Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: soso95    10/01/2013    1 recensioni
“Con le lacrime agli occhi ho rinunciato alle mie ali uccidendo l'angelo che ero
e allo stesso modo sono rinata in un corpo che non mi apparteneva”.
, gridai come se lui potesse sentirmi, poi mandai in frantumi lo specchio liquido e iniziai a volare verso l'ospedale dove io stavo per rinascere, arrivata sopra la stanza iniziai a precipitare, sentivo le mie ali bruciare, io chiusi gli occhi e le lacrime sormontarono il mio viso mentre andavo sempre più giù.
Quella stessa sera, mentre alle 3.14 io riaprivo gli occhi e piangevo nel corpo di una bambina umana, la pioggia lavava via la polvere che rimaneva delle mie soffici ali piumate oramai perse per sempre.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Terzo Capitolo

 

Uno strano incontro

 

Non ci sarà mai il paradiso per te,

né in cielo né in terra!!!

 

 

Quando mi svegliai c'era mia mamma che mi fissava.

<< Perchè piangevi? >>, mi chiese.

<< Io non... non stavo piangendo >>, mentii.

<< Cosa vai a pensare Mà e solo che... >>.

<< Cosa c'è angelo mio? >> disse.

<< E solo che Rory ha avuto un'incidente ieri... >>, le dissi in fine.

Lei mi guardò con quegli occhi stanchi e tristi, era questo che volevo evitare, odio quando diventa triste.

<< Ma adesso sta bene
, non preoccuparti Mà, oggi vado a trovarla dopo scuola quindi non mi aspettare>>, le dissi in fine, a quelle parole lei tirò un sospiro di sollievo e la luce di sempre tornò a splendere nei suoi occhi.

Lei uscì dalla stanza e io mi preparai per andare a scuola.

 

  La scuola era una noia mortale senza Rory e come se non bastava Nina continuava a rompere, forse aveva ragione Rory, forse avrei dovuto fare qualcosa ma non era da me.

<< Hey Rossa che c'è quella stronza della tua amica ti ha abbandonato oggi? >>, mi disse Nina.

Io sapevo controllare bene la mia rabbia, ma oggi ne avevo accumulata troppa e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Mi girai di scatto, la inchiodai agli armadietti tenendola incastrata tra il muro e il mio braccio sinistro, aveva paura, gliela leggevo negli occhi, il suo respiro si fece affannoso e io la guardai dritta negli occhi e a quel punto sferrai un destro contro di lei ma presi gli armadietti a lato della sua faccia.

<< NON GIUDICARLA SE NON SAI PERCHÈ NON È QUI!! HAI CAPITO!! >>, le dissi.

Lei tremava, avevo ammaccato l'armadietto dietro di lei a pochi centimetri dalla sua faccia, tutti si erano ammutoliti e mi guardavano terrorizzati, non ci badai più di tanto.

Tornai in classe come una furia, poco dopo suonò la campanella ed entrò la Russo che insegnava pittura, ci affidò un compito per quell'ora, ci disse di dipingere qualsiasi cosa purché rispecchiasse i nostri sentimenti, era da lei un compito del genere le piaceva conoscerci così.

Presi i pennelli e iniziai a dipingere una creatura oscura, ero io.

Alla fine dell'ora venne da me e mi sussurrò qualcosa ad un orecchio.

Non risposi, presi la mia roba e me ne andai.

La scuola era finita per oggi, come promesso andai da Rory.

Raggiunto l'ospedale entrai e salii al primo piano, stavo per entrare nella stanza di Rory quando la maniglia si abbassò e dalla porta uscì quel ragazzo, lo stagista, mi salutò con un sorriso e se ne andò.

<< Permesso! >>, dissi aprendo piano la porta.

<< Mes! Che bello che sei venuta!! Ti devo raccontare una cosa >>, mi disse con uno di quelli suoi splendidi sorrisi.

<< Dimmi tutto!! >>, le dissi sorridendo a mia volta.

<< Hai presente il ragazzo dell'alta volta? >>.

<< Si, lo stagista >>, risposi.

<< Si chiama Jeson e non è uno stagista >>.

<< A no?! >>, dissi perplessa.

<< No è il figlio del padrone dell'ospedale >>.

<< E...? continua dai!! >>.

<< Mi ha dato il suo numero!! E oggi è stato a farmi compagnia qui nella mia stanza >>.

<< Ho notato, cioè ma è fantastico!! >>, le dissi con un po' di finto entusiasmo, pensavo ancora a ciò che era successo oggi, mi sentivo diversa, non che non mi sentivo già così visto che in fondo sono diversa, ma sta volta era un diversa in senso negativo, non so come spiegarlo...

<< E tu che mi racconti? Novità?! >>, mi riportò alla realtà.

<< Come?! Ah no nessuna, la scuola è una noia mortale senza te quando torni?!! >>.

<< Domani pomeriggio mi dimettono, non vedo l'ora! Sai è una noia anche qui... >>.

BEP-BEP.

Un messaggio mi era arrivato al cellulare.

Qst te la fcc pagare!!!”, che tradotto sarebbe “Questa te la faccio pagare!!!”, questa era Nina, che avesse detto qualcosa al paparino??

Non mi importava ormai ero in ballo, mi sarei presa qualsiasi responsabilità.

<< Chi è Mes? >>, mi chiese Rory.

<< Mia mamma, vuole che torni a casa, meglio che vada si sta facendo buio, ciao Mes >>, le diedi un bacio veloce sulla fronte e uscii dalla stanza.

 

Giù in strada faceva freddo, la strada era un po' lunga, così mi misi le cuffie nelle orecchie e iniziai a camminare a ritmo di musica.

Passando di fronte alla spiaggia decisi di fermarmi e di rilassarmi un po' così tolsi le cuffie e staccai la musica.

Il mare era burrascoso, era arrabbiato proprio come me, il cielo ormai era buio, il sole se n'era andato da almeno una ventina di minuti e la pallida luna aveva preso il suo posto.

La luna mi influenza, e quella sera era piena e mi rendeva triste...

<< Chris dove sei? >>, dissi sussurrando.

<< Mi manchi... >>.

Le onde del mare invadevano prepotenti il silenzio in cui mi ero rinchiusa e risuonavano dolcemente quasi a volermi cullare e li con quello stesso suono si persero le parole che avevo appena pronunciato.

Stavo sprofondando nella tristezza quando mi chiamò mia mamma.

<< Dove sei? Ti rendi conto di che ore sono?! >>, disse, sembrava parecchio arrabbiata.

<< Sono per strada sto arrivando >>, dissi con la voce più allegra possibile.

<< Sbrigati!! >>, mi riattaccò il telefono in faccia.

Mi alzai mi tolsi la sabbia di dosso e mi incamminai di nuovo verso casa.

Senza il mare e con la luna piena incombente su di me mi sentii davvero tanto triste e in più io, come ciliegina sulla torta, mi ascoltavo le canzoni di Alessandra Amoroso che avevo sul cellulare.

Ero quasi arrivata, mi tolsi gli auricolari e con il silenzio della sera percorsi l'ultima stradina prima di arrivare a casa, camminavo tranquillamente quando un rumore mi spaventò, mi girai di scatto e sentii l'adrenalina salire.

<< Chi c'è?! >>, chiesi nel buio.

Il silenzio fu la risposta che ottenni.

Decisi allora di camminare più velocemente, ma non abbastanza da evitare un motorino che stava passando a tutta velocità.

Quest'ultimo frenò di botto mentre io ero paralizzata dalla paura, il motorino scivolò per terra con il guidatore sopra, allora mi ripresi e gli andai incontro.

<< Stai bene?! >>, chiesi.

Il tipo rise, era un ragazzo, riuscii a capirlo solo dal corpo poiché teneva ancora il casco indosso.

<< Ridi? Potevi uccidermi!! >>, dissi furiosa.

<< Sei tu che attraversi senza guardare!! >>, disse lui accusandomi.

<< Sei un bel maleducato!! Togliti il casco almeno!!! >>.

<< Che caratterino! >>.

<< Non è giornata, non mi stuzzicare!! >>.

<< Che paura!! >>.

<< Vaffanculo!!! >>, così dicendo me ne andai.

Prima di aprire la porta mi preparai a subire la ramanzina.

La mamma era li seduta al tavolo della cucina era arrabbiata?

No, strano ma non lo era, preoccupata?

Si da morire!!

Silenzio. C'era tensione nell'aria.

<< Dove sei stata? >>.

<< Da Rory... te lo avevo detto che sarei andata da lei... >>.

<< Non mi dire bugie, ho chiamato Aurora e mi ha detto che sei andata via per le 5 dall'ospedale... >>.

<< Si sono andata in spiaggia dopo e ora sono qui... ero li quando mi hai chiamato... >>, le dissi.

Il suo viso si rilassò, mi chiesi il perché di tutte quelle domande ma mi limitai a salire in camera.

 

Chissà chi era quel maleducato!!

Magari lo rivedo così posso chiedergli scusa, l'ho trattato male, ma ha iniziato lui!

Ma che importanza ha adesso?!

Oggi la Russo mi ha chiesto il perché di quel disegno, come facevo a spiegarle che quell'angelo nero sono io?!

Non potevo... Oggi Rory era davvero felice di aver parlato con quel ragazzo, come si chiamava?

Ah si Jeson, me la porterà via??

Non voglio rimanere sola, non di nuovo...

Però lei è felice quando parla di lui, chissà...

Gabriel non mi parla più adesso, ci credo gliene ho dette quattro l'altra volta ma... forse... forse sono stata troppo dura con lui, domani mi scuserò.

Cosa mi sta succedendo?!

L'angelo che è in me... che fine ha fatto?...

Chiusi gli occhi e mi ritrovai in un sogno.

 

<< TI PREGO FERMATI!! >>, ero io che urlavo.

Un essere stava portandomi via il cuore.

Era mostruosamente bello, indossava una maschera bianca ed era vestito di nero, sulla sua schiena spuntavano delle ali ma non erano semplici ali d'angelo, erano nere.

Le sue mani si stringevano attorno al mio cuore, ed erano fredde e macchiate di sangue, del mio sangue.

Ero terrorizzata!!!

<< NO FERMATI!! >>, continuavo a urlare.

Lui si fermò un attimo e mi parlò.

<< A che ti serve se sei come me?! >>, disse.

La sua voce risuonava metallica e rimbombava nella stanza vuota.

<< Io non... Io non sono come te!! >>, gli risposi.

<< A me il cuore serve ad amare... >>, aggiunsi.

Dalla porta uno spiraglio di luce si allargava ma io e il mostro rimanemmo nell'ombra, infine alla porta apparve Chris bambino, come quando lo incontravo nei suoi sogni, e mi guardava spaventato.

Il mostro lo stava guardando come se fosse stato qualcosa di buono da divorare.

<< VAI VIA CHRIS!! >>, gli urlai.

<< Loren?! Sei tu? >>, rispose lui.

<< ASCOLTAMI TI PREGO VAI VIA!! >>, urlai mentre le lacrime mi scendevano copiose rigandomi le guance.

Il mostro allora mi guardò e si tolse la maschera, era Gabriel!!

<< Non c'è paradiso per te, ne in celo ne in terra!! >>.

Così dicendo si avventò su Chris.

<< NOOOOOOOOO!! >>.

 

Mi svegliai, piangevo, mia mamma era li sul letto e mi guardava preoccupata.

<< Chi è Chris tesoro? >>, mi chiese perplessa.

<< Il bambino del mio sogno... >>, risposi singhiozzando.

<< Stavi urlando, hai avuto un incubo?! >>.

<< Si mamma ora è tutto apposto scusami se ti ho svegliato... >>.

<< Non preoccuparti piccola mia, ora torna a letto è ancora presto >>, così dicendo mi baciò sulla fronte e poi uscì dalla stanza spegnendo la luce.

Io chiusi gli occhi e poco dopo mi riaddormentai.

  
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