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Autore: LaurenSmith    16/07/2007    7 recensioni
La guerra è finita e quello che resta non è un bello spettacolo. Ma due persone vogliono ricostruire sulle macerie partendo da un presupposto: il loro amore. Però, la vita si sa, non sempre va come ci si aspetta e a volte, la sola cosa che resta di un grande amore è una foto sbiadita. Ma la forza di un sentimento può rimettere le cose a posto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiedo scusa, sono in ritardo. E proprio con l'epilogo xD. Comunque ecco qua, con questo si conclude anche questa storia. Sono davvero molto felice che vi sia piaciuta e ringrazio di nuovo tutti per i commenti che mi avete lasciato. Spero di tornare con un'altra storia, ma con l'imminente uscita di DH di tempo ne passerà comunque tanto. Grazie e alla prossima.

8

I suoi piedi la portarono di loro volontà verso il parco nel quale aveva rivisto Ron. Si addentrò nel giardino e alla luce di un lampione scorse la figura di un uomo seduto su una panchina che si teneva la testa tra le mani. Per quanto fioca fosse la luce, avrebbe riconosciuto quel colore di capelli anche tra migliaia di altre teste rosse.

Le sfuggì un sorriso.

Forse non tutto era perduto…

 

“Posso sedermi accanto a lei?” chiese, ma si era già seduta.

Lui sollevò la testa di scatto.

“Hermione! Cosa ci fai qui?”

“Quello che ci fai tu, suppongo… Avevo bisogno di stare sola per riflettere…”

Lui annuì.

“E ci sei riuscita? Le tue riflessioni ti hanno portata da qualche parte?” chiese lui, incuriosito.

“Sì, qui” rispose la ragazza e lentamente allungò una mano per accarezzare il viso di Ron.

“Senti, io… io avrei tanto voluto avere un’occasione per parlarti prima di domani, ma ora che sei qui, davanti a me…” sollevò lo sguardo e i suoi occhi blu si fissarono in quelli color cioccolato di lei. Li vide addolcirsi, e poi inumidirsi.

 Poi si chiusero e il viso della ragazza si avvicinò al suo.

Le loro labbra si sfiorarono. Poi si toccarono e poi Hermione gli diede un bacio vero e proprio.

Lui non potè fare a meno di rimanere immediatamente catturato dalla magia che lei risvegliava in lui con un semplice sguardo e rispose al bacio.

“Qu- questo cosa significa?” chiese lui quando le loro labbra si staccarono.

“Ron…” abbassò gli occhi e una lacrima solitaria le scorse sul viso. “Io non sono più sicura di volerlo fare…”

“Di voler fare cosa?”

“Di sposarlo…”

Ron rimase un momento senza parole. Poi le mise un braccio attorno alle spalle e la strinse a sé.

“Ma io pensavo che tu… fossi… Hermione, sei innamorata di lui?”

“Io credevo di sì… Ma poi ti ho rivisto e non ne sono più stata tanto certa. E mi sono accorta che in realtà avevo perso me stessa in lui… E ora, non voglio più sposarlo” concluse e adesso le lacrime le scorrevano copiose sulle guance.

“Oh vieni qui” disse lui stringendola ancora di più.

Lei sollevò il viso verso il suo e di nuovo le loro labbra si incontrarono. E questa volta non fu solo il lieve toccarsi di labbra di un bacio scambiato tra amici, ma l’incontro delle bocche di due amanti, il bisogno di un contatto profondo, la necessità di sentire l’altro completamente.

Quando entrambi rimasero senza fiato, ruppero il contatto. Si guardarono. Poi Hermione abbassò gli occhi e prese a parlare.

“Io devo chiederti scusa, Ron. Per tutto quello che ti ho fatto passare, per come ho posto il lavoro davanti all’amore. L’unica cosa che posso dirti è che anche io ho sofferto quanto te per colpa di quella mia dannata scelta… Se solo avessi-”

“Shhh… non parlare ora. Non voglio sentire queste cose. È passato del tempo e quello che è stato è stato. Ho sofferto, è vero. Ma ti ho perdonata molto tempo fa, Hermione…”

Si baciarono di nuovo e questa volta Hermione si mise a cavalcioni delle sue gambe. Ron le fece scorrere una mano tra i capelli e accarezzava i suoi riccioli. Non poteva credere a quello che stava accadendo. Non sapeva ancora se Hermione avrebbe sposato Etienne oppure no, ma era evidente che anche lei provava ancora qualcosa per lui.

Era incredibile… Possibile che lo amasse ancora?

“Ron non… non potremmo andare a casa tua?” chiese lei arrossendo, dopo un po’.

Lui sorrise. Anche lei voleva fare l’amore tanto disperatamente quanto lui?

Annuì. Si alzò e la prese per mano, conducendola verso il suo appartamento. Rimasero in silenzio, persi nei loro pensieri.

 

Era giusto quello che Hermione stava facendo?

Forse no, di sicuro non nei confronti di Etienne, ma il suo cuore non era mai stato tanto felice insieme a lui, e il suo corpo non aveva mai desiderato tanto di unirsi al suo. Solo Ron le faceva provare queste sensazione, ormai se ne era accorta anche lei. Da quando l’aveva rivisto, qualcosa si era risvegliato in lei.

Il bisogno.

La felicità.

La voglia.

L’amore… proprio lui.

Ma, a pensarci bene, era solo andato in letargo perché lei non aveva mai smesso veramente di amare Ron.

 

Ron si sentiva la testa leggera. Non riusciva ancora a rendersi conto pienamente che quello che stava accadendo era reale, che stava davvero portando Hermione a casa sua, che forse, anche lei lo amava ancora.

Eppure… stava stringendo la sua mano, si erano baciati a lungo, si erano ritrovati e nessuno dei due voleva che quel momento finisse.

 

Arrivarono nel suo appartamento. Ron la fece sedere sul divano mentre accendeva il fuoco nel caminetto. Lei gli sorrise. Lui andò a sedersi accanto a lei e le prese le mani.

“Io non posso ancora credere che tu sia qui…”

“Lo so, è strano… Ma non vorrei essere in nessun altro posto. Solo tra le tue braccia” e vi si lanciò dentro stringendolo con tutta la sua forza. Lui la avvolse immediatamente in un abbraccio caldo e respirò l’odore dei suoi capelli.

Era reale. Era tutto vero, cominciava a capirlo veramente solo ora.

Ripresero a baciarsi appassionatamente e dopo poco Ron la sollevò e la portò in camera da letto.

La spogliò lentamente e fu come riscoprirla. La sua pelle era ancora candida e liscia, i suoi seni ancora pieni e sodi, il suo profumo inebriante. Si allontanò un momento da lei per guardarla e rimase senza fiato: per Merlino come era bella! Ritornò da lei e fece scorrere le mani su ogni centimetro del suo corpo, venerandolo. Era perfetta e lui si sentiva quasi commosso dal fatto di poterla riavere con sé, di poterla di nuovo toccare, accarezzare, sfiorare ed amare.

Hermione si sentiva preda delle sue sensazioni, catturata dall’incanto del suo tocco e nello stesso tempo protetta e amata, al sicuro con lui.

Quando lui cominciò a posarle caldi baci sulle spalle, si riscosse e si rese conto che Ron era ancora vestito. Allungò le mani e slacciò i bottoni della sua camicia uno a uno, con torturante lentezza. Poi, fece scivolare la stoffa dalle sue spalle e scoprì il corpo di Ron, perfettamente modellato, come scolpito nel marmo. Trattenne il respiro, fece scivolare una mano ad accarezzare il suo torace ricoperto di morbida peluria arancione, e poi ancora più in basso, sui suoi addominali. Si avventurò fino alla zip dei suoi jeans e la aprì con mani tremanti. Si sentiva come una adolescente alla sua prima esperienza, eccitata e spaventata allo stesso tempo. Eppure questo era Ron, colui che amava da sempre. Ma non era più il ragazzo che aveva conosciuto, era un uomo, in tutto e per tutto.

Un uomo meraviglioso, a dire il vero. E quest’uomo straordinario voleva lei, glielo leggeva negli occhi, nelle reazioni del suo corpo al suo tocco.

Quando anche i jeans raggiunsero il resto dei loro vestiti, Hermione indugiò sull’elastico dei boxer di Ron. Ma lui la prese per i polsi e le allontanò le mani bloccandogliele poi dietro la schiena. La baciò di nuovo rabbiosamente e la spinse indietro finchè lei non cadde sul letto. Le fu sopra in un secondo. Ora non era più il tempo delle parole, dell’incertezza, della delicatezza. La voleva come non aveva mai voluto niente in vita sua e glielo avrebbe dimostrato, proprio lì, proprio in quel momento.

Le baciò il collo e poi scese sui seni. Lei emise un gemito. La mano di Ron scivolò lungo il suo fianco e raggiunse i suoi slip. Glieli abbassò e lei li calciò via con un movimento della gamba. Poi, impazientemente, raggiunse di nuovo l’elastico dei boxer e lo costrinse a toglierseli. Era giunto il momento, non poteva più aspettare di sentirlo dentro di sé.

“Ti prego Ron…” disse con voce roca.

E lui la accontentò.

In quel momento nessuno dei due fu più padrone dei propri sensi, entrambi non capivano dove finiva uno e cominciava l’altro. Ma non aveva nessuna importanza perché, finalmente, si sentivano di nuovo completi.

Quella notte si amarono molte volte. E non sembrava che fosse mai abbastanza. Si addormentarono esausti all’alba.

 

Dopo alcune ore Hermione si svegliò e si stiracchiò. Ron aprì gli occhi e la prese tra le braccia mormorando “Buongiorno”. Lei gli sorrise e si accoccolò meglio accanto a lui. Si sentivano in paradiso.

“Hermione… io volevo dirti che… per me non è cambiato niente… Insomma io non ho mai smesso di-”

“Ti amo, Ronald Weasley” lo interruppe lei.

E poi si alzò dal letto e cominciò a rivestirsi. Senza aggiungere altro uscì dalla stanza e si diresse verso la porta per uscire.

“Aspetta… dove vai?” disse lui allarmato, mentre finiva arrotolato tra le lenzuola nel tentativo di alzarsi e seguirla. “Dannazione!”

La raggiunse sulla porta coperto da un lenzuolo che era riuscito a togliere dal letto.

“Hermione, dove stai andando?” chiese lui.

“Da Etienne”.

Per poco il cuore di Ron non smise di battere.

“Merita almeno una spiegazione, non ti pare? Dopotutto non posso lasciarlo ore ad aspettarmi davanti all’altare” sorrise lei.

Lui si rilassò.

“Ma tornerai qui, vero? Questa volta tornerai da me?”

“Per non lasciarti più” rispose lei posandogli un bacio a fior di labbra. “Questa volta non ti sarà facile liberarti di me” aggiunse sorridendo.

 

**********

 

Ritornò dopo alcune ore con tutte le sue valigie e Ron ne fu immensamente sollevato.

Le corse incontro e la abbracciò. Lei aveva il viso stanco e un po’ triste.

“Tutto bene?” chiese lui preoccupato.

“Be’, non è stato un bello spettacolo” disse andando a sedersi sul divano. Lui le sedette accanto e le passò un braccio attorno alle spalle.

“Io… Gli ho detto che dovevo parlargli e lui si è scaldato subito. Ha detto che non potevo stare via una notte intera, la notte prima del nostro matrimonio, e pretendere che non si arrabbiasse. Io gli ho risposto che aveva ragione, che dovevo spiegarli molte cose. Ma lui non mi ha lasciata proseguire e ha detto che forse sposarmi non era più un’idea tanto buona. Gli ho risposto che era meglio così, che ero d’accordo. A quel punto è impallidito e si è messo a piangere implorandomi di non lasciarlo. E poi, deve essergli venuto in mente che avevo passato la notte fuori e mi ha chiesto dove ero stata e cosa avevo fatto. Glielo ho detto. Gli ho raccontato tutto. Non volevo mentirgli, avevo bisogno di dirgli tutto. Ora mi sento meglio, anche se non so come l’ha presa lui. Alla fine mi è sembrato rassegnato e ci siamo salutati abbastanza civilmente. Spero che gli passerà presto…”

“Mi dispiace, Hermione” disse lui stringendola.

“Sì, anche a me. Ma non potevo fare altro Ron. Di certo non potevo sposarlo dopo quello che è accaduto stanotte. E raccontargli una bugia non avrebbe avuto senso. Dopotutto, è stato meglio così. Io non potevo stare ancora con lui. Non dopo aver ritrovato te” e un timido sorriso le comparve sul viso.

Lui le posò un bacio sulla testa e poi cercò di ritornare su toni un po’ più leggeri.

 

Si alzò e si diresse verso la cucina, dove un pentolino bolliva sul fuoco.

“Ti stavo preparando un pranzetto speciale” disse sorridendo mentre lei lo abbracciava da dietro.

“Sei davvero sexy con quel grembiulino” lo prese in giro lei.

“Si, be’… lo sai che è controproducente prendere in giro il cuoco?”

“Oh ma io non ti prendevo in giro! Dicevo sul serio!”

Lui si voltò e la catturò in un abbraccio. Le diede un bacio sulle labbra.

“Va bene, allora per questa volta ti perdono” le sussurrò lasciandola andare.

“Ron…” lo chiamò lei esitante dopo un po’. “Ce l’hai ancora?”

Si girò a guardarla con aria interrogativa.

“La foto che facemmo quella notte…”

Sorrise. Si diresse verso il suo portafoglio posato sul tavolo e ne estrasse un piccolo cartoncino consumato.

“Certo... Sapessi quante volte mi ha aiutato ad andare avanti…”

Lei annuì.

“Ci ho pianto sopra tutte le mie lacrime” disse estraendo a sua volta il brandello di foto. “Ricordi cosa ti dissi quando ci siamo visti l’ultima volta?”

“Che quando fossimo tornati insieme, avremmo ricomposto la foto riunendo le due parti”

Si avvicinò a lei allungando il suo pezzetto di immagine.

Non appena i lembi strappati furono a pochi millimetri l’uno dall’altro, la foto si sollevò da sola per aria e venne avvolta da una nebbiolina dorata. All’interno, una miriade di piccolissime scintille sprizzava dai loro visi ritratti. Quando si posò nuovamente sul tavolo era intatta e i colori erano tornati al loro splendore originale. Anche adesso, come allora, la foto rispecchiava i loro sentimenti e lo stato dei loro cuori.

Si guardarono negli occhi, certi che questa volta sarebbe stato per sempre. Guardarono i due ragazzi sorridenti di tanti anni prima, finalmente riuniti, di nuovo insieme.


FINE

  
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