò allegramente: - Hey, Nico! Vedo che ti sei rimesso in fretta! Ci siamo preoccupati molto, per te, ieri sera, pensavamo ti avesse mangiato qualche mostro assatanato nella foresta!
Iniziò a ridere, spettinandosi distrattamente i capelli scuri, mentre Annabeth mi lanciò uno sguardo di ammonimento: - Certo, finché non segui il piano su cui mi ero scervellata e ti avventuri da solo là in mezzo…
Arrossii, vergognandomi un po’, e abbassai lo sguardo.
Annabeth sospirò, posandomi una mano sulla spalla: - Vabbè, l’importante è che tu stia bene. Ma non azzardarti mai più a fare di testa tua, intesi?
Annuii, trovando il coraggio di sostenere il suo sguardo.
I suoi occhi grigi erano severi ma rassicuranti, mentre la sua carnagione appena abbronzata brillava sotto la luce del sole.
Aveva raccolto i capelli biondi in una coda, che le ricadeva elegantemente sulla spalla, e indossava la maglietta arancione del Campo ed un paio di jeans tagliati all’altezza del polpaccio.
A dirla tutta, secondo me Annabeth era una delle ragazze più carine del Campo, anche se non mi sarebbe mai passato per la testa di farmi strani pensieri su di lei.
Dopotutto, aveva un caratterino davvero poco facile e, quando si arrabbiava, faceva quasi paura.
Improvvisamente, il chiacchiericcio della Cacciatrici si affievolì e i miei due compagni diedero un’occhiata alle porte della Casa Grande che si stavano aprendo.
- Ecco Leila con la Profezia- mormorò Annabeth, sistemandosi in spalla lo zainetto azzurro che si era portata.
- Eh, già- commentò Percy – Spero solo che stavolta non ci siano parti tragiche… magari, Rachel è un Oracolo più allegro…
Annebeth gli gettò un’occhiataccia, ma restò zitta, mentre Leila Swift si avvicinava a noi con una strana espressione. Accanto a lei, una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi sorrideva in modo amichevole, guardando la folla radunata attorno alla casa.
Notai Talia, seduta su un masso, che fissò Leila poco amichevolmente, e la bionda, dopo aver ricambiato lo sguardo in cagnesco, si rivolse alle seguaci di Artemide: - Bene, ho scritto la Profezia su un foglio che adesso Rachel vi leggerà. Aprite bene le orecchie, perché non la ripeteremo una seconda volta.
Rachel Elizabeth Dare, ossia il nuovo Oracolo del Campo, sorrise nuovamente, frugandosi nelle tasche dei jeans: - Va bene, ragazzi… un secondo che trovo il bigliettino… doveva essere nella terza tasca a sinistra…
Annabeth alzò gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente: - Ti pareva… è già disorganizzata di suo, le manca solo di avere i jeans pieni di tasche…
- Sei gelosa?- commentò malizioso Percy.
Annabeth lo zittì con un pugno sul braccio: - Stà zitto, Testa d’Alghe, non so davvero cosa ci trovavi in lei…
Percy trattenne una risata, mentre Rachel, dopo essersi illuminata, tirò fuori il tanto sospirato foglietto: - Oh, eccolo qua, scusate… come volevasi dimostrare, era nella tasca destra… bene. –
Si schiarì la voce e cominciò:
- La Città del Peccato è la destinazione, qualcuno, però, farà una deviazione
I motivi di entrambi son racchiusi nel cuore, tuttavia è diverso il tipo di amore
La magia più potente il primo dovrà usare, il secondo, invece, avrà un inganno da affrontare
Diverso da come appare qualcosa si mostrerà, ma solo uno dei due l’impresa compirà
Rachel aggrottò la fronte e mormorò pensierosa: - Ho davvero detto una cosa del genere?
Leila la fissò alzando un sopracciglio, ma preferì ignorarla, rivolgendosi alle Cacciatrici: - Bene, come avrete capito, l’impresa si rivelerà doppia. Qualcuno di noi ha un secondo fine, rispetto a questa missione.
Annabeth si morse un labbro pensierosa: - Molto strano… finora non ho mai sentito una cosa del genere…
- Perlomeno non si parla di morte!- osservò Percy – Anche se solo uno compirà la sua impresa… non suona molto bene, eh?
Alzai gli occhi al cielo: - Come direbbe Ade di Hercules: “Ahi, in versi, ahi…”
I due mi guardarono straniti, così preferii tagliare corto: - Era tanto per fare un riferimento a mio padre… che, tra parentesi, non si trova da nessuna parte…
Annabeth fece per rispondermi qualcosa, quando fummo interrotti dalla voce di Leila: - A me non importa chi si sia fissato uno scopo diverso da quello della mia impresa. Quello che spero è solo che questa incognita non si rivolti contro di noi. Detto questo, prepariamoci a partire.
 Sentii Annabeth e Percy che iniziavano a commentare qualcosa, ma non li ascoltai e, sgomitando tra la folla di ragazze, raggiunsi la figlia di Artemide, intenta a parlare con Maggie.
- Leila!
La ragazza mi guardò sorpresa, mentre Helen, che teneva in braccio sua figlia, mi sorrise.
Maggie alzò gli occhi al cielo: - Si può sapere che cosa ci fai ancora qui, tu?
- Voglio venire con voi- risposi risoluto – Mi sembrava di essere stato chiaro, ieri sera.
- Nico- sospirò Leila, con aria stanca – Ho molte cose a cui pensare. Già dovrò portarmi dietro mia figlia, non me la sento di dover tenere d’occhio anche te.
- Io non ho bisogno di essere tenuto d’occhio!- protestai – Me la caverò, davvero, lo prometto! Ma ci tengo davvero a venire con voi!
- Tre figli dei Tre Pezzi Grossi in squadra…- borbottò Maggie – Mamma mia, siamo messi bene…
- Leila, ti prego!- cercai di assumere una faccia da cucciolo – Farò tutto quello che vorrai, ma, ti supplico, portami con te! Tanto, se non lo farai, io vi seguirò lo stesso, dovesse costarmi la vita! E’ importante, per me, davvero!
Notai una lieve incertezza negli occhi della bionda, ma Helen intervenne subito: - Ma dai, Leila, uno in più, che differenza fa? Starò io con lui, se necessario, ma non credo che Nico abbia bisogno della Baby-Sitter…
La guardai con riconoscenza, mentre Leila sospirò rassegnata: - Va bene, basta che non fai più storie. Trovati un equipaggiamento e cerca di non metterti nei casini.
- Oh, tranquilla, non ve ne pentirete!- risposi con un sorriso.
Maggie alzò gli occhi al cielo, anche se sembrava quasi divertita: - Ma roba da matti… beh, moccioso, dato che sei l’ultimo arrivato, vogliamo già assegnarti un piccolo compito- prese la bambina dalle braccia della sorella e me la porse senza troppi complimenti – Dovrai occuparti tu di Artemis, per il primo turno.
- Co-cosa?- presi in braccio la bambina con poca convinzione – Che significa?
- Significa che dobbiamo tenerla d’occhio a turno. Leila deve già condurre le Cacciatrici e sarà parecchio impegnata a trattenersi dallo scannare Talia… quindi, toccherà a noi tenere la piccola.
- Ma io non ho mai fatto il Baby-Sitter a nessuno!- protestai indignato – Non so cosa devo fare!
Maggie mi diede un buffetto sulla testa: - Per il momento, stà solo attento che non si teletrasporti da qualche parte… ogni tanto lo fa…
- Buono a sapersi- mormorai, dando un’occhiata alla bambina, che mi fissava con i grandi occhi azzurri spalancati.
Pensai che si mettesse a piangere, data la mia scarsa capacità di piacere alle persone, invece, dopo avermi studiato per un po’, mi sorrise.
- Come ti cami?
-Ehm… Nico - risposi un po’ titubante.
Lei mi sorrise di nuovo: - Ciao, Nico. Io mi camo Altemis.
- Ah… okay.
Perlomeno era una bambina socievole, ero io ad essere decisamente imbranato.
Maggie mi diede un pizzicotto sul mento, parlandomi con lo stesso tono con cui ci si rivolge ai poppanti: - E bravo il mio piccolo espansivo!
Arrossii fino alle orecchie, mentre Artemis rideva divertita e, mentre stavo per protestare, Maggie alzò lo sguardo: - Oh, bene, è già qui!
Mi voltai sorpreso, vedendo una strana ragazza avanzare verso di noi.
Dimostrava più o meno vent’un anni, aveva lunghi capelli neri leggermente arricciati, grandi occhi color verde acqua ed una carnagione pallidissima.
Indossava una specie di corsetto nero sopra ad una maglietta viola, dei pantaloni neri attillati ed un cinturone dalla fibbia argentata.
Leila la raggiunse con un sorriso, abbracciandola: - Morgan! Che bello rivederti!
La ragazza, che riconobbi come il Capo della Casa di Ecate, sorrise a sua volta, dando un’occhiata al gruppetto consistente di Cacciatrici: - Mi sembra che siate pronti a partire… sono arrivata giusto in tempo, come al solito…
Mi gettò una rapida occhiata e sembrò piuttosto sorpresa: - Oh, eccoti qua, Figlio di Ade! Ti stavi dimenticando questo!
Fece comparire dal nulla uno zaino nero, a cui era legato un fodero familiare.
Sostenni Artemis con un braccio, prendendo lo zaino con la mano libera: oltre alla mia spada, dentro allo zaino erano contenuti dei vestiti e un sacco di cose utili per un viaggio.
Fissai la ragazza ad occhi spalancati, balbettando sorpreso: - Ma… ma come…
Morgan mi strizzò l’occhio, facendo comparire anche una valigetta del Pronto Soccorso.
La diede a Maggie e sorrise maliziosa: - Da parte di Bella…
Maggie annuì, alzando gli occhi al cielo, poi le chiese: - Sei sicura che non sia un problema prestarcelo?
Morgan si sfilò dal collo uno strano medaglione, che aveva incastonata al centro una pietra viola, e glielo porse con un sorriso: - Figurati, ormai serve più a voi che a me… le regole le sai, Maggie, quindi sto tranquilla. In caso ci fossero problemi, contattatemi pure.
- Grazie, Morgan- rispose la Custode di Leila, indossando il ciondolo – Siamo in debito con te.
- Ah, non dirlo neanche per scherzo- rispose Morgan, strizzandole l’occhio – Sono felice di aiutarvi.
Posò una mano sulla spalla di Leila, con fare comprensivo: - Sono sicura che riuscirai a farlo tornare. Abbi fiducia in lui e in te stessa, Leila. Un amore forte come il vostro è difficile da trovare in giro.
La figlia di Artemide sorrise debolmente, annuendo: - Lo spero. Grazie ancora, Morgan.
La giovane strega la abbracciò, poi mi guardò con uno strano sorriso.
Per poco non lasciai la presa su Artemis, quando sentii la sua voce nella mia testa: “Fa attenzione, Figlio di Ade. Non tutto è come sembra…”
La fissai con gli occhi spalancati, ma il suo sguardo mi invitò a non parlare.
Le Cacciatrici si radunarono intorno a noi, imitate da Annabeth e Percy, e si presero per mano.
Helen mi si attaccò a un braccio, dato che non potevo mollare Artemis, e sorrise, mentre, con sommo disappunto, notai che l’altra a cui dovevo dare la mano era Maggie.
La ragazza mi fissò con aria divertita, mordendosi la lingua per non chiamarmi “Moccioso” per l’ennesima volta, e, mentre chiudevo il cerchio attaccandomi a lei, notai che il ciondolo aveva iniziato a brillare di una strana luce viola.
Non sapevo perché si divertisse tanto a prendermi in giro. Da quello che sapevo su di lei, Maggie non era affatto una ragazza espansiva e socievole.
Morgan fece un passo indietro, osservandoci con un sorriso, e Leila le strizzò l’occhio: - Saluta Argo da parte nostra!
- Sarà fatto- sorrise la strega.
Non appena fummo tutti sistemati, Maggie iniziò a recitare una strana formula in lingua greca:-Mi̱téra to̱n fasmáto̱n , eisákouse ti̱n prosef̱chí̱ mou!
La luce viola del ciondolo si fece più intensa.
- Las Vénkas.
Non appena l’ultima sillaba fu pronunciata, sentii un forte flusso di energia scorrere dentro il mio corpo.
Strinsi la presa attorno ad Artemis, sperando che non decidesse di teletrasportarsi proprio in quel momento, e, un istante dopo, venni risucchiato dentro uno strano vortice di energia.
Per un attimo, ebbi come la sensazione che i miei sensi si fossero annullati, e tutto ciò che riuscivo a percepire era il peso di Artemis sul mio braccio, la presa sicura di Helen sulla mia felpa e la mano di Maggie stretta nella mia.
La testa iniziò a girarmi e, per un attimo, credetti di svenire.
Chiusi gli occhi.
Lo stomaco mi si stava rivoltando come un calzino.
Poi, tutto cessò di colpo.
Sentii la rassicurante presenza del suolo sotto le mie scarpe e, un istante dopo, un insistente vociare di gente giunse alle mie orecchie.
Chissà perché, ancora prima di aprire gli occhi, capii che ci eravamo appena teletrasportati a Las Vegas.
 
***
Angolo dell’Autrice: Ecco qua un nuovo capitolo!
Finalmente sono comparsi anche Percy e Annabeth, che saranno molto utili per i loro compagni in missione.
Abbiamo anche una nuova Profezia (mi scuso se la rima è patetica) in cui si dice chiaramente che solo uno, tra Leila e Nico, riuscirà a salvare la persona per cui ha intrapreso il viaggio.
Spero siano stati graditi il piccolo cameo di Rachel e la comparsa di Morgan :)
Beh, che dire? Fatemi sapere cosa ne pensate, spero tanto di riuscire a mettere un'immagine dei personaggi nei prossimi capitoli (non ho idea di come si faccia O.O)
Cercherò di aggiornare in fretta :)
Un bacio, Tinkerbell :)
  
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