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Autore: Smeralda Elesar    07/01/2013    6 recensioni
:-Lord Shen è ancora vivo?-:
Chiese Po alla Divinatrice
:Se è ancora vivo? Farebbe qualche differenza?-:
:-Certo che sì! Insomma, se è ancora vivo dobbiamo andare a salvarlo!-:
La seconda possibilità che tutti avremmo voluto dare a Lord Shen
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Shen, Po, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La partenza era prevista all’alba.

Shen si prese tutto il tempo necessario per prepararsi e quando comparve alle spalle del gruppo preceduto dal ticchettio degli speroni di metallo quelli lo guardarono sbalorditi.

Avevano dimenticato chi era il principe vestito di seta bianca, e per un breve periodo lui stesso lo aveva dimenticato, ma ora era prontissimo a ricordare loro con chi avevano a che fare.

Attraversò il gruppo in silenzio e a testa alta, aspettando che qualcuno desse il segnale di partire.

 

“Ma che stanno aspettan… ah, certo!”

 

Master Shifu li raggiunse e li guardò a lungo prima di parlare.

 

:-Ascoltatemi, allievi. Io so che ognuno di voi ha capacità straordinarie, ma non posso nascondervi che sono preoccupato per voi e per quello che dovrete affrontare. Non mi piace essere sentimentale, ma visto che è quando rischiamo di perdere una cosa che questa ci appare più cara, credo che sia giusto ricordarvi ora che io considero ognuno di voi come un figlio. Spero di vedervi tornare tutti sani e salvi, per questo… buona fortuna. A tutti voi-:

 

Nel dire le ultime parole lo sguardo del maestro si posò con particolare intensità su Shen, che si sentì incredibilmente imbarazzato e distolse il suo.

Tutti i suoi propositi, tutta la sua ritrovata fierezza ora vacillavano per poche parole leggere come fiori di pesco.

 

“Adesso basta! Io non sono come loro! E presto, molto presto se ne accorgeranno”

 

                  *

Il suo piano era semplice: restare con i cinque, il panda ed il colombo che faceva loro da guida finché non avesse raggiunto le armi a fuoco, impossessarsene in qualche modo e dare loro una dimostrazione pratica di quanto poteva essere vendicativo un pavone con profonde ferite nell’orgoglio.

Certo, questo era il piano, poi però c’erano gli incidenti di percorso: c’era Tigress che gli aveva ceduto la sua coperta in una notte particolarmente fredda, c’era Mantis che gli aveva alleviato il dolore con l’agopuntura quando le ossa dell’ala che aveva rotta la prima volta avevano cominciato a fargli male per l’umidità, c’era Viper che insieme a Monkey lo aveva sorretto quando in un passaggio particolarmente ripido aveva rischiato di scivolare, e c’era Crane, che quando tutti gli altri lo assillavano troppo per sapere come mai fosse così taciturno gli aveva fatto capire che se voleva stare in pace era pure un suo diritto.

E poi c’era il panda, che ogni volta che gli chiedeva “Stai bene?” sembrava profondamente e sinceramente preoccupato per lui.

Ma nonostante questi incidenti quei tre giorni di cammino passarono in qualche modo, e la sera del terzo giorno arrivarono al villaggio di Quian Li.

Si trovarono davanti alla porta del villaggio sprangata perché era tardi e tutti gli abitanti dovevano essere già tornati dal lavoro nei campi, così Tigress si prese il compito di bussare.

 

:-Chi va là?-:

 

Rispose subito una voce profonda dall’interno.

 

:-Siamo i Cinque Cicloni ed il Guerriero Dragone. Siamo venuti per aiutarvi contro i banditi-:

 

:-Ah! Siete voi! Siate i benvenuti!-:

 

Seguì un po’ di sferragliare all’interno, poi la porta si aprì e lasciò intravedere il proprietario della voce.

A quel punto Shen maledì il suo destino come non aveva ancora fatto, perché dietro la porta di legno c’era un panda.

Non un panda minore come Shifu, proprio un panda bianco e nero, molle e morbido.

Come quelli che aveva affrontato tanti anni prima.

 

Strano… doveva essersene salvato solo uno di quei panda. Da dove salta fuori questo?”

 

Il guardiano ricambiò lo sguardo di Shen con un’espressione perplessa.

 

:-E lui…?-:

 

Chiese indicandolo.

 

:-È con noi-:

 

Si affrettò a spiegare Tigress, e gli altri annuirono convinti.

Il panda guardiano non sembrava per niente contento, ma non poteva mettersi contro sei maestri di kung fu e alla fine li fece entrare, poi richiuse le porte e li guidò subito alla casa del capo villaggio.

Passando tra le altre case Shen intravide attraverso le finestre di carta di riso delle sagome tozze e con orecchie tondeggianti.

 

“E questi? Potrebbero essere…? Ma no, saranno un’altra specie di orsi, non posso credere che siano panda!”

 

Tuttavia qualcosa gli diceva che, se la sua irrefrenabile arma era stata frenata contro ogni previsione, poteva anche essere che il suo sterminio dei panda non fosse riuscito poi così bene.

Non sapeva se il pensiero gli provocava rabbia per non aver fatto le cose come si deve proprio lui che era così perfezionista oppure sollievo perché così persone come la divinatrice avrebbero avuto meno motivo di rimproverarlo.

Il guardiano li giudò attraverso il villaggio fino ad una casa uguale alle altre tranne per la statua in bronzo di un drago che decorava l’architrave.

Entrarono senza bisogno di bussare ed il panda che aveva aperto loro le porte del villaggio li fece aspettare in una piccola anticamera mentre andava a chiamare il capo.

 

“Per favore… fai che non sia un altro panda!”

 

Poco dopo tornò e li invitò ad entrare.

La stanza era in penombra ed era rischiarata da lanterne di carta ocra e rosse. Davanti ad un braciere c’era la sagoma che dava loro le spalle  di qualcuno che sembrava immerso nella meditazione.

La figura non si mosse ma cominciò a parlare con voce profonda.

 

:-E così alla fine si è verificato esattamente quello che mi aveva predetto l’i’ching. Rivedere due persone. Entrambe le avevo viste l’ultima volta venti anni fa ed entrambe credevo che non le avrei riviste mai più, ma mentre una porterà grande gioia, l’altra porterà il ricordo di un’antica rabbia-:

 

Shen lanciò un’occhiata al panda chiedendosi se aveva capito.

Perché lui aveva capito benissimo il senso di quelle parole: le uniche due persone che corrispondevano a questa descrizione erano proprio lui e il panda, quindi, quello che stava parlando doveva essere quel panda che tanti anni prima aveva difeso il suo cucciolo dai lupi.

E che gli aveva procurato le cicatrici sulle zampe.

Infatti subito dopo la massiccia figura si alzò e si voltò verso di loro.

 

:-Ho atteso tanto tempo. Lasciati guardare figlio mio-:

 

Po sgranò gli occhi, poi finalmente sembrò arrivare a comprendere.

 

:-P… papà…?-:

 

Il panda più anziano sorrise ed annuì.

 

:-Papà!-:

 

Shen non riuscì a guardare mentre i due si abbracciavano, era una cosa che lo metteva troppo a disagio.

Abbassò lo sguardo desiderando ardentemente di diventare invisibile.

 

:-Quanto a te…-:

 

Shen capì immediatamente che stava parlando con lui.

 

:-Ti voglio fuori da qui immediatamente!-:

 

Esclamò il capo.

Sì, in fondo se lo aspettava, ma non aveva intenzione di tirarsi indietro.

E soprattutto nessuno poteva permettersi di cacciarlo in quel modo!

 

:-Non posso andarmene. C’è una cosa che devo fare-:

 

Gli rispose deciso.

 

:-E cos’è che devi fare? Distruggere di nuovo il mio villaggio? Rimettere a fuoco quello che abbiamo ricostruito con fatica in tanti anni? No, non te lo permetterò!-:

 

Shen maledisse di nuovo i panda, la Divinatrice, Master Shifu che gli aveva chiesto di partire e soprattutto maledisse il suo destino.

 

:-Non voglio distruggere niente, io sono qui per aiutarvi-:

 

Tentò di nuovo.

Il panda lo guardò con uno sguardo talmente intenso che Shen si sentì improvvisamente intimidito.

 

:-Non mentire. Io non so per quale ragione sei qui, ma certamente non è aiutare noi, e adesso vattene dal mio villaggio-:

 

Shen avrebbe voluto rispondere qualcosa, una cosa qualunque, ma non sapeva cosa.

Quello che aveva detto il panda era vero, che non gliene importava niente di aiutare quel villaggio, e se anche avesse provato a negare avrebbe finito per mentire di nuovo ed il panda lo avrebbe capito.

No, non poteva rischiare di compromettersi.

 

:-Avrete bisogno di me. Vedrete-:

 

Gli disse cercando di mantenere la voce neutra, poi si girò e uscì dalla casa del capo.

Per un po’ camminò sotto la luce della luna ed osservò le sagome attraverso le finestre esagonali di carta.

La maggior parte erano famiglie sedute a tavola, alcune più numerose, altre di sole tre persone. In una c’era una mamma che stava imboccando il suo cucciolo.

Di nuovo si sentì maledettamente a disagio e distolse in fretta lo sguardo.

 

“Che mi sta succedendo? Non dovrebbe essere così. Io non dovrei provare niente per loro. Io non ho mai provato… rimorso”

 

Si fermò al limitare del villaggio, proprio al confine con le risaie.

Accanto a lui scorreva un canale che irrigava i capi e poco lontano c’era il pozzo, probabilmente quello da cui prendevano l’acqua potabile.

Osservò lo scintillio dell’acqua sotto la luna e per un po’ cercò di calmarsi ascoltando il mormorare sommesso del canale.

 

“Che devo fare? Quel panda, il capo villaggio, ha visto giusto. Non mi accetteranno mai… e hanno ragione”

 

Dovette ammettere con se stesso.

All’improvviso sentì che ne aveva abbastanza di tutta quella situazione.

Era stanco di mentire, di arrovellarsi, forse era stanco persino di essere se stesso.

In quel momento desiderò non essere mai partito, così magari in quel momento sarebbe stato seduto sotto l’albero di pesco a guardare il paesaggio della Valle della Pace piuttosto che in quel villaggio dove tutto lo faceva sentire a disagio e fuori posto.

Clonk!

Un rumore lo fece voltare rapidamente verso il pozzo.

Sotto la luce della luna c’era una cucciola di panda che lo osservava a bocca aperta e ai suoi piedi rotolava un secchio di bambù.

Doveva essere stato quello che aveva fatto rumore cadendole dalle mani.

Shen non sopportava quello sguardo fisso su di se.

 

:-Che hai da guardare?-:

 

Le chiese sgarbato.

 

:-Scusa, signore, anche la mamma mi dice sempre che non sta bene fissare le persone, ma non ho potuto farci niente-:

 

:-Non avevi mai visto un fantasma, eh?-:

 

Sogghignò Shen.

 

:-Tu non sei un fantasma, i fantasmi fanno paura-:

 

:-Oh… e allora perché mi fissavi?-:

 

:-Perché non avevo mai visto nessuno bello come te-:

 

Shen tacque imbarazzato.

Si era sentito definire in molti modi per il suo colore, da inquietante a singolare, ma mai nella sua vita aveva sentito dire qualcuno che era bello.

In realtà si era sempre sentito affascinante come era ovvio per la sua natura di pavone ed aveva sempre cercato di convincersi che erano gli altri a non saper vedere la sua bellezza, e quindi era giusto che lui li odiasse, ora però quella cucciola di panda veniva a sgretolare un’altra delle sue certezze

 

:-Sono belle queste penne sulla coda! Tu sei un pavone, vero?-:

 

Shen ignorò la domanda perché era completamente immerso in un vortice di pensieri.

 

“Chissà quale dei suoi parenti ho ucciso? Forse suo nonno? O sua nonna? O magari i fratelli e le sorelle di suo padre… o di sua madre? Forse i suoi genitori portano le mie cicatrici…

 

Sì sentì mancare il fiato.

 

:-Signore, stai bene?-:

 

Gli chiese la piccola.

Shen boccheggiò. Stava bene? No, stava malissimo, non era mai stato peggio in vita sua.

 

:-Sì… no… io… come ti chiami?-:

 

Improvvisamente aveva sentito il bisogno di sapere qualcosa di lei.

 

:-Io mi chiamo Peonia, signore, e tu?-:

 

:-Io sono… Shen-:

 

Aveva pronunciato il suo nome come se fosse quello di un estraneo.

 

:-Peonia! Cosa ci fai fuori di casa a quest’ora?-:

 

La voce era quella del padre di Po.

 

:-Oh, buona sera, zio! Ero uscita a prendere l’acqua dal pozzo ed ho incontrato il nostro ospite-:

 

Il vecchio panda trasalì a quelle parole.

 

:-Il nostro ospite… sì… va bene, Peonia, adesso torna dentro. Tua madre starà ancora aspettando l’acqua per cucinare-:

 

La cucciola riempì di nuovo il secchio, poi li salutò con un inchino e trotterellò verso casa.

Shen rimase in silenzio e ad occhi bassi preparandosi ad un’altra invettiva contro di lui, invece quando il panda gli parlò la sua voce era stranamente pacata.

 

:-E così mia nipote Peonia ha detto che sei nostro ospite. Sarà come dice lei. I bambini hanno un cuore puro e sanno giudicare con occhi non velati dall’odio Bene, puoi restare, ma ricorda… ti tengo d’occhio-:

 

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Cantuccio dell’autore

 

Salve! Intanto chiedo perdono per l’immenso, indegno ed abominevole ritardo *inchino* e ringrazio tutti quelli che hanno ancora la pazienza di seguire la storia. Scusate, cercherò di non farlo mai più.

Ora però passiamo alle cose serie! So che il titolo ha fatto smuovere qualche rotellina nel vostro cervello, riuscite a ricordare dove avete già sentito quella frase?

Esatto! È quello che Tigress dice a Po nel primo film! Bravi, avete vinto la pergamena del drago XD

A parte gli scherzi ho una segnalazione da fare: c’è su fan fiction.net una bellissima fiction su Lord Shen che vi consiglio vivamente di leggere.

E poi è in inglese, così fate anche un po’ di esercizio in lingua straniera (che serve sempre) ed i vostri genitori non si possono lamentare che state al computer solo per fare boiate!

Si intitola “Redeeming light” e l’ autore è Cryssy Miu

Ecco, questo è il link di Fanfiction.net: http://www.fanfiction.net/s/7058514/1/Redeeming-Light

 

E questo è il link di DeviantArt: http://browse.deviantart.com/?qh=§ion=&q=redeeming+light+prologue#/d3i8th0

 

Inoltre tra le segnalazioni c’è questo video su You Tube:  http://www.youtube.com/watch?v=MNSqsO06zZo

   
 
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