Un’ora. Un’unica ora piena di fatiche, dolori, qualche capello bruciato, vestiti sottosopra e alcuni ombretti caduti sul pavimento. Ma alla fine eravamo pronte al nostro primo giorno di scuola per me a San Diego e per Kate dopo le vacanze. Rigorosamente in short, maglietta e All star basse. ’evidenziano il fatto che sia una nana’ sospirai, mi piacevano troppo per preoccuparmi di queste cazzate. “Come siamo?” chiedemmo a Daiva con gli occhi speranzosi, avevamo delineato entrambe una perfetta striscia di eyeliner. In realtà erano occhi da killer, non poteva permettersi di dire qualcosa di male, NON POTEVA. “Stupende” rispose prima di filare in cucina. Io e kate ci scambiammo uno sguardo compiaciuto.
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Kate parcheggiò . La facciata si presentava bene, gli stendardi con lo “stemma” della San Diego High School erano appesi ai lati, si raggiungeva l’ingresso da una piccola scalinata. C’erano gruppetti di ragazzi ovunque, sembrava il raduno di un concerto. ‘qui la gente si accoppia fisso’ ridacchiai. Non potei osservare ed analizzare bene il posto però, perché Kate si era già fiondata sugli scalini e sbracciandosi diceva qualcosa, ma non la sentivo. Aguzzai la vista e provai a leggere il labiale:”dammi il dardo!” ‘non credo voglia un dardo in questo momento’ “Siamo in ritardo!” ora la sentirono tutti, niente dardi. Ci fiondammo agli armadietti, vicini. L’interno della scuola era rigorosamente in stile Lizzie Mcguire Mi disse la combinazione. Raccontò felice che aveva convinto la segreteria a metterci vicine. “K non credo che minacciare la bidella di spifferare a suo marito che l’hai vista baciare il tizio della mensa sia convincere..” “Mali estremi, estremi rimedi, Cassidy. Ricordalo sempre.” Appena finì la frase una ragazza piombò su di lei con il fiatone. Capelli rosso fuoco, occhi neri e lentiggini ovunque. “Preparati Kate, ho uno scoop per te ma prima… è un piacere conoscerti Cassidy, 17, Denver, colore preferito verde.. io sono Daisy, si come la principessa arancione dei videogiochi di Mario.” Rise della sua stessa battuta e mi tese la mano. Io la strinsi. Mi chiesi come potesse sapere tutta quella roba, ma ricordai che Kate era bravissima a farsi dare informazioni alle quali non avrebbe potuto accedere. ‘è un mostro del ricatto’ “Piacere mia stalker!” le feci l’occhiolino. “No no, è lei che me l’ha ripetuto per due mesi.. –se fossi tu a venire da un’altra città ti vorresti sentire a tuo agio con persone che sanno qualcosa di te- testuali parole.” Indicò Kate, che arrossì. “Dicevo, Michael Mcdonald..” ‘ora vorrei un big mac’ “Bhè, è ufficialmente, sottolineo ed enfatizzo ufficialmente, single. Durante le vacanze ci siamo persi di vista ma le mie fonti, ovvero quella ragazza-gossip-vivente di Clara, mi dicono che ha lasciato la sua ragazza “troppo scialba”” concluse. Kate la fissò, sembrò non capire. Chiuse gli occhi e li riaprì. “Questo è il nostro anno, compagne. Vi sembro scialba? ”chiese con foga. “No..” rispondemmo in coro. E poi proseguì “Ore xx, luogo xxx, piano d’azione. E per xx intendo ora di pranzo e per xxx la mensa.” Era ormai ora di lezione, fummo costrette a dividerci. Poco prima di farlo però, Daisy si avvicinò e mi sussurrò “le piace da un anno ormai”. ‘e del “coglione già dimenticato” non si ricorda nessuno?!’ ma preferii non fare domande.***
Dopo la prima banale presentazione davanti a tutti della professoressa di storia dal nome impronunciabile “Lei è Cassidy Adams, viene da Denver, studierà insieme a noi per sei mesi” mi sedetti al terzo banco vicino alla finestra. Giuro che tentai di seguire, ma dopo cinque minuti cominciai a scarabocchiare sul quaderno. Ma poi pure quello mi annoiò e iniziai ad osservare la classe.. a fianco a me: individuo con acne, passai dietro il tizio con l’acne: individuo che si scaccola, davanti a me: ragazza capelli scalati neri. Proprio in quell’istante il biondino del primo banco si voltò verso di lei e le disse “Sfigata, o mi passi il compito della prossima ora… o ti lascio solo immaginare come la finirà la tua stupida faccia.” Vidi che si faceva piccola piccola, annuendo. Fui io allora a rispondergli senza pensarci due volte “Come siamo minacciosi stamani, a colazione hai per caso mangiato pane e potenza? Metti il culo nella sedia e non romperle le palle.” Ma ovviamente il mio volume di voce fu troppo alto e tutti sentirono ed enfatizzarono con un “ooooh”di gruppo. La prof mi sbattè fuori dopo che, scuotendo la testa, aveva bonfocchiato “cominci male signorina”. Qualche minuto che stavo lì impalata nel corridoio che nel silenzio più totale, una voce maschile in classe disse: “Prof lei è una troia” senza troppi problemi e soprattutto senza motivo. Quest’ultima urlò una moltitudine di parole. ‘qualcuno mi farà compagnia’ Uscì dalla classe un riccioluto biondo alto almeno 180 centimetri. Mi fissò con due pozzi neri, sorrise. “Che coincidenza trovarti qui, sono Chad.” “So che l’hai fatto apposta.” Sorrisi con tutti i denti che possedevo a quel gran bel pezzo di ragazzo piazzato davanti a me. ‘Altro che Micheal Chad Murray’ ‘No ok no esageriamo, Murray perdonami’