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Autore: shadesofsunset    27/12/2012    4 recensioni
Eleanor aveva chiuso gli occhi da un paio d'ore quando uno strano rumore risuonò nelle sue orecchie.
*Wvrom Wvrom Wvrom*
Aprì gli occhi lentamente e cercò di capire da dove quello strano suono provenisse. Non notando niente cercò di riaddormentarsi.
*Wvrom Wvrom Wvrom*
Di nuovo quel rumore! Ma cosa...?
I suoi pensieri vennero interrotti da un insolito oggetto comparso davanti casa sua.
Oh mio dio, non è possibile...
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate il tardo aggiornamento, ma aspettavo che tutti leggeste il capitolo, anche se non so se questo sia successo :/
Mi aspettavo qualche recensione in più ç_ç ho solo paura che non vi sia piaciuto.
Comunque si continua, e spero che questo vi piaccia :)


Capitolo 13.



Tornarono proprio in quel giardino. In quel giardino dove una magica notte una ragazza aveva incontrato il suo eroe.
Dopo il momento cruciale in cui i due aveva rivelato i propri sentimenti Eleanor non faceva altro che guardare il Dottore in modo diverso. Prima era l'uomo che aveva sognato per anni, adesso era l'uomo da cui per nulla al mondo si sarebbe separata.
Il Dottore era il solito Dottore, cercava di mantenere l'atteggiamento di sempre, ma gli scappavano sorrisi al vedere la sua compagna.
Tante lo avevano amato, e tante lui aveva amato, ma mai fino in fondo. Ma quella ragazza, fin dalla prima notte lo aveva catturato.
Ed ora eccoli lì dove tutto era inziato.
Eleanor uscì dal Tardis e si diresse verso la porta di casa. Fece un bel respiro profondo e suonò il campanello.
La vecchia zia le aprì. «Buongiorno, si può sapere dove siamo state ieri eh? Mi hai fatto prendere un colpo!» poi guardando il Dottore dietro di lei. «E quello chi è? Non mi dire che è successo qualcosa con quel damerino!»
Il Dottore aggrottò la fronte guardandosi. Io non sono un damerino!
Eleanor rise sotto i baffi per poi tornare seria. «Ho bisogno di parlarti.»
La zia fece segno di entrare e si diressero in salotto.
«Allora?» disse quella con stizza.
«Sappiamo che non siete la sua vera zia.» esordì il Dottore. «Come è arrivata nella vostra casa?»
«Ma come si permette! Entrare in casa mia, con mia nipote, e accusandomi di non essere sua zia!»
Eleanor le si avvicinò accovacciandosi davanti a lei e posandole una mano sulle sue. «Per favore, voglio sapere la verità.»
Così dicendo si alzò e si rimise vicino al Dottore.
La vecchia si sistemò lo scialle sulle spalle. «Ho sempre voluto una figlia, non l'ho mai avuta.» disse mentre gli occhi le diventavano lucidi. «Tu arrivasti come un dono dal cielo.»
Si alzò e si avvicinò al camino. «Quel giorno pioveva molto, e grossi lampi esplodevano nel cielo. Mentre ero proprio qui, in salotto, vidi dalla finestra un lampo che per poco non prese la casa. Andai comunque fuori a controllare se avesse fatto qualche danno. Quando aprii la porta sentii un pianto di un neonato. Camminai avanti e trovai te. A terra, infreddolita, in fasce, con uno strano aggeggio tra quelle.» fece un sospiro e andò alla stanza accanto. Dopo qualche minuto tornò con un pacchetto in mano. «L'ho conservato per tutti questi anni.» si avvicinò ad Eleanor e glielo porse.
Lei con mani tremanti aprì il pacchetto, e dentro trovò un cacciavite.
«È il tuo cacciavite sonico.» disse il Dottore con tono di stupore. «È il primo regalo che si fa ad un neonato. Se ne costruisce uno appena nasce un nuovo signore del tempo.»
Eleanor ancora incrudela lo prese tra le mani. Questo vibrò e si aprì, lasciando che una luce bianca uscisse dall'interno.
L'anziana donna che l'aveva cresciuta si ritrasse impaurita. Il Dottore vedendo la sua reazione si alzò e le si avvicinò. «Signora non deve crucciarsi. Ha cresciuto una splendida, forte e coraggiosa ragazza. Quella sera lei ha fatto sì che l'ultimo signore del tempo avesse un futuro.»
«Singore del tempo? Non capisco. Cosa siete voi?» disse lei con volto turbato.
«Io, come la sua figlioccia, siamo di un pianeta molto molto lontano. Andato distrutto anni fa. A quanto pare i genitori di Eleanor riuscirono a metterla in salvo prima che anche lei finisse nella...catastrofe.»

Eleanor interruppe il Dottore e si avvicinò a lei.
«Zia, non ti ringrazzierò mai abbastanza. Mi hai cresciuta e, per quanto tu possa sembrare bisbetica, mi hai amata. Purtroppo le mie origini sono complicate, ma comunque sia non devi aver paura. Sono la neonata che raccogliesti da terra diciotto anni fa.» Le diede un bacio sulla guancia. «Devo andare, ma prometto di tornare presto.»
La donna rimase prima immobile, ma poi la strinse in un caloroso abbraccio.
Il Dottore sorrise e sistemandosi il cravattino uscì fuori.

Dopo altri saluti Eleanor tornò nel Tardis.
«Sta succedendo tutto così in fretta.» disse passando la mano su i tasti della console. Tirò fuori il suo cacciavite sonico, guardandolo. «Non credo di essere pronta.»
«Ed è qui che ti sbagli! Tu sei assolutamente pronta!» disse il Dottore avvicinandosi a lei. Le accarezzò il volto. «El, hai mostrato coraggio, carattere, fiducia. Hai dimostrato di sapertela cavare in ogni situazione. Tu sei pronta.» disse sorridendole.
Lei continuò a guardare il suo cacciavite. «Beh cosa c'è meglio di un signore del tempo?» Lei gli strizzò l'occhio. «Due favolosi signori del tempo.»
«Così ti voglio ragazza!» disse alzando i pollici. Poi fece un salto e si mise alla console.
«Allora cosa facciamo?»
«Ci hanno quasi uccisi, lo devo ammettere, MA..» disse continuando a muoversi lungo tutta la console. «stavolta non sarà così.»
«Dobbiamo trovare un punto debole.»
«Esatto! E la domanda è..»
«Qual è?»
«Oh no, meglio...dov'è!» disse ridendo. Si mise di fronte allo schermo dove con vari tasti fece una riproduzione di un Huctaz, proiettandola davanti a loro.
«Eccoli quà» cominciò a girare intorno a quell'ologramma. Ad un certo punto Eleanor alzò un sopracciglio. «Dottore ma di cosa sono fatti?»
«Principalmente Gas, e poi qualche altra sostanza chimica.» disse agitando le mani.
Rimasero a fissare la figura, quando Eleanor fece un salto dandosi una botta sulla testa.
«MA È OVVIO!» urlò correndo verso il corridoio.
«El! El! Dove vai?» disse il Dottore guardandola con faccia stranita. Bah, donne.
Mentre era lì a rimuginare davanti alla quella figura arrivò Eleanor con un libro.
«Ho trovato!» disse tutta pimpante e fiera di sé. Gli indicò un paragrafo del libro.
«È chimica! Semplicemente chimica!»
«EL MA SEI UN GENIO!» disse il Dottore. Così dicendo le prese la testa tra le mani e l'avvicinò a lui baciandola.
Lei si staccò dandogli un colpo di dita sul naso.
«Ahi!» disse lui stronfinandosi il punto in cui l'aveva colpito.
«Abbiamo del lavoro da fare!» disse lei in tono di rimprovero.
Lui fece la linguaccia e riprese a leggere il libro. «Non c'avevo proprio pensato. Eppure era così semplice. Loro sono gas solidificato, impossibili da distruggere, ma se noi li facciamo diventare allo stato liquido...»
«...basterà anche solo il cacciavite sonico per smaterializzare il tutto.» disse lei amiccando.
Il Dottore si avvicinò per abbracciarla sorridente, poi si bloccò e fece si diede un piccolo colpo sul naso. «Giusto, il lavoro!» così dicendo si diresse verso un laboratorio. Già anche quello c'era nel Tardis.
Eleanor scoppiò a ridere per poi seguirlo.
Sembrava che finalmente tutto stesse per concludersi nel migliore dei modi.





   
 
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