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Autore: Maricuz_M    02/01/2013    6 recensioni
Dopo una delusione amorosa, c’è chi dice “Si chiude una porta, si apre un portone” oppure chi afferma “Meglio soli che male accompagnati”.
Ebbene, Eleonora fa parte di quest’ultimo gruppo di persone.
Le sue giornate, però, la porteranno in situazioni che la convinceranno a cambiare idea e, cosa non meno importante, a non fidarsi delle docce, dei marciapiedi e degli ascensori. O anche di alcuni suoi amici che si divertono a mixare il suo nome con quello dei suoi conoscenti, giusto per suddividersi in team e supportare coppie diverse in cui lei, ovviamente, rappresenta la parte femminile.
Dal secondo capitolo:
“Elle, guardati le spalle.”
“Ci manca pure che la sfiga mi attacchi da dietro.”
“La sfiga attacca dove vuole lei, mica dove vuoi tu.”
“Sennò come ti coglie impreparata? Vuoi una telefonata a casa, la prossima volta?”
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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XXII Capitolo

 
Desperation

“E anche per oggi è fatta.” Gli chiudo il libro, mentre lui si lascia andare sulla sedia con un sospiro.
“Il mio cervello è andato.”
“Grave perdita.”
“Immensa.” Aggiunge stiracchiandosi. Si alza, sistema velocemente la cartella e poi mi guarda con i suoi occhioni chiari supplicanti “Ora tua sorella può uscire dalla sua camera?”
“Sì, Michele. Ti saluto adesso perché dopo sparisco.” Mi avvicino, gli bacio una guancia mentre sorride contento “Te la chiamo, aspetta qui. E, mi raccomando.. Trattamela bene.”
“Più che bene, prof.”
Esco dalla sala da pranzo, busso alla porta di Azzurra e le dico che il suo ragazzo la sta aspettando. Sì, stanno davvero insieme. No, non ho permesso loro di vedersi, oggi. Non prima delle ripetizioni, perlomeno. Ai fini didattici, non sarebbe stato per niente produttivo.  Entro nella mia stanza e mi butto sul letto, afferrando un pupazzo a caso per trasmettere un po’ di affetto a qualcuno o qualcosa. Sbuffo.
Alla fine, dopo il compleanno di Simon, Filippo ci ha accompagnate a casa e non ci sono state altre particolari conversazioni impegnative. Non abbiamo neanche parlato di ciò che Samuele ha detto alla mia amica, perché lei era davvero troppo provata per spiegarci in modo esaustivo la dichiarazione. Peccato.
Mi squilla il cellulare, lo prendo e rispondo “Pronto?”
“Elle!” urla la vocina acuta di Ginevra “Ma.. Manu si è messa con Samu!”
Aggrotto la fronte “Sì. Tipo tre giorni fa.”
“E perché diavolo l’ho scoperto solo adesso?! Sì, Rob, lo so che sto gridando, un secondo e arrivo.” Ah, è con Roberto. Buono a sapersi.
“Boh.”
“Come boh? Come fai a saperlo, tu?”
“Io c’ero.”
“Dannazione.” Breve pausa “Rob, smettila di gironzolare nudo, sono al telefono.” Scoppio a ridere. Vorrei chiederle di non farlo rivestire, ma tanto non lo vedrei ugualmente.
“Ok, stacco.” Dice dopo qualche attimo di silenzio, e rido ancora di più.
“Vai, vai. Divertitevi.”
“Non preoccuparti.”
 
Sì, in questi giorni la mia vita è monotona, ma posso affermare che lo è solo in parte.
Mia sorella si è messa insieme al ragazzino a cui do ripetizioni, così come una delle mie migliori amiche ha coronato il suo sogno con il mio ex-vicino di casa. Intanto, anche Marco si sta impegnando con Sonia, mentre Ginevra e Roberto, dopo un brutto periodo, tornano a fare scintille. Insomma, chiunque mi circondi non sta affrontando la monotonia, e ciò comporta la diminuzione della mia. Ha senso.
Dimenticavo anche Simon e Vanessa. Per me anche tra loro sboccerà qualcosa.
Ed io rimarrò ufficialmente l’unica esclusa dalle relazioni amorose nel team. Roseo avvenire, devo proprio ammetterlo. Sola, desiderosa di non esserlo, con mente pessimista, ansia per la sfida implicita con il ragazzo più misterioso che conosca –che mi piace, come se non bastasse il resto- e la mia grande sfiga. Chi me l’ha fatto fare?
Oggi, poi, la mia depressione si sta avviando verso le stelle, meta prevista per domani: San Valentino.
So già che rimarrò sola a casa, probabilmente con mia madre, mentre tutti i miei conoscenti e amici saranno fuori a cena o al cinema, godendosi le loro ore da coppietta come nei più diabetici film romantici. Beh, in fondo è giusto che sia così. Lo farei anche io.
Aspetta.. Domani è l’anniversario del primo incontro tra Roberto e Ginevra! Bene, loro non saranno reperibili nemmeno per un secondo. Le uniche pause saranno per andare in bagno.
Sospiro, suono qualche melodia deprimente con la chitarra e canticchio, giusto per non pensarci troppo. Ho lasciato facebook aperto, così, nel caso ci fosse qualcuno con la voglia di parlarmi, può farlo tranquillamente. La situazione è sempre più deprimente, ora che ci penso. La disperazione.
Dopo minuti e minuti, quando sento il suono della chat, sussulto e per poco rischio di far cadere a terra il mio amato strumento. Borbotto offese verso la mia poca prontezza e mi sposto dal letto alla sedia. Quando apro la finestra, vedo che è Marco. Non ti è andata male, Elle.
Elle, emme, enne, o!” ma quanto è divertente?
Marco!
Ti stai deprimendo?” No, dai, adesso è troppo. Mi guardo intorno, per controllare se è effettivamente nella mia stessa stanza, ma sono sola. Non è possibile.
Come puoi saperlo?!
Ti conosco. Ho fatto un ragionamento e mi sono detto ‘Chissà come si sente Elle!’ allora c’ho pensato. Questa è la conclusione.
Ma perché non lasci perdere i tuoi computer e vai a fare lo psicanalista, lo psicologo o qualsiasi cosa inizi con psico?
Non è che se capisco te allora capisco tutti, eh! Anzi, probabilmente è il contrario.
Grazie.
A proposito del capirti! Filippo a che punto sta?” Vorrei tanto saperlo, Marco.
Ma che ne so.
Buon punto.
Senti, ora ti dirò cosa pensa Simon di questa storia, visto che poi mi ha detto di chiedere a te. Così vediamo chi ha ragione..
Sono tipo la bocca della verità?
Più o meno, sì.
Ok, dimmi.”
In sostanza, dice che la fissazione di Filippo per la mia povera ed illeggibile mente sia dovuta ad un suo interesse nei miei confronti. Ora, chiedo a te.”
“..Elle, ma questo è ovvio.”
Mi blocco, sbatto qualche volta le palpebre mentre rifletto e torno indietro nel tempo, ripercorrendo le conversazioni avute con Marco in passato, cercando questa sua convinzione da qualche parte. No, non c’è. Non la trovo. Perché diavolo non me l’ha detto prima? Riporto la stessa domanda nella chat su Facebook, e la sua risposta mi fa stampare il palmo sulla fronte.
Non mi avresti creduto. E poi non me l’hai chiesto.”
No che non ti avrei creduto! E non ti credo neanche adesso!
Appunto, che cambiava?
Non lo so!
Io ho sempre detto di essere Filinora. Non dico mai le cose a caso, io!
Non dire quella parola.”
Filinora?
Sì. Mi sa troppo di fan club.
Penso ti faccia quest’effetto perché, effettivamente, lo è.
Appunto, non dirla!
Come ti pare. Comunque, credi quello che vuoi, non devi convincertene per forza. Io penso quello che penso per svariati motivi, e questo della sfida mi sembra l’esempio più lampante del suo interesse. Poi ti potrei fare una lunga lista, che inizia praticamente da quando vi siete conosciuti. Siete sempre stati piuttosto ambigui, voi due.
In che senso ambigui?
Beh, tu che non balbetti, lui che sorride spesso, il fatto che vi siete trovati subito. In genere tu hai bisogno di più tempo per fare amicizia, con lui è stato piuttosto immediato. Consideriamo anche che dubito che lui sia uno di quelli che, tempo una sera, si fa nuove amicizie. Poi le varie coincidenze, quando lo trovi per fare i regali, quando scopri che suo fratello lavora con tua madre.. Ok, questo è molto da fan fiction, però mi piace valutare anche questo aspetto. Sono un romantico.”
Cristo.
Già. E poi.. Boh, non lo so. Siete bellini insieme.
Siamo bellini insieme.”
.”
E se fosse vero, anche se penso che non lo sia, perché non si dichiara? Lui non ha le mie paure!
Magari ne ha altre.
Cosa mai potrei fargli?
Guardarlo con i tuoi occhioni scuri e rifiutarlo, ad esempio.
Non è possibile.”
Lui non lo sa. Diglielo, magari poi si dichiara.
Illuso.
Che me frega?
A me frega!
A me frega se frega a te, ma fondamentalmente no.”
Ho bisogno di farmi un bagno caldo.”
Vai, basta che non ti porti dietro delle lamette o un phon acceso.”
Veramente pensavo a delle pasticche.”
Fanculo.
 
Il bagno me lo sono fatto, poi, ma non ho usato nessuna pasticca per passare all’altro mondo. La sera sono andata a dormire, stamattina mi sono svegliata per andare all’università e ho pranzato con Azzurra e nostra madre. Ho cercato di tenermi occupata in tutti i modi, solo per non deprimermi a livelli troppo alti per esser sopportati. Nel pomeriggio, mi sono addirittura offerta volontaria per fare la spesa. La disperazione.
Proprio adesso sto entrando nel supermercato. Devo occuparmi principalmente per la cena di stasera. La romantica cena, con la candela accesa e musica rilassante con.. mia madre. La disperazione, ancora.
Vado in qua e in là per i vari scompartimenti, mi fermo a chiacchierare con qualche conoscente, sorridendo con un’allegria che non ho, tanto che mi fanno male le guance. Chiamo un paio di volte mia madre per dei chiarimenti sulla sua pessima scrittura nella lista stropicciata e mi sposto come un fantasma.
Cosa che non mi impedisce di sbattere contro qualcuno, tra l’altro.
Alzo lo sguardo mortificata, e mi si blocca il respiro quando incontro due occhi di un azzurro intenso e impossibile da dimenticare. Mi calmo, però, quando realizzo che non sono di Filippo, ma del fratello: Pietro. Infarto evitato.
“Eleonora, ciao! Filippo mi aveva detto che ti capita di stare con la testa fra le nuvole!” Potresti non nominarlo, please?
“Pietro! Che.. piacere!” e che gli dico, adesso?
“Sara!” guarda dietro di sé e sfiora il braccio di una ragazza castana, alta quasi quanto lui, con una smorfia infantile sul viso, che distoglie l’attenzione dai prezzi come se in realtà si fosse incantata a fissare quei numeri “Lei è Eleonora!” sono famosa, visto che non ho bisogno di descrizioni? Sara mi guarda inizialmente confusa, ancora nel mondo dei prezzi, poi spalanca gli occhi –marrone chiaro, spettacolare- e alza le sopracciglia “Eleonora! Che bello conoscerti! Io sono Sara!”
“La mia ragazza.” Aggiunge il ventisettenne, fiero. Sorrido un po’ imbarazzata dalla situazione e le stringo la mano, mormorando un “Piacere” un po’ incerto.
“Anche tu fai la spesa per la cena di San Valentino?” chiede lei, inconsapevole della coltellata inferta al mio petto. Annuisco con espressione sarcastica.
“Per le cene. Per accontentarli tutti devo mangiare più di una volta.”
Ridono, poi Pietro mi posa una mano sulla spalla con fare amichevole, come se ci conoscessimo da sempre “Domani è la giornata dei single. Avrai anche tu il tuo momento.” La disperazione.
“Non penso.” Sospiro, mandandolo mentalmente a quel paese per la triste affermazione da lui fatta “Anche per domani nessun programma, a parte l’università. Vabè, si vedrà. Qualcosa da fare lo trovo.” Abbozzo un sorriso.
“Sicuramente.” Sorride anche Pietro, raggiante come sempre l’ho visto “Dai, ti lasciamo alla tua spesa. Ci vediamo!”
“Ciao! E’ stato un piacere!” dice Sara, sventolando una mano.
“Anche per me. Buon San Valentino!”
 
Disperazione. Disperazione ovunque.
Quella di ieri sera è stata la cena più triste della mia vita, e dalla mia prospettiva è stata persino più triste di quella di mia madre, che perlomeno ha ricevuto una chiamata dal suo ex-marito –che dopo ha parlato anche con me, visto che lui è il mio unico uomo, ma non vale-. Abbiamo visto un film insieme, è tornata Azzurra dalla serata con Michele, ce l’ha raccontata facendoci sospirare come bambinette di fronte ad uno zucchero filato rosa e poi ognuna nella propria stanza.
Wow, memorabile.
Oggi è persino peggio, però. E’ la festa dei single e non ho nessuno con cui festeggiarla. Ovviamente mia madre oggi la lascio lì dov’è.
Mi avvicino alla finestra di camera mia mentre le note di Here without you dei 3 Doors Down risuonano nella stanza. Tutto questo è sempre più triste. Sospiro spostando la tenda, appoggio la fronte sul vetro freddo e guardo fuori. Piove. Mi sembra giusto. Anche le condizioni meteorologiche devono creare l’atmosfera adatta per la malinconia di questo momento.
Sola con la pioggia.
Sai cosa sarebbe divertente adesso, Elle? Se smettesse di piovere. Così saresti sola e basta. Sorrido mestamente e annuisco, come se non avessi fatto io quel pensiero, ma in realtà l’avesse detto qualcun altro.
Mi riscuoto quando il suono della chat mi avverte di aver ricevuto un messaggio. Mi illudo che sia qualcuno che voglia parlarmi, ma quando vedo il nome di una ragazza con cui non ho mai parlato che mi scrive “Hey, how are you? :D”, faccio una smorfia e sbuffo.
“Non mi avrai mai, stupido virus. E comunque sto male, grazie.” Borbotto, tornando ad appoggiarmi alla finestra. La disperazione. Certo che sono un’idiota. Potrei mandare un messaggio a qualcuno, giusto per avere un minimo di vita sociale. Ma no, faccio l’orgogliosa, attendo che qualcuno si ricordi di me senza un aiutino. Mamma, mi hai fatta male.
Sussulto una seconda volta quando, questa volta, sento la suoneria degli sms. Prendo il cellulare posato sulla scrivania speranzosa e controllo, probabilmente con gli occhi brillanti stile manga. Leggo ad alta voce, con la fronte aggrottata “Wind le offre.. Ma vaffanculo.” Butto il cellulare sul letto con rabbia. Chi si sta prendendo così ampliamente gioco di me? Qualcuno risponda.
Torno al computer per cambiare canzone, visto che, poverina, si sta ripetendo da ormai venti minuti. Dopo circa un quarto d’ora piuttosto tranquillo, in base alla media ottenuta precedentemente, sento bussare alla porta.
“Avanti..” dico distrattamente, stoppando la musica. Mi volto e vedo Azzurra appoggiata allo stipite.
“Ti vogliono all’ingresso.”
“..Hanno suonato?”
“Sì, ma avevi la musica a mille. Non penso tu abbia sentito.”
Scrollo le spalle: in fondo non mi interessa “Ok, chi se ne frega. Chi è? Il postino? Il mio ex professore di ginnastica? Voldemort? No, no, lo so! E’ Giacomo. No, anzi: la morte.” Wow, sono l’essenza dall’acidità, quest’oggi.
“La morte.” Risponde tranquilla “Tu chi intendi per morte?” chiede lei, ghignando.
“Tu chi intendi per morte?” chiedo io, incerta ed impaurita.
“Chi pensi che io intenda, per morte?” chiede lei.
“La morte di chi?” chiedo io.
“Di chi pensi che sia?” chiede lei.
“La mia. Tu chi intendi per morte?” chiedo io.
“Filippo.”
La disperazione.
 
 


BUON 2013!
Che bel modo di iniziare l’anno, con questo capitolo. E’ di una tristezza assurda. :’)
Vi dico già che questo potrebbe essere uno degli ultimi, prima del THE END, quindi godetevi i prossimi, il 23esimo particolarmente (Filinora a tutto spiano).
Non dico niente, solo: secondo voi, cosa vuole Filippo? *via col televoto*
 
Vi ringrazio immensamente per ogni cosa, ogni visualizzazione, ogni lettura, ogni recensione. Grazie davvero. *si commuove*
 
A questo punto, vi auguro ancora un buon anno, con tutto il cuore.
Pubblicherò il 7 Gennaio (nonché mio primo giorno di scuola. Uccidetemi, non ho ancora fatto niente).
 
A Lunedì!
 
Maricuz
   
 
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