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Autore: CaTCheshirE    08/01/2013    1 recensioni
Un giovanissimo, affascinantissimo, bellissimo, coraggiosissimo, audacissimo, fighissimo Capitano.
Una bellissima, innocente ed inesperta fanciulla.
Una ciurma di manigoldi con seri problemi mentali.
Tutto questo sullo sfondo di una barriera corallina intatta, su una nave meravigliosa, e come antipasto una zuppa marcia di patate.
ALL' ARREMBAGGIO, MIEI PRODI!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ooh, che meraviglia!! Siamo arrivati al decimo capitolo! Sinceramente non pensavo nemmeno di raggiungere il secondo, quindi sono piacevolmente traumatizzata ^-^
Bene, per tutti quelli che speravano in una bella scopata (e sarebbe anche ora)…verranno brutalmente delusi (mhuhahahahahaha!!!) ma siccome non sono completamente sadica, al contrario di Terry, forse…

 
Capitolo 10 – E se Rum vuole…
Come pensate che potrebbe reagire un porto di manigoldi ubriachi alla notizia che una ragazzina ha sconfitto a braccio di ferro un bruto come Spaccaossa?
Timore? Sospetto? Fuga a gambe levate?
E invece no! Ben presto fuori dalla taverna c’era la fila di uomini che volevano cercare di battere Lily, per dimostrare il loro valore. Scelta poco saggia, ma la loro motivazione era forte, considerato che Young aveva messo in palio la sua nave a chi l’ avesse battuta. Non era diventato capitano per nulla, aveva un buon occhio per gli affari e visto che Lily si era fatta prendere la mano, aveva deciso di approfittarne. In cambio della nave anche gli altri però dovevano scommettere qualcosa, e per quanto poco fosse, a forza di vincere, Lily aveva già guadagnato soldi sufficienti per pagare le provviste del viaggio, comprare una nave nuova e coprirsi di gioielli dalla testa ai piedi.
«Tu sei la mia gallinella dalle uova d’ oro.» ridacchiò lui, già completamente ubriaco a furia di brindare per le vittorie.
Lily buttò giù un altro sorso di rum. Il suo broccale era già stato riempito due volte.
«Coccodè!»
Scoppiarono a ridere tutti e due, alla maniera sguaiata degli ubriachi.
Nel frattempo, attirata nella locanda dalla confusione, l’ intera ciurma brindava e beveva in onore di Lily, raccolti intorno al tavolo, stappando le bottiglie di rum che qualcuno, in mancanza di dobloni, aveva scommesso. E perso.
Gli unici a mancare all’ appello erano Oscar e Miss, ma il primo probabilmente era da qualche parte a comporre, il secondo a brontolare sulla sua miserabile vita.
«Sbobba? Storm? Leone? Voi che siete i più robusti, portate tutta la mercanzia alla nave. Lasciatela pure sottocoperta, la sistemiamo domani.» ordinò Seth.
«Lily non gareggia più per oggi?» chiese Ian, seduto per terra.
«No, per oggi basta.» rispose lei. Poi le venne il singhiozzo, ed emise un Hiic! abbastanza comico.
Seth cominciò a punzecchiarla, piantandole il dito indice tra le costole «Sei ubriaca, sei ubriaca, sei ubriaca, sei ubriaca!»
«Da che pulpito! Hai bevuto il doppio di me! Hiic!»
«Io ci sono abituato, pulcino! E porta rispetto al tuo capitano!»
«Un minuto fa ero una gallina, perché sono retrocessa a pulcino?»
«Mah, mistero.»
Terry intanto, che reggeva l’ alcool meglio di tutti e due messi assieme, li fissava con aria ironica. «Ma che carini che siete! Che diamine! Perché non avete ancora fatto un figlio?»
I due la fulminarono.
Poi, dall’ esterno, superando la confusione che li circondava, sentirono della musica. Lily non poté fare a meno di paragonarla alle canzoni malinconiche delle sirene, ma quella che si sentiva all’ esterno era una ballata zingara dal ritmo serrato e incalzante, che le faceva venire voglia di ballare.
«Sai ballare?» chiese Seth.
«No.»
«Perfetto! Andiamo!» e la trascinò fuori praticamente di peso, cosa notevole considerando che con tutto quello che aveva bevuto doveva vederci doppio.
Lily ebbe appena il tempo di afferrare due bottiglie, fare un cenno di saluto a Terry, la quale sogghignava apertamente, e si ritrovò a saltare intorno ad un falò, insieme a parecchie altre persone, sotto lo sguardo di Seth.
«Mmm..ancora non barcolli troppo evidentemente. I miei complimenti!»
«Ma sta zitto!»
«Pulcino!»
«Maniaco!»
«Pesce!»
«Idiota!»
«Immatura!»
«Egocentrico sconsiderato!»
«Piano con i paroloni!»
E sotto gli sguardi inviperiti di parecchie ragazze i due continuarono a ballare finché Lily non chiese pietà per i suoi piedi.
«Rubiamo altro rum e torniamo alla nave, ti và?» ridacchiò Seth.
«Mmm…»
«Che c’è?»
«Non credo di riuscire a bere altro rum senza poi fare qualche colossale stupidaggine.»
«Ah davvero? Bene! Allora per te doppia razione!»
Oh, cavoli, pensò la sirena, mentre si faceva guidare attraverso i vicoli e le piazze, fino al porto. Nessuno li notò, o comunque a nessuno importavano due ubriachi dalle guance arrossate e gli occhi lucidi con tra le braccia tre bottiglie ancora da stappare.
Salirono sulla nave, ma Lily inciampò e finì a terra, e Seth si lasciò cadere a peso morto poco più avanti.
Calò il silenzio, rotto solo dal mormorio del mare e dal suono di voci lontane.
Poi, appena la testa smise di girare, Lily si trascinò affianco a Seth a si buttò a pancia in su.
«Le bottiglie non si sono rotte nella caduta, vero?» piagnucolò lui, ancora faccia a terra.
«Le ho protette a scapito della mia testa, e ora ho un bernoccolo.»
Li ridacchiò, e si girò a sua volta.
«Seth?»
«Mmh?»
«Come ho fatto a farmi convincere a venire in un luogo isolato, da sola, con te?»
«Dio Rum ha parlato, e Dio Rum ha detto che dovevi venire con me. Ecco perché sei qui.»
«Ah, certo. Dio Rum. Come ho fatto a non pensarci?»
«Perché Dio Rum opera in maniera impercepibile per noi comuni mortali.»
«Beh, opera anche sugli umanoidi pinnati, a quanto pare.»
Si girò, e lui la stava già guardando, con lo sguardo di un morto di fame di fronte ad un banchetto.
«E’ esattamente per  questo che non volevo restare da sola con te.»
«Questo cosa?»
«Non ti rendi conto della faccia che stai facendo?»
Lui sembrò rendersene conto, e si stropicciò gli occhi con una mano. «Non stavo facendo pensieri perversi sul tuo conto!»
«…ma io non ho mai parlato di pensieri perversi, Seth.»
Lui tacque per un lungo momento, e poi assunse gli occhioni di un bambino beccato con me mani nel vasetto della marmellata. Lily non poté fare a meno di ridacchiare.
E mentre ridacchiava, lui si tirò su, e la baciò.
«Hey!»
«Taci per un secondo. Non è colpa mia.»
E continuò imperterrito a fare quello che stava facendo, approfittandosi del fatto che Lily non aveva né la voglia né la lucidità per fermarlo. E poi approfittandosi anche dello spacco della gonna, ma solo un poco.
«Vieni con me.» disse lui. La fece alzare, e la portò in cabina, dove l’ aria era meno fredda, e c’era il fantomatico letto da occupare.
«Non ti stai dimenticando qualcosa? Qualcosa che ha a che fare con i Mari del Sud…» lo mise alla prova Lily, indietreggiando un attimo.
«Pensi che me ne sia scordato? Per quei due sorsi di rum?» rispose lui, abbracciandola e facendola sedere sulla scrivania. «Ma siamo sopravvissuti fino adesso senza di te, sopravvivremo ai Mari del Sud senza tutti i tuoi poteri.»
«Domani, a mente fredda, te ne pentirai.»
«Domani, a mente fredda, ti porterò di nuovo a letto.»
Lei lo baciò, mettendo in pratica quel poco che sapeva sull’ arte delle sirene, e approfittandone per togliergli capello e bandana. Seguiti a ruota libera dalla giacca, la cintura e dalle camicie di entrambi.
Poi si ritrovarono sul letto, anche se nella mente di Lily mancava completamente l’ anello di congiunzione tra “scrivania” e “letto”, e con il suo sesto senso da sirena percepì qualcosa che le fece sbarrare gli occhi.
Incontrò lo sguardo di Seth, e ricominciò a baciarlo, dimentica per un secondo di…
Accidenti. Dannazione. Non era possibile.
Fascino?!
E non era lei ad emetterlo.
Ma che…?!
Ma siccome Seth era molto impegnato ad aggrovigliare la lingua con la sua,  ebbe solo un istante di respiro per fare due più due. Poi si mise il cuore in pace, e al diavolo la perdita dei poteri.
 
«Mamma, mamma, mi racconti del bambino pirata? Mi racconti del bambino pirata, mamma?» domandò la bambina sirena, attaccandosi con entrambe le braccia alla coda della madre.
«Chi, il piccolo Seth? Comincia a piacerti un po’ troppo questo racconto.» rise la madre, andandosi a sdraiare sulla sabbia bianca, circondata dalla barriera corallina e da centinaia di pesci.
«Per favoooooooore!»
«Oh, e va bene, Perla Blu. Allora…devi sapere che in quel periodo io e alcune mie amiche stavamo facendo un viaggio, per portarti qui alla reggia. Tu eri tanto piccolina, e di sicuro non lo ricordi, ma lungo la strada incontrammo una grande nave pirata…Perla Blu, mi stai ascoltando?»
La bambina si voltò di scatto, e dopo un secondo lasciò libero il cavalluccio marino che aveva catturato e che si stava divertendo a torturare. «Si, mamma.»
La donna sbuffò, ma lasciò correre.
«Come stavo dicendo, incontrammo questa enorme nave, piena di sanguinari pirati e bucanieri guerci. Il ponte spettrale era illuminato sinistramente dalle torce, la bandiera con il teschio sventolava al tiepido vento. Quando ci videro il capitano fece scendere in mare una delle scialuppe, e con sé portò il suo figlioletto di appena quattro anni. Si presentarono con tutta l’ educazione di due gentilpesci…o dovrei dire gentiluomini? Comunque, questo caro bambino era così carino, con  due grandi occhioni neri e il naso tutto sporco di nero. Non mi sono trattenuta e gli ho sfiorato la guancia, usando quel potere di vedere il futuro per scrutare nel suo destino e nel suo passato. Percepii tanta forza e tanto coraggio in lui, ma anche molta lealtà, cosa che, devi sapere, è molto difficile da trovare in un pirata, anche se così piccolo. Poi gli presentai te, che eri ancora piccola come un pesciolino, e devi sapere che il famoso Pirata Nero, Re dei Pirati, ti tenne in braccio. A qualche sirena questo può sembrare una cosa brutta, ma tu devi esserne orgogliosa. Sempre. Poi ci congedammo, e loro tornarono al loro mondo, al di là dell’ Isola di Mezzo e dell’ Anello di Scogli, e noi proseguimmo verso nord, verso la Reggia.»
La storia era finita, la bambina lo sapeva. Quindi si sorprese quando la madre continuò. «Ma ora ti racconto una cosa che non dovrai mai dire a nessuno. Mai. Me lo prometti?»
«Ma certo, mamma!»
«Quando ho guardato nel futuro e nel passato di quel bambino, ho scorto una donna. Il suo nome è Corallina, ed è una Sirena Pura. Era una donna vivace e con un inestinguibile sete di avventura, che andò ad esplorare i mari degli umani. Li si diceva avesse incontrato uno di loro, e che di lui si fosse innamorata. Non ho detto nulla a nessuno di questo, perché alcuni ancora le danno la caccia, per punirla di un tale affronto al nostro impero, e non ho detto nulla nemmeno al bambino o al Capitano Nero. La moglie di quell’ uomo era una Sirena Pura. Quel bambino era figlio di una Sirena Pura.»
 
Già. Lily aveva dimenticato quella piccola confessione di sua madre. Aveva cinque anni e non le era sembrata importante. Due giorni dopo le guardie del palazzo l’ avevano strappata dalle sue braccia e rinchiusa nelle stanze che ospitavano le sue simili. Non l’ aveva mai più rivista.
Molte cose erano cambiate da allora. Ora per esempio sapeva che non era in viaggio con le sue amiche, ma che quelle erano cacciatrici mandate a riacciuffarla. Sua madre non aveva mai voluto che lei fosse rinchiusa come un animale raro, che le fosse strappata a soli cinque anni dalle braccia, per essere addestrata a diventare un arma. Aveva cercato di dirigersi verso i mari del sud, ma era stata raggiunta da quelle donne e riportata indietro con la forza. Alla fine aveva dovuto cedere.
Al confronto di quella tragedia, quel ricordo era andato sbiadendosi. Ma non era sparito. Ora lo ricordava.
Aprì gli occhi, e si guardò intorno. L’ alba illuminava a malapena l’ ambiente. Una sola candela era sopravvissuta alla notte, e ora una fiammella tremolante ballava sull’ ultimo mozzicone di cera rimasto. Spostò lo sguardo sulla scrivania, e Seth era seduto lì, immerso tra le sue carte nautiche più o meno sciupate.
«Tu non parli nel sonno, sai?» disse lui, alzando lo sguardo. «Tu mugugni.»
Lei farfugliò qualcosa in risposta, e si allungò fuori dal letto per recuperare la sua camicia, almeno quella. Aveva un emicrania mortale.
Lui la precedette, le passò i vestiti, e si sedette sul letto.
«Come stai?» domandò poi.
«Maledettamente bene.» rispose la sirena, abbottonandosi i bottoni con una certa fatica. «Ho sognato una cosa che mi ha detto mia madre…»
«Di non scoparti un pirata?»
«No. Una cosa che mi disse mia madre su di te.» Alzò lo sguardo per vedere la reazione. Seth però sorrideva, tranquillamente.
«Come immaginavo. Alla fin fine sei davvero quella sirena bambina che ho visto quando avevo quattro anni.»
Anche Lily sorrise. Ma il suo buon umore si spense subito. Doveva rivelarglielo. «Mi disse che tu eri figlio di una sirena pura. L’ aveva percepito. Quando ti ha sfiorato la guancia.»
Seth la fissava immobile.
«Probabilmente i miei poteri non hanno subito un graffio.»
  
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