Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: LunaLovegoods    05/01/2013    2 recensioni
Settimo anno. Regulus si era ripromesso che non avrebbe più cercato James, lasciandolo l'ultimo giorno di scuola dell'anno precedente, esattamente come Sirius si era promesso di chiarire la situazione con Remus. Ma un'estate piena di eventi avrà cambiato, o meno, le intenzioni dei nostri ragazzi. Cosa accadrà adesso? Non vi resta che leggerlo. ;)
[Sequel di "I feel so close to you right now"!]
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, I Malandrini, Mangiamorte, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Of magic and love.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chapter 3 - When people change and promises seem to be broken.
 

Hogwarts, the night between the 10th and the 11th of October of 1977.

Sirius, corridoi del sesto piano.

Alla fine, abbiamo deciso che restare a guardarci in silenzio è contro produttivo e, in silenzio, abbiamo deciso di avviarci verso la Sala Grande.
Certo, non ho granché voglia di vedere Remus, dopo la lite di poche ore fa.
Solo perché ho un carattere estroverso, esuberante e molto aperto, ciò non significhi che ci sto provando con James per allontanarlo da Regulus.
La cosa, certamente, sarebbe possibile, se il mio cuore non battesse solo per Remus, ma lui è troppo modesto per volerlo capire e la sua testardaggine può solo irritarmi, in momenti come questo.
Ma adesso, per mia fortuna, la mia rabbia è scatenata da un altro fatto: James mi ha mentito, tenendomi nascosto il fatto che si porta ancora a letto mio fratello.
Mio fratello.
Non un qualsiasi Tassorosso, Serpeverde, Corvonero o Grifondoro. Proprio lui. Il mio fratellino.
E ciò non può far altro che aggravare la sua situazione.
«Insomma, mi spieghi qual è il tuo problema con il culo di mio fratello?!» sbotto, infine, dopo essermi trattenuto per fin troppo tempo - per quanto mi riguarda, avrei potuto affatturarli entrambi seduta stante.
«Scusa?» chiede, voltandosi verso di me e inarcando un sopracciglio.
«Non ti riconosco più, Jamie! Da quando abbiamo litigato per mio fratello ti si è fritto il cervello, per quel rammollito! E pensare che non ha niente di meglio, rispetto a Lily!» commento, andando in escandescenze.
Non riesco proprio a trattenermi, è più forte di me, anche se ancora devo capire quale parte mi ferisce di più.
Sì, perché mi sento ferito nel profondo, probabilmente da James, dato che Regulus è una Serpe meschina ed agisce come tale.
James, invece, di meschino ha sempre avuto quel comportamento che lo definiva Malandrino come me, ma adesso che mi tiene nascosto che ancora frequenta mio fratello - Per Godric, mio fratello! - mi sento smarrito, come se non lo riconoscessi più.
«Sirius, quante volte te l’ho detto di non fare paragoni tra Regulus e Lily!» esclama, quasi esasperato.
Ed è lì che, come tutte le volte che mi arrabbio, come se al posto suo ci fosse Regulus, non ci vedo più e lo spingo contro il muro, prendendolo per la collottola.
«Dove sei finito, James?! Che fine ha fatto il mio Ramoso, eh?!» esclamo, a pochi centimetri dal suo volto, senza nemmeno ascoltare le mie stesse parole.
Ma lui resta in silenzio e io non sono in grado di porre un freno a tutte le parole, le paure, che mi sono tenuto dentro fin da quando è iniziata questa storia.
Ho paura, perché non riconosco più James, è cambiato e mi sembra di aver perso un fratello, di nuovo.
È un dolore talmente forte, da poter accecare anche la ragione più salda, pari alla prima volta che l’ho sperimentato.
E ancora quella prima ferita brucia, di notte, quando non hai altro a cui pensare se non alla tua vita e a ciò che ne sarà. E se, fino ad ora, c’era James a curare le mie ferite, adesso mi sembra solo che vi stia gettando del sale sopra, per farle bruciare maggiormente.
Probabilmente non se ne accorge, ma mi sta procurando lo stesso dolore che, già una volta, mi ha procurato Regulus.
Lo lascio andare, allontanandomi, perché il suo sguardo così distante e indecifrabile mi fa paura più di ogni parola amara che possa uscire dalla sua bocca.
Sospiro e mi passo una mano tra i capelli, quasi sbuffando e cercando di riflettere.
Forse sto esagerando le cose - capita spesso, effettivamente.
«Non ti riconosco più, Jamie»
E la mia voce sembra così sconsolata, disperata, che adesso mi spiego il motivo per cui sento gli occhi così fastidiosamente umidi.
Decido di allontanarmi, prima di prenderlo a cazzotti e rendere la cosa più patetica di quanto già non sia, dirigendomi nella Torre di Astronomia a riflettere. 


James, Torre di Astronomia.

Sono abituato a vedere Sirius andare in escandescenze per sciocchezze di ogni tipo.
Ricordo chiaramente tutte le volte che abbiamo finito per prenderci a cazzotti, o tutte le volte che mi sono arrabbiato perché aveva preso a cazzotti Regulus senza un apparente motivo - anche se, allora, ancora non ci parlavamo, io e suo fratello.
Ricordo tutti gli scherzi, tutte le risate, le notte insonni passate a parlare della sua famiglia, della sua vita, delle sue idee, delle sue scelte.
E mi ha fatto male, sentirmi dire proprio da lui che sono cambiato.
È stato uno schiaffo in pieno volto, un fulmine a ciel sereno che mi ha aperto gli occhi, perché so che lui è l’unico a conoscermi così bene da poterlo dire meglio di chiunque altro, quindi se è lui a non riconoscermi, allora, probabilmente, sono cambiato davvero.
E il fatto che tale cambiamento l’abbia fatto andare fuori di testa, la dice lunga su quanto sia gradito da parte sua.
Ma ha ragione, perché Regulus mi ha stravolto la vita.
Non avrei mai creduto che potessi amarlo a tal punto da lasciarmi trasformare nei miei principi: una volta credevo che non sarei mai stato così meschino in amore, adesso, invece, ci provo con la Evans solo per ripiego.
E la cosa non è da me.
Non è da me nemmeno tener nascosto a Sirius che mi frequento ancora con suo fratello.
Ecco, perché, nonostante si sia allontanato per non parlarmi, per restare da solo, ho deciso di seguirlo: perché i veri amici non si abbandonano mai, i fratelli tantomeno, e lui è mio fratello da sette anni.
Sette, bellissimi e indimenticabili anni.
Lo seguo nella Torre di Astronomia, senza stupirmi di trovarlo seduto sul davanzale in pietra di una finestra che da sull’immenso cielo stellato.
Lui è in silenzio, voltato di spalle, assorto nei suoi pensieri.
Mi avvicino silenziosamente, per poi sedermi al suo fianco.
Non mi degna di uno sguardo, ma so che sta per dire qualcosa e aspetto che sia lui a parlare.
«Non avrei mai creduto che mi avresti trattato come tutti gli altri, James» commenta, dopo poco, quasi ghignando freddamente.
«Non…» mi fermo, perché stavo per contraddirlo quando, invece, ha pienamente ragione. «Mi dispiace, Sirius. Ho solo… Agito» mi limito a dire, pur sapendo che non è una valida scusa.
«Come ogni Grifondoro, certo» commenta, con quella che sembra una smorfia, e, per un attimo, mi sembra di stare a parlare con Regulus. «Ma tu sei sicuro di esserlo ancora?» azzarda, piantando le sue iridi chiare nelle mie.
Aggrotto le sopracciglia, confuso e spiazzato da quella domanda.
«Cosa stai insinuando?!»
«Di’ un po’, mio fratello è anche in grado di rincoglionirti a tal punto?!» azzarda, con quel tono sarcastico che, ormai ne sono convinto, dev’essere tipico dei Black.
Assottiglio lo sguardo, ghignando appena, quasi senza volerlo.
Il silenzio cala di nuovo fra noi e i miei occhi restano ad osservare i tratti di Sirius.
E mi metto di nuovo a pensare a quanto in realtà siano simili, nonostante entrambi si ostinino a sostenere il contrario, nonostante tutte le differenze che si possono contare. 


Remus, corridoi del terzo piano, pochi minuti dopo le undici.

I miei passi sono l’unica cosa che rimbomba nei corridoi deserti, mentre il sonno è l’unica cosa a mancare.
In quanto ex-Prefetto, so perfettamente che non dovrei essere dove sono adesso a quest’ora, ma ci sono e la cosa, almeno al momento, non sembra preoccuparmi.
Non sarei degno di essere visto come un Malandrino, se per una volta non tralascerei queste regole.
Ma non è quella la mia preoccupazione, adesso. La lite di poche ore fa con Sirius mi da ancora da riflettere, tanto che non voglio tornare nel Dormitorio, pur sapendo che magari non ce lo troverei.
Peter è rimasto in cucina a farsi uno spuntino, come al solito, ma io non ero in vena di mangiare a cena, figuriamoci adesso!
Altri passi si sovrappongono ai miei e spero che si tratti di un Prefetto, piuttosto che di Sirius stesso, ma le mie speranze si rivelano vane non appena mi volto e vedo il volto di Sirius illuminato dalla penombra della luna, ormai a metà.
«Cosa ci fai qua?» mi viene naturale sussurrare, guardandomi con circospezione attorno.
Lui accenna un sorriso e mi spinge dietro un arazzo, fino a farmi toccare le spalle col muro freddo di pietra. Resta con le labbra, assottigliate dal suo solito sorriso malandrino, a pochi centimetri da me e il suo respiro mi entra in bocca, ne sento il sapore e il cuore inizia di nuovo a correre. Lo guardo come mi guarda lui, probabilmente, come se niente di tutto ciò che è successo oggi fosse realmente accaduto, come se nessuna parola fosse stata detta, o come se nessuna lite fosse avvenuta.
«Potrei farti la stessa domanda» si limita a dire, dopo quelli che sembrano secoli di silenzio.
E l’unica cosa che penso è quanto mi siano mancati il suo sorriso e la pace che emana in questi momenti, nonostante la tempesta e tutti i conflitti interiori che gli si possono leggere nello sguardo.
Finisco per abbassare lo sguardo sul suo collo, mentre penso a ciò che effettivamente è successo oggi pomeriggio.
«Scusa» mormoro, e sento la sua sorpresa quasi irrigidirlo.
«Cosa?» chiede, con un filo di voce.
«Non volevo fare il geloso, né tantomeno intendere di voler cambiare il tuo carattere. Mi va bene così come sei» continuo, quasi stringendomi a lui e sentendolo sogghignare.
«C’hai pensato fino ad ora?» commenta, passando una mano calda a massaggiarmi la schiena.
Annuisco debolmente, quasi senza volerlo ammettere.
Lui mi alza il mento con due dita e sfiora le mie labbra con le sue.
Rispondo al bacio, finché l’arazzo dietro a Sirius non viene scostato e la figura di una ragazza di Corvonero non ci si presenta davanti.
«Ragazzi, posso capire che siete del settimo anno e bla bla bla… Ma dormite nella stessa stanza!» commenta la voce insopportabile di Ester, mentre lei alza gli occhi al cielo con fare esasperato.
Io arrossisco, mentre Sirius si limita ad allontanarsi di poco da me, voltandosi di poco per ghignare in direzioni della ragazza.
«Occhigialli!» dice, a mo’ di saluto.
Lei risponde con un sorrisetto dall’aria sardonica, per poi spostarsi come a invitarci a uscire dal nostro temporaneo rifugio.
«Andate nella vostra stanza, piccioncini. Non ho intenzione di perdere tempo a chiacchierare quando posso andare al bagno dei Prefetti e rilassarmi un po’» ordina, sospirando e invitandoci definitivamente ad andarcene.
Sirius sembra leggermi nel pensiero, quando, prendendomi per mano e precedendola nel corridoio, le lancia un’occhiata provocatoria e dice: «Non sapevo che anche i Vampiri potessero diventare Prefetti»
Lei risponde con un sorriso tutto denti e dall’aria decisamente falsa. «Fatti due domande, Sirius: anche Remus lo è stato e non mi pare che sia molto diverso da me» replica, con fare irriverente e canzonatorio.
Quando i suoi occhi si posano su di me, stringo istintivamente la sua mano, come a reprimere un accesso di rabbia davanti a tale affermazione.
«Credo che tu ti stia sbagliando, Ester» mi limito a dire, camminando al fianco di Sirius con l’aria più calma che riesco ad avere.
«Come va con Regulus?» s’intromette Felpato, cercando di sviare il discorso.
«Bene, grazie» risponde, lei, alzando le spalle e rivolgendogli un breve, ma ampio, sorriso, ignorando completamente ciò che ho appena detto io.
Da una parte, credo che sia un bene: meglio evitare discussioni troppo accese. 

Regulus, Dormitori del sesto anno, Serpeverde.

Dividere la stanza con Barty non è mai stato un problema: al contrario di quanto si possa pensare, quando non fa il bullo, è un ragazzo serio e abbastanza pacifico.
Una qualità che sicuramente apprezzo, è il fatto che sa farsi gli affari suoi: non mi ha ancora chiesto da dove salti fuori il succhiotto alla base della mascella che James mi ha lasciato nella Stanza delle Necessità, prima che Sirius ci scoprisse e mentre saltavamo la cena.
Siamo ognuno sdraiato sul proprio letto da circa mezz’ora. Lui sta leggendo un libro sulla Magia Oscura, prestatogli probabilmente da Bellatrix, mentre io faccio comparire piccole scintille dalla punta della bacchetta, visibilmente annoiato.
«Black, potrei affatturarti, se non la smetti» dice, di punto in bianco, facendo capolino da dietro al libro.
I nostri letti stanno uno di fronte all’altro, quindi non dovrebbe nemmeno spostarsi o fare grandi manovre.
Sbuffo e mi alzo dal letto.
«Dove vai?» chiede, senza staccare gli occhi dal libro.
Mi volto, con la mano sulla maniglia e gli lancio l’ennesima scintilla senza alcun affetto. La piccola fiamma si spegne a meno di un metro da lui.
«A lanciare le mie scintille da qualche altra parte» mi limito a dire, uscendo dalla stanza, diretto a cercare Ester.
Non ci vuole molto per capire dove possa essere: data l’ora, può trovarsi al giro per il castello per la ronda notturna, o nel bagno dei Prefetti.
Mi balena in testa l’idea di andare a chiedere a Potter se l’ha vista, ma scuoto la testa, mentre attraverso il corridoio del Dormitorio, pensando che più mi tengo alla larga da lui, ora come ora, meglio è per entrambi.
Dire che non era mia intenzione rovinare il suo rapporto con Sirius, non è propriamente una bugia, ma dire che la parte più perversa di me non si compiace pensando che adesso stanno sicuramente litigando… Beh, quella è una bugia bella e buona.
Il motivo di tale compiacimento, non lo so spiegare, però.
Giungo alla Sala Comune, ancora preso da tali pensieri, quando proprio da lì mi giungono voci ben conosciute.
La risata di Bellatrix è accompagnata dalla voce annoiata di Severus e il ghignare di Rodolphus.
Spero sinceramente che non mi vedano, perché loro non sono affatto discreti come Barty e, soprattutto Bellatrix, non sono capaci di farsi gli affari loro, a parte Severus.
«Uh, guarda chi c’è!» esclama, la voce acuta di Bellatrix, interrompendo la sua risata.
Chissà cos’ha sempre da ridere.
Mi fermo un attimo, ricordandomi di non aver applicato nessun incantesimo per mascherare il succhiotto di James e che, probabilmente, Ester si sarebbe arrabbiata e non poco nel vedermi così, ma non riesco a pensare che sia meglio la compagnia loro alla sua.
«Che c’è? Il piccolo Regulus non ha sonno, stasera?» azzarda Rodolphus, nel chiaro tentativo di punzecchiarmi.
«A quanto pare non aveva nemmeno fame» conferma Bellatrix, lanciandomi una delle sue occhiate.
Effettivamente, non è che mi aspetta un trattamento migliore da parte loro, se vedono il succhiotto, ma posso sempre dissimulare, almeno con loro.
Quasi sospiro, sedendomi nel divanetto in pelle vicino a Bellatrix, dopo aver attraversato la Sala Comune deserta.
«Nemmeno voi sembrate molto in vena di dormire» constato, riponendo la bacchetta nella tasca dei pantaloni.
«Effettivamente, eravamo presi da certi discorsi…» commenta Bellatrix, sistemandosi meglio sul divanetto, senza distogliere lo sguardo da Rodolphus.
«Ah, sì?» commento, fingendo un distaccato interesse, nel tentativo di non dargli modo si notare ciò che non devono notare.
«Cos’hai sul collo, Reg?» chiede Rodolphus, aggrottando le sopracciglia e sporgendosi per guardare meglio.
Ghigno, arrossendo lievemente, ma cercando di far apparire la cosa del tutto naturale. «Una scappatella senza importanza» mi limito a dire, abbassando appena lo sguardo.
Lui sorride malizioso, come Bellatrix, mentre Severus solleva appena lo sguardo dal libro che ha in mano.
«A cena?» continua, lui, avvicinandosi maggiormente e facendomi girare la testa con una mano, nel tentativo di osservare meglio l’opera.
Sghignazza insieme a Bellatrix, ritraendosi sul divano che divide con Severus e rilassandosi di nuovo.
«Un applauso all’amante!» conclude, battendo le mani con fare canzonatorio.
«Ora dicci il nome, caro cugino» Bellatrix sembra proprio in vena di ridere, stasera.
«Si dice il peccato, ma non il peccatore» mi limito a dire, ghignando.
Rodolphus la prende sul ridere, come Bellatrix.
«Almeno la Casa?» chiede, lei, con insistenza.
«Grifondoro» mi lascio sfuggire, non appena la punta della sua bacchetta mi punzecchia tra le costole.
«Uomo o donna?» chiede Rodolphus, con fare schietto.
Gli rivolgo un’occhiata interdetta e inarco un sopracciglio. «Per chi mi hai preso?» commento, per poi sogghignare. «Secondo te, mi lascio fare succhiotti da un ragazzo di Grifondoro?!»
«Allora, questa ragazza dev’essere speciale» osserva Severus, decidendo di mettermi per bene nei casini.
«O particolarmente carina» soggiunge Rodolphus, con la sua solita aria maliziosa.
«O particolarmente focosa» conviene Bellatrix, tanto perché non c’è due senza tre.
Scuoto la testa, sogghignando e facendo per alzarmi.
«Prima o poi, salterà fuori il nome» Bellatrix sa minacciare piuttosto bene, devo ammetterlo.
Lo sguardo di Rodolphus si accende, appena mi vede in piedi. «Ehi, non te ne andare, Black» mi ferma, drizzandosi sul divano e irrigidendosi quasi.
Inarco un sopracciglio, guardandolo in volto e incrociando le braccia al petto.
«Stavamo parlando di te, prima, sai?» continua, sorridendo compiaciuto di aver attirato la mia attenzione.
Resto in silenzio, invitandolo a continuare incuriosito.
«Parlavamo del tuo prossimo compleanno» prosegue Bellatrix. «E del tuo regalo. Insomma, compirai diciassette anni, ci vuole un regalo degno di tale numero e del sangue che ti scorre nelle vene» spiega, con aria vagamente divertita - o è il suo solito atteggiarsi?
Resto immobile, non mi crollo davanti a tali parole. Un regalo?
«Ferma lì? Vuoi davvero rovinargli la sorpresa, Bella?» interviene Rodolphus, sogghignando divertito.
«Non posso dire altro se non che sono impaziente di vedere di cosa si tratta» mi limito a dire, con distacco, mentre mi allontano definitivamente.
«Ti piacerà, ne sono sicura!» esclama e sembra davvero entusiasta della cosa.
Torno nella mia stanza, capendo che ormai non c’è speranza per Barty che lo lasci in pace.
Chiudo la porta e mi volto in sua direzione, sorridendo in un modo strano nel vederlo addormentato col libro caduto sulla faccia.
Quasi mi vengono i brividi, facendo finalmente locale e capendo da chi ho preso quel modo di sorridere: James.
Maledetto.
Fatto sta che mi avvicino, intenzionato a svegliarlo, e prendo il libro, sollevandolo delicatamente.
Lui fa una smorfia, interrompendo per un attimo il respiro regolare e profondo tipico di chi dorme, ma non apre gli occhi, mentre io sto per chiudere il libro e darglielo in testa, quando dalle pagine cade un pezzo di pergamena.
Non ha l’aria di un appunto, ma se anche fosse, sono troppo incuriosito dalla Magia Oscura, al momento, da non resistere al dare un’occhiata.
Lo prendo in mano e lo apro, quando il sangue mi gela nelle vene.
“Regulus ha gli allenamenti, oggi pomeriggio. Possiamo vederci quando vuoi, ma in un posto sicuro. Io suggerisco in Biblioteca, sezione proibita, 17.30
E.” 


Ester, aula diTrasfigurazione, 7 ottobre 1977.

I miei occhi verde smeraldo sono fissi su due ragazzi di Serpeverde.
Uno dei due, è il mio ragazzo - più assente adesso che stiamo insieme, rispetto a quando eravamo migliori amici.
L’altro, suppongo sia il suo migliore amico.
Ma no, Regulus non ha amici a Serpeverde a cui poter dare quell’onore.
Non ci vediamo spesso, ma so il perché e, probabilmente, non dovrei prendermela così tanto, ma sono la sua ragazza e, diamine, non può sparire così tutte le volte che gli chiedo di vederci più spesso.
Bellatrix o meno, prima o poi gli stacco la testa.
Il ragazzo seduto vicino a Regulus si volta, sentendo il rumore della matita che si spezza tra le mie mani.
Potessi, arrossirei, incrociando il suo sguardo, ma io abbasso subito il mio e mi sento maledettamente umana, vulnerabile.
Passo il resto dell’ora a lanciargli occhiate, quasi dimenticandomi di Regulus, al suo fianco, che non si volta nemmeno un attimo.
Appena finisce l’ora, lui si dilegua, per andare chissà dove e lasciandomi un bigliettino sul banco.
Lo raccolgo subito, sperando che ci siano scritti l’ora e il luogo del nostro appuntamento, ma, in realtà, mi avverte solo del fatto che non possiamo vederci nemmeno oggi: allenamenti.
Appena rialzo lo sguardo, prima di prendere i libri e andarmene, il ragazzo seduto vicino a lui mi sorride, ormai davanti al mio banco, e Candice ed Eleanor se ne sono già andate.
«Non sembri così forte da poter spezzare una matita» commenta, sorridendo come se ci stesse provando.
È un bel ragazzo, effettivamente, e sembra avere quel qualcosa in più che è sempre mancato a Regulus.
Probabilmente, ha solo avuto un’infanzia migliore.
Decido di tenere comunque le distanze.
Se è di Serpeverde e siede sempre vicino a Lus, dubito che non frequenti il suo stesso giro d’amici.
«A volte le apparenze ingannano» mi limito a dire.
Lui mi porge una mano, tra le cui dita è incastrata una matita che non esita a regalarmi. «Barty» si presenta, ma io esito a stringere la sua mano, ignorandolo del tutto.
Troppo fredda anche per me, direi.
«Ester» mormoro, alzandomi con i libri stretti al petto.
«Hai l’aria molto annoiata» osserva, seguendomi.
«Sono una Corvonero: la normalità mi annoia» gli faccio notare, aggiungendo un breve sorriso freddo e sarcastico che lui ricambia senza alcuna esitazione.
«Allora sono il ragazzo giusto per te» commenta, con un tempismo unico.
Alzo gli occhi al cielo per non scoppiare e ridergli in faccia.
Accelero il passo e ammicco verso un gruppetto di Serpeverde. «Torna dai tuoi amici, Serpe dei miei stivali» dico, mentre lui si ferma e scuote la testa.
«Black non è mai stato quel tipo di ragazzo che cerchi» si limita a dire, mentre mi gela il sangue nelle vene.
Mi volto, a qualche passo da lui, mentre il corridoio inizia già ad essere deserto e io già capisco che farò tardi a Pozioni.
«Come, scusa?» domando, assottigliando lo sguardo.
«O ho una fervida immaginazione, o è vero che tu stravedi per Regulus» commenta, con aria impassibile, mentre un ghigno compiaciuto si fa strada sulle sue labbra.
«Cosa diavolo stai dicendo?» chiedo, forse alzando un po’ troppo la voce.
«Non sono stupido, gli occhi li ho anche io» dice, ridacchiando e allontanandosi.
Scuoto la testa, cercando di dimenticare tutto ciò e di raggiungere l’aula di Pozioni.
Nemmeno due mesi che stiamo ufficialmente insieme, e Regulus potrebbe già essere nei guai per colpa mia.
Certo, non tutti sanno che sono una Vampira, ma è risaputo che sono una Mezzosangue.
E la cosa non piace molto agli amichetti di Regulus, si sa. 




ASRDTFGHJK. Allora, come promesso il nuovo capitolo è arrivato -relativamente- presto. -w-
Si è presentato un problema col titolo, lo confesso, ma non avevo proprio idea di cosa metterci cwc
Spero di non avervi deluso e che ne sia venuto fuori qualcosa di decente. LOL.
Fatto sta che le idee si sovrappongono nel mio povero cervello e non so nemmeno dove mi porterà la strada che ho appena preso. (?)
Come potete vedere, ho cercato di sistemare il PoV di James, che mi stava andando nell’OOC più assoluto. E… Adesso ho paura per Sirius e per Remus, dato che non ci vado molto d’accordo e chissà cosa ne è uscito fuori - probabilmente, qualcosa di troppo sdolcinato (?). e.e
Ad ogni modo, non credo di avere altro da dire, quindi… Aspetto vostre recensioni al più presto.
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra i preferiti, i seguiti e le ricordate.
E dedico un grazie speciale a Katekat che recensisce sempre e non manca mai. -w-
Detto ciò, ci sentiamo il più presto possibile.
Baci,
Luna. <3 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LunaLovegoods