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Autore: AsfodeloSpirito17662    25/12/2012    2 recensioni
"Oh Merlino, Paciock...”
“Ho toccato il fondo Draco, sono alla deriva”
“Eh, me ne sono accorto”
“Vaffanculo”
“Senti, di certo tutto mi aspettavo tranne che Paciock. Ovvio, sempre meglio di Sfregiato. Credo che in quel caso ti avrei sbattuto fuori di qui a calci nel culo”
[...]
Uno sbuffo di risata, che durò troppo poco perché fosse reale. Incrociò le braccia al petto e si voltò verso il divano. Ora Blaise era in piedi e lo osservava con un’espressione comprensiva. Stava ancora condividendo il suo dolore, non aveva mai smesso di farlo.
“Te ne sei innamorato?”
“Credo che sia un termine azzardato”
“Ti consiglio di capirlo più in fretta che puoi Blaise, perché anche se lo pensiamo, non abbiamo tutto il tempo del mondo a nostra disposizione. Non chiederti perché proprio adesso. Sii grato che sia successo abbastanza presto”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Neville Paciock, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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SESTO CAPITOLO


When she was just a girl,

She expected the world,

But it flew away from her reach,

So she ran away in her sleep.

And dreamed of paradise,

Paradise,

Paradise,

Every time she closed her eyes.

(Coldplay, Paradise)


Blaise lasciò che le gocce di acqua pulita scivolassero lungo il volto, percorrendo dolcemente la mascella marcata sino a gettarsi nel vuoto dal mento spigoloso. Il rumore dell'acqua aperta riempiva il vuoto d'aria che galleggiava nel suo cervello martoriato. Era giunto ad una conclusione, in quelle tre settimane durante le quali aveva potuto assaggiare amaramente le conseguenze dell'accordo stipulato con Mathias. Era sceso a patti con sé stesso, sin da quando aveva lasciato la scuola. Non che la cosa gli fosse mai piaciuta, ma certe circostanze non ti lasciano nessun'altra prospettiva. O scegli il peggio o ti becchi il peggio del peggio. Blaise era sempre stata una persona attenta, capace di ragionare e di prendere decisioni giuste per la sua vita, la sua carriera... probabilmente la situazione in cui era precipitato poteva indurre a pensare il contrario ma, sì, ammetteva che Draco Malfoy era stato l'unico errore di tutta la sua vita. Donargli la sua lealtà e la sua amicizia, aveva decisamente sventrato tutto ciò che la sua persona mostrava e ricopriva nella società magica. Come poteva per cui un singolo errore pregiudicare completamente il suo destino? Destino... le labbra piene del ragazzo si tirarono in un sorriso che non arrivava agli occhi, pensieroso. Lui non aveva mai creduto nel destino ed ancora, in quel momento, non ci credeva; perché nonostante Draco l'avesse trascinato con sé negli abissi della disgrazia, Blaise non sarebbe mai stato capace di voltargli le spalle. Se qualcuno gli avesse chiesto com'era stata possibile la nascita di un rapporto così stretto tra una persona riservata come lui ed un narcisista, egocentrico, egoista, viziato come Draco Malfoy... non avrebbe potuto rispondere. Lui stesso si era posto svariate volte la stessa domanda, ma... la curiosità non era mai stato in grado di togliersela. Perché era amico di Draco? Cosa aveva spinto entrambi a legarsi così l'uno all'altro? Blaise era irrimediabilmente omosessuale e Malfoy era praticamente il fratello che non aveva mai avuto. Con sua madre spesso impegnata in matrimoni e funerali di vario genere, stranamente l'unica persona che si era sempre ritrovato al fianco, a scuola, durante le feste, durante le estati... era stata Draco. Non avevano mai progettato niente, il tutto era avvenuto come fosse stata una cosa ovvia passare del tempo insieme. Era un'amicizia nata da sola e probabilmente era stata anche la situazione famigliare di Draco, a farli silenziosamente avvicinare. Avevano un rapporto singolare, fatto di insulti e frecciatine poco comuni. Ma del resto, erano due persone poco comuni. Ci si poteva aspettare altro, da loro? Non fraintendete, non è che Blaise nel fondo del suo cuore fosse una persona tenera, romantica o dolce. Qui si sta parlando di pragmatismo. Vedere le cose come effettivamente sono e dare loro il nome che gli spetta. Mentre Draco tendeva a negare la realtà per fare il duro della situazione o vagheggiare sette volte su otto, Blaise semplicemente, per pura questione di pragmatismo, schiettezza e semplicità, andava dritto al punto. C'era amicizia tra loro? Sì. Gli voleva bene? Sì. Lo odiava? Molto spesso. Niente fronzoli, niente esagerazioni di vario genere o osservazioni profonde. Le risposte a monosillabi erano le sue preferite. Sì, no, boh, forse. Ma non era quello il punto. Il punto era Mathias. Mathias che da tre settimane tentava senza sosta di umiliarlo. Come se di umiliazioni, da quando il Ministero aveva deciso di rendere la sua vita un inferno, non ne avesse ricevute già abbastanza. Non aveva mai visto un bambino così... intelligente, cazzo. Perché doveva ammetterlo, Mathias era un bambino dannatamente sveglio, furbo. Ed era solerte appellarsi al loro accordo solamente in pubblico. Quand'erano a casa, soli, andava tutto abbastanza bene. Le solite litigate, gli sguardi astiosi, i silenzi pesanti. Ma se uscivano, la sua vocetta irritante, saccente, non tardava mai troppo a dirigerlo come una marionetta. Fai questo, fai quello, dì questa cosa, nega quell'altra, fai la verticale e cammina sulle mani in mezzo a Diagon Alley, vai a giocare a mosca cieca in mezzo ad una partita di Quidditch, corri nudo per Hogsmeade... d'accordo, forse si stava un po' allargando, ma il concetto era quello. Anche perché Mathias, per come era fatto, non gli avrebbe mai chiesto di fare un qualcosa di così... plateale. Lui lo umiliava sottilmente, con i sotterfugi. E non gli importava se lo spettatore di turno non era in grado di cogliere l'opera che stava mettendo in atto. Per lui l'importante era che fosse Blaise, a capire l'intento delle sue parole e delle sue richieste e lui ovviamente capiva, oh se capiva. La dentatura perfettamente bianca, incise il labbro inferiore. Con le mani appoggiate sul lavabo, mentre l'acqua scorreva, appariva semplicemente come un ragazzo, con l'espressione un po' pensierosa, ma tutto sommato tranquillo, rilassato. Però aveva deciso. Anche perché, quella mattina, aveva mandato allegramente a puttane il suo accordo.


"Lui ha detto che le piaci"

La ragazza sbatté le palpebre, osservando il visetto del bambino con espressione un po' confusa. Solo quando adocchiò Blaise, le guance assunsero una delicata tonalità rosea.

"Blaise guarda, è diventata rossa! Mi scusi signorina, ma è la verità! Non è vero?"

No che non era vero. Lui era omosessuale, per la miseria ed anche molto felice della sua condizione. Lei aveva i capelli i biondi come il miele e quando allungò un braccio per dare il gelato tutti i gusti più uno al bambino dall'espressione furbetta, Blaise notò che la pelle pallida era ricoperta di lentiggini. Lui odiava le lentiggini, le trovava disgustose. Anche Paciock aveva le lentiggini sul naso. Strinse le labbra in una linea sottile, per impedirsi di fare una smorfia poco cortese.

"Blaise, diglielo che è vero, se no poi pensa che sono un bambino bugiardo"

Il ragazzo si preparò, per l'ennesima volta, a stare al suo gioco.

"Ho fatto una semplice constatazione dei fatti, dicendo che la trovo una ragazza graziosa"

La biondina sembrò in difficoltà, mostrandosi un po' impacciata nel rivolgere un sorriso delicato all'indirizzo dell'Ex Serpeverde. Dal suo canto, lui sapeva bene che non sarebbe finita lì. Mathias si avvicinò al bancone e con la manina fece cenno alla ragazza di avvicinarsi. Quella, chinatasi in avanti, tese le orecchie ed il bambino le parlò come stesse svelando un segreto, premurandosi però di utilizzare un tono di voce poco discreto.

"Lui si vergogna perché è timido, ma prima mi ha chiesto di chiederti se ce l'hai il fidanzato..." leccò il gelato con gusto, sfoggiando un'espressione così ingenua da sembrare vera.

D'accordo, intendiamoci. Non è che sciocchezze del genere sarebbero state in grado di metterlo in imbarazzo. Lui adorava... giocare, davvero. E non gli avrebbe dato molto fastidio flirtare, anche per gioco, con una donna. Era il fatto che a manovrarlo così fosse un bambino, ad innervosirlo. Se la situazione fosse stata diversa, probabilmente avrebbe potuto anche soprassedere sulle orribili lentiggini di quella femmina, per farsi due risate. Lei spostò con un imbarazzo che andava crescendo lo sguardo su Blaise, ma la risposta alla pseudo domanda di Mathias fu pronunciata da qualcun altro.

"Ci sono problemi, Maggie?"

Maggie, che nome scialbo e privo di personalità. Non avrebbe mai potuto davvero flirtare con una persona di nome Maggie. Un ragazzo, apparentemente suo collega, dall'altro lato del bancone in silenzio si era avvicinato, sino a cogliere la natura della loro conversazione. Blaise espirò silenziosamente, perché dal modo in cui il tipo aveva posto la domanda, aveva compreso che molto probabilmente si trattava della dolce metà di... Maggie.

"No Ben, non è niente..."

"Sei tu il fidanzato di Maggie?"

Blaise rimase in silenzio, contemplando la meravigliosa possibilità di soffocare il Mostro con la sua stessa lingua lunga. Il suddetto Ben, nel replicare alla schietta domanda del bambino, spostò con occhi cupi lo sguardo direttamente su Blaise. Il 'nemico'. Si prese due secondi per soppesarlo in maniera grossolana e l'altro ipotizzò che probabilmente, il ragazzo, stava cercando di valutare se fosse un avversario poco pericoloso. Quanti anni poteva avere, diciotto? Diciannove, forse? Aveva l'aria di chi era fresco di diploma. Dallo sguardo che il gelataio ricevette in risposta al suo esame silenzioso e dalla cessazione di quel ridicolo studiarsi, neanche fossero due animali, Blaise dedusse che aveva capito di non doverlo provocare scioccamente. Infondo non era malaccio, con quei capelli lunghetti un po' arruffati e gli occhi nocciola. Gli sarebbe dispiaciuto un po' dover usare le maniere forti.

"Sì, sono io"

"Oh no, che peccato! Blaise le aveva anche comprato dei fiori, sai..."

Maggie non sapeva cosa rispondere ed era in evidente difficoltà. C'è da dire che lo sguardo del bambino, così... strano, era in parte la causa di quella difficoltà. Ben corrugò la fronte e sfoggiò un'espressione che al Serpeverde non piacque affatto. Ah, l'amore... nonostante il gelataio aveva ben compreso di trovarsi davanti una persona poco incline alle scempiaggini, il suo legame con la cara, dolce, maledettamente lentigginosa Maggie, lo forgiava del coraggio di sfidarlo nonostante i suoi timori. Che processo affascinante. Blaise si strinse appena nelle spalle, mostrando una faccia da schiaffi tale che sarebbe stata in grado di innervosire anche Ruf. Non intendeva prendere quella situazione sul serio e magari, mantenendo un profilo basso, la questione si sarebbe conclusa in fretta e senza nessun morto.

"Suppongo che staranno bene anche sul tavolo del mio soggiorno"

"Però ti sarebbero piaciuti di più nella camera di Maggie, avevi scelto il colore in modo tale che il mazzo fosse anche in tinta con le pareti della sua stanza..."

Blaise indurì la linea della mascella. Mathias stava esagerando perché le sue parole avrebbero davvero potuto causare dei seri problemi. Gli lanciò un'occhiata di avvertimento ed il bambino, per tutta risposta, leccò il gelato con l'espressione leziosa di un gatto sdraiato sotto l'ombra di un albero in piena estate. Lo stava maledettamente provocando a contraddire ciò che aveva detto. Era davvero disposto a fare il suo gioco solo per impedirgli di raccontare maldicenze sul suo conto a quegli imbecilli del Ministero? Cosa gli assicurava che dopo averlo umiliato così non avrebbe comunque infranto il loro accordo? Non c'era nulla di firmato.

"Hai seguito Maggie sin sotto casa sua?"

Ben era diventato rigido ed in fondo allo sguardo, fu facile notare l'irritazione destata dal dubbio piantato dalle parole di Mathias. Aprì e chiuse le mani lentamente, più volte, rimanendo immobile come fosse stato colpito da un Pietrificus. Maggie, divenuta ormai cinerea sul volto dai lineamenti morbidi e gentili, altalenava gli occhi azzurri dal proprio ragazzo a Blaise. Si azzardò ad allungare una mano verso Ben, nel chiaro tentativo di indurlo a lasciar perdere, ma lui con un gesto del braccio la scostò bruscamente. Ah, il giovane aveva un carattere irrequieto allora. Blaise sostenne lo sguardo perforante del gelataio, ma non rispose alla sua domanda. Sapeva che qualsiasi cosa avesse detto, l'avrebbe semplicemente fatto infuriare ancora di più. Inoltre, adesso che ci pensava, lui non poteva neanche permettersi di-

"Impedimenta!"

"Protego!"

"Everte statim!"

"Protego, Expelliarmus!"

"Rictusempra!"

"Protego!"

"Vigliacco! Reducto!"

"Stupeficium!"

Il corpo di Ben fece un volo tremendo ed andò a sbattere contro la parete alle sue spalle, scivolando poi a terra, inerme. Maggie strozzò il principio di un urlo nella propria gola e con gli occhi azzurri sgranati, corse fino al giovane, chinandosi accanto a lui. Blaise, il respiro accelerato, non disse una parola. Strinse maggiormente la propria bacchetta nel pugno, ma il suo cervello si rifiutò di fermarsi un attimo. Era nei guai, nei guai più neri ed assoluti. Mathias accanto a lui, aveva smesso di leccare il gelato e si era fatto improvvisamente serio e silenzioso. Blaise inumidì le labbra con la punta della lingua ed osservò Maggie cercare di far rinvenire il suo ragazzo. Merda. Inizialmente aveva provato soltanto a difendersi, senza usare altri incantesimi ma poi, al sentirsi dare del vigliacco non ci aveva visto più e la prima parola che era riuscito a vomitare, era anche quella che l'aveva appena fregato. Puntuale come un orologio svizzero, udì provenire da una delle finestre chiuse un picchiettio sordo ed irritante, simile ad un chiodo che ti viene inserito nel cervello. Prima ancora di voltarsi e lasciare la via libera al barbagianni appena arrivato, aveva già compreso di cosa si trattava. Con un incantesimo silenzioso fece aprire le ante della finestra e l'animale, svolazzando rumorosamente, lasciò cadere tra le mani del francese una busta sigillata con il timbro del Ministero. Senza aspettare ricompense o risposte, il barbagianni abbandonò il negozio e subito dopo, fu come non fosse mai stato lì. Blaise inspirò lentamente, in silenzio, stringendo la busta in un pugno e la bacchetta nell'altro. Non ci fu bisogno di ordinare a Mathias di seguirlo, quando abbandonò il negozio in religioso silenzio, perché il bambino non gli staccò per un attimo gli occhi di dosso. Buttò il gelato in un secchio sulla via di Diagon Alley e tornò a casa con il suo tutore.


"Blaise?"

Morgana, con atteggiamento discreto, si inserì nella cornice della ninfa, appesa sulla parete opposta a quella dello specchio. Fu proprio attraverso il riflesso del vetro, che il ragazzo osservò la Strega con un'espressione cupa e greve. Lui stesso, sembrava emanare una certa aurea di pericolosità che indusse Morgana ad accostarsi alla ninfa, come se la sua sola vicinanza le infondesse un certo coraggio. Non parlò, ma con lo sguardo la invitò a continuare. Non sembrava avere molta voglia di essere disturbato.

"Tua madre è arrivata, ti aspetta in salotto..."

Schiarendosi appena la gola, restò immobile qualche secondo, socchiudendo le labbra come dovesse aggiungere qualcos'altro; ci mise solo pochi secondi a ripensarci ed abbassando lo sguardo, con un tocco gentile sulla spalla della ninfa abbandonò il quadro, probabilmente diretta alla sua postazione. A Morgana toccava sempre il lavoro sporco. Ogni volta che Blaise non era di buon umore e c'era qualche cosa di importante da comunicargli, gli altri personaggi inviavano sempre lei in avan scoperta. Ma era la prima ad essere schiacciata malamente contro qualche cornice se c'era bisogno di spiare od origliare. Il Serpeverde adocchiò la ninfa, che provò ad abbozzare un sorriso non molto convinto; spostò in seguito gli occhi nero petrolio sullo specchio ed osservò il proprio volto. Nonostante la pelle scura, due occhiaie macchiavano il colore perfetto dell'epidermide. Gli occhi dal taglio allungato erano un po' gonfi a causa delle borse e rossi per la stanchezza. Da molte notti non riusciva a dormire, colpa di pensieri troppo rumorosi. Passò una mano sulla faccia, stropicciando le palpebre e si staccò dal lavabo, richiudendo l'acqua.


"Tesoro, perdonami se non sono potuta venire prima, ma ho avuto delle cose che- Blaise?"

Non aveva fatto in tempo a mettere piede in salotto che con voce chiocciante, sua madre aveva immediatamente preso parola. Ma qualcosa, sul volto del figlio, doveva averla distolta velocemente dalle giustificazioni che si era preparata. Il Principe di Galles qualche settimana prima le aveva riferito per filo e per segno la discussione che c'era stata tra Blaise e Mathias, quella riguardo il loro pseudo accordo. Il ragazzo si chiese distrattamente come mai non si era domandato il perché della mancanza di una visita immediata da parte di sua madre. Decise che aveva troppe cose a cui pensare, troppi problemi da risolvere ed impicci da sbrogliare, per porsi anche un quesito del genere.

"Mamma. Come stai?"

Splendidamente, visto il suo aspetto impeccabile, come sempre. Bella, come sempre. Un tailleur blu notte le fasciava le forme sinuose del corpo scuro. La camicetta di seta bianca dava quel tocco di classe ed eleganza mai eccessiva. La natura aggressiva della donna, era sottolineata però dalle decolleté zebrate. Le strisce scure, invece che nere, erano blu come il tailleur. Constance corrugò lievemente la fronte e si avvicinò di qualche passo a suo figlio, permettendo alla propria mano di sfiorarne la guancia; il rumore dei tacchi delle scarpe erano attutiti dalla soffice moquette color panna.

"Cos'è accaduto?"

Dritta al punto come sempre. Del resto, Blaise doveva pur aver preso da qualcuno. Era contento di essere uguale più a sua madre che a suo padre. Non sapeva neanche dov'era. Da quando aveva tradito la madre per un'altra, il francese non l'aveva più visto né sentito ed anzi, aveva volontariamente acquisito il cognome di Constance in segno di rifiuto totale della figura paterna. Blaise socchiuse le palpebre senza battere ciglio ed osservò il volto della madre con fare taciturno. Constance temeva le sfuriate del figlio, ma temeva ancora di più quando invece non le faceva. Con espressione apprensiva, la donna lasciò cadere la mano dalla guancia di Blaise e permise alle braccia di accarezzarle i fianchi, semplicemente attendendo che il figlio capisse da solo da che punto iniziare. Insistere o mettergli fretta era una pessima idea. Di certo però, quell'atteggiamento stranamente quieto ed allo stesso tempo inquieto, le lasciava intendere che qualcosa di grave era accaduto. Possibile che dipendesse solo dalla discussione che lui e Mathias avevano sostenuto? Mathias...

"Dov'è il bambino?"

Gli occhi di Blaise sfuggirono allo sguardo penetrante della donna per dirigersi verso un punto indefinito alla sua destra.

"Non lo so"

"Prego?"

"Non lo so, mamma! Dannazione, non lo so!"

Constance sfarfallò le ciglia, decisamente interdetta. Blaise aveva iniziato con un tono basso, sino a pronunciare le ultime parole con voce alta e decisamente frustrata. Nervosamente, il ragazzo si passò una mano in mezzo ai capelli e, alla stregua di un leone selvaggio rinchiuso in una gabbia, iniziò a marciare avanti ed indietro per il soggiorno, con gli occhi puntati a terra e le mani piantate sui fianchi. Era un completo fascio di nervi e le rughe sulla fronte denotavano il suo stato d'animo. Constance si mosse con cautela sino a raggiungere il tavolo di cristallo. Abbandonò con gli occhi la figura del figlio solo per adocchiare la lettera spiegazzata ed aperta, appoggiata sulla superficie immacolata e trasparente del tavolo.


Gentile Sig. Zabini,


abbiamo avuto notizia che a Diagon Alley, questa mattina, alle dieci e trentasette minuti, è stato da Lei praticato, o da chi faceva le veci della Sua bacchetta, un incantesimo di offesa. Come Lei sa, a seguito delle restrizioni che Le sono state imposte dal Tribunale del Wizengamot durante l'udienza datata 14 giugno 1999, non Le è permesso compiere determinati incantesimi, in appello al Decreto per la Ragionevole Restrizione delle Arti Magiche per i Pregiudicati, 1665, Comma D. La informiamo inoltre che è invitato a presentarsi negli uffici del Ministero in occasione della visita mensile ufficiale in merito alla custodia affidatale di Ramos Mathias Alan, nella giornata di domani pomeriggio. Coglieremo l'occasione per valutare il suo recente utilizzo della magia.

Buona giornata!


Cordialmente,

Mafalda Hopkins

Ufficio per l'uso improprio delle Arti Magiche

Ministero della Magia


"Blaise, smettila di scavare nel pavimento e dimmi cos'è accaduto"

"Se ne è andato"

"Che vuol dire se n'è andato?!"

"Ha preso l'ascensore e se ne è andato mamma, ecco che vuol dire!"

"E tu l'hai lasciato fare?"

"Certo che l'ho lasciato fare, di chi credi sia il merito di quella convocazione?"

"Stai dicendo che ti ha costretto ad utilizzare la magia?"

"Mi ha messo nella condizione di doverlo fare!"

"Blaise, maledizione, stiamo parlando di un bambino di otto anni"
"Quello non è un ragazzino, è un Mostro! Tu non l'hai sentito parlare, non hai visto che cosa è capace di macchinare!"

"Sei fuori di te, cerca di controllarti, stai vaneggiando"

"No mamma non sto vaneggiando affatto e francamente ne ho piene le tasche di dover stare attento a quello che dico, a quello che faccio, a chi frequento e anche ai ragazzini!"

"Non è un bambino qualunque, rappresenta la chiave per riottenere la tua credibilità!"

"Al diavolo la credibilità, non ho intenzione di passare un minuto di più a farmi umiliare da un ragazzino di otto anni! Il Ministero ha già abbastanza controllo di per sé sulla mia vita, ma chi ho ucciso per meritarmi di cadere così in basso? A questo punto tanto vale meritarmela sul serio una pena per Azkaban"

"Non parli sul serio!"

"Mi ci avvicino molto in realtà. Sono giorni che non dormo, perché a causa di quel maledetto accordo -mio Dio, sto parlando di un accordo con un bambino, lo vedi come sono caduto in basso?- sono costretto ad assecondare i capricci e le sevizie di un ragazzino che come sport principale ha scelto quello di cercare di dimostrarmi la superiorità della sua posizione! Il Ministero mi pressa perché non posso fare incantesimi, il Ministero mi pressa perché da quando quel Mostro vive con me non ho avuto più molto tempo per portarmi avanti con le pozioni, il Ministero mi pressa per assicurarsi che il bambino venga trattato nel migliore dei modi, il Ministero mi pressa perché vuole che io fallisca!"

"Ed a quanto vedo tu gli stai rendendo le cose molto semplici"

"Dannazione, no! Ci ho provato, ci ho provato per davvero, altrimenti non avrei mai accettato di scendere a compromessi con lui, per la miseria! Non avrebbe potuto semplicemente, che so, morire in quel maledetto agguato, proprio come i genitori? No, troppo semplice, certo!"

"E' questo quello che gli hai detto per indurlo ad andarsene via così?"

"Ho detto quello che penso e non mi importa di che fine abbia fatto, troverò altri modi per riacquistare uno straccio di credibilità"

"Blaise"

"Da quando se n'è andato ho pensato a cosa poter raccontare al Ministero. Non credo che ne uscirò completamente pulito, ma tant'è, schifo per lo schifo, sarà una macchia in più da cancellare"

"Blaise"

"Domani pomeriggio mi presenterò senza il bambino. Dirò chiaro e tondo che non ne voglio più sapere niente"

"BLAISE!"

Il ragazzo si immobilizzò in mezzo al salotto, puntando gli occhi neri, vacui e nervosi, sul volto della madre.

"Domani tu ti presenterai al Ministero con il bambino. Vallo a cercare"

Zabini restò fermo al suo posto, in silenzio, senza muovere il minimo muscolo, come fosse caduto in una specie di trance.

"Blaise. Vallo a cercare adesso"










NOTE DELL'AUTORE: ah! Ve l'avevo detto che Babbo Natale vi avrebbe portato un capitolo in più, questa settimana! Non siate miscredenti :D buon Natale e buon Santo Stefano! Grazie ad Arianna che mi beta questo mondo e pure l'altro, grazie a chi legge, chi aggiunge la storia alle seguite/preferite/ricordate e chi recensisce/ha recensito/recensirà! Sono piena di gioia e amore, sarà il Natale? Comunque, per chi nei precedenti capitoli si fosse perso l'immagine che ho io di Mathias, la ripropongo: http://img.poptower.com/pic-60650/mason-cook.jpg?d=600 (Mason Cook). Direi che ha una faccia abbastanza da stronzetto, no? Tornando tuttavia a spendere un attimo due paroline su Mathias... mi rendo conto, che un bambino di otto anni, semplicemente, NON PUO' essere così. Non esiste, né in cielo né in terra. Ma dovete anche cercare di capire che è in una situazione piuttosto delicata... più avanti nella storia, spiegherò perché ho voluto caratterizzarlo in maniera così marcata. Se lo dicessi adesso potrebbe apparire incomprensibile. A venerdì!

   
 
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