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Autore: __deep    09/01/2013    1 recensioni
La rossa sta percorrendo il binario nove e trequarti con l'eleganza di una regina, e la stazione scompare, ed anche il brusio, c'è solo lei davanti a me, e il suo sorriso, e le sue labbra morbide che si uniscono alle mie, ed il suo corpo che mi avvolge in una sensazione di sollievo, siamo io e lei soli nel mondo.
Prima fanfiction di un appassionato, incentrata sulla coppia Harry/Ginny e su come il loro rapporto si evolve nel corso dell'ultimo anno ad Hogwarts.
Dedicato a J, credo. Quando scrivo di Ginny, scrivo di te.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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«Ginny, che... che succede?! Perché gridi così!?»
«Perché grido così!? PERCHE' GRIDO COSI'!? Ma le hai viste o no quelle bestie alate davanti le carrozze!?»
«Ah!» la voce di Harry fu sollevata. Evidentemente Ginny non aveva mai visto prima d'ora i Thestral.
«Sono Thestral!» rispose lui. «Può vederli solo chi... ha visto la morte.» si fermò, non sicuro di voler andare avanti. Ginny non era debole, per carità!, ma toccare così improvvisamente la piaga dolente del fratello morto in guerra avrebbe potuto rovinare la serata ad entrambi. Dal suo sguardo curioso, Harry capì di poter proseguire.
«E'... è una cosa brutta, Ginny. Ora tutta Hogwarts può vederli. Naturale, dopo quello che è accaduto l'anno scorso»
Ginny si guardò intorno, notando con sollievo centinaia di altre facce spaventate, con le bocche spalancate, e centinaia di altri ragazzi sbalorditi dinanzi alle tetre bestie che scoprirono – con i suggerimenti di Hagrid, che avendo previsto reazioni di quel tipo iniziò a spiegare la natura dei Thestral – trainare le loro carrozze da generazioni.
«Sono longevi!» disse Hagrid sbrigativo, attirando anche l'attenzione di Ginny «Un thestral medio in buona salute può vivere anche fino a trecento anni! Purtroppo, è impossibile distinguerli, ed alla morte... svaniscono, puf, andati, si uniscono al nero della notte e non fanno più ritorno. Sono creature spettacolari, oserei dire quasi quanto le fenici. Sembrano, ecco, sembrano proprio il loro opposto: così diversi, ma così uguali»
«Ginny...» le disse nell'orecchio Harry «ho paura che il Whiskey di Malto di Madame Maxime abbia avuto un po' troppo effetto su di lui... Hagrid che filosofeggia!? Il mondo sta veramente per finire!»

* *

Salirono su una carrozza aspettando, finalmente!, l'arrivo dell'altra coppietta felice, Ron ed Hermione. I due, con la classica scusa dei prefetti, e delle spiegazioni ai ragazzi del primo anno, e delle ronde fra gli scompartimenti, si erano stati bellamente a trastullare sul divano della Cabina dei Prefetti, scambiandosi effusioni così movimentate che non era tardata a giungere la voce che la Granger stesse con quell'imbranato del rosso Weasley anche nell'ultima cabina dell'Hogwarts Express.
Finalmente Ginny notò da lontano la capigliatura crespa e rossiccia del fratello, che salutò entrambi con la mano.
«Ron! Bel modo di salutare gli amici, dopo due mesi in Australia con Hermione, eh?»
La faccia di entrambi divenne rossa, e si scambiarono un'occhiata tanto fugace quanto complice.
«Allora, Hermione? Li avete ritrovati i tuoi?» esordì Harry.
«Oh, sì!» attaccò entusiasta lei «è stato fantastico! Ho annullato l'incantesimo Obliviante e poi, appena hanno ripreso conoscenza, Ronald gli ha spiegato di noi, e gli ha chiesto se potesse fidanzarsi ufficialmente con me! E' stato dolcissimo, il mio Ron, non l'avrei mai creduto capace di...»
Ginny gli sussurrò fievolmente all'orecchio: «Eccola che parte con gli elogi al suo Ronald
Fece una smorfia con la faccia imitando Hermione e facendo ridere Harry.
«Ci sarà da divertirsi!» fece poi con tono sarcastico.
Infine, gli si poggiò nuovamente sulle ginocchia.
«Dannazione!» Harry pensò. «Possibile che questa maledetta ragazza dorma sempre!?»
Le accarezzò nuovamente i rossi capelli lunghi, e sì Hermione, sì, è veramente bellissimo che tua madre abbia insistito nel regalare a Ronald i suoi gemelli di rame e onice per il vostro mesiversario, e la cullò ancòra, mentre lei cadeva nuovamente fra le braccia di Orfeo.
«Beato chi le capisce, le donne!» esclamò Ron, evidentemente concludendo un discorso che andava avanti da vari minuti e che Harry, perso nella bellezza delle lentiggini della sorella di lui, non si era neanche preso la briga di ascoltare.
Gli scappò una risata.
«Condivido, Ron! Condivido a pieno! Ma, dimmi» e qui fece un cenno verso sua sorella «dorme sempre così tanto!?»
«Beato chi le capisce, le donne!»
Era andato anche lui. Prima Hagrid, poi Ron. Il Whiskey di Malto mieteva vittime. O era qualcos'altro? E qui l'occhiata verso Hermione, che sorrise maliziosa, fu d'obbligo.
Buttò un occhio fuori dal finestrino della carrozza, e si accorse che per Hogwarts mancavano ancora quindici minuti abbondanti.
Poggiò la testa sul tulipano che giaceva sulle sue ginocchia, e delicatamente, vi ci si appisolò sopra.

* *

Ancora una volta, un suo primordiale istinto gli fece aprire gli occhi pochi istanti prima che fossero aperti quelli di lei. Tanto quanto bastasse per perdersi del nocciola delle sue pupille, magistralmente contornate da un filo di trucco che risaltava ancora di più le lentiggini sul naso.
«E siamo a tre 'buongiorno', Weasley!» la ammonì scherzosamente «addormentati un'altra volta e toglierò dieci punti a Grifondoro per la tua impertinenza!»
Imitava spudoratamente la McGranitt, e Ginny rise di gusto vedendo la faccia del proprio ragazzo contorcersi cercando di parodiare i duri lineamenti della professoressa di Trasfigurazione.
«POTTER! WEASLEY!» risuonò una rigida voce alle loro spalle.
Era la professoressa McGranitt.
«Potter, sai bene che la Trasfigurazione come punizione per gli studenti non è tollerata, qui ad Hogwarts ma,» rossa in viso continuava la ramanzina «durante una lezione di Trasfigurazione Umana potrei per errore trasformarti in una Puffola Pigmea! SONO STATA CHIARA?! Ed ora filate dentro, o vi perderete lo Smistamento!»
Ginny non poteva fare a meno di ridere. Piangeva dalle risate.
«Grazie tante per aver preso le mie difese, Rossa» fece Harry dopo un po', risentito «e per aver detto che magari imitavo la Sprout, o Flitwick, o tua madre!» «Ma certo, mia Puffola Pigmea,» fece lei trattenendo a stento le lacrime «l'avrei fatto se solo non fosse stato così, tremendamente esilarante!»
«Ci mancava solo una Puffola Pigmea, oggi, all'appello!» fece Harry stizzito.
«Sei la mia Puffola Pigmea preferita, Potter»
Lo spinse nell'erba antistante al portone di Hogwarts, ed iniziarono a baciarsi, perché che «Ampleforth, Keira!» fosse stata smistata a Tassorosso, nessuno dei due se ne fotteva una beata minchia.

* *
«Harry! Ginny!» fece la voce preoccupata di Hermione quando li vide entrare in una deserta Sala Comune coperti di terriccio «La cena è finita da oltre un'ora! La McGranitt ci ha detto che vi aveva visto fuori, pensavamo che vi foste persi! Vi abbiamo aspettato pensando al peggio!»
«Hermione, calmati! Non è successo niente, non preoccuparti!» fece Ginny divertita dalla reazione spropositata dell'amica «Siamo ad Hogwarts, non può succederci nulla, sta' tranquilla! Fai un bel respiro... ecco!»
«Scusa, Ginny, sai com'è, mi preoccupo facilmente... Ron è su a cercarvi. Era convinto che... ehm... avreste voluto inaugurare l'anno scolastico in maniera diversa dal solito, capite cosa intendo?»
«E' un caso perso, mio fratello» fece Ginny stizzita «mai che si faccia i fatti suoi, oh! E se pure fosse?»
Harry si ritrovò rosso in viso. Hermione la guardava perplessa.
«Suvvia, Hermione, non vorrai dirmi che in due mesi da soli non avete fatto qualcosa di più movimentato?»
BAM! Weasley 1, Granger 0.
Ad Harry scappò una risata nel vedere le orecchie dell'amica diventare rosso fuoco dalla vergogna.
«Ehm... Harry, sai, c'è un qualcosa che ti farebbe piacere vedere!» disse lei ancora rossa come un peperone «è una sorpresa della McGranitt.»

* *


Una sorpresa? Cosa mai poteva essere? Aveva ricevuto pochissime sorprese, in vita sua, e molte di queste non erano ricordi piacevoli. Pensò con ribrezzo al Libro Mostro dei Mostri che per poco, una volta, non gli spezzò un braccio. Ma pensò anche al giorno in cui ricevette la sua lettera di ammissione per Hogwarts. Roba da Hagrid.
«Cos'è?» chiese incuriosito ad Hermione.
Lei non rispose, si limitò a sorridere sotto i baffi ed indicargli il centro della ormai deserta Sala Grande.
Harry si avvicinò alla parete cercando di mettere a fuoco la zona attraverso le spesse lenti degli occhiali.
C'era effettivamente qualcosa di diverso. Alle pareti c'erano appesi dei quadri.
Harry camminò più veloce, mosso dalla curiosità crescente, perché gli sembrò di scorgere delle sagome muoversi all'interno delle cornici.
Una voce conosciuta lo chiamò da dietro.
«Hey, ragazzo! Finalmente ti degni di venirci a trovare!? Alla buon'ora!»
Non poteva essere. Lui era morto.
Si voltò di scatto.
'Malocchio' Moody gli sorrideva attraverso la cornice.

* *

«Moody!?» esclamò Harry senza curarsi di moderare il tono della voce
«Esatto, vecchio mio! La McGranitt aveva detto che ti saresti accorto subito di noi, hai tardato a farti vedere!»
Noi? Noi chi?
«E' arrivato, ragazzi! Giù dai letti, cazzo! Voi tre, possibile che siate sempre su quel maledetto divano a spippettarvi!?»
Voi tre!?
Dalla cornice di un quadro lì vicino emerse per primo Fred Weasley.
«Fred!?»
«Presente all'appello, Harry!» sorrise lui.
Era un sogno, stava sognando, era ancora nella carrozza, non era possibile. Fred era morto, esattamente come Moody.
«Scusa se sono arrivato un po' in ritardo, ero sopra a mettere paura a qualche Corvonero del quarto anno gridando come un forsennato, sai com'è, dopo tanta fiacchezza in Paradiso devo riprendere la mano. Harry, stai bene? Perché ci fissi?» poi attaccò subito dopo «La McGranitt non te l'aveva detto? Ha-ah! Sorpresa, Harry! Siamo qui! Sempre una vecchia burlona, quella lì!»
«Weasley!» tuonò la McGranitt, comparsa all'improvviso, dall'altro lato della sala «Posso sentirti, sai? Ti ho messo in quel quadro ma potrei sempre ripensarci e fare di te legna da ardere!»
«Ya zignora fuhrer, tezitera altro, ya?» fece il gemello imitando un accento tedesco che suscitò l'ilarità generale fra Ginny (che non sembrava per niente sorpresa di rivedere il fratello in quella cornice; possibile che solo lui non sapesse mantenere un segreto così bene?!), Hermione e gli altri pochi presenti.
«Weasley! Se ti prendo!.. Dannazione, è tornato nella cornice di sopra, non avrei mai dovuto concedergli due spazi»
Finalmente la professoressa sembrò accorgersi della presenza di Harry.
«Oh, Potter, finalmente, mi chiedevo dove fossi finito, ma ho notato che avevi cose più importanti a cui pensare» fece la professoressa con una punta di malizaia. «Hai già incontrato Alastor e Fred, vedo... gli altri ancora devono farsi vedere?»
Altri!?! Quali altri?!
«Oh, lo so cosa ti stai chiedendo, Potter. A dopo le spiegazioni. Ora goditi il momento.» fece, allontanandosi di nuovo verso la porta.
«SORPRESA!» gli fece un coro di voci unanime.
Se fosse stato possibile dipingere il paradiso su tela, Harry era sicuro che sarebbe stato dipinto esattamente come il quadro che si trovava davanti.

* *

Sirius gli gridava festante, e vicino a lui Remus Lupin si aggiungeva al saluto. Suo padre e sua madre al centro lo salutavano sorridenti. Dall'altro lato, Tonks agitava freneticamente la mano per salutarlo.
«Mamma?! Papà!? Sirius!? Remus?! Tonks?! E'... è impossibile!»
«Non per la magia, per fortuna!» borbottò Sirius entusiasta «Che mi dici, Harry, ti sono mancato?»
«Padfoot!» lo rimproverò Lupin «C'è Prongs che aspetta questo momento da giorni!»
«Pfft, gné gné, Prongsy è più importante del povero, insignificante, piccolo Pads, vero Moony? Muori»
«Harry, va dai tuoi, è che Sirius è praticamente tornato adolescente da quando ha re-incontrato tuo padre dopo essere passato a miglior vita.»
«MIGLIOR VITA, GIA', FINCHE' NON SEI MORTO ANCHE TU, MOONY»
Harry era a metà fra le risate e le lacrime di gioia.
«Oh, smettetela voi due, sembrate ancora due quindicenni!» intervenne quella che era la riproduzione su tela di un giovane James. «Ciao, Harry»
«Papà!»
«Piaciuta la sorpresa? Idea della McGranitt. Santa donna, quella, non sai quanti castighi m'ha propinato, quando ero al sesto anno.»
«LILYYYYY STA' ATTENTA CHE PRONGSY FA SOGNI EROTICI SULLA VECCHIA GATTA!!!» la voce di Sirius da dietro la cornice, mentre si azzuffava con Lupin per decidere chi dei due avesse il diritto di parlare prima ad Harry.
«Papà, ma come..? Sei... siete vivi?!»
«Prior incantaqualcosa, mi pare, non ho mai studiato abbastanza Storia della Magia per poterti rispondere con precisione. Fatto sta che la McGranitt ci ha tirati fuori dalla bacchetta di Voldemort e ci ha piazzati qua. Devo dire che ci ha dipinto un posticino niente male.»
«E'... è incredibile...»
«Suvvia, Harry, su con questa faccia! Da oggi in poi la parola d'ordine è DIVERTIMENTO! Abbiamo 15 anni mai passati assieme da recuperare!»
«Approvo l'idea di Prongsy!» fece la voce di Sirius prima di essere Schiantato da Lupin «Ouch, Moony, fai sul serio eh? Vediamo che avrai da dire quando t'avrò appeso al lampadario!»

Due erano le cose. O erano impazziti tutti. O era impazzito solo lui.

* *

«Ginny... hey...»
«Ancora sveglia anche tu?»
«Non per molto, ho veramente molto sonno... senti... ti consiglio di dormire...»
«Ma non ho ci riesco!»
«Domani alla prima ora c'è Pozioni! Immagina se ti addormenti con la faccia dentro il calderone, che figura ci fai con Lumacorno?!»
«Ma chi se ne frega di Lumacorno o Buiopesto!» tuonò lei quasi svegliando le sue compagne di dormitorio. Poi, calmandosi, disse più piano «Scusa, è lo stress...»
«Di quando in qua lo stress si chiama Harry Potter?» fece Hermione maliziosa
«Uffa, Hermione! Sei insopportabile, a volte!» disse Ginny «Non mi sento bene! Vuoi smetterla di tartassarmi?!»
«Hai bisogno di riposo...» fece Hermione calma «Senti, vai in Sala Comune, prendi un bicchier d'acqua, torna a letto e dormi, ad Harry ci penserai domani.»
«Va bene, Hermione! Grazie del consiglio!» sbuffò Ginny da sotto il cuscino.
Ci pensò un po'.
Poi si alzò, si infilò la vestaglia e scese in Sala.

* *

Harry non si sentiva bene.
Sarà stato quell'immangiabile porridge babbano che zio Vernon aveva insistito nel preparare a colazione, oppure la cena che aveva saltato per poter stare a sbaciucchiarsi con Ginny nel terriccio umido del giardino di Hogwarts, oppure probabilmente entrambe le cose.
Aveva qualcosa nello stomaco, aveva fame, e aveva voglia di vomitare.
Si alzò, facendo attenzione a non svegliare né Ron, che già era nel mondo dei sogni, né i suoi nuovi compagni di dormitorio, da poco appisolati, e si mise le ciabatte.
Prese la bacchetta, scese lentamente le scale del dormitorio e... «dannazione, può quella rossa essere così bella anche all'una del mattino?!»

* *

Ginny non si accorse dell'arrivo di Harry, e continuò a passeggiare avanti ed indietro vicino la finestra della Torre di Gridondoro, toccandosi la pancia e respirando grandi boccate d'aria. Prese un bicchiere che aveva lì vicino, lo toccò con la sua bacchetta e pronunciando a bassa voce un incantesimo lo riempì d'acqua.
Harry le si avvicinò, facendo in modo di non farsi notare da lei, ed una volta avvicinatosi abbastanza, le sussurrò all'orecchio
«Buonasera, Weasley»
Lei trasalì, ebbe un piccolo brivido e parte del contenuto del bicchiere le cadde sulla vestaglia.
«POT-TER! Mi hai messo paura!»
«Che cosa ci fa una donzella impaurita tutta sola, nel bel mezzo della notte, nella Torre di Grifondoro?»
«Harry, senti, non mi sento bene. Lasciami in pace»
«Che hai Ginny!?»
«Ti ho detto di andartene!»
«Ginny...»
«Non ho nulla, ti ho detto...»
«Dai, non fare così. Ti vedo distrutta.»
«Mh-hm..» Harry esitò un attimo.
«Il tuo piccolo problema mensile
Lei fece cenno di sì con la testa.
«Mi sorprendo che tu non mi abbia ancora Schiantato! Per la barba di Merlino, fai progressi, Weasley!»
«Potter, ti sei giocato la tua chance. Sfottimi ancora ed una Fattura Pungente non te la leva nessuno.»
«Va bene, Lady Voldemort, che paura, calmati!» fece lui divertito, poi disse
«Guarda, anch'io ho lo stomaco sottosopra, ti preparo una camomilla?»
«Sei il miglior ragazzo dell'universo»
«Oh, quisquillie» fece lui agitando la bacchetta e avvicinando due enormi tazze dal mobile della Sala Comune «sono solo esperto in maledizioni e camomille!»

* *

«Tieni, Gin» le disse avvicinandole la tazza fumante
«Dannazione, Potter, ma è una camomilla o un'Ardemonio!?»
«Guarda, signorina so-tutto-io, che se sapevi farla meglio potevi preparartela da sola.»
Sorrisero tutti e due.
«Ora va meglio, grazie, Harry»
«Oh, ma di nulla! Ha fatto bene anche a me.»
«Ti amo.»
«Anche io.»
«Sai, Potter, queste chiacchierate notturne non sono tanto male»
«Concordo, Weasley. Si potrebbe rifare ancora, no?»
«Domani, stessa ora, Potter»
«Aggiudicato, Weasley»
Chiusero gli occhi, e si baciarono teneramente sotto la luce della luna.
Per entrambi, non ci sarebbe potuto essere momento migliore.
Si addormentarono, lei in braccio a lui, pochi minuti dopo, ascoltando il fruscio degli alberi mossi dal venticello tiepido di inizio settembre.

Fine del secondo capitolo



Commenti dell'autore

Non lo trovo perfetto, almeno non tutto, quindi apporterò piano piano delle modifiche per renderlo più leggibile. La parte che non mi va giù è sopratutto quella dei quadri in Sala Grande, ma anche le ultime battute fra Harry e Ginny non mi convincono. Spero solo che il terzo sia migliore
Edizione riveduta e corretta del precedente secondo capitolo. Ora sì che mi garba :3!
Buona lettura,
Deep



PS: se avete idee, pareri o consigli da darmi, potete sfruttare l'angolo delle recensioni o i messaggi privati!
   
 
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