Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: controcorrente    04/01/2013    7 recensioni
"Una volta ho letto la favola della Canna e della Quercia, madame. La Quercia si faceva beffe della Canna accusandola di debolezza, perché quest'ultima non possedeva la stessa corteccia ruvida, né il tronco imponente. Quando però una forte tempesta si abbatté su di loro, la Quercia, dopo aver fatto resistenza alla forza del vento, fu abbattuta mentre la Canna, per quanto violente fossero le raffiche, si piegava senza mai spezzarsi. Mi è sempre piaciuta quella storia e sapete perché? Perché anche la pianta più debole all'apparenza, può resistere alle difficoltà più insopportabili, se mantiene la flessibilità. Per questo motivo, non credo che siate una persona priva di temperamento. Non conosco molto di voi ma so che avete un buon carattere e se siete riuscita a mantenerlo in questo modo malgrado tutto, allora dovete sicuramente avere una qualche forza che vi ha permesso di conservarvi in questo modo." Questa è una nuova storia nella quale trovere una protagonista un po'insolita ma che secondo me merita attenzione. Auguro a chi volesse darci un'occhiata, buona lettura.
STORIA CONCLUSA
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Generale Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Madri, famiglie e vicende varie'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Benvenuti a questo nuovo capitolo.

Questa volta non dico niente, tranne un BUONA LETTURA!

 

NERO/GHIACCIO

 

Marie lo stava evitando.

Nei limiti del possibile, stava riducendo al massimo tutte le eventuali occasioni d'incontro. Alain si era pentito non poco di essersene andato via ed aveva dato per scontato che la soluzione del pasticcio, che tra alcuni mesi avrebbe avuto le fattezze di un esserino urlante e con il moccio al naso,fosse lontana dal suo avverarsi...solo che non immaginava che avrebbe dovuto impiegare così tanto per riuscire a rimettere le cose in sesto.

André ed Oscar avevano diplomaticamente deciso di non intervenire.

Si limitavano a tenerlo d'occhio, con quell'aria sorniona e serena che faceva andare in bestia l'ex soldato.

Spiacente De Soisson, ora devi sbrigartela da solo aveva detto serafico il primo.

Voglio proprio vedere come riesci a spuntarla con una donna per bene aveva invece rincarato la dose la seconda.

A quel pensiero, il colosso sbuffò.

Non sapeva francamente come sciogliere quel nodo gordiano.

Tutto era diventato difficile e fastidioso...e quello su cui non aveva alcun dubbio era di non avere nessuna pazienza.

Era un uomo d'azione, non certo un tipo riflessivo.

E infatti, ecco la fine che ti ritrovi si disse Hai messo incinta quella poveretta che adesso, giustamente, ti tratta come un appestato. Sei un manigoldo della peggiore specie. Don Giovanni ti fa decisamente un baffo. si disse, in quella sorta di biasimo interiore che non lo lasciava mai.

In quel momento, erano seduti a tavola, l'uno di fronte all'altro.

Oscar aveva lamentato dei dolori alla schiena e si era coricata a letto, seguita da Grandier.

Briac, invece, si era allontanato con il dottore che, annunciando di avere un regalo per lui, se lo era portato via.  Erano ormai soli.

Difficile dire quanto quella cosa fosse casuale.

Marie aveva preso a sparecchiare, con calma metodica.

Evitava accuratamente di vederlo, come se lui fosse delle dimensioni di una mosca.

Alain era palesemente seccato.

La signorina Chevalier non lo aveva degnato di una minima considerazione...e questo ignorare lo stava irritando. Alla fine, si avvicinò a lei e, con un gesto deciso e quasi brusco le tolse i piatti di mano.

-Che cosa intendete fare?- sibilò Marie, fissandolo minacciosa.

-Parlare- rispose questi, mettendo i piatti di nuovo sul tavolo- cosa che non abbiamo fatto.-

Marie si porò una mano sul fianco. -Ma davvero?- fece scettica.

Alain la guardò male.

Non sopportava quell'espressione. Lei doveva sorridere, non sfoggiare quel tipo di smorfia. -Sì- disse, tentando di frenare la stizza- e di certo, questa volta non mollerò.-

L'ex novizia pestò con violenza il piede a terra.

-Non sono stata io a darmi alla macchia, in tutti questi mesi- sbottò- spero per te che tu non sia tornato per assumerti le tue responsabilità...se sei venuto qui solo perché ti faccio pena, puoi ritornare da dove sei venuto. Non voglio la carità di nessuno...men che meno da te!-

Alain la guardò, senza avere il coraggio di fiatare.

Gli occhi di Marie, in quel momento, avevano perso parte della loro gelida luce, acquisendo un calore che aveva scorto poche volte.

-Ho sbagliato ad andarmene...- disse, studiando la sua espressione- ma il fatto è che me la sono fatta sotto, quando ho saputo la notizia. Non volevo piantarti qui in questo modo.-

-Ma lo hai fatto.- incalzò lei.

-OH, FAMMI FINIRE!- gridò lui, non potendo però non darle ragione- Ho sbagliato...su tutta la linea... ma il fatto, Marie, è che per molto tempo ho visto in te la mia povera Diane.-

Marie incassò.

Le avevano vagamente parlato di quella giovane e della triste vicenda che aveva passato...ma sentirsi paragonare a lei, sua sorella, era uno smacco difficile da mandar giù. In un primo momento, venne presa dal desiderio di mollarlo una seconda volta, in modo definitivo...salvo poi ripensarci. Alain, dietro l'aria spaccona e attaccabrighe, si era sempre dimostrato restio a scoprirsi come invece stava ora facendo. Via, posso sempre aspettare  si disse, inghiottendo la serie d'insulti che minacciavano di uscirle di bocca.

-Lei era la mia povera sorellina. Avevo giurato, dopo la morte di mio padre, che mi sarei preso cura di lei, proteggendola dallo schifo che ci circondava. Però ho fallito, per ben due volte. Non ho potuto evitare che rischiasse di essere disonorata per via di un mio superiore e non ho potuto impedire che si togliesse la vita perché non vedeva per lei altre possibilità di riscatto.- disse, fissando apatico il pavimento.

La sensazione di fallimento per quella vicenda pesava sulle sue spalle come un macigno.

-Io non sono capace di proteggere nessuno, a mala pena me stesso- continuò.

Marie ripensò a quella sera in cui si era giocata in tutto per tutto...e, come sempre, non era minimamente pentita di quello che aveva fatto. -Non immagini nemmeno quanto tu mi abbia fatto male.-disse lei, tentando di scegliere bene le parole per esprimere il contraddittorio stato d'animo che la logorava in quei giorni. -Dirmi che volevi farti carico di questa situazione...hai idea di quanto sia umiliante? Io non sono un peso... Sono una persona! Non puoi venirmi a dire che intendi porre rimedio...così, come se si trattasse di un secchio rotto.-

Alain la guardò muto, trovando quelle parole specchio di quelle che aveva detto Erin.

Non immaginava che la bassa considerazione che avevano istillato in quella piccola donna l'avesse portata a considerarsi un carico ingombrante. - No, non posso saperlo.- rispose, mettendo sul piatto tutta la verità che pensava di possedere -Il dolore è una cosa troppo personale per poter essere condivisa. In questo periodo sono andato nel tuo villaggio natale, insieme ad Erin e...ho saputo che razza di vita hai fatto. Non voglio compatirti perché è la cosa di cui hai davvero meno bisogno. Io non sono un buon partito. Ho davvero tanti...troppi difetti per poter essere la persona che meriti e sono stato fottutamente vigliacco, al punto da piantarti qui perché me la facevo sotto. Il fatto è che non avrei mai pensato di avere dei figli né, tantomeno, di poter diventare padre. Io non sono adatto, dannazione!-

-Ah, ma davvero?- fece ironica Marie- Nemmeno io sarei tagliata per fare la mamma. La mia è morta quando sono nata e la donna che mi ha cresciuto mi ha fatto spesso rimpiangere di essere venuta al mondo...vogliamo cominciare ad elencare le sfortune della vita di ciascuno?-

Alain la fissò impacciato.

Quello che diceva la piccola donna non faceva una grinza.

-Oh bhe- disse allora, non sapendo più che pesci prendere-allora, povero bambino!-

Marie si fece di pietra.

La situazione aveva un che di assurdo e, complice la gravidanza, aveva davvero ben poca pazienza. -Come sarebbe a dire?- fece, tremando.

Alain si grattò la testa.

-Va bene, ho fatto la più grande fesseria del mondo e, sicuramente, sarò il peggiore padre di Francia...ma, a questo punto, che intendi fare? Ammetterai pure tu che la fuga era una reazione possibile, dato che non siamo fidanzati e non è che abbiamo passato poi chissà quanto tempo insieme...-provò a dire.

Marie si portò una mano sul fianco. -Non sarai proprio un mascalzone del tutto- concesse, prima di rivolgergli un'occhiata scettica- ma anche se ho passato parte della mia vita in convento, so riconoscere chi è allergico ad un matrimonio.-

Alain impallidì.

-MATRIMONIO?- domandò incredulo- Proprio tu ora mi vieni a parlare di matrimonio? Ti ricordo che questa idea ti ha schifato non poco, quando te l'ho proposta!-

-E COME DOVEVO REAGIRE?- strillo la giovane, rossa in volto- SEMBRAVA CHE TI AVESSERO CHIESTO DI PULIRE LE LATRINE DI UNA BETTOLA, TANTO ERI ENTUSIASTA DELLA COSA!-

A quelle parole, calò un silenzio imbarazzante.

Alain si ritrovò spalle al muro.

Marie era furibonda.

-Non hai la più pallida idea di come mi sia sentita sola in questi mesi- disse rabbiosa- né della preoccupazione che ho avuto, sapendo che questa creatura avrebbe vissuto come una bastarda. Immagini che razza di situazione possa essere?-

Il gigante sussultò.

-Bhé, comunque sia, io ora non me ne vado, chiaro?-ribatté- Ho commesso una colossale cazzata ma non ho intenzione di rinnegare il pargolo, quando deciderà di fare capolino in questo mondo. Sono indubbiamente la persona meno adatta a fare il padre ma, francamente, non ho intenzione di lasciarti nei casini che io stesso ti ho procurato...E NON LO FACCIO PERCHE' MI FAI PENA, E'INUTILE CHE MI GUARDI A QUESTA MANIERA!-

La signorina Chevalier si bloccò e, per la prima volta da quando si erano reincontrati, provò a guardarlo davvero.

Fissò gli occhi scuri di brace ed il sempre più evidente impaccio di chi decide di fare una cosa pur di vergognarsi a morte. A quella vista, sgranò le pupille di ghiaccio. 

Alain era tornato lo stesso.

Ma per chi?

Quell'interrogativo le gettò addosso nuove preoccupazioni.

L'insicurezza che fosse tornato solo per il piccolo la fece di nuovo sentire in secondo piano, come se fosse un sacco di cui contava solo il contenuto. -Oh no no no no, eh!- disse di nuovo Alain con fare quasi orripilato- Non farmi questa faccia sai!-

Marie sussultò.

-Che...che faccia?- provò a dire, tentando di non far tremare troppo la voce.

-Hai la faccia di un cane abbandonato sul ciglio della strada- fece esasperato- Sembra sempre che tu pensi Non mi merito niente di tutto questo!...E CHE CAVOLO! Sei una grande lavoratrice, intelligente, colta, gentile anche con le teste di legno come il sottoscritto...e sì...ecco...-

La donna allungò il collo.

-Sì?- lo incalzò.

L'espressione del gigante era tutta un programma.

Il viso di Marie era a poca distanza. Quasi senza rendersene conto, si era avvicinata a lui più del previsto...e questo complicava ancora di più le remore dell'ex soldato.

Non c'era modo di uscire da quella situazione spinosa...e questo non sfuggiva nemmeno ad Alain De Soisson.

-Allora?- fece la donna.

Il soldato chiuse gli occhi.

Non ho altra scelta si disse.

Marie strabuzzò gli occhi e non fece più domande...forse perché la bocca di Alain si era chiusa sulla sua, mettendo finalmente a tacere quella lite.

 

 

 

 

 

Oscar picchiettò nervosamente il piede.

-Allora?- chiese all'indirizzo di André, scomodamente accoccolato sulle scaline, poco sotto di lei.

-Non sento più niente.- rispose questi, grattandosi la testa.

-Che abbiano fatto pace?- domandò.

-Mah- disse questi- Alain è sempre il solito. Mi domando come abbia messo fine alla lite.-

Oscar scosse il capo.

-Comunque sia- fece lei- potevano pure dirsi prima che erano innamorati. Si evitavano tante incomprensioni.-

André sgranò gli occhi.

Per i riccioli di Luigi XV! Proprio tu che hai impiegato la bellezza di 30 anni per ricambiare i miei sentimenti, ti metti a fare questi discorsi! fu il pensiero orripilato che lo colse...eppure si guardò bene dal proferire parola.

Disarmata o meno, Oscar era sempre Oscar.

 

Altro capitolo che mette fine alla cosa di Marie e Alain. La loro situazione si trascinava in maniera abbastanza complessa...e spero che questa soluzione, molto fluff sia accettabile. Ragionevolmente, non poteva che essere così, almeno secondo me! Io come sempre non so come ringraziare la vostra gentilezza per avermi letto sinora. Sono molto affezionata a questa fic ma, salvo imprevisti, non farò un seguito. Ho sistemato ora la parte più semplice ma devo aggiustare le altre due coppie. Vedremo cosa inventerò.

Ah, ho concluso il prossimo capitolo The secretary, per chi volesse saperlo.

 

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: controcorrente