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Autore: Tigre Rossa    04/01/2013    4 recensioni
“Sono venuto a prendere qualcosa che mi appartiene. O, per meglio dire, qualcuno. Siete voi il tutore della maestra Tigre, no?”
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Non si può fuggire dal proprio passato, per quanto oscuro possa essere. E quando quello di Tigre torna a reclamarla nella figura misteriosa e crudele di Shang Chiang, la giovane maestra è costretta ad abbandonare ogni sua certezza per un lungo viaggio verso l'Est e verso le sue origini. Un viaggio che dovrà affrontare solo con la guida di un paio di occhi di giada e il ricordo evanescente di un sacrificio coraggioso. Un viaggio da cui potrebbe non tornare.
TiPo- Non tiene conto degli avvenimenti di Kfp3
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Po, Shifu, Tigre
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Colui che non sarebbe mai dovuto arrivare
 

 
 
Po, Tigre, Scimmia, Vipera, Gru e Mantide erano tutti allegramente spaparanzati nella camera del panda, chi sul letto, chi per terra, chi sulla cassapanca, a ridere e scherzare.
Di certo non immaginavano che quel allegro momento di quiete era l’ultimo che avrebbero avuto per molto ma molto tempo.
 
“Vi ricordate quando io e Scimmia abbiamo rinchiuso Mantide in un barattolo? Quando si è svegliato ha pensato di essere stato catturato dai banditi!” disse Po, ridendo.
“Ah ah! È vero! E voleva vedere il nostro comandante per fargli pagare un tale affronto!” esclamò Scimmia, aggrappandosi singhiozzando a forza di ridere a Po “Ti ricordi?”
“ È stata la cosa più umiliante che io abbia mai vissuto, rinchiuso in un barattolo come un sottaceto!” disse sottovoce Mantide. Quella umiliazione gli bruciava ancora molto.
“Soltanto voi potete trovare una cosa del genere divertente.” disse Tigre, scuotendo la testa “Due bambini immaturi, ecco che cosa siete.”.
“Già!” concordò Vipera, fulminandoli con lo sguardo “Ma non vi vergognate? Prendere Mantide solo perché più piccolo di statura, e rinchiuderlo! Voi due doveste finire in un barattolo, non lui.”
“Gru, e tu che dici? Non ci difendi?” chiese Scimmia, voltandosi verso il loro amico.
“Ecco . . . io sono per la giustizia! Mi spiace, ma le ragazze hanno ragione.” Rispose un po’ intimorito Gru, aspettandosi una sicura vendetta da parte loro.
“Cosa? Sei un traditore, Gru! Morte al traditore!” urlò Po lanciandosi contro di lui. Scimmia lo seguì ridendo e subito Mantide si buttò nella mischia, urlando “Lasciate stare il mio unico alleato!”.
Vipera e Tigre rimasero sedute sul letto a guardare la rumorosa rissa, dopo essersi lanciate uno sguardo rassegnato e aver sospirato sottovoce :”Maschi.”.
 
A un certo punto, inaspettatamente, la porta si aprì.
I ragazzi si bloccarono e fissarono impauriti il piccolo panda rosso, aspettandosi una bella ramanzina per il loro comportamento.
Ma il maestro sembrò non accorgersi di loro, né del loro gioco infantile.
Il suo sguardo era puntato solo su Tigre.
“Tigre, seguimi nella mia stanza.” disse secco.
I ragazzi si voltarono verso di lei, chiedendosi il perché di quel ordine. Tigre era altrettanto sorpresa, ma si alzò e seguì il suo maestro,senza chiedere spiegazioni.
La porta scorrevole si chiuse dietro di loro. I guerrieri rimasti nella stanza si lanciarono uno sguardo sorpreso e si alzarono, pronti a seguire i due appena usciti.
A tutti era apparso chiaro che, qualunque fosse la ragione, Shifu doveva parlare a Tigre di una cosa importante.
E anche loro volevano sapere.
 
“Cosa è accaduto, maestro?” chiese Tigre, vedendo il suo maestro per la prima volta in vita sua spaventato.
Il panda rosso non rispose, ma aprì la porta della sua stanza.
 
Lì dentro, vicino alla grande finestra che si affacciava sulla valle, c’era una persona sconosciuta alla giovane guerriera.
Era alta, massiccia, avvolta in un scuro mantello da viaggio, e attorno a essa c’era come una sorta di aura, un’aura che incuteva timore a chiunque si trovasse al suo cospetto.
Il cuore di Tigre prese inspiegabilmente a battere veloce, sempre più veloce, come se volesse uscire dal petto.
Tigre provò terrore, autentico terrore.
 
I suoi amici si erano ammucchiati di fronte alla porta e Po guardava per tutti attraverso un piccolo buco, mentre gli altri cercavano di ascoltare.
“C’è un tizio strano, lì, di fronte alla finestra. È avvolto in un mantello e fa paura. Non mi sembra di averlo mai visto. Chi sarà? E cosa ci fa al palazzo di Giada?” sussurrò ai suoi compagni il panda, sentendo la preoccupazione assalirlo.
“Zitto, sento una voce.” rispose Vipera, preoccupata.
 
“Tu dovresti essere la famosa maestra Tigre di cui ho tanto sentito parlare, o mi sbaglio?” chiese lo straniero. Aveva una strana voce. Sicura, fiera, decisa, quasi . . . nobile, perfino. Come se fosse abituato a farsi ubbidire.
Tigre notò soprattutto con sorpresa e fastidio l’uso del tu.
“Si, sono io.” rispose lei, cercando di capire chi si nascondesse sotto quel mantello.
Lo straniero gli si avvicino e le girò attorno molto lentamente, osservandola.
Tigre rabbrividì, senza capire perché. Sentiva come se, attraverso quello sguardo, mille spilli ardenti stuzzicassero lei e il suo colpo, studiandola.
Una volta. Due volte. Tre volte. Alla quarta Tigre perse la pazienza. “Chi siete e cosa volete da me, visto che nessuno si degna di dirmelo?”
L’uomo misterioso guardò Shifu, che teneva lo sguardo basso, o almeno così le parve.
“Non te lo ha detto? Oh, deve essere ancora sconvolto dalla notizia. Di certo non se lo aspettava. Né, immagino, te lo aspetti tu.”
Lo straniero abbassò il cappuccio e Tigre trattenne il fiato.
Lo straniero era una tigre.
 
Aveva un bel viso, lo straniero misterioso.
Tratti sicuri ma nobili, affascinanti ma severi, oramai datati, ma allo stesso tempo fieri.
Il mantello cadde a terra, rivelando il resto del suo corpo.
Il suo unico indumento erano dei pantaloni color porpora, probabilmente di seta.
Era a petto nudo e il suo petto, alla faccia dell’età, era anche abbastanza scolpito.
Aveva della corta pelliccia e le strisce erano semplici ed essenziali.
L’unico ornamento che aveva era un medaglione d’oro su cui era rappresentata una tigre color del fuoco.
Ma la cosa che più colpiva di lui di tutto il suo corpo erano gli occhi.
Erano come oro fuso, profondi, severi, fieri. Il povero sventurato che commetteva l’errore di sprofondare in quello sguardo stupefacente sarebbe rimasto per sempre nelle sue grinfie.
 
“Il mio nome è Shang Chiang e sono il generale, oltre che capo clan, delle Tigri Dell’Est.” disse la tigre, orgogliosamente
 
“E sono tuo padre.”

La tana dell'autrice

Salve!
Volevo scusarmi per la mia assenza, ma ho iniziato altre FF a capitoli e non riesco a stare dietro a tutte.
Ah, volevo ringraziare tutte quelle persone che mi hanno consigliato di continuare a scrivere. Il vostro sostegno è molto ma molto importante per me. Grazie di cuore! Questo capitolo è per voi!

Ecco qui chi è il misterioso straniero! è il padre di Tigre, quello biologico! Qualcuno potrebbe pensare : Che bello, si sono ritrovati!  ma in realtà non è stata una fortuna il loro incontro, per niente . . .

Comunque, cosa c'è da dire? Ah si, ho preso la parte degli spilli dalla canzone "Essere una donna" della Tatangelo, a cui farò spesso riferimento.
Il nome del padre di Tigre è cinese e significa "Generale", apposta.

Mi sembra di aver detto tutto . . . Spero che vi sia piaciuto e vi auguro Buona Epifania!
  
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