Film > Pirati dei caraibi
Segui la storia  |       
Autore: dragon_queen    04/01/2013    1 recensioni
Personale seguito dell'incredibile trilogia dei Pirati dei Caraibi. Stavolta la protagonista è una ragazza di quasi 20 anni, che reca sulla schiena un singolare tatuaggio e nasconde un inaspattato passato...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

William Turner non era mai stato un uomo superstizioso e men che meno credeva a stupidaggine come sogni e visioni. A dir la verità non aveva mai neanche dato credito alle leggende che si raccontavano tra i marinai sulle magie e le maledizioni che il mare regalava.

Ovviamente tutto questo prima di imbarcarsi con Jack la prima volta o diventare il capitano immortale di una nave che traghettava le anime dei morti in mare da un regno all'altro.

Forse fu proprio per quello che il sogno di quella notte lo sconvolse tanto da farlo svegliare, madido di sudore e con la certezza che se ancora avesse posseduto un cuore nel petto probabilmente starebbe battendo all'impazzata.

Aveva visto Kathy immersa in una minacciosa ombra, coperta di sangue, che invocava il suo aiuto, ma lui non riusciva a raggiungerla. Più tentava di avvicinarsi, più lei veniva risucchiata dalle tenebre.

Quello non era certo un gran bel segno.

Uscì dalla sua cabina, trovando il nostromo sul ponte, vigile come al solito.

-Qualche problema?- gli chiese, prima di affiancarlo.

Il vecchio Turner se ne stava a fissare la Corallo Grigio, ancorata a poca distanza, solo le due lanterne sulla poppa a distinguerne la posizione.

-Ho uno strano presentimento, figliolo, ma ormai per me una cosa più che normale. Tu piuttosto, come mai sveglio a quest'ora?-

-Pensieri e presentimenti, quindi ti faccio compagnia. Da quando ho scoperto di avere una figlia non sono certo tranquillo come prima. Non che lo sia mai stato, pensando ad Elizabeth lontana e sola-

-Già. Chi l'avrebbe mai detto che la vita mi avrebbe riservato una tale sorpresa?-

-E' forse per lei che sei preoccupato?-

Il nostromo si voltò verso il figlio, poi alzò lo sguardo verso il cielo.

-Sento odore di tempesta e questo non è mai un buon segno-

 

Il mare era scuro e metteva quasi paura. Il cielo, coperto di stelle, si rifletteva su di esso e la luna, alta sull'orizzonte, guidava Kathy e Kaleb verso la spiaggia dell'Isla del Diablo. Il silenzio di quella notte era interrotto solo dal rumore dei remi che entravano e uscivano dall'acqua, mentre l'affanno del ragazzo faceva da contorno.

-Sei realmente sicura di volerlo fare? Siamo ancora in tempo per tornare indietro senza che qualcuno se ne accorga- disse in quel momento lui.

-Sono sicura. È necessario. Inoltre non posso permettere a nessuno di correre rischi per colpa di qualcosa che riguarda la mia famiglia. Nei miei piani non dovevi esserci neanche tu- rispose lei, senza neanche guardarlo.

-Non sei quindi contenta che sia qui?-

Alla ragazza sembrò di veder comparire un sorrisetto sarcastico sul volto di lui.

-Certo che sono contenta, ma avrei preferito non farti correre rischi-

-Kathy, tutti gli anni che ho vissuto per mare senza di te pensi siano stati molto tranquilli?-

Lei non riuscì a ribattere. Forse si preoccupava semplicemente troppo, ma aveva uno strano presentimento che gli ronzava nello stomaco.

Finalmente avvertirono la chiglia della scialuppa toccare terra, arenandosi sulla sabbia. Kaleb balzò a terra, afferrando la punta della piccola barca e trascinandola ancora di più nell'entroterra. La ragazza lo seguì poco dopo, balzando leggera sulla spiaggia fresca.

-Bene, adesso dove andiamo?- chiese lui, stirando la schiena.

La ragazza si guardò per un attimo intorno, confusa. Non aveva pensato a cosa avrebbero fatto una volta toccata terra e in quel momento si sentì una stupida.

Poi, d'un tratto, vide un tenue bagliore sparire tra gli alberi. Pareva una piccola lucciola, ma per un attimo si era come fermata, segno che voleva essere seguita.

Senza dire una parola si diresse verso quella parte, scostando un poco le piante che le impedivano il passaggio.

Dopo qualche minuto, con la lanterna che aveva tra le mani, illuminò un sentiero che si inoltrava nella foresta.

Lanciò un'occhiata a Kaleb, il quale la guardava confuso.

-Non chiedere- disse lei e si incamminò.

 

Più si inoltravano nella foresta, più quella pareva infittirsi. Kaleb camminava dietro la ragazza, vigile ad ogni movimento o rumore sospetto. Nonostante avesse accettato di accompagnarla per il suo bene, non era affatto convinto che fosse stata una buona idea.

Aveva estratto la spada dal fodero non appena avevano imboccato il sentiero e adesso si guardava intorno, come se si aspettasse di veder saltar fuori dai cespugli qualche sorta di strana creatura o semplicemente un nemico in carne e ossa.

-Kaleb, tutto ok?- chiese Kathy, fermatasi pochi metri più avanti.

-Perchè?-

-Ti vedo teso. Comunque ho la sensazione che ci siamo quasi- rispose lei e mosse l'ennesimo passo.

D'un tratto il ragazzo avvertì qualcosa muoversi tra le chiome e uno svolazzare sospetto di un paio di uccelli notturni. Lanciò uno sguardo alla ragazza a pochi passi di lui e gridò:

-Attenta!!-

Si gettò su di lei appena in tempo perchè non venisse colpita da un tronco ricoperto da spuntoni di legno che li avrebbero trafitti entrambi fino a ridurli a due colabrodi.

-Qualcuno non vuole che ci avvicinassimo troppo al centro dell'isola- disse lui, ancora a terra, steso sopra una Kathy alquanto imbarazzata.

La lanterna, caduta a pochi passi da loro, illuminò il volto della ragazza, alquanto imbarazzata dall'innaturale posizione. Kaleb, a sua volta non molto a suo agio, si alzò frettolosamente, andando anche a sbattere la testa contro i rami bassi di un albero.

-Ahia!!- imprecò, massaggiandosi buffamente la parte lesa.

La risata di Kathy l'aria carica di imbarazzo che si era venuta a creare e il ragazzzo rise a sua volta.

-Grazie- disse poi lei, recuperando la lanterna che rischiava di spegnersi.

-Ma ti pare- rispose il ragazzo, recuperando invece la sua spada.

Poi continuò:

-Da qui in poi dovremo stare attenti. Forse comincio a capire perchè chiunque si addentri nel cuore di quest'isola non ne esca più-

 

Jack salì sul ponte della nave con il suo solito passo dondolante, nella mano sinistra l'inseparabile bottiglia di rum. Anche quella sera aveva esagerato con quello squisito nettare, quindi aveva deciso che sarebbe stato meglio salire per prendere una boccata d'aria e riuscire a scacciare i fumi dell'alcool che gli appannavano la mente.

Non che la cosa gli dispiacesse, ma capiva che quella era una situazione alquanto delicata per farsi trovare ubriaco.

Si appoggiò quindi con la schiena contro la murata del veliero, portando indietro la testa e sospirando. Stava decisamente diventando troppo vecchio per quelle cose. Sarebbe stato il momento di lasciare il posto ai giovani come Kathy o come quel Kaleb, il quale le girava un po' troppo attorno per i suoi gusti.

Aveva sviluppato una sorta di affetto paterno nei confronti della ragazza e non gli piacevano molto le attenzioni del giovane pirata. Aveva notato anche Will mentre li osservava e non aveva potuto fare a meno di sorridere. Vederlo in atteggiamenti così paterni non era certo normale, soprattutto perchè d'aspetto poteva sembrare poco più grande della sua stessa figlia.

-Oh Elizabeth, se solo potessi vederli...- biascicò guardando la luna.

D'un tratto dei rumori provenienti dall'isola attirarono la sua attenzione. Si voltò fulmineo, mentre uno stormo di uccelli si elevava dalla foresta, come se qualcuno li avesse disturbati.

Di colpo un dubbio lo invase. Corse sottocoperta, giungendo in fretta davanti alla porta della cabina di Kathy. Stava per bussare, quando dalla stanza accanto fece capolino Anderson, completamente vestito, ma con la camicia spiegazzata e i capelli in disordine. Probabilmente si era concesso un po' di riposo senza però trovare necessario liberarsi degli indumenti in più.

-Che succede? Cos'è questa confusione?- chiese, la bocca ancora impastata dal sonno.

-Ho un presentimento e mi sto assicurando che sia sbagliato-

Così il capitano Sparrow bussò energicamente alla porta, chiamando il nome della ragazza, ma nessuno gli rispose.

Poggiò quindi una mano inanellata sulla maniglia, girandola lentamente e affacciandosi sulla camera: vuota.

-Dannazione...- ringhiò.

In quel momento dei passi nel corridoio fecero voltare entrambi i capitani. Di corsa giunse Sam, il fiato corto.

-Capitano...- riuscì a dire, prima di piegarsi sulle ginocchia per riprendere fiato.

Doveva aver percorso l'intera nave di quel passo.

-Che c'è?- chiesero all'unisono i due uomini, provocando lo sconcerto del giovane pirata.

Anche i due si guardarono e Sparrow alzò le mani in segno di resa.

-Scusa. Abitudine- disse, facendo un passo indietro.

Anderson gli lanciò un'altra occhiata storta, poi si rivolse nuovamente verso l'addetto ai cannoni.

-Cosa è successo?-

-Kaleb è sparito...-

 

Non sapevano per quanto avevano camminato, ma sentivano le gambe cominciare a farsi pesanti, mentre il caldo di quel clima così strano li stava sfiancando entrambi.

-Giuro che se entro un minuto non arriviamo, ti carico in spalla e ti riporto indietro- bofonchiò Kaleb spostando l'ennesima liana dal suo cammino.

-Siamo arrivati- sorrise Kathy, scansando l'ennesima enorme foglia, rivelando la vista di un costone di roccia che spariva nella notte.

-D'accordo...- sospirò sconcertato il ragazzo, abbassando di colpo la lama della spada.

-Andiamo- disse la ragazza, illuminando un passaggio nella montagna, il quale sembrava portare verso il basso, in quanto leggermente in discesa.

Presero a camminare entrambi con le orecchie tese, mentre le pareti di roccia erano talmente vicina che, in alcuni punti, a malapena riuscivano a passare bene.

-Quando tutto questo sarà finito, ricordami di non seguirti più- disse il ragazzo alle sue spalle.

-Dov'è andata a finire tutta la tua voglia di proteggermi, allora?- scherzò lei.

-Semplice, ti impedirò anche solo di mettere piede a terra-

In quel momento il passaggio parve allargarsi leggermente, sino ad espandersi di colpo arrivando ad una grotta dagli alti soffitti, illuminata dalla luce della luna.

Entrambi rimasero per un attimo ad ammirare lo strano e meraviglioso ambiente, quando Kathy notò qualcosa poggiato su di una roccia al centro di un laghetto formato grazie alle infiltrazioni di umidità dalle pareti.

Prese a camminare, ogni passo ben calcolato e studiato, affinchè non rischiassero un brutto scherzo come nella foresta.

Si fermò solo un attimo quando avvertì un pezzo del camminamento di pietra sbriciolarsi un po' soto il suo peso. Dopo però essersi accertata che non era niente e aver ripreso a respirare, si trovò finalmente davanti il basamento di pietra.

Allungò una mano, sino a sfiorare un globo di legno finemente lavorato. O almento la parte superiore di esso, in quanto l'ipotetico contenitore era diviso in due parti, ricomponibili una volta che l'Occhio fosse stato al suo interno.

Non appena ebbe entrambe le parti tra le mani, si voltò, cogliendo uno strano rumore dietro di lei.

-Kaleb?- chiese, impaurita di sapere la risposta.

Dei passi si fecero verso di lei. Non poteva vedere chi fosse a percorrere il camminamento in quanto, essendo lei completamente alla luce della luna, il resto della grotta era pressocchè invisibile.

La prima cosa che vide comparire fu la canna luccicante di una pistola, impugnata da una mano inguantata, la quale si rivelò appartenere ad un uomo, il volto nascosto da un cappuccio. Non si trattava però di Vane, in quanto non era accompagnato dal forte odore di decomposizione della volta precendente.

Kathy strinse il contenitore al petto, arretrando di un passo, ma trovandosi bloccata dal basamento di pietra alle sue spalle.

-Felice di rivederla, signorina Turner- disse quello con voce roca.

-Non l'ho mai vista. Dov'è Kaleb?-

Come se l'avessero sentita, due torce si accesero alla fine del camminamento, rivelando il povero Kaleb piegato leggermente su se stesso, le mani tenute dietro la schiena e un rivolo di sangue scendergli da un lato della bocca, segno che era stato colpito.

La ragazza lo fissò apprensiva, poi si rivolse nuovamente verso il misterioso aggressore.

-Che cosa vuole?- chiese, tra i denti.

-Solo che veniate con me-





NdA
Eccomi di ritorno dopo non so quanto tempo con questo scarno capitoletto, ma che spero comunque piaccia. Lo dedico in particolare a Iris_blu, la quale mi ha invogliato a continuare a scrivere. Un saluto anche a chi continua a seguirmi comunque. Un saluto Marty.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Pirati dei caraibi / Vai alla pagina dell'autore: dragon_queen