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Autore: LatteCaffe    28/12/2012    1 recensioni
*Storia a quattro mani*
Berlino ovest, Adele.
Berlino est, Nora.
Due ragazze divise dal muro, ma unite dalla stessa voglia di esprimere i propri sentimenti attraverso lettere destinate a nessuno.
Il destino le ha però volute unire...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Adele! Svegliati, veloce! - Strepita la mamma. Apro gli occhi, e la luce mi investe.
- Che ore sono? - Biascico.
- Le otto. Su, alzati!
Mi metto a sedere sul letto. Mia madre è gia vestita, pettinata e tirata a lucido. Camicia bianca, gonna a vita alta nera, gioielli d'oro e scarpe col tacco alto; capelli neri raccolti, occhi marroni, banali.
- Che ti guardi? Su', vai in bagno, lavati. Oggi devo andare al lavoro, e tu devi badare a tua sorella.
Uffa! Mi dirigo verso il bagno della mia stanza, mi lavo la faccia e mi cambio.
Sono completamente diversa da mia madre. Jeans, maglia blu, Converse, borsetta viola a tracolla, capelli rossi corti e spettinati, occhi blu elettrico. Da quando ho dodici anni mi trucco anche un po', con la matita nera.
- Ma dov'è adesso Vanessa? Non dovrò mica starle dietro tutto il giorno! Sapevi che oggi vado da Sophie a fare i compiti?
- Si, me ne sono ricordata. Anche lei oggi va da qualche sua amica... Non so chi.
- Come non sai chi? Sui miei amici fai delle accurate ricerche, come una detective, e lei va da chi le pare?
- I suoi amici sono diversi dai tuoi.
La guardo, furiosa. Queste piccole cose mi fanno imbestialire. Non capisco perchè ci sia così tanta differenza tra me e lei. Cioè, Vanessa ha nemmeno dieci anni, io ne ho tredici e mezzo, cavolo!
Faccio colazione con una mela presa al volo e esco.
- Perchè tanta fretta? - Mi chiede papà, seduto al tavolo, con un caffè fumante davanti al naso e un giornale in mano.
- Così. Mi piace... L'aria del mattino.
 Ovviamente il motivo è un altro.
Mi chiudo la porta alle spalle. Attraverso il parco di casa mia e esco, lasciando però il cancello un po' aperto. Speriamo che mamma non lo chiuda, visto che non ho le chiavi. Corro verso la piazza, ma a metà strada mi viene un'idea. Di sicuro ci sarà qualche persona che non voglio incontrare. Così aggiro lo spiazzo centrale, mi infilo in una stradina secondaria, la attraverso e arrivo al muro. Una guardia passeggia sotto il graffito verde e dorato. Cavolo! Aspetto un bel po' di tempo accucciata dietro un bidone della spazzatura, poi finalmente se ne va. Esco allo scoperto. Cerco la busta.
Mi guardo in giro.
Eccola! La colgo da terra. Non è molto sporca, deve essere stata lanciata tipo ieri.
La leggo velocemente. Peccato non sia arrivata prima.
Tiro fuori la mia penna rosa, mi accuccio di nuovo dietro il bidone e scrivo:

Carissimissima Nora,
mi dispiace molto per te, scommetto che hai le capacità per arrivare prima. Io invece ho spedito un mio racconto a un concorso, e sono passata alle semifinali, quindi potrei anche vincere! (che illusa che sono)
Comunque guarda che non so se sia meglio essere sorella maggiore o minore. Io devo continuamente controllare quella rompi di Vanessa! Non ho un momento di libertà, tranne quando scrivo a te.
Forse è meglio tu non sappia che è che mi piace. Rimarresti schoccata! Uffa, mi piacerebbe tantissimo poterti vedere, parlare con te... Invece c'è questo stupido muro che ci divide.
Vado via, prima che torni la guardia di poco fà! Ciao,
Adele (chiamami anche Ade)


Chiudo la busta e la lancio. Torno indietro, ma nella strada trovo un paio di regazze che non sopporto. Mi infilo in un vicoletto buoi e puzzolente, cammino per un po'. E' proprio buoi pesto, non ci vedo niente. Vado a sbattere contro qualcosa. No, non qualcosa. Qualcuno. Fisso per un secondo degli scintillanti occhi verdi prima che mi vengano coperti gli occhi e la bocca, e che non capisca più nulla. Mi caricano su un furgoncino e sparisco nel buio.


  
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