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Autore: Evaney Alelyade Eve    11/01/2013    4 recensioni
Una mattina di Gennaio, la più fredda del mese, gli Alfa tornano e Derek li affronta, mentre Stiles non può nulla se non ascoltare con il cuore in gola quella che sembra a tutti gli effetti una lotta.
Derek sparisce, e anche se tutti lo reputano morto, Stiles sa che quello stupido sourwolf è lì, da qualche parte..
Genere: Angst, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Teen Wolf
Pairing/Personaggi: Derek Hale/Stiles Stilinski, un po' tutti, accenno Scott/Isaac.
Rating: Giallo (?)
Chapter: 2/?
Genere: Angst, mistery (è stato il maggiordomo, signor Detective!), introspettivo, sentimentale.
Warning: Slash, sequel di Breathe your life into me, I can feel you.
Summary: Una mattina di Gennaio, la più fredda del mese, gli Alfa tornano e Derek li affronta, mentre Stiles non può nulla se non ascoltare con il cuore in gola quella che sembra a tutti gli effetti una lotta.

Derek sparisce, e anche se tutti lo reputano morto, Stiles sa che quello stupido sourwolf è lì, da qualche parte..
Note: Il titolo è una strofa di "The Calendar" – Panic!AtTheDisco.
Il regalo fatto a Derek e la notte di Natale, per chi non l'avesse letta, si trova quì:
I'm dreaming of a white Christmas, just like the ones I used to know
Dedica: Kae, mia adoratissima, che mi hai prtato a scriverla.. magari il banner ti ricorda qualcosina... >_>
DISCLAIMER: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla ç_ç

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Put another ‘x’ on the calendar.
Winters’s on its deathbed.

 

 

 

 

Chap II

 

 

 

 

Cercarono tracce di Derek ovunque, ma sembrava che l'Alpha oltre a se stesso avesse portato via ogni cosa che potesse aiutarli a rintracciarlo e quasi sembrava che Derek Hale non fosse mai ritornato a casa e sarebbe sembrato credibile, davvero, se non fosse stato pe ril piccolo ma significativo particolare che, anche cancellando le sue tracce fisiche, aveva lasciato dietro di sè un branco di cuccioli e un cuore infranto.

Stiles aveva cercato di mantenere un profilo basso, sembrare sempre lo stesso per il bene degli altri e soprattutto di suo padre, ma c'erano volte in cui il suo sguardo si perdeva verso il bosco quasi sperasse di vedere stagliata contro la vegetazione la figura corrucciata e serio di Derek. Forse lo sperava, ogni giorno, perchè ogni volta che distoglieva lo sguardo sospirava sembrando quasi deluso.

Spesso prendeva la sua roba e come una furia, appena suonava la campanella, correva verso la sua jeep sgangherata e, una volta Scott ed Isaac l'avevano seguito di nascosto, passava tutto il pomeriggio nella vecchia e diroccata casa Hale.

I lupi non eranoriusciti a capire cosa facesse lì tutti i giorni, ma cominciavano ad essere preoccupati per il loro amico.

La verità era che Stiles si ripeteva ogni mattina che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe passato a casa Hale, ma puntualmente vi ritornava il giorno dopo per esplorarne le stanze, frugare nei cassetti trovare qualcosa, qualsiasi cosa che lo aiutasse a trovare Derek, ma il più delle volte era un buco nell'acqua.

Altre giornate invece non aveva voglia di cercare, allora, abbattuto, si coricava sul letto che aveva condiviso spesso con il moro in quegli ultimi tempi, e semplicemente si lasciava cullare dall'odore che ancora permeava le lenzuola.

Era cosciente che non fosse proprio una cosa sana per la sua psiche quella routine, ma non poteva fare altro, non c'era nient'altro di Derek che gli fosse rimasto a parte i ricordi, che a poco a poco stavano diventando parte di un vaso di Pandora che era meglio non aprire.

Impossibile per gli altri non notare quanto, giorno dopo giorno, la sua espressione diventava sempre più cupa, sempre più simile a quella di Derek, quasi come se Stiles volesse sostituirlo, recitare entrambe le parti.

'Comincia a spaventarmi' borbottò Scott una volta, mentre erano a pranzo, a quello che era diventato ormai un'inseparabile quanto insostituibile amico: Isaac Lahey.

'Già. Confesso che comincio preoccuparmi, e non solo io, anche Erica." rispose, rubando uns orso d'acqua alla bottiglietta dell'altro.

'Sta diventando sempre più simile a Derek, a volte mi aspetto che i suoi occhi diventino rossi e cominci a sparare ordini a tutti, come faceva lui" ma Isaac non aveva potuto ribattere, perchè proprio in quel momento Stiles era arrivato al loro tavolo.

 

Le ricerche proseguirono sotto sollecitazione di Stiles, che, in un modo totalmente autoritario e non da lui, aveva ordinato – perchè non si poteva definire chiedere gli ordini che aveva abbaiato loro quel pomeriggio - loro di perlustrare la zona intorno alla casa, suddividendoli in gruppi: Erica avrebbe cercato in città, Boyd poco dopo la riserva, Isaac e Scott intorno alla casa.
Nessuno di loro aveva avuto il cuore di rifiutarsi, e adesso, erano sparsi nei boschi, i sensi tesi al massimo.

Nessuno aveva speranze di trovare qualcosa, ma la vita è sempre così imprevedibile da sorprenderti nei modi più svariati.

"Ehi Scott" chiamò Isaac, fermo sotto una grande quercia, duecentometri lontano da casa Hale – abbastanza vicino da distinguerne i contorni neri, almeno per i super-sensi mannari – in un piccolo spiazzo.

"Cosa?" chiese l'altro, poco più lontano, senza aver bisogno di urlare. Forse Derek non aveva avuto proprio torto nel dire che il morso era un "dono".

"Credo di aver trovato qualcosa!" rispose.

 

Non fu facile confessare a Stiles che avevano trovato qualcosa, soprattutto perchè non era niente di buono e Scott davvero non se la sentiva di annientare così bruscamente le deboli speranze dell'altro, ma sarebbe stato scorretto nasconderglielo, così, seppur di malavoglia, tornarono verso casa Hale dove trovarono Stiles seduto sul portico, in attesa di loro notizie.

"Ehi, amico" mugugnò Scott, desiderando per la prima volta da quando lo conosceva, di non conoscerlo, di far finta di niente...

"Allora?" domandò senza preamboli il castano, balzando in piedi come se fosse stato una molla o avesse preso la scossa.

"A-abbiamo..cioè, Isaac...ecco..." guardò il biondo in cerca di sostegno e ricevette in cambio un sorrisetto incoragginate e un cenno del capo.

"Andiamo Scott, non è ora di fare il lupo balbettante, parla!" esclamò Stiles, sempre più impaziente.

"Mi dispiace..."

 

Stava correndo per il bosco e non gl'importava che oramai il tramonto stava lasciando spazio almanto della notte. In verità, in quel momento, nulla aveva importanza se non quello che Scott gli aveva detto, se non il fatto che doveva vederlo coi propri occhi e renderlo reale.

La maglia lacera e sporca di sangue nella mano destra pesava come un macigno sulla parte sinistra del suo petto.

Com'era possibile....no, non riusciva nemmeno a formulare il pensiero.

Gli Alfa l'avevano voluto con loro no? Non avrebbe avuto senso farlo fuori...ma come poteva spiegarsi quella maglia? La stessa che aveva indossato quel giorno?

Come spiegare quell'enorme artigliata che aveva quasi reciso in due una quercia di quella grandezza? La osservava senza fiato, per la prima volta da due mesi, veramente spaventato: gli Alfa avevano una potenza distruttiva terrificante, perchè quella, ne era sicuro, non poteva essere opera di Der.

Dio sapeva, eccome se lo sapeva, che quell'idiota avrebbe dovuto chiedergli aiuto prima,a vvisare dell'arrivo imminente degli Alfa! Avrebbero torvato una soluzione, non sarebbe stata mica la prima volta che lui si metteva in moto per risolvere i loro problemi sovrannaturali, no?

Avrebbe di sicuro inventato qualcosa, fatto evacuare l'intera beacons e necessario, se questo fosse servito a trattenerlo lì! Sì, perchè? Perchè diavolo quelloc he doveva sempre sacrificare tutto era sempre Derek? Stupido sourwolf con un inopportuno senso di responsabilità!

Credeva di dover dimostrare qualcosa alla famiglia che aveva perso?

O forse..ah, allora era proprio quello il punto, vero? Non gliel'aveva detto lui stesso che oramai, volente o nolente, aveva dei cuccioli di cui occuparsi? Degli amici che si preoccupavano di lui? Non l'aveva resa concreta, quella realtà, quando nella notte di Natale gli aveva regalato la cornice con la foto di tutto il gruppo? Non l'avevano suggellata con un bacio? Il primo di tanti?

Derek stava dimostrando loro che li aveva riconosciuti come famiglia e che non avrebbe permesso a nessuno di portagliela via, ancora.

Stiles non riuscì a trattenere un singhiozzo, mentre stringeva i brandelli di quella che, una volta, era stata una sua maglia.

 

Tornò da Isaac e Scott, che l'avevano pazientemente atteso, quando ormai era notte e il bosco era immerso nell'oscurità.

"Stiles..." cominciò Scott, perchè diavolo ci doveva essere qualcosa che doveva dirgli per tirarlo su...

"Lascia perdere, ok?" ribattè atono l'altro, sforzandosi in uno striminzito sorrisetto "nessuno potrà dire che non ci abbiamo provato, adesso andiamo, eh? Comincio a sentire freddo e ho voglia di tornarmene a casa".

Nessuno dei due lupi accennò, nel viaggio di ritorno, al fatto che c'era odore di lacrime su quel viso e di dolore, e che ancora, quando scesero dall'auto e lo videro entrare in casa, stringesse i resti della maglia di Derek.

 

"Non va affatto bene!" sbottò Scott frustrato, mentre tornavano verso casa McCall, lui e Isaac.

Non poteva più sopportare di vedere il suo amico in quelle condizioni: non era mai stato un buon osservatore, e forse nemmeno l'amico dell'anno, ma lui e Stiles erano legati da una profonda amicizia, sin da quando erano bambini.

"Capisco quello che dici ma credo che Stiles abbia bisogno di tempo per assimilare il fatto che Derek non tornerà più. E' disorientato" e fece uno dei suoi isaaconici sorrisi "è difficile ritrovare la bussola,posso comprenderlo, più o meno"

"Vorrei solo...poter fare qualcosa, qualsiasi cosa! Abbiamo bisogno di Stiles, della sua intelligenza...credo adesso più che mai" ribattè sconsolato, guadagnandosi un'abbraccio consolatore da parte del biondo.

"Andrà bene, Scott, il tempo guarisce tutte le ferite.."

"Speriamo altrimenti...." e lasciò la frase in sospeso, mentre si arrampicavano sul muro per entrare dalla finestra, nella sua stanza.

   
 
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