Benvenuti
a questo nuovo
capitolo.
Vi
auguro di passare delle
buone feste di riempirvi lo stomaco con ogni leccornie possibili (per
la linea,
avrete tempo di piangere il 7 gennaio!!!). Ah, per questa occasione, ho
deciso
di mettere un verso di una canzone di Venditti (sono dell'87 ma il
pezzo al sax
che usa in molte sue canzoni e da brivido...ed avendo suonato questo
strumento
non posso che esserci affezionata).
NON SO
Scatole
vuote piene di silenzio
conto le scarpe che ti portano via
nemmeno un ultimo abbraccio il ricordo di un progetto
tanto hai deciso tu vuoi andare via
…e all'improvviso tutto è più chiaro
in me
Non so più chi sei quello che sarai
io voglio solo che tu resti con me
perché l'amore che dai così normale
Sembra quasi non mi possa far male
non mi possa far male
Oscar
sospirò.
Quella
mattina sua madre non sarebbe scesa a fare colazione, insieme a loro.
Non lo
avrebbe fatto. Dopo la scoperta del generale, aveva sbrigativamente
preparato
le sue borse e, senza rivolgere la parola a nessuno di loro, aveva
lasciato
quella casa. Briac aveva subito notato la sua assenza e, di tanto in
tanto,
aveva guardato con aria interrogativa quella sedia vuota ma non aveva
chiesto
niente. Era un bambino sveglio ed aveva compreso, dai silenzi dipinti
sui visi
degli adulti che era successo qualcosa di spiacevole.
L'unica
cosa che si era concesso di fare era stata quella di fissare la sedia
dove era
solita mettersi Madame...salvo poi spostarli improvvisamente, verso la
figura
che sedeva poco distante da sua madre.
-Mi
auguro che tu abbia una spiegazione- disse, posando il bicchiere di
latte sul
tavolo- mia madre era sconvolta.-
Lui
tacque e quel silenzio innervosì Oscar.
-COME
AVETE POTUTO CONTINUARE A FARLE VISITA TUTTE LE NOTTI IN QUESTO MODO,
INTRUFOLANDOVI COME UN LADRO!- gridò, facendo avere un
sussulto a Marie che
fissava gravemente l'uomo che aveva scoperto essere il generale.
La
signorina Chevalier lo osservò a lungo, mentre beveva la
tisana mattutina. A
causa della gravidanza, aveva dei problemi a fare colazione come al
solito e
questo aspetto, in qualche modo, la infastidiva. Non
vedo l'ora di fare questo benedetto bambino! si
ritrovò a
pensare.
Il
marito di Madame ebbe un sussulto.
André
scrollò il capo e lanciò un'occhiata preoccupata
alla moglie. Buon Dio, Oscar! Calmati, fallo
almeno per
il bambino! Hai una certa età ormai si
ritrovò a pensare...senza però
azzardarsi a dirlo ed aveva ragione. Per quello che aveva potuto
vedere, sua
moglie poteva essere una furia.
-
Generale- provò a dire pacato, approfittando di una sua
momentanea distrazione-
potevate venire ad abitare con noi. La casa è grande e
questa sceneggiata non
avrebbe avuto ragione di esistere.-
Ancora
silenzio.
André
cominciò seriamente a preoccuparsi.
Non
tanto per sé stesso e per quell'uomo bizzarro...quanto
piuttosto per la propria
compagna. Gli ci erano voluti due lustri per poterle mettere l'anello
al dito e
non avrebbe permesso a nessuno di strapparla da lui! -Sentite,
generale- fece-
voi dovete parlare con Madame. Ha sofferto moltissimo in questo periodo
anche
se ha provato a mascherare tutto...parlatele, fate un tentativo.-
Il
generale si passò una mano sui capelli.
-Ne...ne
siete davvero convinto?- domandò, abbassando la voce in modo
da non farsi
sentire dalla figlia.
André
fece spallucce.
-Provate-
rispose- provvederò io a tenere lontano dalla portata di
Madame gli oggetti
contundenti. A parte questo, non posso fare altro.-
Victor
Clemente Girodelle era palesemente a disagio. Dal giorno della partenza
della
signorina O'Neal, si era abituato a pochi, sporadici e tutt'altro che
licenziosi incontri femminili, rappresentati dalla figura della
signorina
Chevalier. Non si immaginava però di dover ospitare anche
colei che, se non
fosse dipeso dal rifiuto dell'interessata, sarebbe diventata sua
suocera.
Davvero
curioso
pensò, massaggiandosi il capo.
La
dama era seduta sul minuscolo divanetto del soggiorno, in una posa
rigida che
sapeva tanto di furia...ed il soldato non faticava a comprendere il
motivo.
-Volete
bere qualcosa? - chiese perplesso- Un té?-
Marguerite
strinse le mani, prima di voltarsi di scatto.
-Datemi
del liquore- fece.
Victor
quasi cadde dalle nuvole.
-...Cosa?-
rispose, sperando di aver capito male.
Madame
sbatté furibonda il piede a terra.
-Ora-
sibilò, con una calma glaciale.
A
quel tono, l'ex ufficiale scatto quasi in automatico. Solo in un
secondo
momento si rese conto di aver obbedito ad una dama...ma, a quel punto,
aveva
già il bicchiere con l'alcolico in mano.
Marguerite
afferrò il vetro e, sotto lo sguardo sbigottito del soldato,
bevve il liquido
tutto insieme.
La
bevanda scivolò nella sua gola come un mare di fuoco,
facendole strizzare gli
occhi. Pochi secondi dopo, scoppiò a tossire con violenza.
Non era abituata a
quel genere di cose. Mi domando come
faccia mia figlia a bere questa robaccia si
ritrovò a pensare, mentre si
dava della sciocca per aver ceduto ad una simile debolezza.
-Caspita-
fece Girodelle- Madame, volete un bicchiere d'acqua? Non siete abituata
ai
liquori.-
La
dama tossì un paio di volte, prima di freddarlo con
un'occhiataccia. Non parlereste in questo
modo, se vi
trovaste nella mia situazione sembrò dirgli.
L'uomo chinò la testa.
-Comunque- fece, tossicchiando a disagio- per quale motivo, vi siete
precipitata da me? E'un'ora abbastanza ...insolita-
Madame
sussultò, salvo poi rilassarsi, come il guscio di una
crisalide privo della sua
farfalla.
Victor
la guardò stranito.
Non
sapeva cosa pensare ma, vedendola così abbattuta, il primo
istinto fu quello di
soccorrerla. Da bravo cicisbeo
avrebbe detto Erin O'Neal, con ironico cinismo...e, senza rendersene
conto, si
ritrovò a sorridere come uno sciocco. Da quando era
incappato in quella strana
donna, si era ritrovato in situazioni a dir poco surreali e grottesche.
Dopo
il tentato omicidio nei confronti del medico, aveva deciso di portarla
con sé
per prevenire il ripetersi di simili episodi...beccandosi per tutta
risposta,
come ripicca quasi, lei che girellava per il palazzo con abiti non
consoni a
una donna.
Girodelle
deglutì nervosamente, ripensando alle vesti, spesso
discinte, che questa
sfoggiava per i corridoi.
-MARGUERITE!-
esclamò una voce furente fuori dall'edificio.
Madame
si irrigidì e Girodelle, per poco, non gli cadde il
bicchiere di mano.
-Ma
cosa...-fece per dire, prima di vedere il viso della dama, bianco per
la
rabbia. Lei, per tutta risposta, si rizzò in piedi e, a
passo furioso, si
incamminò verso la finestra.
-ANDATEVENE
SUBITO!- esclamò.
Il
militare si avvicinò anche lui alla finestra...salvo
rimanere interdetto. Cosa
caspita ci faceva il generale lì fuori nel suo giardino?
-COME
SAREBBE A DIRE?- ribatté questi, con un piglio minaccioso-
IO NON ME NE VADO,
NON CI PENSO PER NIENTE!-
Marguerite
si mise una mano sul fianco. -Questo non mi stupisce- rispose- Avete
sempre
fatto di testa vostra. Non avete minimamente tenuto conto dei miei
pensieri,
anche se non vi ho mai dato motivo di essere imbarazzato da me. Mi
avete preso
in giro come una povera sciocca...E NON HO NESSUNA INTENZIONE DI
RITORNARE A
CASA!...E NON AZZARDARDATEVI A TIRAR FUORI LA STORIA DI OSCAR PERCHE'
NON MI
CONVINCERETE!-
Girodelle
si allontanò impercettibilmente.
Vedendo
la lite fra il generale e sua moglie, aveva come l'impressione di
essere un
vaso di coccio tra due di ferro. Non aveva mai assistito a bisticci del
genere,
però. La sua famiglia non li aveva mai fatti, nemmeno quando
suo padre, durante
i primi tempi del matrimonio, aveva intrecciato una relazione con
un'attrice. Davvero curioso si
ritrovò a pensare.
-MARGUERITE,
SCENDI SUBITO E VIENI A CASA!- esclamò il generale,
sbattendo il piede a terra.
-NO!-
ruggì Madame, fissandolo furente- MI AVETE PRESO IN GIRO
NELLA MANIERA
PEGGIORE!-
A
quelle parole, calò un improvviso silenzio.
Monsieur
Girodelle guardava la scena inebetito.
Non
era qualcosa che si vedeva tutti i giorni e,di certo, se fosse accaduta
quando
Versailles attraversava i suoi momenti d'oro, avrebbe rovinato anche la
reputazione più inossidabile.
Francois
Renyer De Jarjayes, intanto, fissava sua moglie scuro in volto.
Difficile dire
cosa gli passasse per la testa ma, di certo, non erano pensieri
allegri. Non
rispose all'esplosione della moglie e, senza dire altro,
girò le spalle e se ne
andò.
Marguerite
crollò sulle sue ginocchia solo quando vide la sagoma del
marito sparire dietro
il muretto.
Marie
se ne stava appoggiata alla finestrella della sua camera, insieme a
Rosalie
che, dal momento della scoperta, non aveva proferito parola. Stavano
cucendo
dei vestiti larghi, in previsione della crescita del pancione nei mesi
successivi.
-Siete
molto brava a cucire, Madame Chatelet- commentò, fissando
con genuina
ammirazione le mani svelte della moglie del giornalista.
-Oh-
fece questa- non è
niente di
particolare. Quando ho abitato a Parigi, ho lavorato presso
un'atelier...diciamo che ho sviluppato una certa mano.-
La
donna annuì, prima di fissare sorpresa i palmi curati di
Madame Chatelet. -Ho
sempre ammirato la bravura delle sarte parigine- confessò,
ripensando con
ammirazione agli abiti di pregiata fattura che le cadette delle
dinastie nobili
sfoggiavano al momento di entrare in convento.
Ancora
adesso, non poteva fare a meno di pensarci.
-Mi
hanno detto che cucinate piuttosto bene- osservò Rosalie-
dove avete imparato?-
-In
convento, mi occupavo delle cucine...una delle tante mansioni che
dovevo
svolgere.- fece Marie, con un'alzata di spalle -Piuttosto, come mai
Madame
Grandier non si occupa delle nostre mansioni?-
Rosalie
rimase immobile, prima di sorridere divertita. -Oh- rispose,
sorridendo- Oscar
non è minimamente capace di cucire e cucinare. Ha ricevuto
un'educazione
maschile e, per questo motivo, non è molto brava in queste
cose. Vi si è
cimentata ma i risultati lasciano a desiderare.-
E
si mise a ridere, senza che l'altra riuscisse a comprenderne la ragione.
-Va
un po' meglio, Madame?- domandò pacato Girodelle, porgendole
dell'acqua.
Marguerite
annuì piano, afferrando il bicchiere. -Temo che cedere
all'alcol non sia stata
una buona idea- disse, portandosi una mano sul viso- che caduta di
stile!-
-Può
capitare- la rincuorò l'uomo- ma, posso sapere come mai il
generale è venuto
qui?-
La
donna si irrigidì.
Lo sa
anche lui pensò,
troppo delusa e stanca di essere sempre
all'oscuro di tutto. -Perché nessuno mi ha detto che era
vivo?- chiese - Per
mesi ho creduto di averlo perso, per sempre...come avete potuto tenermi
all'oscuro di tutto questo?-
Girodelle
socchiuse gli occhi e, senza attendere una risposta, si
versò del liquore in un
bicchiere. -Mi dispiace ma abbiamo rispettato la volontà del
generale. Se
volete, però, vi racconterò quanto accadde quel
giorno.- fece- Vi prego però di
sedervi.-
Erano
andati via.
Poteva
sentirlo dai passi frettolosi
verso l'esterno. Con uno sbuffo, Girodelle si rizzò in
posizione eretta. La
posa che aveva assunto durante tutto il colloquio era stata assai
scomoda. La
cera le pizzicava la pelle dandole il tormento. Abbassò lo
sguardo nella
stanza, osservando come il fumo stesse divorando tutto.
Il
corpo dell'uomo giaceva a terra, con
una vistosa ferita sul petto.
-Meglio
sbrigarsi- mormorò,
avvicinandosi preoccupato al generale.
-E'bianco
come un cadavere- fece, prima
di rivolgersi a Erin che non era lontana da lui- signorina O'Neal,
siete certa
che sia ancora vivo?-
La
donna tastò il generale con mani
sapienti, toccando il polso e la ferita. -Non è grave-
rispose- ma dobbiamo
portarlo lontano da qui. Brucia tutto.-
Girodelle
se lo caricò in spalla e,
guidato dalla signorina O'Neal, si infilò nel
passaggio...poco prima che
crollasse tutto.
-Perciò
voi e la signorina O'Neal avete portato fuori dall'incendio mio marito-
commentò la donna- però non comprendo il motivo
per cui mi abbiate tenuto
all'oscuro di tutto.-
Girodelle
si passò una mano sulla testa.
-Vostro
marito rimase tra la vita e la morte per diversi giorni. Se non fosse
dipeso
dall'intervento di Erin e di suo padre, molto probabilmente, non ce
l'avrebbe
fatta. Pur avendo molte cose in sospeso, quei due hanno deciso di
collaborare.-
spiegò- Partimmo per Brehan poco dopo, facendo perdere le
nostre traccie.
Temevamo le ripercussioni del duca, anche se il signor Chatelet,
fornendo tutte
le notizie del caso a Robespierre, si era assicurato una copertura. In
verità,
volevamo venirvi a prendere ma il generale ci ha vietato di farlo. Non
so dirvi
il perché.-
Madame
strinse il bicchiere che teneva in mano.
La
delusione era ancora molta, dal momento che nessuno di loro non aveva
detto
niente. -Mi sono sentita abbandonata come mai mi era accaduto nella mia
vita-
mormorò offesa- come potevate pensare che non avrei
desiderato venire con tutti
voi?-
Girodelle
si morse il labbro.
-Mi
dispiace immensamente- rispose- credetemi se vi dico che sono
mortificato per
la testardaggine di vostro marito. A volte, nemmeno io comprendo il
moto dei
suoi pensieri. Vostra figlia ha tentato di farlo ragionare ma il
generale è
stato eccezionalmente testardo e non ha voluto sentire ragioni.-
Marguerite
chinò la testa.
Non mi
vuole con sé. Malgrado i
trent'anni e rotti passati insieme, non mi vuole al suo fianco si disse. Non si stupiva del fatto
che Francois non
avesse dato delle spiegazioni in proposito. Non era mai stato un uomo
loquace
né, tantomeno facile da comprendere nelle sue bizzarrie. La
sua mancanza di
fiducia e quei 3 lustri di segreti e scheletri nell'armadio,
però, erano un boccone
troppo amaro da digerire tutto in una volta...anche per una donna
stoica come
lei.
-Ora
però non so dove andare, Monsieur- fece- la casa di mia
figlia era ormai
l'unico posto dove poter vivere tranquilla e invece...-
Girodelle
si accarezzò il mento.
-Potete
rimanere qui tutto il tempo che desiderate. La mia abitazione
è molto grande e
non mi dispiace dividere il mio spazio.State pure qui se lo desiderate,
riposatevi, prendetevi tutti i momenti che occorrono per decidere...ma
decidete
bene. Siete molto arrabbiata e non potete prendere una risoluzione del
genere con
un simile stato d'animo. E'una cosa che potete fare solo a mente
fredda.- disse
pacato.
Madame
guardò l'uomo.
-Va
bene, accetto la vostra offerta.- rispose.
Allora,
chiedo venia per il ritardo e
per la brevità del capitolo ma, essendo la vigilia di Natale
non me la sono
sentita di lasciarvi a secco. Il capitolo è venuto in questo
modo, proseguendo
quanto accaduto in quello precedente. Ammetto che la fic sta battendo
tutti i
record della sezione...ma spero che non sia una noia. Come ho detto nel
capitolo
20, siamo nella
fase finale della
vicenda...questa volta per davvero. Ora sappiamo cosa è
successo nella parte
dell'incendio...ma ora dobbiamo vedere come digerirà la cosa
Madame. Per ora
gli girano ma vedrete che si calmerà.
Adesso
però vi auguro di passare un Buon
Natale, malgrado la crisi e tutti i problemi che ha il nostro Paese.
Speriamo
in bene, gente! Grazie a tutti voi che avete letto la storia finora e
che,
grazie alle vostre recensioni e alla registrazione in preferite,
seguite e
ricordate, avete galvanizzato il mio ego. Buone Feste a tutti!