Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Rain_bow    26/12/2012    2 recensioni
E se Twilight non fosse stato scritto, ma gli eventi si sarebbero comunque sviluppati nello stesso modo? Ed ora, i Cullen dopo 5 anni se ne sono andati da Forks lasciando la cittadina al suo quieto vivere?
Quieto fino all'arrivo di Lola, che porterà scompiglio e il ritorno di chi se ne era andato.
Tratto dal racconto:
Il silenzio è amico di chi lo abita, per gli altri è un'eterna tortura.
C'è chi si ciba di quegli attimi di silenzio della vita, chi invece preferisce vivere l'attimo, chi se ne ciba di ogni singolo attimo presente e chi invece si ciba di vita.
In casa, quella sera vi erano tre presenze. Una non la si poteva definire umana, una non la si poteva definire del tutto viva dato che con la sua tazza ancora fumante di caffè fissava un punto vuoto nella sua mente.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Stavo sognando. Lo capivo da come le figure si muovevano con determinata lentezza sbalzati da scosse veloci, nella scena io ero ancora piccola, non sapevo se era una scena davvero esistita, ma quel luogo mi era familiare: era la vecchia casa in cui vivevamo prima dell'inizio delle mie disgrazie, prima che mia madre morisse, prima che mio padre si ammalasse e io dovessi prendermi carico anche della sua vita. Eravamo davanti al camino ed ero tra le braccia di mio padre, mi teneva stretta per non farmi cadere e mi alzava in aria, in modo che il mio viso fosse illuminato e riscaldato dalle fiamme del camino. Sentivo le risa mie e dei miei genitori come un eco lontano. Ero felice e cercavo di agguantare con le mie manine paffute i capelli di mia madre, che si affacciava dalle spalle di mio padre. Poi accadde qualcosa di strano, e ci fu un silenzio incredibile. Qualcosa afferrò mia madre che iniziò a dibattersi, ma era troppo tardi ed ella sparì come se non fosse mai esistita. Sentivo il mio corpo farsi più pesante, e l'energia di mio padre abbandonarlo, lo guardai per un attimo, mentre mi diceva "Addio figliola, sii felice" e le sue forze lo abbandonarono. Come se quella scena mi avesse buttato giù da un precipizio mi svegliai di soprassalto, avevo un senso di vertigine che mi avvolgeva lo stomaco. Mi guardai intorno, il mio vicino mi guardò con aria critica. Mi trovavo in aereo, ma se i miei calcoli erano giusti presto saremmo atterrati. Mi stiracchiai un po' dopo le tante ore seduta e poi sorrisi al mio vicino che continuava a fissarmi. "Finalmente sveglia signorina" mi disse in americano. Fortunatamente io la lingua la sapevo perfettamente e non feci fatica a comprenderlo. "E' colpa sua signore, mi annoiava" gli dissi. Tanto era la verità e non avevo problemi a dirglielo in faccia, tanto era uno sconosciuto qualunque che non avrei mai più rivisto. Sogghignò. E per un attimo ebbi quasi paura. "Audace la ragazza" lo sentii sussurrare a bassa voce in un perfetto italiano che un po' mi sorprese.
Lo fissai per un po' per fargli capire che lo avevo sentito, e forse lo sorpresi perchè per scusarsi mi porse la mano, aveva un guanto di pelle nera ma lo tolse per cortesia. La sua mano era talmente bianca da sembrare trasparente, un po' come le foglie della cipolla. L'afferrai, pensando a quell'uomo tanto distinto con la pelle da cipolla. Ma d'un tratto la mia testa si fece vuota e mi sentii quasi confusa come se i miei pensieri si fossero per un attimo interrotti e al loro posto una voce più imponente mi gridasse "Perchè?" l'uomo ritrasse la mano e si rinfilò svelto il guanto. Nei suoi occhi neri vidi brillare un lampo di follia, le sue labbra fini e esanimi sussultarono incurvandosi in un sorriso spaventoso. Per fortuna non mi trovavo da sola con quell'uomo che un po' mi metteva paura, stavo quasi per mettermi ad urlare.
"Signore l'aereo sta atterrando, se mi vuole seguire" sentii una voce da bambina parlare alle mie spalle. L'uomo la osservò per un attimo, incerto se arrabbiarsi o incuriosirsi per chissà che cosa. Poi si alzò e accarezzò la ragazza dalla pelle diafana come la sua e gli occhi scuri come i suoi, anche se i loro lineamenti erano totalmente diversi. Le baciò la fronte e portò le sue labbra vicino all'orecchio della ragazza, non poteva avere più di sedici anni, la mia età.
Mi voltai verso il finestrino per non vedere la scena, era troppo disgustosa.
Poi sentii qualcosa dentro di me avvolgermi in un abbraccio freddo, qualcosa che partiva dalla bocca dello stomaco e mi causava una fitta alla testa. Chiusi gli occhi forte, ogni tanto mi venivano quelle fitte di dolore che duravano poi pochi istanti, niente di preoccupante mi avevano sempre assicurato i dottori.
Poi sentii un tonfo, mi voltai e vidi la ragazza dai capelli biondi caduta a terra, il suo viso aveva un espressione straziante, del genere che non mi sarei mai aspettata di trovare in un volto così impassibile. Mi lanciò un occhiata di puro odio. Poi vidi l'uomo che la abbracciava e intanto mi osservava con aria avida. "Si" lo sentii sussurrare. La sua faccia mi disgustò talmente tanto che mi costrinse a voltarmi. Non li sentii andare via, ma quando poi scesi dall'aereo non vidi le loro tracce.

Ad aspettarmi c'era Keyne, mio zio. Era un bell'uomo sulla quarantina, dai ricci castani che ora stavano diventando brizzolati, era invecchiato dall'ultima volta che lo avevo visto, cinque anni prima. Quando mi vide mi sorrise, e intorno ai suoi occhi si formano delle piccole rughe.
Corsi ad abbracciarlo, nonostante l'ingombranti bagagli che racchiudevano tutta la mia vita.
"Zio!" gli urlai contro. Un po' per accertarmi che fosse davvero lui, un po' per farmi riconoscere.
"Lola!" mi gridò contro lui con il mio stesso tono. Poi prese i bagagli e ci avviammo verso la macchina. Adoravo la sua vecchia Ford, anche se l'avevo vista solo in foto pensavo di riuscire a conoscerla, stavo per aprire lo sportello quando invece Keyne attirò la mia attenzione.
"Ehy ladra di auto! La mia è questa" e indicò l'incubo della mia vita, un auto della polizia corredata di luci e tutto il resto.
"Perchè?" chiesi disperata, non mi piaceva di certo viaggiare come un ladro catturato da un poliziotto.
"Spetta al capo della polizia" Disse semplicemente montando in macchina.
Io aprii il mio sportello e mi sedetti sul sedile anteriore. "Perchè ce l'hai tu quindi?" brontolai mentre metteva in moto.
"Un paio di anni fa ho avuto la promozione" Disse canterellando.
Forse ero troppo lunatica, e il mio umore cambiava troppo velocemente, ma il pensiero che fino a quando non avrei preso la patente sarei dovuta andare in giro con quell'auto mi fece arrabbiare e evitai per tutto il viaggio di parlare a Keyne, anche se alla fine lui non aveva proprio punte colpe.
Si era trasferito da ormai una decina di anni a Forks, dopo la scomparsa di sua figlia e la fuga di sua moglie e aveva continuato la sua carriera nella nuova cittadina, luogo in cui era scomparsa mia madre durante una visita a Keyne e da allora lui non si dava pace sulle due misteriose scomparse che gli avevano rovinato la sua vita. Keyne mi piaceva, ma sapevo quanto la sua vita era triste, e non volevo che la sua tristezza mi contagiasse; lui era l'unico parente che avevo che potesse ospitarmi dopo la morte di entrambi i miei genitori e speravo che durante il mio soggiorno a Forks sarei riuscita a farlo tornare l'uomo spensierato di un tempo.
Finalmente arrivammo a casa, il viaggio era stato piuttosto lungo, considerato l'assoluto silenzio dentro la vettura. Parcheggiò l'auto nel vialino di casa e mi aiutò a portare i bagagli in camera mia.
Anche dopo la scomparsa di sua figlia, anche nella casa nuova aveva deciso di lasciarle una stanza se avesse mai deciso di tornare, ma a distanza ormai di sette anni era chiaro che sua figlia non sarebbe più ricomparsa e aveva deciso di lasciare la camera a me.
Appena varcai la soglia capii che quella era una stanza stupenda, le pareti erano blu, da un lato erano coperte da un muro bianco, l'ingresso per la cabina armadio, e nella parete opposta, lungo il lato più lungo si trovava il letto a una piazza e mezzo, la stanza era al secondo piano e la finestra era invasa di una tenue luce nonostante il cielo grigio, sotto alla quale si trovava una scrivania con un computer di ultima generazione.
"Considera questa stanza il mio regalo di benvenuto" mi disse Keyne.
"Il migliore di sempre" dissi, per fargli capire che il cattivo umore che ci aveva accompagnato per tutto il viaggio era finalmente scomparso.
"Magnifica" dissi ed entrai e mi misi a sedere sul letto.
Keyne continuava a stare sulla porta, impacciato.
Così presi il portafoto che si trovava sul comodino, e guardai la foto. Era una ragazza, forse aveva la mia età ma sembrava ancora una bambina. Assomigliava molto a mio zio, avevano gli stessi occhi profondi, e lo stesso taglio della mandibola, che le conferiva un aria furba. Poi però aveva i capelli scuri e lisci, che le nascondevano le orecchie e il collo candido. Finiva così la foto, con una matassa di capelli ordinati. Sembrava guardarti dritta negli occhi e anche se timida manteneva lo sguardo dritto a sè, sicura.
"Era lei?" chiesi con tono solenne, era chiaro a chi mi riferivo, a sua figlia.
"Si" disse "era bellissima".
"Ti assomiglia" gli dissi ed era vero.
"Mi assomigliava" concluse, e poi chiuse la porta alle sue spalle.
Rimasi per un attimo immobile, per assorbire quelle parole. Infine mio zio si era arreso, aveva perso la sua battaglia, anche lui ormai era convinto che sua figlia era morta, come mia madre.
Poi riposi la foto al suo posto e mi affacciai dalle scale.
"Keyne" chiamai. E lui apparve subito, al piano inferiore.
"Sì?"
"Non ti arrendere" capì ciò che volevo dire, non doveva mai abbandonare la speranza di  trovarle, o trovare chi aveva la colpa della loro scomparsa..
"Mai" e poi sparì dalla mia vista.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Rain_bow