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Autore: PinkBiatch    01/01/2013    2 recensioni
Voleva piangere, voleva che loro andassero con lei, migliori amici per sempre. Se l'erano promesso, chissà se loro ancora lo ricordavano. Qualcosa si era rotto, in Hermione, quella sera. Ricordava gli occhi che aveva incontrato, duellando. Quegli occhi colmi di lacrime, di rimpianti. Ricordava il dolce verde degli occhi di Harry, quando era andato a consegnarsi al Signore Oscuro. Ma non le facevano più male, quegli occhi. Perché lui era stato salvato. Lui si era salvato. Le facevano male un altro paio di occhi Quegli occhi di chi era morto, morto dentro. Di chi non sapeva se gioire o piangere quando Il Bambino Sopravvissuto, era sopravvissuto di nuovo. Quegli occhi che ci tenevano a non versare alcuna lacrima - quegli occhi che adesso erano puntati sulla sua nuca. E a distanza di mesi c'era ancora quello sguardo arreso di chi non può fare nulla, di chi non ha bisogno di essere salvato da una -doppia- cicatrice a forma di saetta,ma di chi ha bisogno di essere salvato da quel sentimento che lui non aveva mai provato, e non era mai stato provato per lui.
Voleva essere lui, tra le braccia di Hermione. Voleva che fosse lei, a salvarlo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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You’re a loaded gun!
There’s no where to run
No one can save me
The damage is done!
Shot through the heart
And you’re to blame
You give love a bad name.

-Bon Jovi,  You  give love a bad name.

                                                                   2. You're a loaded gun.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    





Riscossa da quell'accogliente rifugio trovato nelle labbra del giovane Malfoy, Hermione Granger rimase stupita, sbigottita dal suo atteggiamento, e  quello dal ragazzo, seduto accanto a lei,  altrettanto imbarazzato. Si  staccarono quasi come se un  ulteriore contatto li avrebbe esposti ad un contagio di Vaiolo di drago, o Spruzzolosi. O forse,  solo un  contagio d'amore.
Ma c'era una strana sensazione, quasi  come  se dopotutto avrebbero voluto rischiare quel contagio,  per un altro po' di amore, quella sicurezza che era stata negata loro  per decisamente troppo  tempo.
Volevano solo aver baciato una  persona diversa, o magari in quel momento avrebbero persino voluto che il loro rapporto fosse iniziato diversamente, così da potersi abbandonare definitivamente  l'uno negli occhi dell'altro, senza dover ascoltare le critiche degli altri, e  quelle di  loro stessi.
Perché l'avevano fatto? Perché avevano bisogno di braccia avvolte intorno ai loro corpi fino a sentirsi a casa, ma non  volevano ammetterlo,  non  volevano ammettere che quelle braccia potevano essere, per uno della Granger,  quella sporca Mezzosangue, e per l'altra di Malfoy, quell'odioso  Purosangue.
Draco non la voleva più vedere. Quell'odore che prima lo aveva reso tanto felice, euforico, gli aveva inebriato la mente, adesso era paragonabile all'odore di un sudicio elfo domestico, e quella faccia, che era talmente bella  che si stupì di averla già vista prima,  una marea di volte,  per giunta, e non  averne  mai scovato la bellezza,  adesso era paragonabile ad una faccia orribile, quella più orribile che gli venisse in mente.. fu scosso da un brivido,non un  piccolo brivido,  un  brivido da -50°, un  brivido di paura al ricordo della faccia, della sua faccia. Ricordando quegli occhi, quelle pupille feline, quel naso inesistente, Draco provò un sentimento fra l'odio,  il timore,  e il ribrezzo, che gli fece assumere un'espressione orribile mentre i suoi occhi puntavano ancora inconsciamente la faccia di Hermione.
Sentendo uno sguardo  perforargli la pelle, e sapendo che l'unico sguardo che poteva esserle rivolto era il suo sguardo, Hermione presto cedette nel voltarsi e perdersi di nuovo in quel  metallo liquido degli occhi di Draco, con un senso di colpa che le martellava nel petto, insieme a  qualcos'altro di indecifrabile.
Lo guardò, sperando di vederlo con gli occhi sognanti rivolti verso i suoi, ma quando vide quell'espressione assurda  e senz'altro disgustata, si alzò e si diresse verso la porta del  vagone,  che strattonò perché si aprisse,  desiderosa di andarsene.
Quel rumore sembrò scuotere Draco dai suoi pensieri, che la guardò con uno sguardo incredulo, perché quando si era riscosso da quel bacio, pensava di andarsene, e lasciare lei lì,  sola come un cane. Invece adesso era lei che se ne stava andando, con uno sguardo fiammeggiante di odio. Aprì la bocca per fare un  commento sprezzante, ma lei lo precedette:
"Immagino anche tu ti diverta a chiamare Luna 'Lunatica', ma devo dire che qui il Lunatico sei solo tu!" Sputò lei acida.
"E sentiamo, perché dovrei esserlo? Ti ho baciata, non  ti ho giurato eterno amore." Disse Malfoy con tono di sfida. Avrebbe potuto non calcolarla,  lasciarla andare, sapeva che l'avrebbe ferita. Ma lui non voleva ferirla. Solo che non lo sapeva.
"Oh, già. Dimenticavo. Per Malfoy il Dio Del Sesso,  è più che normale baciare una ragazza. Scusami, non badare a me.  Dopotutto sono solo feccia, vero? Bene, allora sciacquati la bocca, perché non so se il Lunatico se n'è accorto,  ma prima mi ha baciata. Divertiti nella tua solitudine, Malfoy. Tanto ci sei abituato,  non  è così?"
Quelle parole lo colpirono dritto nel petto, lo uccisero.  Lo buttarono giù. Un'ultima,  sonora botta, e la Granger se n'era andata, e con lei il suo odore piacevole che, Draco non  voleva ammettere, ma  gli piaceva.
Divertiti nella solitudine, Malfoy. Tanto ci sei abituato, non è così?
Quella frase rimbombava nella mente di entrambi,  quasi come se quel gioco di sguardi, quel bacio, li avesse uniti. Perché per una volta, Draco ed Hermione provavano lo stesso sentimento, seppure con sfaccettature e motivi diversi, verso una stessa frase. Senso di colpa, quello che attanagliava lo stomaco di Hermione. Senso di colpa, quello che divorava il cuore di Draco.
Non volevano crederci, l'una di averlo detto, l'altro di averlo sentito.
Aveva ragione, quella sporca Mezzosangue. La sua famiglia aveva passato generazioni su generazioni a combattere per il suo sangue, generazioni di Serpeverde si erano ritrovati all'altare con una mezza sconosciuta che fino all'anno prima, quando ancora erano ad Hogwarts, si scopava il suo migliore amico. E nessuno si era mai ribellato, nessuno aveva nemmeno provato a farlo, si era sposato di nascosto con un'altra donna  così che adesso sarebbe stato solo suo,  e l'unica ad  essere sua sarebbe stata lei.
Perché? Perché i Serpeverde non erano capaci di amare, non lo facevano, non ne sentivano il bisogno.
Ma forse io vorrei cambiare le cose. Si disse fra sé e sé il Caposcuola Serpeverde.
Ma no, lui non poteva farlo. Lui si era piegato davanti alla volontà dei suoi genitori, era un  ragazzo rispettabile per tutti quelli che "contavano",  ma forse in quel momento, per lui,  contava più una Mezzosangue di tutti quegli stupidi Purosangue..
No.
Lui era Draco Malfoy. Lui era il ragazzo bello,  perfetto. Il Purosangue, ricco, Serpeverde,  altezzoso. Lui era ciò che le ragazze volevano avere, ed i ragazzi volevano essere. Lui era.. 
"Un elfo domestico." Disse una voce,  appena fuori dal suo vagone, abbastanza vicina da poterla sentire con  chiarezza.
"Ecco cosa mi sento, un elfo domestico. Senza nemmeno un cazzo di posto come se fossi uno stupido Grifondoro!" Si lagnava.
"Nott, entra e non  rompere le palle." Disse Malfoy, urlando per farsi sentire, ed aprendo il vagone con un  colpo di bacchetta.
"Mal.. Malfoy? Ma che diamine..? Alla fine le mie preghiere di non lasciarmi solo ad Hogwarts hanno fatto centro." Disse Nott,  felice di  rivedere un amico, l'unico che gli era  rimasto. E dato che era un  amico, sapeva che non  era certo di sua spontanea volontà che era  tornato ad Hogwarts, quell'anno.
"Mammina." Rispose solo uno sbrigativo Draco, desideroso di finire la conversazione, perché Nott avrebbe scoperto sicuramente presto il fatto  che ci fosse qualcosa che non  andava. Ma cos'era, poi, che gli metteva  quell'inquietudine addosso?
"Ricordami di ringraziarla allora, la prossima volta che la  vedrò." Ghignò Nott, che aveva sempre avuto un debole non troppo nascosto per le forme della madre di Draco, nonostante potesse pur sempre essere sua  madre, dato che era già quella del  migliore amico.
"Non la vedrai, Nott." Disse solamente Draco, con una punta di rabbia nella voce, più per se stesso che per l'amico.
"Cos'è successo? Perché non mi hai ancora affatturato?" Chiese Nott,  a  metà tra il preoccupato e lo scherzoso.
"Oggi sono particolarmente magnanimo ed assonnato, ma potrei sempre cambiare idea. 'Notte, Theo." Disse,  mimando malamente uno sbadiglio, tanto che Theodore se ne accorse e cominciò a tempestarlo di domande,  finché Draco, voglioso di restare solo com'era, pronunciò a mezza voce l'incantesimo di silenzio, che rese l'amico fastidioso solo per chi aveva gli occhi aperti e guardava l'interno del vagone,  come non  faceva Draco, e come invece faceva Hermione.
Aveva vagato per i vagoni,  ma  non  aveva trovato nemmeno un posto vuoto, così era combattuta tra il rimanere nel corridoio,  o l'entrare nel vagone dove ormai sia Nott sia Malfoy  si erano addormentati. Passò un po' di tempo lì fuori, a studiare meglio i contorni di Malfoy come se li vedesse per la  prima  volta, ad impararli a memoria come un libro di testo, quello dellla sua materia preferita.
Nott si sdraiò con un  movimento nel sonno su tutti i seggiolini posti di fronte a quello di Draco, così l'unico  posto pronto ad accogliere un'assonnata Hermione, fu quello vicino a Draco Malfoy,  che dal canto suo,in  fondo in  fondo, aspettava solo che quell'esile figura in  pena fuori dal vagone,che fissava con  la coda dell'occhio, mentre                                                                                           si cullava in  un falso sonno, entrasse e si sedesse accanto a lui. Ma non voleva ammetterlo.  Così come lei non voleva ammettere che svegliarsi sulla spalla di Draco Malfoy, alla stazione di Hogsmeade, fosse stato piacevole.


Ovviamente, Serpeverde e bastardo com'era, Malfoy non tardò a mostrare la sua galanteria, alzandosi prima che Hermione potesse svegliarsi del tutto, e facendola cadere di lato, sbattendo la testa sul bordo del finestrino.
"Vaffanculo." Mormorò la Granger a mezza voce, ormai sveglia.
"Come hai detto, Mezzosangue?" Disse Malfoy, con un tono che Cruciava l'anima, perlomeno quella della Granger, segnata dal bacio che lui sembrava aver dimenticato.
"Ho detto esattamente  ciò che hai sentito, Malfoy." Disse, impugnando la bacchetta dietro la schiena, in modo che lui non  se ne accorgesse  e credesse di poterla attaccare.
Bastò un  secondo,  lei lo vide arricciare le labbra e formulò un banalissimo incantesimo  non-verbale, così da poter prendere la bacchetta.
Expelliarmus.
Draco vide un nuovo, strano sentimento, vagarle negli occhi e quasi incupirli, mentre prendeva con  la mano libera la bacchetta, volata dalla sua mano, senza che lui potesse farci  niente. Sembrava così triste, Hermione. Lo era.
Se ne andò senza degnarlo di un altro sguardo, un'altra parola. Senza ridargli la bacchetta. Una volta arrivati al Castello, si diressero verso la Sala Grande, dove Hermione si avvicinò alla migliore amica, la Weasley, e le disse qualcosa, poi salutò gli altri e se ne andò. Draco Malfoy la guardò sbigottito andarsene,  ancora incupita da quella strana tristezza accesasi nei  suoi occhi quando gli aveva sottratto la bacchetta,  mentre pochi mesi prima sarebbe stata selvaggiamente soddisfatta della sua vittoria. Ma sarebbe stato, Draco Malfoy, tanto stordito dal suo profumo da non usare un Sortilegio Scudo, come aveva fatto poco prima, mesi fa? L'avrebbe lasciata impossessarsi della sua bacchetta così facilmente? No. Perché un tempo Draco Malfoy non si faceva schiacciare da nessuno, tantomeno da una Mezzosangue, ed ancora meno dalla Granger. Ma cos'era cambiato, adesso? Forse che aveva capito,  con  quel bacio, che quel mostro che non  aveva mai presentato la sua presenza prima  d'alloora, in quel Draco  Malfoy undicenne, appena deluso di non esser diventato il miglior amico della nuova celebrità, non era un Ungaro Spinato che sputava odio, ma forse un'insulsa Puffola Pigmea di un  nauseabondo rosa, che sapeva solo di rammollito. Ma era  davvero un  rammollito,  colui che amava,  o forse solo uno  che invidiava?
Draco Malfoy non l'avrebbe seguita, come lei sperava che facesse. L'avrebbe lasciata fare  finché lei non  fosse tornata da lui,  perché qualsiasi possibile rapporto si fosse instaurato fra i due dopo il bacio, lui voleva che lei lo sapesse. Quello che comandava,  rimaneva lui.


Uscendo dalla Sala Grande, Hermione  mimò una corsa,  sperando che così,  Malfoy, -che adesso la guardava,  lo sentiva- le  fosse corso dietro il prima possibile.
Poi però cominciò a frugare nella sua borsa per cercare qualcosa, -magari solo un antidoto per quello che  le si insinuava dentro, mentre ancora teneva stretta convulsamente la bacchetta di Malfoy e  riusciva quasi a sentirvi il suo odore sopra-  qualcosa di  inesistente,  per far sì che lui non  si  sarebbe insospettito, a vederla camminare a un metro orario,  mentre prima si allontanava dalla Sala Grande correndo.
Quando arrivò,  dopo una ventina buona  di  minuti, davanti alla Signora Grassa, aspettò per altri cinque  minuti, sperando solo che avessero servito le pietanze preferite di Draco e che lui avesse tardato a seguirla prima che Nott avesse finito anche la sua porzione.
Ma Hermione dovette ben  presto  arrendersi, e se ne andò nel  dormitorio, dove si addormentò, e fu svegliata al  mattino, da una curiosa Ginny Weasley che le chiedeva dove avesse preso la nuova bacchetta.
"'Giorno, Gin"  disse, ancora assonnata "a dir la verità è di Malfoy.." sospirò. Già.  Malfoy. Ma non  sembrava tenerci poi tanto, visto che non l'aveva ancora reclamata.
"Malfoy? Perché mai dovresti avere la bacchetta di Malfoy?" Chiese, curiosa.
"Oh beh, sono finita nel vagone insieme a lui.. e poi.. mi ha fatta arrabbiare.. e così l'ho disarmato."
"Perché non Affatturarlo? Certo, le mie Orcovolanti superano le tue, ma potevi fargli altro.."
"Io volevo solo che lui tornasse a cercarmi con la scusa della bacchetta.." Disse Hermione, e si tappò la bocca solo alla fine,  come se non  avesse potuto impedire di dirlo,  prima ancora di pensarlo.
Un tonfo.
Ginny era appena caduta dal letto di Hermione sul quale era seduta. Era svenuta. Hermione la portò di corsa in infermeria, dove una preoccupata Madama Chips la accoglieva.
"Che le è successo?" Chiese, dopo averla adagiata sul letto ed averle misurato la febbre.
"Io..beh.. lei è.. svenuta, ecco." Disse Hermione, preoccupata.
"Così? Di botto? Senza una spiegazione?" Chiese, impaziente.
La spiegazione c'era. Il mondo girava al contrario, ed Hermione sembrava quasi attratta da Malfoy.
"No.. a dir la verità..  è stato.. a causa di uno shock." Balbettò Hermione.
"Che genere di Shock?"
"Beh.. lei ha.. scoperto che il suo ragazzo l'ha tradita, sì. Ecco." Disse Hermione, maledicendosi appena Madama Chips aprì la bocca.
"Harry! Harry Potter.. che la tradisce. Non me lo sarei mai,  mai aspettato.. quel." Ma non finì la frase, perché un Draco Malfoy trafelato, con un senso di preoccupata urgenza, stendeva l'amico, Theodore Nott,  su un letto dell'infermeria, proprio accanto a quello della Weasley, accanto al quale stava la Granger.
"Il mio amico è.. svenuto!" Disse con un filo di voce. Poi si voltò, e tanti sentimenti si specchiarono in quel mare di ferro quando Malfoy la vide, vide quella che aveva causato lo svenimento di Theo,  perché appena gli aveva rivelato del bacio con la Mezzosangue, questo era svenuto.  E l'amica della Granger sembrava nelle stesse  situazioni dell'amico. Che fosse svenuta anche lei a causa del racconto della Granger?
"Che gli è successo?" Chiese la Chips, sbrigativa.
"E' svenuto. E' stato.. per colpa  di.. uno shock, si, uno shock."  Balbettò Malfoy, in difficoltà per la seconda volta nella sua vita,  visto che la prima risaliva al giorno precedente, con  la Granger.
"Che genere di shock?"   Chiese Madama  Chips incredula di avere due pazienti, entrambi svenuti, entrambi per uno shock e, dopo la risposta di Malfoy alla sua ultima domanda, anche per la stessa causa: erano entrambi stati traditi dai propri partner.
"Ma non  è che Potter ha tradito Ginevra con la ragazza di Nott?" Chiese la Chips, frastornata.
"Oh, beh, io non lo so. Mi ha raccontato del tradimento, e  poi è svenuto." Dissero insieme Draco ed Hermione, e  dopo quella battuta che sembrava scritta, si guardarono, a disagio.
Quando si svegliarono, i due pazienti  si ritrovarono nei due letti vicini, mentre sussurravano a ritmi regolari "incredibile", "pazzesco",  "che idiota", ed altre esclamazioni. Fu Nott a rompere il ghiaccio, chiedendo  cosa fosse successo a lei.
Lei lo guardò per qualche secondo,  pensò, poi, con un'espressione furba, di chi ha capito tutto disse:
"Dai, Nott,  fai due più due. Io sono la migliore amica di Hermione e tu di Malfoy."
"Quindi lei ti ha detto.. tutto?" Chiese Nott, incerto.
"Tutto quello che ti ha detto anche il furetto,  credo."
"Secondo me è cotto." Disse lui.
"Secondo me  è cotta" Rispose lei, convinta pienamente, come lui.
"Dobbiamo escogitare qualcosa" dissero,  all'unisono.
Perché era  una cosa rara,  che Hermione Granger si innamorasse, ed ancora più rara, per non  dire unica, che lo facesse Draco Malfoy. Ed impossibile era che si  piacessero.  Perciò, un evento del genere andava solo reso possibile, e come,  se non  con due zelanti Cupidi?
Una volta accordato tutto, Ginevra Weasley si ritrovò a pensare che Nott non  era così male.
Una volta accordato tuttto, Theodore Nott, si ritrovò a pensare che magari Potter non l'aveva tradita davvero, ma lei poteva farlo. Magari con lui.


 

  
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