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Autore: Marta_R92    12/07/2007    2 recensioni
[…]Ginny abbassò lo sguardo mentre le lacrime incominciavano di nuovo a scorrerle sul volto. -mamma… no… non chiederlo… non lo posso giurare!-[…] […]-che facciamo?- chiese Draco prendendola per la vita e cercandola di confortare. -uccidila….-[…] Cosa accade se si uniscono due anime dalla parte sbagliata? Cosa accade se le carte in tavola si mischiano? Cosa accade se la guerra non ha un lieto fine ed un bambino da innocente diventa il colpevole? Ecco a voi il sequel di “un modo per farsi valere”. Come promesso (anche se dopo molto tempo) ce l’ho fatta, e l’ho scritto. (un ringraziamento a Miyuki-chan che mi ha consigliato di scrivere alcune delle parti di questa storia)
Genere: Avventura, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Mangiamorte | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.incomprensioni


Ron ed i suoi fratelli aspettavano da circa un’ora fuori dalla stanza della loro mamma. Hermione andava avanti ed indietro davanti a quella porta guardando il tetto, poi, impaziente, aprì la porta e restò bloccata fissando la scena che gli si presentava davanti.

C’erano molte sedie a terra, l’armadio aperto e le tende che svolazzavano al vento estivo che penetrava dalla finestra aperta.

Molly era distesa, inerte, e serena, sopra il suo letto con gli occhi chiusi. Le serrande erano state alzate e la luce era spenta. Dei quattro ragazzi nemmeno la più minima traccia.

Hermione s’inginocchiò sotto gli occhi sbigottiti di tutti i famigliari della donna che, apparentemente, dormiva, poi Bill scavalcò Hermione ed entrò nella stanza accendendo la luce e posando gli occhi sulla madre.

-mamma!- sussurrò sbigottito, poi alzò la voce- mamma! Svegliati!mamma!- urlò il rosso inginocchiandosi vicino al corpo della madre e stringendole la mano.

Ron entrò poco dopo, mentre Hermione era a terra che singhiozzava freneticamente. Fleur si avvicinò a Bill cercando di consolarlo, ma non poteva più farlo, era troppo debole per riuscire a non piangere, in quel momento.

Penelope si strinse di più a Percy nascondendo il suo volto nei suoi pettorali.

-è morta… ha voluto morire…- singhiozzò Bill con la testa bassa senza volerla rialzare.

-perché? perché?!- urlò infine il ragazzo.


Ginny e Draco erano da più di un’ora dentro quella stanza. Il biondo la cullava cercando di farla finire di piangere, ma lei singhiozzava e cercava di sfogarsi con qualcosa, quando Zabini entrò nella stanza.

-Ginny, Draco…- disse il castano ansante e pallido.

-Blaise, che succede?- scattò Draco con in braccio la ragazza.

-La Granger… Hermione Granger… è di sotto… da sola…- disse Zabini fissandolo leggermente spaventato.

-cosa?- chiese Ginevra alzando il capo.

-La Granger… ha detto che ti vuole vedere!- insisté il castano rivolgendosi al cugino. Draco guardò la rossa, poi seguì fuori suo cugino.

-Draco…- tentò di dire la rossa.

Draco sorrise, poi gli porse la mano e lei lo seguì a testa bassa e cercando di frenare le lacrime.


Ginevra notò subito la figura alta e snella di Hermione, ma come faceva a essere lì? Come sapeva che loro erano lì?

Era una trappola?

La castana la guardò. aveva gli occhi rossi, ma senza lacrime, come se avesse pianto fino a pochi secondi prima, ed avesse smesso da poco.

Ginevra, che abbracciava il braccio del biondo cercando conforto da quello, la fissò per un attimo.

Le lacrime avevano sciolto tutto il trucco che lei si era pulito dal volto. La bocca piegata all’ingiù ed il mento che tremava, con le guance e gli occhi rossi.

Aveva un nodo alla gola e la fissava. La castana le si avvicinò aprendo le braccia, e la rossa ci si fiondò subito, capendo che la ragazza voleva solo aiutarla.

-Dovevamo farlo! Ce l’ha chiesto!- disse lei singhiozzando.

-lo so… lo so… sst… non parlare…- disse la castana dolcemente cullandola.

-tu devi sapere… ce lo aveva chiesto!- ribattè lei in preda alle lacrime. Harmione sorrise dolcemente mentre altre lacrime le invadevano gli occhi.

-so tutto… tutto quanto… non sono arrabbiata con te, anzi… ora calmati.- disse Hermione, poi la staccò leggermente da lei, per poi portare uno sguardo fermo e attraversato da un’ombra di oscurità, verso Draco e Zabini.

-Qui non siete al sicuro!- disse la castana fissandoli indurendo la mascella

-nemmeno tu lo sei, se è per questo!- rispose il biondo. Le sue parole fredde echeggiarono nella sala d’ingresso mentre Ginevra raggiungeva di nuovo il suo adorato Draco.

-Gli Aruror potrebbero avermi rintracciata… dovete trovare un altro rifugio!- continuò Hermione senza ascoltare le parole del biondo.

-non ci servono le tue protezioni, Granger…- rispose Blaise avanzando di un passo.

-non farò la spia… ma voglio che voi ve ne andiate da qui!- disse con fermezza lei.

-da che parte stai, Granger?- chiese fermamente Draco. La fissava gelido, come se quello che aveva detto e fatto poco prima, non avesse cambiato la sua idea. Era sempre un Auror ed era sempre il nemico da annientare.

Fece scivolare la sua mano, sulla bacchetta, ma la castana non ci fece molto caso.

-non sono qui per fare la buona samaritana, ma voi ve ne dovete andare! Lo dico per voi… e per me…- aggiunse con una punta di tristezza nella voce.

Ginevra guardò prima il biondo, poi la castana.

-Hermione…se è questo che intendi, questo non è il posto per te..- rispose Ginevra fissandola. La castana guardò la porta alle sue spalle, poi di nuovo la sua amica.

-nemmeno quello…e questo non è nemmeno il vostro posto… e so per certo che ne siete consapevoli!- rispose decisa Hermione. Zabini guardò Nott nervosamente. Ogni minuto che la ragazza passava lì, era un minuto in meno per la loro difesa.

-credo che abbiamo fatto la nostra scelta! E credo che non sia tu che ci debba dire qual è e quale non è il nostro posto!- rispose il biondo stringendo a sé Ginevra. Hermione ridacchiò, tirando indietro la testa.

La sua missione era chiara: entrare lì dentro e estrarre più informazioni possibili, ma quella che gli si presentava davanti era più di una missione… era tradire la fiducia di qualcun altro! Non era pronta per fare quel passo… ma lo doveva fare.

-anche io sto facendo la mia scelta, e sono sicura che nessuno sospetterà di me… quello che vi sto offrendo sono le informazioni del Ministero su un piatto d’argento!- Zabini sbuffò, poi la guardò.

-e che ci fa pensare che tu non sia una spia… in fondo sei la ragazza di uno degli Auror più stimati dal Ministero.. sei la ragazza che ha aiutato Potter ad uccidere il nostro Signore oscuro… sei la ragazza che ha portato via il prescelto…-iniziò il moro fissandola. Hermione storse il naso, come se quelle rivelazioni le dessero fastidio.

-non vi siete mai chiesti se io lo volevo veramente? Se io, volevo fare tutto questo o se sono stata costretta a farlo… o lo avessi voluto fare solo per salvarmi la faccia?- chiese Hermione in tono di sfida.

Ginevra si girò di spalle, poi fece per salire le scale, estraniandosi da quel discorso, ma la castana la richiamò.

-diglielo tu, Ginny! Tu lo sai cosa ho passato… tu lo sai che cosa mi ha veramente spinto ad essere un’Auror!- urlò Hermione contro la ragazza che, ormai, era a metà scala.

Ginny non girò più di tanto il suo capo, ma le sue parole risuonarono chiare e cristalline nell’ombra di quell’ingresso.

-potere… e amore… per qualcuno che hai tradito e che non amavi…- con questo se ne andò, seguita dagli altri Mangiamorte.


Ron guardava dalla finestra ogni singolo passante.

Non era la prima volta che si ritrovava ad aspettare pensieroso, qualcuno. Ma era la prima volta che si ritrovava ad aspettare, pensieroso, Hermione.

La castana aveva detto che doveva compiere un obbiettivo personale e che si era preso tre ore di permesso, per andare in un posto ignoto a Ron.

Il rosso poggiò la fronte sulla finestra del suo studio fissando verso l’ingresso, per poi, di tanto in tanto, uscire di lì a controllare il camino, ma nulla.

Era da un’ora che si assentava e lui era più preoccupato che mai.

Assentarsi, di quei tempi e, soprattutto, in una missione sotto copertura, era la mossa più stupida da fare.

Si guardò intorno, poi poggiò lo sguardo sull’orologio a pendolo e, vedendo che ore erano, sentì tutte le stanchezze di quella giornata ricadergli addosso.

Risentiva le pesanti lacrime versate per la madre e la missione datagli dal capo pochi minuti dopo che la donna era deceduta, e la pesantezza di sapere, ancora una volta, che Ginevra Weasley era morta… morta dentro un’altra Ginny… dentro un’altra ragazza rossa… che colmava odio e rancore.

Sospirò massaggiandosi gli occhi.

Gli bruciavano e aveva voglia di dormire, ma la missione era chiara.

Vegliare sulla villa tutta la notte.

Ritornò a guardare fuori dalla finestra, poi un tepore caldo gli solleticò il naso rendendogli le palpebre più pesanti del solito, finchè non s’immerse in uno dei suoi nuovi sogni agitati e inverosimili.

Vedeva Hermione abbracciarlo. Non era mai stato più felice di quel momento, poi sua madre che moriva. Ma si era gettata da un palazzo… quando, a metà corsa, si trasformò in una splendida ragazza dai lunghi capelli rossi, che abbracciava, ad occhi chiusi, Draco.

siamo stati degli stupidi!” ripetevano mentre si sfracellavano a terra, ma Ron si era già girato. Hermione era a terra, in una pozza di sangue. In pochi secondi capì che lui, Ronald Weasley… il solare Ronald Weasley stava piangendo. Vide la sua mano che lasciava andare una pistola e lui che s’inginocchaiva vicino alla castana, poi le scoprì il braccio e vedeva il Marchio Nero… infine,il buio assoluto…

Aprì gli occhi. Quelli che gli erano sembrati pochi istanti, in verità, erano due ore. Sentì qualcuno che lo smuoveva, prendendolo per una spalla, poi aprì gli occhi.

-Ron! Ron!- il suono di una voce calma e bella lo fece risvegliare. Vide il volto di una ragazza dai lunghi capelli castani, e capì che era Hermione.

-Herm…- sussurrò insonnolito il rosso, portandola a sé e baciandola.

-Che cosa stavi sognando?- chiese lei preoccupata accucciandoglisi vicino.

-un altro di quegli strambi sogni…- rispose Ron sorridente. Non era mai stato più felice di vederla, che in quel momento.Non era in una pozza di sangue e non aveva il Marchio Nero.

-comunque non ti dovevi addormentare! Ti potrei far licenziare per questo…- rispose severa la castana. Ron avvertì uno strano tono nella sua voce, come se, in lei, fosse cambiato qualcosa, ma si disse che era solo una strana impressione.

-ma so che non lo faresti mai…- sussurrò Ron avvicinandosi di nuovo alla castana, che si era scostata ed era andava vicino alla scrivania.

Le circondò la vita e le baciò il collo, poi poggiò il mento sulla sua spalla.

Lei sorrise tenendo le mani del ragazzo strette alla sua vita.

-ti amo…- le sussurrò lui all’orecchia facendola rabbrividire. Lei si girò e lo baciò.

-anche io…-

   
 
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