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Autore: pennafluo    07/01/2013    3 recensioni
Cassidy, 17 anni, Denver. Ironica e a tratti agressiva si ritrova al terzo anno del liceo. Stanca della solita routine, convince i genitori a farla partire per sei mesi affinchè possa studiare in una nuova scuola di una nuova città: San Diego! Nuovi amici, feste, tante risate e la prima vera cotta.. Crede sia il vero amore, ma poi le si piazzano davanti due occhioni verdi e un sorriso sghembo "Piacere, Blake."
-Lo fissai a lungo, dai capelli alla mascella squadrata. I nostri occhi si trovarono e lui sostenne il mio sguardo senza batter ciglio. Mi domandai se anche lui provava quello che provavo io ogni volta che ci guardavamo, anche solo per qualche secondo. Poi mi sorrise, e come ogni dannata volta mi rinnamorai di quelle labbra storte, di lui. Si avvicinò e mi sussurò nell'orecchio "Ti amo, Cassy." Inconsciamente aveva risposto alla mia domanda.-
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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“Perspicace devo dire” Rise.
‘Che simpatico, incredibilmente.’
“Perché?” sapevo che era quello che voleva gli chiedessi. Non per fare la vanitosa, ma ci sapevo fare con i ragazzi e bhè… non ero certo uno schifo esteticamente.
”Sembri figa… mettersi contro John Morrison non è da tutti, sai è un bulletto…”
Mi sedetti in terra a gambe incrociate, con la schiena al muro.
“Tremo di paura!” Alzai le mani e feci una faccia spaventata. Ridacchiò.
‘Sei davvero bello quando ridi amore della mia vita’
Guardai fuori dalla finestra, pioveva. Lui interruppe il silenzio, piuttosto imbarazzante in effetti.
“Sei una cattiva ragazza?” chiese senza guardarmi.
“Rispondere a dovere a un coglione non è essere una cattiva ragazza, è avere le palle.” Mi girai e gli feci un sorrisetto finto. Si voltò anche lui. Era davvero carino, qualche difettuccio lo aveva, ma d’altronde io ero capace di scovarlo in chiunque.
“Sei una tosta, mi piaci!” sorrise e alzò il pugno. Ci battemmo il “”respect.”
’Non credere sia facile adescarmi ragazzo..’

***


“Invece mi ha adescato alla grande… frullato uno di questi giorni.. ha il mio numero..” Dissi affranta. Ero con K e D in mensa, qualche schifezza sul vassoio e una cola.
“Tesoro, è comprensibile che tu non abbia resistito a Chad… Cioè Chad, il cui cognome non ha importanza, uscirà con te, tra parentesi ragazza super fortunata che attira subito l’attenzione del figo di turno anche se non siamo in Dawson’s Creek, e probabilmente ti bacerà quindi poi..” La interruppi.
“Daisy non correre troppo.. magari è così tanto per fare amicizia, è un frullato non una dichiarazione d’amore”
’Ho sempre desiderato una dichiarazione d’amore..’
“Corro eccome Cassy..”
“NO.”
“Scusa ma capiscimi, quello ha una schiera di amici, e che amici!” fece l’occhiolino a Kate, che scosse la testa e si girò a osservare, piuttosto controllare, quel McDonald.
“Che pallosa… mi pento quasi di aver accettato di andare alla sua festa sabato e portare delle amiche” alzò gli occhi al cielo. Kate, come previsto, l’abbracciò e ringraziò più e più volte, e ne parlò per tutto il resto del giorno. Non c’era alcun bisogno di parlare di un piano d’azione, ormai.

***


Passarono altri due giorni, di bel tempo, ma Chad era sempre assente. C’eravamo scambiati qualche messaggio, ma niente di che.
‘Questo che manca con il bel tempo, magari è un vampiro..’
Al cambio dell’ora, però, il terzo giorno (nel quale speravo Chad si sarebbe fatto vedere), incontrai la ragazza con i capelli neri che avevo difeso il primo giorno.
“Hei, ti volevo ringraziare.. cioè, sei la prima ad essere stata dalla mia parte.” Disse guardando in basso. Ammetto che mi aspettavo un ciospo, ma non era per niente brutta.
“Capirai..” le sorrisi.
“Sai hai un gran coraggio, io fossi in te avrei paura di ripercussioni.. non so se mi sono spiegata.. quello è un tipo pauroso, ha la sua combriccola di gente losca..”
‘oh ma questa non mi può solo ringraziare, mi deve pure demoralizzare?!”
“So cavarmela!” e girai i tacchi verso l’aula di disegno, un po’ infastidita.

***


Durante la lezione disegnai un incrocio tra un cane e una pera, ma quando il prof. Dixon si avvicinò e mi invitò ad esporre il significato della mia opera, dissi qualcosa sull’arte moderna, sulla malinconia che i colori rappresentavano, e qualcosa riferito alla guerra (che era tra l’altro il tema)… in realtà era solo un cane-pera. Stupidi com’erano, credendomi un’esperta, se l’erano bevuta, compreso il professore.
‘menomale che ci sei laureto in questo’ sospirai.
Uscì velocemente dalla classe, andando verso il mio armadietto. Ma il corridoio era pieno, sembravano pecore. Pecore che mi rallentavano.
’bee bee’
Un nanosecondo dopo, mi ritrovai a terra, con una guancia premuta sul freddo metallo di un armadietto. Qualcuno mi aveva spinta, e non per caso. L’aveva fatto per farmi male. Mi girai, e mi vidi accerchiata da ragazzi sbalorditi: “L’ha spinta apposta” “Poverina..” “ma è stupido?!”. Davanti a me il biondino stronzo del primo giorno. Avevo gli occhi umidi a causa il dolore a un braccio, che avevo sbattuto violentemente per attutire il colpo. Ma mi alzai ugualmente, sotto lo sguardo di tutti. “Come ti permetti figlio di puttan..” non feci in tempo a finire che due larghe spalle sotto una felpa nera, coprirono la mia visuale.
‘Chad?’
“Sei così idiota da alzare le mani a una ragazza?” non sembrava la sua voce..
Chiunque fosse, picchiò il biondino, forte. Poi sentì quest’ultimo cadere a terra. Passò qualche minuto, forse, e la gente cominciò ad andarsene. Il ragazzo si alzò il cappuccio, si voltò leggermente e mi disse “prego.” Poi se ne andò velocemente, prima che potessi vederlo in faccia. Poco dopo arrivò la vicepreside che mi chiese cosa fosse successo “Nulla, sono solo inciampata sbattendo sull’armadietto.” le risposi. Non ero una carogna, e il biondino aveva già ricevuto quello che si meritava. C’erano con me anche Kate e Daisy, ma quando giunse Chad e mi chiese se avessi voluto essere accompagnata da lui in infermeria, si dileguarono con una la scusa più vecchia del mondo, seguita dalla domanda più vecchia del mondo. “Noi dobbiamo fare urgentemente una ricerca al pc, ti occupi tu di lei, Chad?”.

***


“Ti fa male?” mi chiese premuroso. Scossi la testa.
“Non è niente.. sono una tipa tosta, ricordi?” Mi diede due leggere pacche sulla testa sorridendo.
L’infermiera mi fasciò ugualmente tutto il polso. Presto però se ne andò perché qualcuno aveva vomitato in bagno.
“Scusate, qualcuno ha bisogno di me!” si congedò così e uscì.
Chad si sedette a fianco a me, i riccioli oscillarono.
“Avrei dovuto essere io a..”
“Senti non è niente cambiamo discorso.” Affermai secca, non ne volevo parlare. Mi dava fastidio mostrarmi debole, o essere difesa. Ma ero grata al ragazzo ”misterioso”.
’chissà chi era..’
Ma Chad interruppe subito i miei pensieri.
“Taglio corto, ti va di vederci per quel famoso frullato domani, verso le 6? Allo Sweet bar!” chiese felice.
“Certo, se sapessi dov’è” sorrisi.
“Te lo spiegherò in un messaggio, ok?”
“D’accordo allora!”
Mi sfiorò la mano, mi fisso per qualche secondo avvicinandosi al mio viso e il mio cuore perse un battito, anzi tre. Mi diede un misero bacio sulla guancia.
’eheh illusa’
Suonò la campanella.
“Scusa Cassidy, ma ora ho lezione.. a domani” e anche lui uscì dalla stanza.
Io mi stesi sul letto, avevo l’ora libera e i brividi… e non per il freddo.
  
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