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Autore: redspecial    09/01/2013    2 recensioni
Severus l’aveva pensato più di una volta: che cavolo gli era saltato in mente quel giorno piovoso d’autunno? Eh si, perché quel giorno piovoso d’autunno, lui se ne stava comodamente seduto sulla sua poltrona a leggere un tomo intriso di magia nella sua casa babbana di Spinner’s End, e pensava che nulla al mondo potesse disturbarlo dopo la fine della guerra magica. A parte gli assalti dei soliti giornalisti a caccia di scoop, lui non aveva ricevuto nessuna visita. Il campanello babbano posto fuori dalla porta d’ingresso, che emetteva un rumore sinistro piuttosto che un trillo nitido, era rimasto in quelle condizioni da quando suo padre, inavvertitamente, lo aveva rotto sbattendoci contro il muso da ubriaco. Fu proprio quel giorno piovoso che, con sua immensa sorpresa, quel campanello riacquistò vita.
Severus è alle prese con uno scocciatore che disturba la sua quiete pomeridiana. Che cosa farà il nostro professore? Chi sarà mai questo individuo? Una storia su qualcosa che non può essere controllato che porterà Severus a fare un viaggio all'interno di sè stesso e di un passato vicno che ancora lo tormenta, oltre a dare una mano a due innamorati pasticcioni...
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 18


Era passata circa una settimana dalla notte in cui aveva seguito i suoi due compagni zucconi all’interno di quello che sarebbe divenuto il cerchio dei Mangiamorte e Severus non dava assolutamente nulla per scontato; non che lo avesse mai fatto, ma ora le circostanze si stavano facendo serie più che mai. Non poteva permettere che la storia si ripetesse nuovamente, o meglio, non poteva permettere che a pagare il prezzo dei propri errori fosse ancora Lily. A proposito, la sua relazione con lei andava bene, si sentiva compreso e appagato; la sua relazione con lei era ciò che gli faceva pulsare il sangue nelle vene e battere il cuore, praticamente lo faceva vivere. Lei era la persona più importante di tutte, lei era la sua persona. Severus sapeva che prima o poi la situazione avrebbe preso una piega diversa, sarebbe stato troppo bello per essere vero poter stringere tra le braccia la sua Lily per l’eternità; no, sapeva perfettamente che le cose sarebbero cambiate, solo non ne conosceva né l’andamento e né tantomeno il tempo. Era giunto fin lì forse per uno strano scherzo del destino, oppure per una sorta di “regalo” che qualcuno dall’alto aveva avuto l’onore di fargli, comunque la si mettesse lui era giunto lì per un motivo specifico e non era solo quello di intrecciare una relazione sentimentale con lei. Doveva cercare di proteggerla e salvarla, doveva assolutamente riuscirci. Se avesse alterato il futuro ci avrebbe pensato poi, anche a costo di scoprire le cose terribili che accadevano ai maghi che si intromettevano nel tempo. Silente era solito dire che il tempo era cosa strana e affascinante insieme, e forse lui stava raggiungendo una sorta di corrispondenza alle parole del vecchio mago che era stato il suo mentore.
Stava passeggiando tranquillamente nel parco del castello, azione che da adulto tra le altre cose avrebbe continuato a svolgere, quando un fruscio insistente fece capolino alle sue spalle. Con lentezza si voltò e scorse James Potter e Sirius Black che passeggiavano con fare scanzonato tenendo le mani in tasca e l’aria furbetta in volto. Non poteva ancora credere che Lily avesse potuto sposare un tale idiota. Severus accelerò il passo in modo da non essere visto da coloro che, più di una volta, gli avevano reso la vita impossibile. Si spinse fino al limitare delle Foresta Proibita e i due malandrini sembravano non aver notato la sua presenza; tanto meglio, almeno avrebbe potuto rimanersene in pace con i propri pensieri. Cosa non facile, dato che dinnanzi a lui spuntarono Avery e McNair che lo guardavano in cagnesco.
“Bel pomeriggio per passeggiare Severus, non trovi?” domandò il primo, mentre McNair spezzava ogni ramo rinsecchito che trovava nelle vicinanze.
“Direi di si, anche se fa piuttosto freddo” rispose il giovane dai capelli corvini.
“Non ti fai scaldare dalla schifosa Mezzosangue?”
Il pozionista digrignò i denti cercando di non scomporsi. Come aveva osato quella feccia umana rivolgersi a Lily in quel modo? Tuttavia serrò le mani a pugno, richiudendo le sue dita bianche ed affusolate in una morsa.
“Severus, non è vero che te la fai con lei? Una Grifondoro per giunta” commentò a mezza bocca Avery quasi schifato. I puri Serpeverde non si dovevano mischiare con i sangue sporco, oltretutto Grifondoro.
“Non sono affari che vi riguardano” rispose il giovane mago con freddezza. Oltre non essere realmente una questione che riguardava loro, Lily doveva essere lasciata in pace.
“Come vuoi caro Severus. Noi siamo tuoi amici e comprendiamo meglio di chiunque altro la voglia di emergere, e tu lo stai facendo nel modo sbagliato” sentenziò Avery con l’aria di chi aveva per le mani la chiave di un avvenire di successo.
Il giovane mago dagli occhi neri come due tunnel immersi nel buio scrutò entrambi i suoi coetanei con sufficienza, quella stessa che riservava agli studenti in generale, accentuata soprattutto per coloro che non appartenevano ai Serpeverde. Li aveva raggelati con un solo sguardo e i due si strinsero come a significare che quell’invasione li aveva in un qualche modo turbati. Così fecero per andarsene e Severus non resistette alla tentazione di far loro pagare tutte le cattiverie che avevano sputato sul conto della sua adorata; l’incantesimo non verbale li aveva fatti inciampare sui loro piedi e lui era sicuro al cento per cento che non avrebbero dato la colpa a lui, almeno non nell’immediato. Zucconi erano e zucconi sarebbero rimasti, sempre. Alla fine si era anche trattenuto, diciamo che aveva dato loro solo un acconto, un piccolo assaggio di che cosa avrebbe potuto fare per difendere la ragazza dagli occhi di giada. Avery e McNair non diedero molto peso alla caduta “accidentale” di cui erano stati protagonisti e si dileguarono in fretta, Severus invece riprese a camminare; da quando era tornato ad Hogwarts non faceva altro che compiere quella semplice azione. Pensava e ripensava, chiedendosi per la millesima volta che cosa ci faceva lui davvero nel passato, e poi c’era anche il mistero del suo libro di pozioni da decifrare; più passavano i giorni e più aveva la sensazione di non capirci poi molto. L’unica cosa di cui aveva una certezza matematica era che se la sua anima era stata inviata lì, un motivo più che giusto doveva esistere; stentava a crederlo, ma non pensava che fosse solo per fargli vivere l’intimità di una relazione con Lily, quello semmai lo aveva aggiunto lui. Eppure non si ricordava che la bella Grifondoro provasse qualche cosa per lui a livello amoroso; gli voleva bene, gliene aveva sempre voluto sino a quel fatidico momento, ma a quel modo no. Anche quella circostanza era assolutamente da appurare.
Cammina cammina, era oramai ritornato nei pressi del castello, così, quasi con non curanza, ne attraversò la soglia e rimase folgorato da un lampo di luce, tanto che dovette mettersi una mano sopra agli occhi per evitare che gli bruciassero. Che mai stava accadendo?
Non ebbe nemmeno il tempo di finire di domandarlo a sé stesso che una mano dal tocco gentile lo prese per le spalle e lo trascinò via con sé. Si sentiva girare la testa e si accorse di vorticare nel vuoto, una sensazione gli attanagliava lo stomaco, quasi come se si fosse smaterializzato per la prima volta; a guardare bene si era smaterializzato davvero. Il giovane mago aprì una palpebra lasciando l’altra ermeticamente serrata e si accorse di essere a Godric’s Hollow, il paesino che aveva dato i natali a Godric Grifondoro e, qualche anno più tardi, anche a Harry Potter. Era in mezzo ad un campo di erba incolta e foltissima, molto bella da vedere e soffice al tocco. Spirava una brezza che nulla aveva a che fare con il vento gelido dell’inverno e sentiva l’erba solleticargli lievemente la caviglia da dentro lo stivale in pelle nera; una sensazione di calore lo pervase, quasi come se fosse anch’egli un elemento naturale del paesaggio che si stagliava dinnanzi ai suoi occhi. Il suo mantello ondeggiava nel vento e lui aprì ancora di più i suoi occhi di pece, avvistando una stradina poco lontana, stretta e sterrata come se fosse un sentiero che portava in un bosco incantato. Severus era esterrefatto, ricordando le parole della sua Lily adulta che gli era apparsa più volte sotto forma di visione celestiale: “siamo maghi Sev, tutto può accadere”. Difficile da credere, anche con tutto ciò che in vita sua aveva visto, tutto ciò che la magia poteva fare. Di nuovo quel tocco gentile a scandire quella momentanea sospensione dalla realtà in cui era stato di nuovo catapultato, un tocco gentile che a pensarci bene conosceva a menadito. Con lentezza disarmante si voltò e fu allora che lo vide in tutto il suo splendore di una tunica dai toni cerulei: Silente gli era proprio di fronte e lo scrutava con un mezzo sorriso dipinto sulle labbra, quel suo sorriso sornione che esibiva ogni qualvolta gli doveva chiedere un favore, piccolo oppure grosso che fosse. Severus rimase quasi impassibile alla visione, pur avendo nel cuore un’immensa gioia a pervaderlo; non lo avrebbe mai ammesso a sé stesso, ma il rapporto che aveva instaurato con il vecchio mago negli anni, era una delle cose a cui teneva più in assoluto, anche di più della sua stessa vita.
“Ragazzo mio, sei ritornato in te vedo” disse gentilmente il vecchio preside con tono amabile. La gentilezza e le buone maniere erano una delle qualità positive per cui si era sempre distinto, e non erano nemmeno le migliori.
“Silente, che ci facciamo qui?” rispose a bruciapelo il pozionista, proprio come si confaceva al suo stile. Non era mai stato uno che prendeva tanti giri di parole, andava direttamente al sodo e, anche in quel caso, non era riuscito a fare eccezione.
L’altro abbozzò un sorriso e scosse leggermente la testa, a significare che non sarebbe mai cambiato.
“Sei tornato nei panni di te stesso da adolescente, ma noto che non hai perso il tuo modo di fare da adulto” lo canzonò un po’. Severus l’aveva sempre divertito con la sua aria arcigna e i suoi modi bruschi che in realtà celavano un cuore più grande di quanto si potesse immaginare.
“Ho diverse domande da porre e vorrei avere qualche risposta chiara una volta tanto” ribattè il pozionista in virtù della conoscenza che lo legava al preside da molti anni. Quell’uomo aveva sempre qualche cosa in mente.
Silente si accarezzò la folta barba argentea e abbozzò una timida risata.
“Lo so” rispose solamente per poi estrarre la sua bacchetta e puntarla verso un attonito Severus che non sapeva proprio cosa aspettarsi.





Angolo autore:

Buonasera mie bellissime lettrici! Come state? Com'è iniziato questo 2013? Spero bene! :-)  Io sono già cotta in partenza, quindi spero di riprendere un pò di tono!
Scusate la lunga assenza, oramai non so più come fare per farmi perdonare, anche se spero che questo capitolo possa essere un inizio... *autrice strizza l'occhiolino fiduciosa...*
Oltre ad avere il capitolo pronto, ho anche colto l'occasione per fare un piccolo regalo di compleanno al nostro bel tenebroso prof. di pozioni!
Tantissimi auguri Severus, ovunque tu sia... <3
Sper che il capitolo vi sia piaciuto e che possiate gradire la storia nel suo complesso! Ringrazio tantissimo la mia dolce fedelissima AMAZINGFREEDOM per aver recensito il cap. numero 17 e, in generale, per seguirmi con così tanta pazienza e fiducia! Grazie mille carissima! :-) (un cuoricino non te lo toglie nessuno! <3)
Grazie mille anche ai miei lettori silenziosi che continuano a seguire il mio ultimo lavoro! Grazie a tutti!
Un bacio

Redspecial

  
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