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Autore: Attide    30/12/2012    2 recensioni
-Granger...-
-Dimmi, Malfoy-
-Te ne intendi di musica babbana?- le chiese con tono affabile.
Lei lo guardò, vuota, immobile.
Le prese il volto tra le mani, senza biasimare il suo silenzio.
-Lascia che sia io a ricomporti-.
In un mondo in cui ognuno deve combattere la sua battaglia c'è sempre bisogno di una luce che ti riporti a casa.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Sorpresa | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Allora, allora, allora. Non dovrei nemmeno più mettere piede in questo profilo, ne sono consapevole, ma odio lasciare le cose in sospeso. Negli ultimi mesi ho avuto svariati ed innumerevoli problemi che hanno portato la scrittura di questa storia in ultimo piano, tuttavia per vostra sfortuna non ho intenzione di abbandonarla.
L'unica cosa che tengo a precisare è che ormai mi sono resa conto dei tempi strettissimi che mi perseguitano e vi chiedo quindi di accettare questa storia così com'è: frutto di una mente affranta e desiderosa d'evasione, senza costanza nella pubblicazione né con particolari qualità stilistiche o creative. Mi scuso con chiunque abbia atteso anche solo per un solo giorno l'aggiornamento, cogliendo l'occasione per farvi gli auguri per un sereno 2013.
Spero a presto, buona lettura.
I personaggi di questa fiction appartengono esclusivamente alla scrittrice J.K.Rowling; la storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 






 
Cap. 4






Sembrerebbe strano svegliarsi una mattina e scoprire che tutto ciò in cui avevi sempre creduto ormai non esiste più, come un castello di carte crollato miseramente sotto lo sguardo del fato.

Sembrerebbe strano aggirarsi per una villa che trasuda dell’onta di un passato che continua a bruciare, macchiando una pelle liscia e setosa come l’olio.

Dovrebbe sembrare strano, eppure per lui non lo era.

Draco Malfoy, sempre lui, al centro del suo piccolo cosmo di riverenze e sotterfugi.

Da troppi anni ormai giocava a fare l’uomo vissuto, da quando ancora dell’uomo abbracciava solo l’idea ed ora che tutto glielo concedeva non avrebbe voluto fare altro che girarsi indietro e stringersi all’esile vita della madre, in cerca del calore che tanto aveva rifiutato per vana moralità.

Percorreva i silenziosi corridoi in marmo che lo avrebbero condotto da suo padre con il cuore che batteva forte e il respiro accelerato.

Quante volte ai tempi della scuola le sue compagne di Casa lo avevano lodato frivole per quel suo muoversi silenziosamente, quasi fosse un serpente che striscia nell’ombra pronto a fare del male?

Sorrise amaramente, ripensando a ricordi che avevano un che di agrodolce.

La verità è che non aveva mai sopportato di rimanere solo, non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo.
Mostrarsi con l’udito prima ancora che con la vista avrebbe significato esporsi troppo, e lui di esporsi non ne aveva mai avuto l’intenzione.

Giunto alla porta in noce bussò lievemente, quasi sperasse di passare inosservato.

-Entra Draco- rispose una voce all’interno, sgretolando ogni illusione.

Aprì la porta ed entrò nello studio del padre, permettendosi solo qualche discreta occhiata: le pareti erano chiare, di un bianco panna ormai annerito a contrasto con gli scaffali e la scrivania di legno scuro, ed il tutto era tenuto impeccabilmente.
La luce filtrava abbondante dalle grandi finestre, come a dimostrare la non presenza di oscuri segreti e vari oggetti dorati abbellivano il tutto.

Sarebbe sembrato il ritratto di una vita perfetta se solo la stessa aria non fosse stata pesante di marcio.

E poi lui, Lucius Malfoy. Meraviglioso nel suo completo in velluto nero, seduto sul suo trono, i lunghi capelli biondi raccolti in un codino aristocratico.

-Siediti, Draco. Abbiamo alcune questioni di cui parlare- gli disse guardandolo negli occhi, cercandovi la remissività che tuttavia non trovò.

-Preferisco stare in piedi, padre. Alle volte le situazioni necessitano di essere…osservate da un’altra prospettiva- rispose il figlio perdendo lo sguardo in un punto imprecisato della parete.

Lucius sorrise appena, colpito dalla triste ironia della situazione.
È strano come nella vita suo figlio si fosse sempre e solo opposto nelle più piccole e futili situazioni.

-Come vuoi, figlio mio- sussurrò senza mostrare il minimo tentennamento, nemmeno di fronte a quel figlio dal quale per anni era stato idolatrato incondizionatamente.

Volse lo sguardo alla piuma che stava facendo roteare tra le mani, scegliendo accuratamente tutto ciò che doveva restare taciuto.

Ancora una volta.

 

-Questi ultimi tre anni sono stati particolarmente duri per tutti noi, Draco, mi rendo conto della situazione in cui versiamo. Ora ti ho fatto chiamare per parlarti di un'occasione unica, di un'opportunità che ti sto offrendo e che ci stiamo offrendo come famiglia per portare nuovamente in alto il nome della nostra casata-

Draco strinse i denti, innervosito da quella situazione.

-E secondo te noi ora ci troviamo in una posizione tale da poter “riportare in alto” il nome della nostra famiglia?- chiese Draco, colorandosi leggermente in volto per l’irritazione e la vergogna.

La vergogna di chi non è stato abituato a perdere, a cadere per terra e farsi male.

 

L'irritazione di chi sa di non poter incolpare solo gli altri.

-Non ti permetto di parlare in questo modo Draco. Tutto quello che hai ora lo devi solo ed unicamente a me, non te lo scordare- gli rispose Lucius alzando il tono di voce e irrigidendosi sulla sedia.

Quelle due paia d’occhi si scontarono per l’ennesima volta, grigio dentro grigio, così simili ed al contempo così irrimediabilmente diversi.

 

-Su questo non ci sono dubbi. Non ne andrei così fiero, se fossi al tuo posto!- urlò di rimando il ragazzo.

Forse per la prima volta, Lucius si concesse di vacillare di fronte a quello sguardo. Si concesse di vacillare come un padre che dopo aver fatto tutto ciò che riteneva più giusto, si ritrova ad aver perso.

 

-Ho tentato, Draco. Ho tentato più di quanto tu possa immaginare- sibilò con crudeltà, perchè è più facile fare del male agli altri che ammettere di aver sbagliato.

Dal canto suo Draco era immobile, pronto a ricevere il colpo: non era mai stato proprio dell’indole di suo padre l’immolarsi per qualcuno che non fosse se stesso.

Tutto quel discorso non presagiva nulla di buono.

 

-Il Ministro ha offerto un posto nella squadra 6 degli Auror, la squadra che di recente ha subito l'attacco di cui avrai sicuramente sentito parlare. Ne ho già discusso con lui, non ci sono motivazioni sufficientemente valide per impedire che il posto venga assegnato a te.-

 

Draco era immobile, persino respirare gli appariva come superfluo.

No, non poteva essere. Lui era un rifiuto della società, lui non poteva aspirare a tanto. Nessuno gli avrebbe mai potuto affidare tale ruolo.

-Non scenderò nei dettagli...

 

Quali scelleratezze devi aver mai fatto per aver ottenuto questo risultato, padre?

 

-quel che conta è che finalmente hai la possibilità di risanare ciò che altri hanno distrutto...

 

Ciò che tu hai distrutto.

 

-manca così poco, Draco. Ti basterebbe stendere un braccio e troveresti la soluzione ai nostri problemi. Non compiere sciocchezze, non fare domande stupide. Non immischiarti in questioni che non ti riguardano e tutto finirà per il meglio-

 

Gli stava forse leggendo nel pensiero? O forse bastava osservarlo in volto per vedere il terrore che gli cristallizzava i lineamenti?

 

-Padre, come avete...-

-Non...chiedere, Draco. Devo forse ripetermi?-

 

Si, perché questa volta voglio sapere quanto in là mi hai spinto.

 

-No, padre. Non serve-



Come quando si sale in superficie dopo essere rimasti sott’acqua per troppo tempo, Draco riprese a respirare a pieni polmoni.
La prospettiva di una vita gli era sembrata ormai da molti anni solo un pallido miraggio, ed ora gli si prospettava di fronte, ma era già stato fregato troppe volte dalla vita per potersi abbandonare alla gioia con così poco buonsenso.

 

Portò lo sguardo al padre, cercando rassicurazioni ma l’unica cosa che trovò fu orgoglio e fierezza, le due qualità che avevano già portato una volta alla rovina tutti loro.

-Devi recarti tra mezz’ora dal Ministro per passare alcuni controlli di routine e per familiarizzare con l’ambiente, ma confido nelle tue capacità, Draco. Non deludermi- concluse Lucius con serietà, facendo sentire il figlio, per l’ennesima volta, una semplice pedina nelle mani di altri.


E Draco, nel profondo del suo cuore ormai debole, pregò di essere almeno questa volta dalla parte giusta.
 
 

   
 
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