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Autore: Mitsuki91    23/12/2012    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Draco Malfoy avesse scoperto il segreto di Severus Piton? Avrebbe continuato il suo lavoro di Mangiamorte, l'avrebbe denunciato o si sarebbe ribellato al Signore Oscuro per combattere a fianco dell'Ordine?
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Lo so. So che non dovrei pubblicare questa storia… Perché non è completa (ma devo solo riordinare le idee e scriverla) e perché ne ho due in corso che sono un po’ in alto mare (più come tempo, però, che come idee. Non disperate XD). Ultimamente ho partecipato ad un sacco di contest e ho quindi “abbandonato” un po’ il profilo di EFP… Ma tornerò u.u soprattutto dopo gli esami, quindi verso fine gennaio, ma mi metterò lì e scriverò e finirò tutto quello che devo finire, promesso u.u e sapete che non sono parole a vanvera, perché anche se ogni tanto incespico ho sempre portato a termine ogni mia long u.u
Bene, detto questo… Non so che dire su questa storia XD non so neppure da dove nasca, boh, solo… Avevo voglia di raccontarla =) Severus resterà sempre il mio personaggio preferito, però qui il punto di vista è quello di Draco u.u non so perché… Boh! XD è venuta così XD
Ovviamente tutto il primo dialogo è ripreso dal libro u.u ci tengo a sottolinearlo… Il resto è inventato da me u.u
Spero di avervi stuzzicato almeno un po’ con questo prologo! =D
Fatemi sapere che ne pensate =)
Buona lettura! =)


Prologo

Era già un po’ che andava avanti quella tiritera.
“… Non puoi permetterti degli errori, Draco, perché se vieni espulso…”
“Io non c’entro niente, chiaro?” tentò di difendersi lui, nervoso.
“Spero che tu stia dicendo la verità, perché è stato un tentativo goffo e sciocco insieme. E tu ne sei già sospettato.”
“Chi sospetta di me? Per l’ultima volta, non sono stato io, d’accordo! Quella Bell deve aver avuto un nemico di cui nessuno sa nulla… Non mi guardi così! Lo so cosa sta cercando di fare, non sono stupido, ma non funzionerà… Io la posso fermare!”
Draco si era esercitato molto con sua zia negli ultimi tempi. Con Bellatrix le strade erano due: o imparavi in fretta o soccombevi. Spesso in modo doloroso.
E per lui non c’era libertà maggiore che tenersi i propri pensieri, e non solo per evitare che Silente o le sue spie capissero cos’aveva in mente. In realtà passava le sue giornate fra il piano, la scuola e i momenti di sconforto, quelli che gli pesavano maggiormente e di cui si vergognava anche un po’.
Non voleva che nessuno lo vedesse in quelle condizioni.
“Ah… Zia Bellatrix ti insegna Occlumanzia, vedo. Quali pensieri stai cercando di nascondere al tuo signore, Draco?”
“Non sto cercando di nascondere niente a lui, è lei che non voglio che si intrometta!”
“Allora è per questo che mi eviti? Temi la mia interferenza? Ti rendi conto che se chiunque altro avesse mancato di venire nel mio ufficio dopo che gli avevo detto più volte di venire, Draco…”
“Allora mi metta in punizione! Mi denunci a Silente!”
Il suo tono era evidentemente ironico.
In ogni caso Draco non aveva ancora inquadrato da che parte stesse veramente il professor Piton. Insomma, lo vedeva partecipare a tutte le riunioni dei Mangiamorte, lo sentiva dare indicazioni precise ed esaustive, elaborare piani, macchinare… Ma conosceva anche Silente e sapeva che lui non si sarebbe fatto fregare facilmente. Forse era vero che, come aveva sempre sostenuto suo padre, il vecchio era ‘rimbambito’ e quindi più facile da prendere in giro?
Alla fine si ricordava di come Piton odiasse Potter e quello bastava per fargli credere che fosse veramente dalla loro. Ma allora perché non l’aveva preso, rapito e portato dal Signore Oscuro? Avrebbe potuto farlo in un battito di ciglia. Si sarebbe scoperto, certo, ma Lord Voldemort avrebbe avuto la sua vendetta e poco importava perdere una spia nei ranghi nemici di fronte alla possibilità di uccidere il Bambino-che-è-sopravvissuto… O no?
“Sai benissimo che non desidero fare alcuna delle due cose.”
“Allora la smetta di dirmi di venire nel suo ufficio!”
“Ascoltami, io sto cercando di aiutarti. Ho giurato a tua madre che ti avrei protetto. Ho stretto il Voto Infrangibile, Draco…”
“Pare che dovrà infrangerlo, allora, perché io non ho bisogno della sua protezione! E’ la mia missione, lui l’ha affidata a me e io la sto portando a compimento. Ho un piano e funzionerà, ci vuole solo un po’ più di tempo di quanto pensassi!”
“Qual è il tuo piano?”
“Non sono affari suoi!”
“Se mi dici cosa stai cercando di fare, posso aiutarti…”
“Ho tutto l’aiuto che mi serve, grazie, non sono solo!”
“Stasera eri solo, cosa estremamente stupida, vagare per i corridoi senza sentinelle o retroguardia. Questo sono errori elementari…”
“Avrei avuto Tiger e Goyle se lei non li avesse puniti!”
“Abbassa la voce! Se i tuoi amici Tiger e Goyle questa volta intendono passare il G. U. F. O.  di Difesa Contro le Arti Oscure, devono studiare un po’ di più di quanto non facciano al mo…”
“Che importanza ha? Difesa contro le Arti Oscure… E’ tutto uno scherzo, no, una messinscena! Come se noi avessimo bisogno di una protezione contro le Arti Oscure…”
“E’ una messinscena cruciale per ottenere il successo, Draco! Dove credi che sarei stato io in tutti questi anni, se non avessi saputo fingere? Adesso ascoltami!Sei imprudente, a vagare così di notte, a farti sorprendere, se pensi di poterti fidare di assistenti come Tiger e Goyle…”
“Non sono i soli, ho altra gente dalla mia, gente migliore!”
“Allora perché non mi confidi tutto? Io posso…”
“Lo so che cos’ha in mente! Vuole rubarmi la gloria!”
Ecco un altro punto dolente. Suo padre era in prigione e Lord Voldemort aveva eletto come suo nuovo favorito proprio Severus Piton. Accidenti! Aveva detto la frase con rabbia e, forse, non la pensava davvero. Ma il Signore Oscuro viveva a casa loro, mangiava alla loro tavola, faceva entrare e uscire gente a piacimento e si comportava come se fosse lui il padrone. E anche se Draco era consapevole di essere appena agli inizi della sua carriera da Mangiamorte – e ne era anche molto, molto, molto spaventato, perché la realtà era ben diversa da come gli era sempre stata prospettata – e sapeva di non poter diventare subito il preferito di Voldemort… No, neppure ci teneva.
Era già abbastanza dura così, ad essere costretto a compiti ingrati e più gravosi di quanto si aspettasse, a missioni più grandi di lui e a dover punire prigionieri per il puro piacere di quell’essere che gli faceva quasi ribrezzo.
Ma non l’avrebbe mai ammesso, quindi si trincerava dietro a quelle parole che suonavano tremendamente come un capriccio.
E infatti…
“Parli come un bambino. Capisco che la cattura e la prigionia di tuo padre ti abbiano sconvolto, ma…”
Non voleva parlarne.
Draco uscì di fretta dall’aula e si diresse verso i dormitori. Sperò che il professor Piton non lo seguisse e si sentì sollevato nel non sentire i passi dietro di sé.
Era quasi giunto alle segrete quando lui sbucò da dietro l’angolo e gli bloccò l’accesso alla Sala Comune. Evidentemente aveva usato un passaggio segreto di cui ignorava l’esistenza.
“Non ho più niente da dirle, professore.” sbottò, irritato. Se avesse osato insistere al diavolo la disciplina e la formalità: gliene avrebbe cantate quattro.
“Invece io credo che dovresti.” rispose l’uomo, senza aver alcuna intenzione di cedere.
“Ma insomma, si può sapere cosa vuole da me?! Mi lasci in pace, so badare a me stesso!”
“Ma io posso aiutar…”
“Non lo dica! Non lo dica, perché più lo dice più mi sembra un’inutile e patetico tentativo di estorcermi qualche informazione!”
“Non è assolutamente mia intenz…”
“E poi che farà, lo dirà a Silente?! Forse zia Bellatrix ha ragione a dubitare di lei e della sua lealtà!”
In quel momento neanche Draco si sentiva esattamente ‘leale’: era più costretto in una missione che non voleva. Costretto dietro la minaccia che potesse succedere qualcosa alla sua famiglia…
Ma era più facile prendersela con qualcun altro, e riversare la rabbia…
Gli occhi di Piton si fecero duri.
“Ho già discusso il punto con tua zia e non intendo ripetermi. Il Signore Oscuro si fida di me.”
“Anche Silente si fida di lei!”
“Però non è Silente che intendo ser…”
“Certo! Perché Silente non lo porterà mai alla gloria, vero?! Resterà sempre e solo un umile insegnate!”
“Stai vaneggiando, Draco.”
Lo sguardo sempre più duro.
Ma Draco aveva ormai iniziato e non aveva più alcuna intenzione di fermarsi.
“Invece accanto al Signore Oscuro potrà ricoprire cariche di prestigio! Non solo si è premunito di screditare mio padre – senza neppure sporcarsi le mani nella battaglia del Ministero! – ma ora cerca di usurpare il suo posto! Le sue motivazioni sono viscide come quelle di chiunque altro!”
A quel punto successe una cosa che lo sorprese.
Severus Piton perse il suo proverbiale autocontrollo.
Forse, rifletté Draco mentre l’uomo lo sbatteva contro il freddo muro di pietra, anche lui si trovava in una posizione difficile ed era stanco di eseguire impeccabilmente ordini assurdi senza potersi sfogare in alcun modo.
C’era chi piangeva, come era successo anche a lui in momenti più neri.
C’era chi gridava e lanciava accuse, come aveva appena fatto.
E c’era chi ti immobilizzava al muro, alla Babbana, solo per guardarti in faccia e urlarti che non avevi davvero capito niente.
Draco lo lasciò fare: un po’ aveva compreso il suo desiderio di sfogarsi e un po’, in fondo, sapeva che il professore non gli avrebbe fatto male davvero.
Quello che non si aspettava fu il lampo di dolore intenso negli occhi dell’uomo.
Dolore.
“Tu non sai niente – NIENTE! – delle mie motivazioni!” gridò il professor Piton.
E poi basta.
Severus Piton forse si rese conto di aver fatto una sciocchezza. Lasciò andare le vesti del suo alunno, come scottato, e se ne andò a passo svelto verso le sue stanze.
Draco non diede molta importanza alla cosa, sul momento.
Ma qualche mese più tardi non poté far altro che ripensarci e realizzare come tutti fossero stati dannatamente stupidi nel giudicarlo.


   
 
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