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Autore: La Mutaforma    07/01/2013    7 recensioni
“La cosa che più mi fa rabbia è che non riesco ad odiarti completamente. Ho paura di essermi innamorata come una stupida”
Altair tacque, e la osservò. “Nessuno si innamora in modo intelligente”
[...] La nave non giungeva e fuori la pioggia si versava sui tetti e sulle persone. Non era un bel giorno per cominciare il suo viaggio. E allora rimandava. E ogni volta che rimandava Altair la osservava in silenzio, chiedendosi quanto ancora sarebbe durato.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad, Maria Thorpe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non importa che mi amiate,

manderete un soldato incontro alla morte con un dolce ricordo.

-Rhett, Via col Vento-

 

 

Quando il sole aveva mostrato il suo volto, Maria era già al porto, con un misero bagaglio tra le mani, avvolta in un mantello lacero.

Aveva scucito con rabbia e foga la croce dei templari rossa del sangue di tutti gli innocenti che il suo ordine aveva ucciso. Adesso non si sentiva meglio, ma aveva detto addio a quel lato della sua storia.

Si volta pagina. Come per ogni cosa. Bisogna voltare pagina.

Aveva dato i suoi ultimi saluti anche ad Altair. Sperava sinceramente di non rivederlo al molo, anche se voltava gli occhi verso i vicoli, sperando di vedere comparire la sua tunica bianca.

“Parto Altair. Domani”

Aveva capito che lo avrebbe fatto davvero, stavolta.

“E dove vai?”

“Lontano”

La sua espressione era stata un misto di frustrazione e di offesa. Eppure non aveva osato trattenerla. Altair era un buon uomo, in fondo. E l’amava come nessuno aveva mai fatto, senza cercare di cambiarla.

“Fai buon viaggio”

L’era dispiaciuto averlo trattato in quel modo. Non meritava quell’addio senz’amore, senza sorriso.

Solo le sue parole, fredde, piatte. Per non mostrare quanto in realtà avrebbe sofferto la sua mancanza.

Si disse che un giorno sarebbe tornata a Cipro.

Ma quel giorno non sarai qui, vero amore mio?

 

“E tu che farai dopo la mia partenza?”

“Me ne andrò. Non c’è più nulla che mi trattenga a Cipro”

“E dove andrai?”

“Tornerò a Masyaf. Ma forse la vita non mi ha ancora dato abbastanza”

Le loro strade si erano intrecciate, ma solo per casualità, probabilmente. Come accadevano tante cose. Ma non avrebbe sopportato una vita di casualità.

Forse un giorno si sarebbero rincontrati di nuovo, per caso, tra le strade di Kyrenia, per scoprire che non avevano fatto altro che rincorrersi, cercarsi.

Ricordarsi.

Ma lei era abbastanza decisa.

“E’ una bella giornata per partire, non trovi?”

La sua mano sulla sua spalla la fece trasalire, improvvisamente, rompendo i suoi pensieri.

“Altair! Che ci fai qui?”

Lui sollevò le spalle.

“Camminavo”

“Kyrenia è grande”

Lui la fissò con sguardo cupo. “Il mondo lo è anche di più”

Maria capì a cosa si riferisse e voltò gli occhi lontano. L’equipaggio sulla nave era quasi pronto, i marinai barbuti, grossi e odorosi di alghe stavano trasportando delle pesanti giare nelle stive.

Manca poco.

“Non mi dici dove andrai?”

“No” disse lei, chiaramente, ma senza guardarlo “Potresti venire a cercarmi”

“Sarebbe difficile”

“Sarà più difficile se non lo saprai”

Altair la guardava; il suo solito sguardo cupo, ferito, ma arrendevole come non lo era mai stato.

“Attendo tue notizie quando arriverai in India”

Si voltò verso di lui. “Come fai a sapere dove sono diretta?”

L’assassino si fece scappare un sorrisetto. “Sapevo che non me lo avresti detto. Ho chiesto ad un marinaio lì intorno. Mi sei costata tre monete”

Il suo sorriso le scaldò il cuore. Era una brava persona, e non meritava quella sofferenza, non meritava di vederla partire, andare via.

E poi tornare. Perché sarebbe tornata. Ma nessuno dei due sapeva quando.

Meritava una donna che lo amava al punto tale da rinunciare all’orgoglio, alla libertà, al desiderio di fuggire e andare via.  

D’impulso gli volle bene, più dell’amore, più dell’odio, più della rabbia, e lo abbracciò, per affondare il viso nella sua spalla, in quella sua tunica bianca che aveva l’odore amaro del sangue e dell’acciaio, della tristezza.   

Lui le accarezzò le spalle con la solita delicatezza, e la strinse a sé.

“Forse siamo stati noi a imporci i divieti. Questo mondo è troppo caotico per pensare a noi, per darci ordini, per imporci cosa provare”

Maria si allontanò quanto bastava per incontrare i suoi occhi.

“Sei una persona saggia. Non ti ho mai considerato abbastanza”

“Mi hai considerato quanto basta” la corresse lui, stringendole la mano e portandosela alle labbra.

È questo il nostro ultimo bacio, il nostro addio, amore mio?

La ragazza si morse con violenza le labbra, imponendosi di non piangere, di non parlare.

Quello che voleva dire era troppo impegnativo, difficile anche pronunciarlo.

“Devo andare adesso. Non trattenermi”

Lui la accompagnò fino alla pedana, e solo lì si decise a lasciarle le dita.

“Addio”

“Fai buon viaggio” fece l’assassino, rassicurante che vedeva il suo smarrimento, la nausea che non dipendeva dalla marea, ma dal solo pensiero di non sfiorare più le sue mani.

Altair sorrise. “Andrà tutto bene. Sei libera Maria”

Parlò troppo velocemente. O troppo forte. O parlò semplicemente troppo.

“Non dimenticarmi Altair!” Lo gridò, come se non potesse fare altrimenti. L’assassino tacque, poi sorrise, pur non avendo nulla da dirle. Era commosso dalla maldestra tenerezza che gli dimostrava.

Maria era ormai sulla nave e gli tendeva la mano, come se qualcosa la stessa trascinando via.

Sei tu, Maria. Sei tu che ti allontani.

“Ti sarò sempre vicino” disse lui, con voce ferma, prima di voltarle le spalle e andare via.

Nella loro ostinatezza, non potevano fare a meno di amarsi ostinatamente.

 

Si impose con durezza di non piangere davanti a quegli uomini loschi, quella gente strana e violenta. Si allontanò verso la prua, i muscoli del viso tesi per imporsi di non piangere.

Si sporse dal parapetto di legno, osservando il mare che la inghiottiva sotto di lei.

Pensò che la libertà non era fuggire come una profuga. Dire addio come se non si potesse più tornare indietro.

La libertà è scegliere.

E nel bene o nel male, aveva scelto.

Una mano la afferrò per la spalla e un’altra che chiuse amorevolmente la bocca. Non ebbe nemmeno la possibilità di immaginare che la stessero aggredendo.

Chiuse gli occhi, sentendo quel corpo accanto al suo.

“A est, Maria. Dove sorge il sole. Cominceremo da là”

La loro ombra contro il sole era più lunga, toccava i confini dei loro pensieri.

Sotto la sua mano, quella con tutte e cinque le dita, Maria ebbe il coraggio di sorridere e di abbandonarsi contro la sua spalla.

Un gabbiano volò nel cielo che sfumava, ma lei sorrideva ancora.

Ora capiva.

Ora aveva imparato anche lei a volare. 

 


 

Orbene, siamo giunti alla fine. Quando presi in considerazione l'idea di scrivere una long fic su Altair e Maria con serietà non avrei mai immaginato di riuscire a completarla davvero. E anche se questa è una storia breve, sono soddisfatta del mio operato, nonostante il poco tempo a disposizione e la scarsa esperienza con le long. Fino a poco tempo fa ero convinta che non l'avrei mai completata (come tanti lavori iniziati e mai finiti). Quando ho trovato il finale perfetto e ho scritto l'ultima parola della storia ho capito quanto possa essere soddisfacente scrivere fino all'esaurimento, dannarsi e maledirsi per non avere idee geniali e nonostante tutto non staccare le mani dalla tastiera.

Un grazie particolare va alle mie amiche Najmee e Akefia_Hilal, per essermi state accanto mentre in testa mi vorticavano le idee da tradurre in parole. Abbiamo chiacchierato al punto tale da infettarvi con l'efpinismo. Molto grave, spero mi perdonerete e troveremo il modo di completare anche L'ALTRA LONG.  

Grazie a blazethecat31 che è stata la prima persona a leggere la storia e a darmi consigli. 

Inoltre ringrazio di tutto cuore Volpotto, che nonostante i disastri dell'adsl ha seguito la storia (come sempre, d'altronde). I tuoi commenti sono sempre graditi e molto utili, mi baso sulle tue recensioni per migliorare me stessa. 

Immagino che questa sarà la mia ultima storia su Altair e Maria (basta, non voglio friggermi il cervello e non voglio friggerlo a nessun altro) ma prima o poi tornerò con qualche altra one shot fluffosissima. 

Dopotutto, lo faccio sempre. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

   
 
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