SEMPLICEMENTE
LA PERFEZIONE
Capitolo
1
“
Temperature da record sono previste. I meteorologi hanno
annunciato questo inverno come uno dei più freddi degli
ultimi vent’anni, ma
andiamo a sentire gli esperti…” spensi la
televisione quasi innervosita, come se
non fossi in grado di accorgermi da sola che fuori dalla porta di casa
mia
c’era freddo.
Eravamo
solo alla fine di Settembre ma le temperature che si
registravano erano già paragonabili a quelle di Novembre
inolttrato.
I
miei occhi caddero sull’orologio:7.15.
Presi
velocemente lo zaino e quasi senza accorgermene dalla
fretta sbattei la porta, ma non me ne preoccupai più di
tanto, probabilmente i
miei genitori erano troppo impegnati a litigare per accorsene.
Cominciai
a correre nella speranza di non perdere il
pullman, non avevo proprio voglia di farmela a piedi la strada quella
mattina e
così mentre camminavo a passo fin troppo veloce per i miei
gusti, mi persi nei
miei pensieri.
Mi
presento: Mi chiamo Isabella Swan, ho sedici anni e sono
la persona più noiosa che possiate incontrare.
Si,
sono noiosa, e ammetto anche che certe volte mi annoio
perfino da sola.
Il
mio aspetto era normale, anzi quasi banale, appena sopra
gli 1.60, cappelli di un semplice color mogano che ricadevano in
semplici
boccoli appena accennati sulla schiena.
Il
viso per i miei gusti era fin troppo semplice: Due occhi
grandi di un marrone banale, un piccolo naso e tratti talmente delicati
da
togliere due anni alla mia giovane età.
Su
quest’ultimo punto ormai ci avevo fatto l’abitudine:
Quando
avevo dieci anni, ne dimostravo otto, quando ne avevo
dodici, ne dimostravo dieci, e ora che ne avevo sedici, ne dimostravo
quindici
appena compiuti.
Anche
la mia vita era banale:
I
miei genitori si potevano semplicemente definire con la
parola “ antichi ”, erano legati alle regole in
modo quasi ossessivo e se per
sbaglio una volta sgarravi, potevi essere certo che ti sarebbe toccata
una
sfuriata, lunga dalle tre alle quattro ore, e un castigo a tempo
indeterminato…In casa mia c’era ben poco che
potevi fare di testa tua.
Volevo
bene a Charlie e René, ma loro non mi capivano...
I
miei amici, invece, si limitavano a una ristretta cerchia
di persone.
La
mia “ migliore amica “, in questo caso nemesi, era
Jessica, mentre il mio migliore amico, da me considerato più
un fratello, era
Jasper*.
Poi
naturalmente c’era anche Rosalie* e lei sicuramente era
quello che avevo che si avvicinava di più a una vera
migliore amica
Jessica
era sicuramente una delle ragazze più belle di
Forks. Il fisico di Jessica era perfetto, le curve tutte al posto
giusto,
lunghi capelli color castano chiaro e due occhi di colore verde messi
sempre in
risalto da un paio di lunghissime ciglia di un nero intenso.
La
sua bellezza l’aveva portata ad avere i ragazzi
più belli
di Forks e dei dintorni, mentre io ai sedici anni non avevo neanche mai
baciato
un ragazzo.
Sicuramente
il fatto di non avere mai avuto il ragazzo non
era dovuto al fatto che io non lo volessi, ero semplicemente che io che
non
piacevo, o come diceva Jessica “ è semplicemente
mancanza di fascino, bisogna
saperli conquistare gli uomini hahahahaha “ seguita da una
risata semplicemente
da oca.
Era
sempre andata così: Milly piaceva ed io no, ormai ci
avevo fatto l’abitudine!
Anche
con Jacob era andata così…
Jacob
era un nostro compagno d’infanzia, e da io sempre gli
ero stata molto affezionata, ma in dieci anni questo mio sentimento non
era mai
stato ricambiato.
Jacob
con il tempo diventò un bellissimo ragazzo, era tutto
quello che una ragazza potesse desiderare: Alto, fisico statuario,
capelli neri
corti, occhi anch’essi di un nero profondo, labbra carnose,
simpatico e
intelligente.
Ben
presto, ormai due anni fa, capii di essermi innamorata
di lui, ma tanto per cambiare i miei sentimenti non fuorno ricambiati.
Furono
di sicuro gli anni più brutti della mia vita, tutto
era buio, non c’era colore, c’era solo dolore,
solitudine, lacrime, rimorso e
dolore, ma presto tutto questo si tramutò in rabbia.
Era
il mio sedicesimo compleanno quando Jacob e Jessica si
misero insieme.
La
verità fu che dovetti ingerire quel boccone amaro,
Jessica la conoscevo da ormai tredici anni e c’ero
affezionata e mi permetteva
di restare vicino a lei e così automaticamente a Jacob.
Jacob,
invece, quando seppe che mi piaceva si allontanò da
me quasi immediatamente, neanche lui naturalmente voleva aver vicino
una
ragazza sciatta come me quando poteva avere Jessica.
Per
Jacob stavo ancora male, non me l’era dimenticato, il
suo sorriso era ancora capace di farmi stare bene e darmi la pace
almeno per
una giornata intera, era ancora il mio ossigeno, ma quando arrivava la
sera, ed
io rimanevo sola con me stessa, nuove lacrime mi solcavano il viso.
Però
una cosa Jacob me l’aveva regalata: La paura di amare e
di affezionarmi a qualcun altro.
Ormai
era così che la gente mi chiamava: Cinica, stronza,
insensibile e forse era veramente così…Ormai non
speravo più in niente, non
credevo più in alcuna gioia.
Preferivo
stare sola con me stessa, con l’unica persona che
non potesse ferirmi, che legarmi di nuovo a qualcuno.
Ormai
avevo paura di riaffezionarmi a qualcuno perché
c’era
sempre una vocina nella mia testa che mi diceva “ nessuno ti
vorrà, succederà
come con Jacob…Tu lo amerai, lui si allontanerà e
tu starai male “.
Parallelo
alla mia cotta per Jacob, dire amore mi faceva
paura, c’era l’invidia per Jessica.
Jessica
aveva sempre avuto tutto: Da piccola i giochi più
divertenti, da bambina i vestiti più belli e da adolescente
i ragazzi più
desiderati.
Era
nel suo carattere, le cose più belle dovevano essere di
sua proprietà, e ben presto questa legge si espanse fino a
toccare Jacob.
Ne
ero certa: Lei non amava Jacob, era solo il suo ultimo
obiettivo per dimostrarmi quanto lei fosse migliore di me, e forse
aveva anche
ragione.
L’unica
persona che mi consolava e mi capiva veramente era
Jasper.*
Jasper
lo consideravo quadi come mio fratello, di lui mi
fidavo più di me stessa, e anche lui come me non aveva una
grande stima per
Jessica.
Infine,
ma non perché meno importante, c’era Rosalie.
Lei
a parer mio era veramente una bellissima ragazza,
sicuramente mille volte più di Jessica, ma lei sicuramente
non passava il tempo
a tirarsela come se ce l’avesse d’oro.
Oltre
a essere una ragazza con la testa sulle spalle era
veramente simpatica e disponibile, e per me fu quasi automatico legarmi
a lei
quando, circa un anno fa, arrivò a nella piccola e affollata
scuola di Forks.
Abbassai
gli occhi sul mio polso per vedere l’ora e quello
che vidi mi causò di nuovo un colpo al cuore.
Sulla
mia pelle bianca quasi come il latte i segni rossi
erano ancora ben visibili, ma sapere che ero stata io stessa a
procurarmeli mi
fece stare ancora più male.
Non
so quando successe precisamente, ma mi ricordavo solo
che una sera dopo aver passato il pomeriggio a piangere per Jacob mi
ritrovai
dei graffi sul polso e le dita, della mano opposta a quella del polso,
arrossate come se avessero appena fatto una grande pressione.
Ci
misi qualche tempo a capire da dove provenivano quei
continui graffi , all’inizio non collegai tutti gli indizi,
ma quando una
mattina mi ritrovai con le unghie delle mani sporche di sangue e la
pelle del
polso graffiata fino in profondità capii tutto.
Sapevo
che non era giusto ciò che facevo, che era sbagliato,
ma non riuscivo più a smettere ormai…Era
diventata la mia droga nei momenti bui,
la mia ancora di salvezza nella tempesta della mia vita.
Stavo
ancora facendo il resoconto della mia vita, quando,
una mattina di fine Settembre arrivai alla fermata del bus, dovevo
aspettare
Jacob, Jessica e Jasper, lo vidi per la prima volta:
Era
il ragazzo più bello che avessi mai visto…Era
alto, dal
fisico statuario messo in evidenza da una semplice camicia celeste e da
quel
paio di jeans che sembravano essergli stati dipinti addosso.
Il
viso era dai lineamenti delicati, le labbra erano carnose
e incorniciate da una leggera barbetta curata che riprendeva il colore
dei
capelli castano ramati un po’ spettinati., ma che a parer mio
gli davano ancora
un tocco in più di speciale. Gli occhi erano di un verde
profondo paragonabile
solo a quello dei pini di montagna.
Era
di sicuro il più bel ragazzo che avessi mai visto!
Avrà
avuto minimo vent’anni e la sua bellezza non era
lontanamente paragonabile a quella di Jacob, si poteva solo mettere a
confronto
con un angelo o comunque a uno di quei modelli che pensi di poter
vedere solo
sulle riviste di moda più prestigiose.
Era
semplicemente la perfezione!
Non
so cosa successe precisamente in quel momento, ma sentì
chiaramente il mio cuore aumentare i battiti all’inverosimile
e tutte le
energie, che pensavo essermi state rubate da Jacob negli ultimi due
anni,
ritornare a farmi sentire viva.
Il
respiro sembrava essere qualcosa di solleticoso e mi
provocò un sorriso appena accennato sulle mie labbra, e il
peso degli ultimi
due anni sembrò alleggerirsi.
Quando
salii sul pullman, lui aspettava quello dopo,
cominciai a ripetermi “è solo un bel
ragazzo, è solo un bel ragazzo “ e
volevo veramente che quelle parole fossero vere, ma il destino non
sembrava
essere dello stesso parere.
Ecco
qua il primo capitolo di questa mia nuova
pazza avventura…
Che
e ve ne pare? Cosa ne pensate? Devo
buttare dentro o continuare? Fatemi sapere voi.
Lo
so che come primo capitolo non è niente di
speciale, ma prometto che cercherò di fare del mio meglio
nel prossimo.
Come
avrete già capito la storia andrà a
trattare anche argomenti delicati ( vedi per esempio
l’autolesionismo )e spero
solo di essere in grado di trattarli…Come prima volta voi
che ne dite?
Naturalmente
non scenderò mai a descrivere
questi troppo nei dettagli per il semplice motivo che non credo di
essere la
persona più idonea a parlarne, ma almeno voglio provarci.
Ora
lascio a voi l’ultima sentenza e nella
speranza di sentirvi presto vi ringrazio già in anticipo
anche solo per avere
letto fino in fondo questo primo capitolo.
A
presto ,
Ally
salvatore
*Nel
mia ficcy
Rosalie e Jasper non sono imparentati e nessuno dei due centra niente
con la
famiglia Cullen.