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Autore: Tecla Sunrise    08/01/2013    3 recensioni
Haley Zabini è un'atipica Grifondoro del settimo anno: non parla con nessuno se non con le sue amiche Molly e Tanya, ha paura dell'autorità, un'autostima inesistente e un brutto rapporto con l'alcool.
Haley Zabini è socio fobica e non può curarsi perchè, nel fantastico mondo magico, non è considerata una malattia.
Haley Zabini è irrimediabilmente innamorata di James Potter da tre anni e non ha nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi.
Haley Zabini ha genitori iperprotettivi e soffocanti, amiche schizzoidi e brutti voti come una qualunque altra diciassettene; tuttavia, Haley ha anche un medaglione.
Un medaglione bellissimo, probabilmente costato più della sua stessa vita, con un enorme segreto.
***
"Tu sei un genio"
Le mie parole suonerebbero ridicole persino a Sibilla Cooman eppure, davanti a me, nello sfolgorante splendore di un ventenne con i tratti orientali e un gusto nel vestire quantomeno bizzarro, il genio levita qualche centimetro sopra il mio letto, come se fosse la cosa più normale al mondo.
Lo sapevo che, prima o poi, il mio smodato consumo di Golden Tequila avrebbe avuto i suoi effetti collaterali.
"Però, che occhio!"
Fa pure il sarcastico, il genio!
"Comunque, sì. E tu, bella mia, sei una bastarda veramente fortunata"
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley Jr, James Sirius Potter, Lucy Weasley, Molly Weasley Jr, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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REVOLUTION 

I
Scream and Shout
-Di festini illegali e istinti omicidi -

 

 I  wanna scream and shout, and let it all out
And scream and shout, and let it out

 
 

“Ricordami perché sono qui.”
La mia voce, in questo momento, dovrebbe avere una nota minacciosa più che evidente ed essere in grado di esplicitare adeguatamente il mio istinto omicida nei suoi confronti.
“Perché sei la mia migliore amica.”
Ovviamente, dovrebbe.
Visto il risultato ottenuto – un’alzata di spalle e un sorriso accondiscendente – è chiaro che il messaggio non sia stato incisivo come speravo.
“Molly, questa è una pazzia. Non ho intenzione di finire in punizione per il resto della mia vita.”
Molly si limita ad alzare gli occhi al cielo, con la chiara intenzione di farmi arrabbiare.
Odio quando fa quella faccia, come se avesse a che fare con una primina capricciosa.
“Quanto sei drammatica, Haley. È solo un…”
“No, Molly” dico, stando al passo con la sua camminata senza neanche accorgermene “Questo non è ‘solo un’. Dannazione, è solo una delle più grandi cazzate della mia vita, nonché della mia carriera scolastica.”
Molly si ferma di scatto ed io, ancora distratta dal pessimo futuro che si prospetta per i miei voti (e per la mia carriera e per la mia vita e per Godric, perché sono ancora qui?), le finisco contro con la mia solita grazia, per poi cadere di culo nel bel mezzo del corridoio del quinto piano.
Fantastico.
“Che diavolo ci fai per terra, Haley? Se proprio hai così tanta paura di una punizione, perché stai perdendo tempo?”
Lo sguardo genuinamente scocciato di Molly mi fa venire voglia di strapparle tutti i capelli rossi dalla testa, ma decido di trattenermi.
Insomma, sono una ragazza con la testa a posto; non faccio questo tipo di cose.
“Allora? Ti muovi o vuoi farci la muffa su quel pavimento?”
…non le faccio.
Vero?
“Haley! Su!”
vero.
Pazienza, Haley Zabini.
Porta pazienza.
Mi rialzo lentamente, massaggiandomi con discrezione una chiappa, limitandomi a lanciare un’occhiataccia alla mia presunta migliore amica, e mi chiudo in un dignitoso silenzio.
Molly si gira di nuovo verso l’arazzo davanti al quale si è fermata di colpo.
“Bene.” Annuisce.
Mi chiedo cosa ci possa essere di così soddisfacente in quell’arazzo – che tra l’altro raffigura un’orribile cicciona che cavalca all’amazzone – ma non faccio in tempo ad esprimere la mia perplessità che Molly, agitando leggermente la bacchetta, lo fa sparire, borbottando qualche incomprensibile incantesimo.
Non perde tempo a rivolgermi altre attenzioni e s’inoltra nel buco che è appena apparso davanti a noi.
Suppongo, dunque, che quello debba essere il Covo.
Beh, mi sarei aspettata un po’ di più da un locale supersegreto di Hogwarts conosciuto solo dagli studenti e adibito, da un annetto a questa parte, a festini clandestini.
Mi guardo attorno e finalmente l’ansia che ero quasi riuscita a combattere riprendere possesso del mio corpo.
Cerco di fare respiri profondi e di non pensare a quello che mi aspetta.
Una festa.
Piena di gente.
Non sarò mai all’altezza di una cosa del genere, non sono una persona socievole.
Detta così è quasi comica.
No, non sono una persona socievole.
Sono socio fobica.
Come diavolo mi è venuto in mente di seguire questa pazza?
Speravo davvero per una volta di riuscire a combattere la mia fobia, ma a quanto pare non ne sono in grado.
Oddio, non che fossi tanto sicura di voler partecipare ad un festino supersegreto e ultrafico e straillegale anche prima, ma in questo momento, trovandomi di fronte alla scelta materiale, non so davvero cosa fare.
Potrei scappare via, in pochi minuti sarei anche in grado di raggiungere la torre e rannicchiarmi sul mio letto a mangiare gelato, certo, ma… potrei anche esser beccata da Gazza o, peggio, dalla professoressa Light.
Un brivido di puro terrore mi percorre sinistramente la spina dorsale e prendo la mia decisione in meno di un secondo.
L’urlo di paura mi si strozza in gola quando l’arazzo si richiude con uno scatto dietro di me e ci manca veramente poco che svenga… o più probabilmente che vomiti.
Pallida come un cencio – o almeno, così apparirò quando gireranno un film sulla mia vita – gattono per qualche metro di tunnel, prima di ruzzolare giù dall’uscita, non essendomi resa conto che il pavimento fosse finito.
Mi rialzo di scatto e rassetto con cura quasi maniacale il miniabito rosso prestatomi da Molly, terrorizzata dall’idea di alzare lo sguardo.
Anzi, terrorizzata e basta.
Dopo quasi trenta secondi, il mio comportamento da schizoide non mi ha ancora stancata.
Oh, andiamo, Haley!
Sei una Grifondoro, per Morgana! Tira fuori le palle e fai vedere a tutti che non hai paura di avere a che fare con le persone o di parlarci o di guardarle o di essere nella stessa stan-
Comunque.
La musica raggiunge le mie orecchie solo in questo momento, molto ovattata, e finalmente mi decido ad alzare lo sguardo, scoprendo di essere sola in una specie di anticamera circolare illuminata da un paio di torce; sulla sinistra ci sono tre divanetti e proprio accanto un enorme armadio stracolmo di mantelli e vestiti.
Devo ammettere che l’atmosfera è molto ricercata, sembra di essere in uno di quei locali modaioli della Londra babbana.
Veramente raffinato.
Azzardo qualche passo verso l’unica porta visibile e maledico ancora una volta Molly – in effetti, non si maledice mai abbastanza una persona, soprattutto se quella persona è Molly.
La quale, oltretutto, non mi ha neanche aspettato.
 
 
“Dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai…”
Non l’avrà vinta.
In nome di Merlino, questa volta non mi farò abbindolare.
Non avrò un crollo nervoso a metà mattina.
Non questa volta.
Lo giuro.
“Dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai…”
Cambia il tono dell’irritante cantilena per evitare di impappinarsi, ma, anche se dovesse succedere, non basterebbe a fermarla.
Lo so, la conosco, forse e persino più di quanto conosca me stessa, purtroppo.
Lo so che non si fermerà finché non implorerò perdono.
“Dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai…”
Ormai sta andando avanti da quasi venti minuti, incurante degli sguardi truci che il professor Smith ogni tanto ci riserva.
Tanya Gilmore, l’ultima componente del nostro trio, si limita a guardare divertita nella nostra direzione, completamente disinteressata alla lezione.
Mi chiedo se io sia davvero l’unica a cui importi di non prendere un Troll in Trasfigurazione, visto che, nonostante i fastidiosi fattori esterni, mi ostino a prendere appunti.
“Dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai…”
No, no e no, Molly! Non questa volta!
Vedo Tanya ghignare in direzione di Frank Paciock, che risponde con un cenno d’intesa che non mi piace per niente.
Lo scintillio di un paio di galeoni nella mano di Frank mi fa ribollire il sangue nelle vene.
Stanno ancora scommettendo su di me.
Li odio.
“Dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai…”
“Oh, e va bene!” urlo, attirando tutti gli sguardi della classe su di me e Molly, che tenta miseramente di sopprimere la sua risata vittoriosa.
Arrossisco come un peperone.
Non amo stare al centro dell’attenzione.
“Problemi, signorina Zabini?”
Noto la mascella di Smith contrarsi pericolosamente e scuoto la testa con decisione, mentre vengo assalita dalla solita nausea.
Odio interagire con le persone, soprattutto con i professori.
Cominciano a sudarmi le mani, così le strofino con forza contro la gonna.
“Nessuno, mi… scusi” biascico, tentando di non vomitare davvero.
Oh, ma perché devo avere la sfiga di soffrire di socio fobia?
Perché non posso semplicemente essere come Molly o Tanya, o come chiunque altro?
Non è giusto.
Appena Smith torna alla sua spiegazione Molly, trionfante come al solito, mi sorride e mi da il cinque.
“Allora è deciso!” sussurra concitatamente; con la coda dell’occhio vedo un Frank Paciock parecchio contrariato porgere a Tanya i soldi, mentre quest’ultima sfoggia uno sguardo compiaciuto schifosamente bastardo.
Che amici di merda.
“Sabato sera… verrai con me al Covo!Oh, sono così eccitata, è la prima volta che vieni! Vedrai, ti piacerà moltissimo! Paula Lannister e Evangeline Tannen sono le migliori organizzatrici che esistano!”
E questo è quanto – sono completamente fottuta.
 
 
Che diavolo faccio?
Entro?
Non entro?
E se entro e… e, non lo so, mi prendono in giro? Mi parlano? Mi guardano?
Godric, assolutamente no.
Non entrerò in questo dannato Covo neanche morta.
Faccio per girarmi, quando una voce fastidiosamente nota mi blocca.
“Hey, Zab!”
I miei occhi saettano in tutte le direzioni alla ricerca di una via di fuga – perché no, non basta essere costretti ad interagire con le persone, devo anche parlare con…
Scatto verso l’entrata del locale, sorda ai suoi richiami, quasi sicura di stare per passare dalla padella alla brace.
Mi basta aprire la porta per capire che quel ‘quasi’ è decisamente ridicolo, poiché mi è immediatamente chiaro che ovviamente sì, sono passata dalla padella alla brace.
La musica da discoteca mi travolge come se fosse qualcosa di solido tanto è alta e assordante e insopportabile e perché a me?!
Do una fugace occhiata alle mie spalle e lo vedo che scuote la testa e sorride, accompagnato da una bellissima ragazza bionda-alta-magra-perfetta, altresì definibile BAMP.
Ma lui, invece è… così, così… e poi, è dannatamente… insomma, e quegli occhi, Merlino!
Distolgo lo sguardo, riportando la mia attenzione alla sala – no, all’hangar – che si estende sotto i miei occhi; devo ammettere che è impressionante, questo posto è grande poco meno della Sala Grande.
Ci sono luci psichedeliche che illuminano vagamente una gigantesca pista da ballo piena di studenti dal quinto in su e sulla destra c’è una specie di palco – a sua volta enorme – con un dj e un’altra pista da ballo piccolina, probabilmente un privè o qualcosa di simile visto che, persino da qui in fondo, riesco a scorgere i capelli blu di Paula Lannister, ovvero la creatrice del Covo insieme a Evangeline Tannen.
Frequentano entrambe il settimo anno come me, anche se a Corvonero e sono, insieme a Molly, Tanya e altre due o tre Serpeverde, le più popolari di Hogwarts.
A sinistra, invece, c’è uno spazio pieno di tavoli, circondato da un bar che ha proprio l’aria di fare al caso mio.
Devo mettere dell’alcool nel mio corpo, o collasserò dalla timidezza nel giro di pochi secondi; mi lancio verso il bar, scostando un paio di Tassorosso del quinto che ballano come indemoniate (ne riconosco una, Gail MacMillan, prefetto, che solo qualche giorno fa mi ha chiesto un consiglio su un tema per Pozioni particolarmente difficile), e lo raggiungo nel giro di un minuto, controllando che lui non mi abbia seguita o qualcosa di simile.
Non sono fisicamente pronta ad affrontarlo, questa sera – non sono mai fisicamente pronta per affrontarlo.
Faccio cenno al barista – che scopro essere Jake Goose di Corvonero – e lui mi si avvicina, sfoggiando un sorriso di benvenuto che mi spiazza giusto un pochino.
“Heylà, Zabini, non ti facevo una da feste!”
Ora.
Jake Goose è forse uno dei più carini ragazzi che attualmente solchino gli antichissimi corridoi di Hogwarts, ed è di certo quello più consapevole di esserlo; in sette anni ad Hogwarts, questa forse è la terza volta che mi rivolge la parola – anzi, la quarta. Due settimane fa mi ha chiesto in prestito una penna.
“Non mi hai mai ridato la mia penna!” me ne esco dal nulla, senza posizionare l’apposito filtro tra cervello e bocca.
Mi guarda per qualche secondo, interdetto “Ehm… Ceeerto, Zabini. Vuoi, er, qualcosa da bere?”
Annuisco, tentando di parlare il meno possibile; ho paura che potrei vomitare davvero, e quello sarebbe decisamente un suicidio sociale, come Tanya dice quando vuole prendere in giro Molly-la-piccola-ma-tenace-arrampicatrice-sociale.
“Due Tequila Golden Boom.” Dico. Alza un sopracciglio, ma non commenta.
“Tre” rettifico, sotto il suo sguardo scettico “Anzi, sai che ti dico? Lascia direttamente le bottiglie.”
“Sei sicura?”
Aspetto di buttar giù il primo shot di Golden Tequila e Acquaviola prima di rispondere e immediatamente sento il coraggio infiammarmi le vene; patetico, il fatto che abbia bisogno di bere per poter interagire con il mondo.
Patetico.
Patetico e potenzialmente pericoloso, dato che imboccherò sicuramente la via dell’alcolismo.
“Perché credi che dovrebbe importarmi quello che pensi tu? Certo che sono sicura, sono completamente in grado di reggere!”
La bottiglia di Golden che sto tenendo in mano traballa leggermente, decisa a smentirmi; lo sguardo di Goose trasuda sarcasmo.
Prendo l’Acquaviola e riempio il bicchierino fino all’orlo, lo copro con la mano, lo sbatto un paio di volte contro il bancone, attenta a non farne cadere neanche una goccia, e poi lo bevo tutto d’un fiato.
La gola mi brucia come l’inferno e devo fare un paio di profondi respiri per evitare di tossire come una dannata; qualcosa di simile ad un gemito di piacere mi esce dalla bocca, attirando ancora lo sguardo di Goose.
È veramente carino: ammiro le sue spalle larghe, il suo fisico ben piazzato, i suoi occhi blu, la sua mascella leggermente squadrata e quel minimo accenno di barba che attizza come lava.
Sono pessima.
Però è anche colpa sua! Non lo vede che la sua presenza mi crea gravi scompensi ormonali?
Non ne capisco molto, di questa roba, ma sono sicura che ogni volta che osservo i muscoli guizzanti di quelle braccia la mia produzione di feromoni salga alle stelle.
E sono altrettanto sicura che non sia una cosa salutare.
“Zabini, forse è davvero meglio se la smetti!” s’intromette, strappandomi praticamente di mano la bottiglia quando il numero dei bicchierini sporchi raggiunge quota sei.
Oh, e va bene, sette.
Sette fottuti shots.
Ma sette è il numero perfetto, no?
 
 
You’re now rocking with Will.i.am and Britney Bitch!
Mi passo le mani tra i capelli, cantando a squarciagola e ballando senza inibizioni; dopo che Goose mi ha malamente cacciato dal bar, sono riuscita a trovare Molly, che mi ha portato praticamente di peso sulla pista-privè.
Oh yeah… Bring the action
Rock and roll, everybody let’s lose control
All the bottom we let it go

Faccio un sorrisone alla Lannister senza neanche rendermene conto e lei ricambia, persino più ubriaca di me; lei e la Tannen stanno ballando su un cubo, circondate da tre o quattro ragazzi molto belli che non riesco ad identificare.
Going fast, we aint going slow, no
Hear the beat, now let’s hit the floor

Questa canzone sembra dire esattamente quello che voglio fare!
Ballo un altro po’, sorridendo a tutti e cercando di non inciampare, quando qualcuno mi artiglia un braccio e comincia a tirarmi nella mischia; spaventata, tento di staccarmi, quando la chioma rossa e danzante di Molly davanti a me mi tranquillizza.
Si dirige, trascinandomi dietro di lei, verso il cubo che fino a poco fa era occupato da Paula e Evangeline; inorridisco, capendo quello che vuole fare.
Ma io non salirò sul quel cubo, proprio no.
Drink it up, and then drink some more
Light it up, and let’s let it blow
Hey yo, rock it out, rock it now
If you know what we talking ’bout
Turn it up, and burn down the house, hooouse
Hey yo, turn it up, and don’t turn it down
Here we go, we gon shake the ground
Cause everywhere that we go is here

“HHHHHOOOGWARTSSS!”
Qualcuno mi fermi, vi prego.
Questa non sono io, lo giuro! Agito in aria il braccio destro e, tra molte risate, m’innaffio di Golden, rovesciandomi inavvertitamente addosso tutto il bicchiere.
“PRONTI PER SCATENARVI?”
“SSSSSSI’!”
La mandria di studenti sotto di me muggisce simultaneamente ed io, dall’alto del mio cubo solitario, caccio un urlo liberatorio; la mandria mi copia e una cacofonia assordante supera persino la musica del dj.
“E ALLORA!” urlo, forte del Sonorus che mi sono precedentemente scagliata “FATELO! PERCHE’ QUELLO CHE SUCCEDE AL COVO, RIMANE AL COVO!!!”
Urla di giubilo, fischi e strani muggiti feriscono le mie orecchie – probabilmente causando un danno permanente.
BRING THE ACTION
Annullo il sonoro e ricomincio a ballare, completamente trasportata dalla musica; sento un paio di mani forti sui miei fianchi e rido senza motivo, strusciandomi sulla persona dietro di me.
Balliamo in completa sintonia, come se fossimo una cosa sola.
When you hear this in the club
You gotta turn the shit up
You gotta turn the shit up
You gotta turn the shit up

Se penso che per poco mi sono quasi persa tutto questo mi maledirei: andiamo, è una figata!
Tutte le mie preoccupazioni, le mie fisse da psicotica, le mie timidezze… dissolte a ritmo di musica.
When we up in the club
All eyes on us
All eyes on us
All eyes on us

Sento gli occhi degli studenti tutti su di me; urlano, ballano, ridono, si divertono.
Da quanto non mi diverto così tanto?
Mi sono mai divertita così tanto?
You see them girls in the club
They looking at us
They looking at us
They looking at us
Everybody in the club
All eyes on us
All eyes on us
All eyes on us

Il ragazzo dietro di me con cui sto ballando da un po’ improvvisamente mi gira verso di lui, facendomi perdere l’equilibrio; mi aggrappo alle sue spalle, intontita come poche volte nella mia vita, e lo sento ridere.
“Zabini, sei una continua sorpresa!” lo sento urlare, nel tentativo mal riuscito di sovrastare la musica.
“Cosa??” urlo a mia volta, guardandolo per la prima volta in faccia.
Adesso, parliamo un attimo di probabilità: ad Hogwarts ci sono circa cinquecento studenti; qui, al Covo, ce ne sono in media duecento ogni sabato sera.
Come cazzo è possibile che la persona che ho tentato di non incontrare tutta la sera è anche quella che mi ritrovo sempre davanti?
Ve lo dico io, la sfiga ci gode a metterti nel sacco.
I wanna scream and shout, and let it all out
And scream and shout, and let it out
“James!” urlo ancora, cercando di farmi sentire.
Lui mi sorride e continuiamo a ballare insieme, anche se io mi sono irrimediabilmente irrigidita; lo vedo lanciarmi strane occhiate, come se stesse pensando di andarsene.
No, dannazione, tu non te ne vai.
Faccio un urlo per gasarmi e mi lascio alle spalle tutto il mondo ricominciando a ballare come si deve; la sfiga mi perseguita?
Beh, avrà pane per i suoi denti.
We saying, oh wee oh wee oh wee oh wee oh
We saying, oh wee oh wee oh wee oh wee oh

Il suo sguardo sorpreso mi riempie d’orgoglio e gli sorrido a mia volta, aggrappandomi alla sua spalla e muovendo il bacino a ritmo di musica; mi prende i nuovo per i fianchi, mandando irrimediabilmente a puttane il mio sistema nervoso.
Godric, quanto darei per togliergli quella maglietta e toccarlo e saltargli addosso e dannazione.
Non devo strappare la maglietta di James. Non devo strappare la maglietta di James. Non devo strappare la maglietta di James.
Me lo ripeto come un mantra mentre lui mi fa fare una giravolta, reggendomi per evitare che perda l’equilibrio.
Questo cubo è una trappola mortale.
I wanna scream and shout, and let it all out
And scream and shout, and let it out

James mi stringe a sé, guardandomi con quei suoi occhi blu così penetranti; è la prima volta che ho l’occasione di vederli così da vicino e mi accorgo – nonostante il buio e le luci psichedeliche – che sono leggermente screziati di verde.
Le mie mani finiscono sul suo petto, di nuovo.
Non devo strappare la maglietta di James. Non devo strappare la maglietta di James. Non devo strappare la maglietta di James. Non devo…
Le mie mani, prendendo vita contro il mio volere e ridicolmente sorde al mio mantra mentale, afferrano il bordo della maglietta di James – il suo sguardo confuso è la cosa più tenera che abbia mai visto – e la tirano su, facendola passare attraverso la sua testa; la lancio nella mischia e sento fischi e grida d’incoraggiamento.
Non ho il coraggio di guardare James, che ha smesso di ballare, così mi limito a fissare i suoi pettorali e per poco non mi mangio le mani pur di non mettergliele addosso.
We saying, oh wee oh wee oh wee oh wee oh
You are now rocking with Will.i.am and Britney, bitch
La sua mano prende il mio mento e mi costringe a guardarlo negli occhi; credo che ci siano talmente tante cose non dette nei miei che potrebbe persino non riconoscermi.
Sono innamorata di James Potter da tre fottuti anni e non ho ancora trovato una cura; scommetto, inoltre, che se continua a guardarmi così non guarirò mai.
Siamo completamente fermi sul cubo, come se fossimo da soli.
Non devo baciare James. Non devo baciare James. Non devo baciare James. Non de-
Perché la mia mente nonmi ascolta mai?!
I wanna scream and shout, and let it all out
And scream and shout, and let it out

 
 
 
Una luce fastidiosamente luminosa mi ferisce gli occhi, costringendomi a serrarli per non esserne accecata.
Ho un mal di testa che sembra spaccarmi in due il cranio e le orecchie mi fischiano fastidiosamente.
Nascondo la testa nel cuscino, gemendo di dolore.
Godric, sono devastata.
Mi rigiro di scatto nel letto ma, stranamente, trovo qualcosa di solido che m’impedisce di continuare il mio percorso.
Ma che diavolo…?
Sempre ad occhi chiusi tasto il mio ostacolo.
Non è poss-
“Ahh!” urlo, spalancando gli occhi, sia per il dolore che mi procura la luce sia per quello che ho appena toccato.
James si lamenta leggermente nel sonno, si rigira un paio di volte e digrigna i denti; non faccio in tempo a connettere il cervello – cazzo, che mal di testa – che lui mi artiglia in una morsa stretta e mi porta sotto di lui, per poi accoccolarsi sul mio seno – nudo.
Cazzo.




N/A
Buondì, persone!
Mi sto imbarcando in questa storia e sono terrorizzata: descrivere tutto dal punto di vista di una socio fobica?
sono masochista, lo so.
Chiedo immediatamente scusa per chiunque soffra di questa terribile fobia nel caso in cui la dovessi trattare con troppa leggerezza, ma non ho molta familiarità con l'argomento.
COMUNQUE. spero che il personaggio di Haley vi piaccia; ho tentato in tutti i modi di non farne una Mary sue, ma ho idea che sarà un po' un problema visto che l'ho fatta andare a letto con la sua cotta eterna solo nel primo capitolo!
per quanto riguarda il Covo e ogni possibile riferimento al mondo babbana con familiarità, vi posso assicurare che è tutto voluto. più in là sarà Haley stessa a spiegarne il perchè.
non so, credo di aver detto tutto :) un bacione a voi temerari che avete letto fin qui e fatemi sapere cosa ne pensate!
p.s. l'amato genio comparirà nel terzo capitolo, ABBIATE FEDE!
Tecla :D

  
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