Prima di
iniziare i dovuti avvisi.
I personaggi
di questa one-shot appartengono tutti alla scrittrice J.K. Rowling e a tutti coloro aventi
diritti. I fatti narrati non sono mai avvenuti nella saga di Harry Potter (ahimè..)
Io li ho
utilizzati solo ed esclusivamente per puro divertimento.
Questo racconto è stato scritto senza alcuna intenzione di lucro, quindi, si ritiene che nessun
diritto di copyright sia stato infranto.
Feels like Home -2-
Somethin' in your eyes, makes me
wanna lose myself
Makes me wanna lose myself, in your arms
There's somethin' in your voice, makes my heart beat fast
Hope this feeling lasts, the rest of my life
If you knew how lonely my life has been
And how long I've been so alone
And if you knew how I wanted someone to come along
And change my life the way you've done
Chantal Kreviazuk
*°*°*
Voglio sapere che cosa gli
ho fatto. Perché mi fa soffrire così tanto. Anche in questo momento cerco di lottare con le lacrime che
tentano di uscire. Sono forti ed io non riuscirò a trattenerle ancora per
molto.
Mi giro di nuovo a
guardarlo.
Le lezioni del professor.
Rüf non sono mai state elettrizzanti per Ron. Il massimo che riusciva a fare
era addormentarsi seduto accanto a me. La sua testa amaranta appoggiata sul mio
braccio. Mi innervosivo d’accordo, ma ero comunque
contenta. Ron era accanto a me.
Scuoto la testa. La coda
alta in cui ho legato i capelli si muove
incessantemente. Mi ricadono vari boccoli intorno al viso. Porto
i miei occhi scuri su quell’ochetta che gli siede accanto. I lunghi
capelli biondi ricascano morbidi sulle spalle minute. Le gambe lunghe ed
affusolate sono accavallate, l’una sull’altra, le labbra rosee e piene
sorridono con infinita dolcezza. Gli occhi ambrati e grandi scrutano il
bellissimo volto del mio Ron. Anch’io
che sono una donna sessualmente sana riconosco che
Lavanda Brown è davvero bella e soprattutto è cambiata, diventando per giunta
interessante.
Sospiro
pressando le dita fredde sulle mie tempie cercando di scacciare quella
milionesima preoccupazione.
-Ehi, Hermione va tutto bene?- Harry mi richiama dolcemente poggiandomi una
mano sul polso fin troppo sottile. Abbassò le dita e apro
gli occhi scuri. Gli sorrido. Harry è la mia dolcissima ancora di salvezza. Se
non avessi lui sarei già annegata nella disperazione.
-Benissimo...- gli
rispondo togliendogli un piccolo filo d’erba dai capelli corvini. Maliziosa, mi
avvicino al suo orecchio. Adoro stuzzicare il mio migliore amico. –Tu e Ginny
vi divertite parecchio?-
Harry mi sorride,
arrossendo sulle guance leggermente pallide. Gli occhi verdi si accendono
quando inizia a raccontarmi il breve incontro che ha avuto con Ginevra. Non scende nei minimi particolari, in fondo, neanche io potrei
sopportare tanto. E’ pur sempre il mio migliore amico!
Gli scocco un bacio sulla
gota, grazie al suo racconto dolce ed interessante sono riuscita ad evitare di
voltarmi per altre 300 volte verso il binomio Ron-Lavanda. Harry mi accarezza i
capelli passandomi una mano attorno alle spalle. Mi coccola dolcemente un braccio prima di sorridere e riprendere a scrivere
qualche appunto qua e là.
Lo scruto
ancora, poi decido di seguire il suo esempio. Mi volto timidamente verso
Ron e con mio sadico piacere noto che guarda insistentemente la mano di Harry
accarezzare la mia spalla.
Lavanda continua a
parlare, però lui sembra non ascoltarla più.
La lezione di Storia della
magia è terminata da pochissimo. Per colpa
sua non ho preso la quantità di appunti che
occorrono per i miei studi. Sbruffo avviandomi con Harry verso la porta
dell’aula. Mi carico meglio la borsa sulle spalle, ma quella
dannata sacca, cede per la 3° volta nell’arco di una settimana. Un decina di volumi precipitano al suono provocando un
rumore forte e sordo. Inarco un sopraciglio. Sono davvero innervosita. Prima
che possa chinarmi a riprendere tutto, Seamus Finnigan
si accovaccia al suolo ai miei piedi, vedo il suo capo sollevarsi per andare a
posare lo sguardo sulle mie caviglie. Arrossisco furiosamente prima di
inginocchiarmi accanto a lui.
-Grazie Seamus,- gli dico sorridendogli. Una ciocca troppo ribelle sfugge
all’elastico nero.
Noto le guance del
biondino imporporarsi leggermente. E’ davvero un bel ragazzo. Gli occhi scuri
sono penetranti e le labbra, piene e ben disegnata.
-Ma ti pare- mi risponde afferrando la mia borsa e
mormorando un incantesimo di riparo. Infila tutti i miei libri nella sacca. –Adesso
dovrebbe reggere...- si alza sollevando con sé il
carico immane della cultura che mi
porto sempre dietro. –Se vuoi ti accompagno fin nella
sala comune... è davvero troppo pesante per te- Squadra il mio fisico che,
grazie a dio, è l’unica cosa di cui non posso lamentarmi. In questo periodo, ho perso un po’ di peso e, in qualche modo assurdo, il mio seno è
diventato più grande.
-No, Seamus ti ringrazio ce la faccio benissimo da sola...- gli sorrido
ancora con dolcezza. Nuovamente, le sue guance si imporporano.
-Ce la fa
da sola Finnigan...- la voce arrabbiata di Ron entra prepotentemente
nella nostra conversazione. Lo guardo con astio. Afferro senza troppe
gentilezze la borsa che regge ancora Seamus e mi avvio verso la porta dove
Harry ha assistito a tutta la scena senza riuscire ad esprimere una sola
parola. –Gira a largo, Seamus...- Ron continua ad inveire contro il ragazzo
biondo.
Prendo Harry per il polso
e lo trascino fuori nei corridoi stracolmi. Notiamo la piccola figura, dolce ed
aggraziata, di Ginny farsi avanti. Il bruno sorride senza accorgersene. Io
sospiro. Anche oggi passerò il pomeriggio da sola a
studiare in biblioteca. Spingo nella direzione di Ginevra il mio migliore amico
e gli sussurro.- Raggiungila, mentre io trattengo Ron...-
Harry mi sorride.
-Ti voglio bene, Hermione-
mi scocca una buffetto sulla guancia e corre verso la
sua amata Ginevra.
Girano appena in tempo
l’angolo quando Ron esce dalla classe.
Lavanda lo saluta con un
bacio volante.
“Io la uccido entro la fine di questo anno.”
Penso rivolgendo i miei occhi a Ron. Improvvisamente, mi ricordo di aver ancora
il suo maglione grigio, su, in dormitorio. Non riesco nemmeno a dirglielo che
lui mi afferra per un polso e mi trascina verso le scale, su, oltre la torre
dei Grifondoro, fino ad arrivare sul terrazzo di quella di Astronomia.
-Ron, lasciami mi fai
male!- esclamo cercando di divincolarmi. La sua mano agguanta interamente il
mio braccio.
Quando ci fermiamo abbiamo entrambi il fiatone. Abbiamo
corso per 7 rampe di scale magiche e indipendenti.
-Cosa diavolo combini con Seamus?- la sua domanda è diretta. Io, però non
conosco la risposta. Perché
io non combino niente con Seamus
Finnigan.
Mi mordo il labbro
inferiore mentre un tremendo mal di testa mi fa ondeggiare sulle gambe. Chiudo
gli occhi sentendo immediatamente salirmi la nausea. Odio queste situazioni. Mi
appoggio pesantemente alla sbarra del parapetto. Ron mi è subito accanto.
Quella mattina non avevo mangiato quasi nulla. Colpa del nervosismo e, adesso,
dopo tutto quel correre, non potevo certo sentirmi in forma.
-Hermione stai bene?- mi
domanda allarmato.
Mi porta una mano attorno a i fianchi mentre
con l’altra mi allenta velocemente il nodo alla cravatta. Le sue dita fredde
a contatto con la pelle calda della mia
gola mi fanno rabbrividire.
Sono
debole, gli occhi vogliono
chiudersi e quel dannato peso sulle spalle non fa che farmi stare peggio. Mi
libero dalla borsa carica di libri.
Senza volerlo mi accascio
al suolo portandomi dietro Ron ormai in preda al panico.
-Hermione!- grida nelle
mie orecchie.
Appoggio dolcemente la mia testa sul suo petto. Mi sento così al
sicuro tra le sue braccia. Senza preavviso tutto si oscura davanti ai miei
occhi. Un forte fischio invade i mie timpani.
Un’ultima disperata parola
è ben chiara nella mia mente.
-Amore!-
Apro gli occhi. Macchie
gialle, rosa e soprattutto nere mi impediscono di
mettere a fuoco la stanza. Ho un caldo tremendo. Non mi ricordo di essere mai
arrivata nella mia camera. Nemmeno di aver studiato o fatto
qualcos’altro. Un crampo allo stomaco mi suggerisce di aver saltato
anche la cena.
Cerco di alzarmi e
mettermi a sedere. Qualcosa di rosso e caldo respira
docilmente appoggiato al mio materasso. Finalmente le macchie si diradano
permettendomi di riconoscere l’ambiente arioso e pulito.
L’infermeria di Hogwarts.
Sbadiglio rumorosamente,
cercando di rassettarmi i capelli che si trovano in uno stato ancora più
disastroso della proprietaria. Volto lentamente il mio
sguardo a sinistra ed immediatamente il mio cuore si ferma.
Le mani grandi e morbide
di Ron bloccano le mie. Appoggia la sua testa focosa
un po’ sulla mia gamba un po’ sul materasso. Dio, quanto è
carino e dolce in questo momento. Assomiglia ad un
grande peluche che non fa altro che intenerirmi e mettermi addosso una
voglia di stringerlo forte a me e di coccolarlo.
Delicatamente libero una
mano dalle sue dita e gli accarezzo amorevolmente i corti e soffici fili
amaranti. Il suo classico profumo di pulito mi riempie i polmoni rendendomi
felice ed appagata.
Inizia a muovere la testa.
Si sta svegliando.
-Ehi,-
mi dice non appena posa i suoi occhi su di me. Devo sembrare uno spaventapasseri
alla sue bellissime iridi chiare.
Gli sorrido. Non riesco a trattenermi
dal farlo. E’ troppo dolce con quei capelli arruffati e quegli occhi lucidi.
-Cosa è successo
esattamente?- gli domando appoggiandomi tranquillamente sui guanciali. Sfuggo
volontariamente alle sue carezze. Potrei non controllarmi e saltargli addosso
nel mezzo della conversazione.
Sospira prendendomi una mano
ed iniziando ad accarezzarla e a ricoprirla di baci. Ok! Vuole proprio che lo svergini...
-Mi hai fatto prendere un
colpo, Jane-
Mi chiama con il mio
secondo nome. Se fosse stato qualcun altro ad usarlo
mi sarei arrabbiata, ma è Ronald Bilius Weasley, ed io non obbietto
minimamente. Non ho proprio la forza di litigare con lui in questo momento.
-Troppo stress... Madama
Chips ha detto che non dormi bene, per questo ti ha dato una pozione che ti ha
fatto cadere in un sonno profondo.-
Lo guardo mentre mi parla
con gentilezza. Noto un tono di rimprovero nella sua voce.
-Ginny ed Harry?- gli
chiedo portandomi una ciocca boccolosa lontano dagli occhi.
-Sono venuti a trovarti.
Stavi dormendo e non te ne sei nemmeno accorta!- Mi
sorride scoccando un bacio troppo sonoro sul dorso della mia mano.
-Amore!-
Quella esclamazione mi ritorna alla mente. Ne sono sicura.
Qualcuno mi ha chiamato così. Ma non riesco bene a
ricordare nulla. Non vorrei illudermi.
Forse me lo sono solo immaginato.
Un altro crampo allo
stomaco mi fa serrare forte gli occhi. Non mangio dalla sera scorsa. Un
bicchiere di succo di zucca, non credo si possa definire, nutrimento.
-Che ore sono?- gli domando iniziando a guardarmi intorno. Forse riesco a
trovare qualcosa da mangiare nella cucina. O meglio
forse riesco a raggiungere la Sala Grande
e ad unirmi agli altri per la cena.
-21,30!-
Perfetto! La cena iniziava
alle 19,00. E’ già finita da un pezzo. Sospiro cercando i miei vestiti da
qualche parte nella stanza. Indosso quella disgustosa camicia
da notte dell’infermeria.
-Forse se ci sbrighiamo
riusciamo a mettere qualcosa sotto i denti...-
Ron sorride alzandosi
dalla sedia. Mi fa ristendere sul letto e appoggia la sua fronte alla mia. E’
così vicino che posso contare le sue lentiggini sul naso. Il profumo di pulito
è ancora più intenso.
Mi porta i capelli dietro
le orecchie e mi sorride.
-Dimmi cosa faresti senza
di me?- mi scocca un bacio sulla fronte prima di allontanarsi. Attendo che ricompaia dal dietro il paravento. Poco, devo attendere
perché la sua figura sia di nuovo visibile. Porta un vassoio di metallo.
CENA.
Mi appoggia tutto sulle
gambe e solleva i grande coperchio di metallo.
-Buon appetito!-
Il buon profumo del pollo
arrosto e delle patata al forno riempie la stanza. Ce
n’è a quantità industriale e mai mi sono sentita più affamata di questo
momento.
Assaggio una piccola
patatina croccante.
“Deliziosa!” penso
continuando a magiare tutto molto lentamente. Odio ingozzarmi e tracannare
tutto alla velocità della luce.
-Tu hai
già mangiato?- chiedo, all’improvviso, dopo aver inghiottito l’ultimo
boccone.
Ron inclina la testa.
-No... ma non
preoccuparti!- mi dice.
Ecco, ancora una volta, il
grande cuore di Ron mi fa sentire una perfetta
(Scusate il termine) stronza! Perché non è andato a
cena, invece, di restare a vegliarmi? Perché non mi ha
detto che quello nel vassoio era il suo
pasto? Perché lo ha dato a me? Soprattutto perché è
così dolce quando mi fa sentire la cattiva della situazione?
Infilzo un po’ di patate
insieme ad un pezzetto di carne e mi giro verso di
lui. Non può rimanere a digiuno. Ed io, come prefetto,
non posso permettergli di andare in cucina, più tardi, per i morsi della sua fame causata da me.
-Apri la
bocca...- gli dico allungando
la mia mano verso le sue labbra.
Ron ride.
-Ma che fai vuoi imboccarmi?-
Io mi porto una ciocca
lontano dagli occhi prima di rispondergli.
-Certo... così dividiamo
questo- indico il piatto ancora pieno di roba da mangiare.
Ron sorride ancora.
-Ne sei proprio sicura?-
Io lo guardo negli occhi.
-Sicurissima!-
Ron fa una cosa strana,
inaspettata. Afferra il mio polso e dolcemente se lo porta alla bocca.
Inghiotte il boccone e mi toglie la forchetta dalle mani.
-Però facciamo il contrario...-
Ed ecco, che ancora una volta, mi ritrovo a pensare
che io amo con tutta me stessa il mio migliore amico Ron Bilius Weasley.
Abbiamo condiviso quel pasto, come se fosse qualcosa di religioso. In silenzio,
senza fiatare. Un boccone a lui ed uno a me. E’ una cosa bambinesca ed innocente.
Ma allora perché io sono completamente su di giri al
pensiero di poggiare le mie labbra dove le ha già appoggiate lui?
Quando sono sazia mi dispiace un po’ avrei voluto
continuare a mangiare con lui, fino alla fine del mondo. E’ così rilassante
avere tutte quelle attenzione da Ron!
-Allora vuoi uscire con me,
sabato? Credo che me lo devi dopo tutto questo!-
Ecco,
che ricomincia con quello stupido scherzo. Lo so che mi prende in giro... ma perché, allora, non sento ironia
nelle sue parole? Bevo un altro sorso di succo di zucca. Un silenzio strano è
calato tra noi due.
-La vuoi
finire con questi giochetti!- gli dico all’improvviso alzandomi dal
letto. Sono stanca di stare sdraiata.
-Quali giochetti?- mi
domanda appoggiandosi allo schienale della sedia. Incrocia le braccia sul
petto ed assume un cipiglio che non mi
piace affatto.
-So benissimo che scherzi
quando mi chiedi di uscire! Non stai forse con Lavanda?-
Ron mi guarda sorpreso.
Inarca un sopraciglio prima di scoppiare a ridere.
-Certo che non scherzo...
ed io non sto con Lavanda! E’ lei che mi viene
dietro!-
Sento la rabbia montarmi
dentro. Odio quando scoppio a ridere, senza nessun motivo.
Mi giro veloce per
guardarlo in viso. E’ così sicuro di quello che dice che quasi gli credo.
Incrocio le braccia sul petto e gli rispondo sprezzante:
-A me non è sembrato
questa mattina!-
Ron serra la mascella. Mi
si avvicina. Alza un dito e percorre il mio profilo.
Perché deve farmi questo effetto?
Non riesco a parlare, sono
letteralmente presa dalle sensazione che quel contato
mi trasmette. Respiro a fatica iniziando a sussultare. E’ troppo vicino alla mia bocca. All’appagamento dei miei sensi ormai del tutto impregnati del suo
essere. Ferma il suo polpastrello sulle mie labbra e con la voce più
calda e vellutata che io gli ho mai sentito mi dice:
-Non sarai gelosa,
Hermione?-
Sento le guance andare in
ebollizione mentre le dita di Ron riprendono a scendere vero le mie spalle.
Vedo i suoi occhi indugiare sulla mia figura, ed il mio cuore sobbalza.
-Sai che sei quella che preferisco...-
Riporta il viso alla mia
altezza, le nostre labbra sono vicine come mai prima, i nostri occhi sono
incatenati e non riesco a sbattere le palpebre. Ho paura di fare qualsiasi
movimento. Non voglio rompere quella bellissima magia che si è creata... vedo Ron chinarsi leggermente per raggiungere l’altezza
della mia bocca. Con una mano inizia ad accarezzarmi la guancia. Vibro sotto
quel contatto. Finalmente ho la forza di lasciare scivolare le mie palpebre...
-Disturbo?- la voce di
Seamus Finnigan raggiunge le nostre orecchie. Ron si allontana dopo avermi
accarezzato sbrigativamente i capelli.
Ha lo sguardo scuro e
chiaramente avrebbe potuto uccidere senza pensarci due
volte il povero Seamus.
Inclino la testa per
osservare la figura del ragazzo. Stringe in mano un piccolo mazzo di
“Margherite concilia sonno”. Sono i miei fiori preferiti.
-No, vieni
Seamus...- gli dico gentilmente rimettendomi a letto. Sono un po’
stanca. Ron si impossessa velocemente della sedia più
vicina a me e getta occhiate infuocate all’indirizzo del biondino.
-Questi sono
per te...- mi dice indicandomi l’elegante mazzetto. –Ci hai fatto
spaventare, piccola Granger.-
Ron inarca un sopraciglio
a quella frase.
Io gli sorrido. Non mi
piace essere chiamata per cognome.
Improvvisamente, ricordo
che questa sera avrei dovuto dargli ripetizioni di
Aritmanzia. Mi dispaccio un po’.
-Scusami,
oggi avremmo dovuto vederci...
per farmi perdonare ci vediamo domani-
Vedo Ron irrigidirsi
visibilmente sulla sedia. Lancia occhiatacce sia a me che
a Seamus.
Il biondino sorride. Mi
mette una mano sulla testa.
-Non preoccuparti,
Hermione.-
Seamus è diventato molto
gentile nei miei confronti. Forse ha paura che io non gli dia ripetizioni?
Ron scatta in piedi,
afferra la mano di Seamus e sorridendo tirato gli dice:
-Tieni un po’ giù le mani,
Seam!-
Sento una leggera tensione
crescere in quella stanza. Seamus e Ron si squadrano. Sembra quasi che vogliano
marcare il loro territorio.
-Cosa ci fate ancora qui?- esclama all’improvviso Madama Chips entrando
nell’infermeria. –Weasley, Finnigan. Fuori dai piedi
immediatamente!-
Ron afferra la sua borsa
ed il mantello nero. Attende che mi saluti per primo
Seamus. Vuole tenerlo d’occhio.
-Ci vediamo a lezione,
Hermione.-
Il mio migliore amico lo
scruta fino a quando non scompare dietro il paravento bianco.
-Allora?- la voce
imperiosa dell’infermiera lo incita a sbrigarsi.
Mi scocca un bacio sulla
fronte.
-Ci vediamo domani, Jane.-
Gli sorrido sentendomi
rilassata.
Forse, riuscirò persino a
dormire...
Ringrazio per la loro gentilezza:
Selphie
Klaretta
Marion
Danielle
Anonimo
Meiko
Sweetie
AngéleJ