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Autore: crazy apple    18/12/2012    0 recensioni
Dante Alighieri non era uno che si sapeva destreggiare bene tra scale e corridoi : anzi, a dirla tutta, non aveva il minimo senso dell'orientamento. Gli capitava spesso, effettivamente, di trovarsi in luoghi che non riconosceva e di non sapere quale direzione prendere. Fenomeni che le persone comuni, evidentemente prive di qualunque vena poetica, definivano "perdersi".
E se Dante Alighieri non fosse un vecchio bacucco in un bosco ma un diciassettenne perso nella nuova scuola? E se Virgilio Marone fosse il suo compagno di classe e nuovo amico con tendenze a spettegolare? E se Beatrice Portinari fosse l'altera ma bellissima professoressa di scienze? Una Commedia... terra terra, che di Divino ha ben poco.
Genere: Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dante Alighieri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Canto I




D
ante Alighieri non era uno che si sapeva destreggiare bene tra scale e corridoi : anzi, a dirla tutta, non aveva il minimo senso dell'orientamento. Gli capitava spesso, effettivamente, di trovarsi in luoghi che non riconosceva e di non sapere quale direzione prendere. Fenomeni che le persone comuni , evidentemente prive di qualunque vena poetica, definivano "perdersi".
Ed infatti, il primo giorno nella nuova scuola, si ritrovò in un corridoio oscuro al terzo piano, non avendo la più pallida idea di dove fosse la sua classe. La scuola in questione era il rinomato Liceo S.A.F. Selva, nome terribilmente adatto, pensava Dante. Anche se Giungla sarebbe stato molto più calzante, a giudicare da tutte le biforcazioni e i sottopassaggi di cui era provvista.
Dante sospirò, con un'espressione di afflitta serietà, ovvero senza fare una piega, senza nemmeno arrabbiarsi o agitarsi, abituato com'era a trovarsi in quel tipo di situazioni,  cercando invece qualcuno a cui chiedere informazioni prima di essere in ritardo. Cioè, ancora più in ritardo.
Con uno sbadiglio che tradiva tutto il riposo che avrebbe desiderato, puntò il bidello alla fine del corridoio come il soggetto ideale a cui chiedere. Si stava giusto appropinquando con molta flemma, quando nel soffocare un altro sbadiglio ,urtò con il gomito qualcuno, che se non avesse saputo con certezza di trovarsi nella scuola superiore S.A.F. Selva , avrebbe senza dubbio definito "gorilla da zoo", per la mole non esattamente tascabile.
Detto Gorilla si voltò di scatto , esibendo una faccia supida e minacciosa di cui i suoi antenati primati sarebbero sicuramente stati fieri.
"Cazzo fai, deficiente?"
Che finezza, pensò Dante, cercando di scusarsi e svicolare contemporaneamente e nel minor tempo possibile, dopotutto non era esattamente un macho lui, anzi, con la sua statura esile e tratti femminei il massimo in cui poteva sperare di vincerlo era una gara di origami. Con uno scatto felino, dribblò il Gorilla e corse verso il bidello , purtroppo ancora lontano.
Quando pensava di aver superato il primate indenne, si sentì artigliare la spalla da una mano ossuta, che lo costrinse a fermarsi. A malincuore lo fece e, voltandosi trovò un ragazzo dinoccolato pelle e ossa , che lo guardava con la faccia più brutta che avesse mai visto, tutta zigomi e mento, con gli occhi sporgenti e giallastri. A pensarci bene anche la pelle era piuttosto giallastra, ma Dante cercò di non pensarci.
"Hei, Lince! L'ho preso!...o presa, è talmente piccolo che potrebbe essere una femmina!"
A quanto pareva nomen omen non valeva per tutti, se quella specie di gorilla si chiamava Lince.
Dante assunse un'espressione di sofferente ma dignitosa rassegnazione, ovvero non fece una piega, essendo abituato anche a essere chiamato "femminuccia"...mica era colpa sua se era ancora nella fase della crescita a diciotto anni!
"Aspetta Lupo, non picchiarlo, questo tizio sembra ricco...approfittiamone"
La voce veniva da uno studente piuttosto basso ma, perifrasando, abbastanza in carne, con in mano un enorme panino con la mortadella,che stava divorando con rabbiosa fame.
"Eh, Leo, hai sempre ragione. Lupo , tienilo fermo!"
Dante si dipinse sul viso delicato un'espressione di tranquilla inquietudine, ovvero non fece una piega.
"Maledizione, dov'è il portafogli..."
Lince, noto come il Gorilla, cominciò a perquisire la sua giacca in cerca del portafogli, ma si sentì urtare dal gomito di qualcuno che correva : era già la seconda volta in dieci minuti che si beccava una gomitata.
"Cazzo fai?!"
Il Gorilla apostrofò il passante con la solita grazia e originalità. Questo si fermò per scusarsi, ma posato lo sguardo sulla scena, sembrò capire ciò che stava succedendo, perché si rivolse con voce carica di odio ai tre, intimando loro di togliersi dai piedi e, al contrario di quanto si aspettava Dante, obbedirono alla svelta.
"Quei tre tormentano chiunque gli capiti a tiro fin dal primo. Hanno provato a estorcere soldi anche a me, ma gli ho dato una lezione. Non necessariamente usando la violenza. Comunque, tu devi essere Dante Alighieri , non è vero?"
"Come fai a saperlo?"
"Semplice: siccome sei in ritardo di oltre quaranta minuti, la prof. mi ha chiesto di venirti a cercare. Comunque io sono Virgilio Marone, siamo nella stessa classe, e io sono un uomo morto"
"...Perché?"
"Perché oggi c'è il compito di scienze e io non ho studiato"
"C-cosa?! Compito di scienze?!"
"...E qualcosa mi dice che lo sei anche tu. Vieni , ti accompagno in classe"
Virgilio cominciò a camminare e Dante gli tenne dietro.
  
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