Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: evenstar    01/08/2007    42 recensioni
Spoiler, spoiler, spoiler...non so se avete capito, ma qui ci sono SPOILER (del 7 libro, ovviamente). Se non lo avete letto e non volete rovinarvi la sopresa, non leggete la storia! Per gli altri: cosa potrebbe capitare se Ninfadora mettesse le mani su una copia di DH? Questo!
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'La vita secondo Tonks'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ninfadora Tonks era depressa

SPOILER DEL 7 LIBRO; SIETE AVVISATI

Dedicata ad Alektos, Cucciola83, Nonna Minerva e tutte coloro che sono rimaste profondamente deluse dal 7 libro della saga, sperando che prendano carta e penna e mettano loro una pezza là dove serve.

 

Ninfadora Tonks era depressa.

Ninfadora Tonks era depressa… e anche ragionevolmente incazzata.

Questa volta, a differenza delle innumerevoli altre volte che questa fastidiosa sensazione di inadeguatezze e sbattimento l’aveva colpita, la causa della depressione della ancora giovanissima e in perfetta salute fisica e mentale (se si esclude la depressione altalenante) Auror non era il suo, altrettanto in perfetta salute fisica e mentale (se si esclude la tendenza a diventare un po’ peloso e intrattabile una volta al mese) sebbene non altrettanto giovane, boy-friend; no, questa volta la causa andava ricercata altrove.

Per capire esattamente il motivo del malumore della giovane dobbiamo fare un piccolo passo indietro (state attenti al vaso con il cactus mentre indietreggiate, è spinosissimo) per riuscire ad avere una visione globale degli eventi che portarono a questa catastrofe.

Ninfadora era in piedi nel salotto del suo appartamento e fissava con sguardo truce il suo gufetto blu (su cui le era caduta la boccetta dell’inchiostro, per la fretta di spedire la lettera) svolazzare senza fretta verso il centro cittadino, diretto alla casa di un lupacchiotto di sua conoscenza. Mentre aspettava che il suddetto lupacchiotto ricevesse la sua lettera la ragazza era combattuta tra l’atteggiamento depresso, che l’avrebbe spinta a sedersi sul divano con sguardo assente, cadendo in un baratro oscuro di disperazione e angoscia; e la rabbia, che in quel momento stava decisamente prendendo il sopravvento su di lei, che la spingeva ad andare avanti e indietro per la stanza, marciando come una soldatessa, sbattendo contro tutti gli spigoli che incontrava nel suo impervio cammino e urtando così due volte il ditone del piede (ovviamente scalzo) contro il piedino del tavolo di fronte al divano.

Sul tappeto, macchiato in più punti da sostanze non più identificabili, giaceva, abbandonato in malo modo, evidentemente sbattuto alla per terra dopo la fine della lettura, un libro.

Il libro.

Quello stesso libro che l’aveva portata a quello sconvolgimento e sobbollimento interiore: tale “Harry Potter and the Deathly Hallow”.

Che le vicende del giovane Harry fossero decisamente famose nel mondo magico, era fuori dubbio, che anche i Babbani si interessassero a lui, era stata invece una novità per lei quando, circa 6 mesi prima, aveva scoperto un altro libro simile (tal “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”) accompagnando il suo lupacchiotto a fare shopping, ossia a comprarsi dei libi nuovi,

Quello che l’aveva attratta, e spinta a comprare tutti, ed erano a quel tempo ben 6, i libri della serie,  finendo per spendere tutto il suo misero stipendio, era stato leggere qua e là nei su menzionati testi, il nome di Remus (quello vero, a quanto pareva l’Autrice non era a conoscenza dell’esistenza di Remmy, il portachiavi di peluche, né tanto meno di R.J. il pesciolino rosso).

Ninfadora li aveva letti in breve tempo ed era arrivata all’onorevole conclusione che, sebbene alquanto pieni di eventi del tutto inventati, e decisamente troppo focalizzati sul piccolo Potter, i libri erano tutto sommato carini; una lettura interessante che le aveva permesso di farsi un’idea di quello che era la visione della mitica storia di Harry Potter dal punto di vista Babbano.

Infine, all’uscita dell’ultimo libro, era stata proprio curiosa di sapere cosa si sarebbero inventati come gran finale.

Perché era ovvio che un gran finale ci sarebbe stato.

Sapeva che le cose erano andate diversamente da come descritto (nessun essere umano mago, Babbano, o via di mezzo, avrebbe potuto avere tutta la fortuna di Harry in quei libri), in fondo lei c’era quando voi-sapete-chi-che-adesso-non-è-più era stato sconfitto, c’erano tutti, anche il suo lupotto tenerotto, ma anche una versione romanzata della storia sarebbe stata una lettura interessante.

Così credeva, almeno.

Finchè non aveva effettivamente letto.

E non aveva creduto più.

Si era sconvolta.

Si era rattristata.

Si era depressa.

E infine si era incazzata.

Troppi sentimenti in breve tempo per non richiedere l’intervento immediato del suo Remus.

Ed ecco il motivo per cui il suo gufetto era stato mandato via in fretta, ad un ora improponibile del mattino, per giunta tutto blu, con un lettera breve, concisa e incisiva (almeno lei sperava che così fosse), diretto all’appartamento di Rem.

Tonks guardò l’ora: 10:45, tre minuti e mezzo da quando aveva mandato la lettera, e di Remus ancora nessuna notizia.

Forse dormiva ancora.

Forse non l’amava più.

Forse aveva letto anche lui il libro e si era spaventato.

E adesso non avrebbe più voluto stare con lei, perché temeva per la sua esistenza, l’avrebbe piantata sull’altare (quasi, forse, insomma, era come se fossero sull’altare in fondo, no? Ci mancava proprio solo tanto così) e lei sarebbe morta da sola, e sarebbe stata divorata da una puffola pigmea.

Merlino, destino crudele.

Vita grama.

No!

Lei, Ninfadora… beh, diciamo Tonks. Solo Tonks! Non l’avrebbe permesso! Non dopo le scottature, le punture, le cene, i virus, non dopo tutto quel casino per conquistare il SUO lupacchiotto.

La giovane intraprendente Auror prese la bacchetta, talmente agitata da dimenticarsi perfino che in genere non la trovava mai, e quindi trovandola subito, e si smaterializzò all’istante.

Ricomparve esattamente al centro del bagno di casa Lupin; Remus era davanti a lei, tutto bagnato, con le goccioline d’acqua che gli scivolavano sul torace, i capelli castani spettinati che gli ricadevano sugli occhi, l’asciugamano tenuto in precario equilibri attorno ai fianchi. Nel momento in cui la giovane fece irruzione nel bagno lui lanciò un grido di sorpresa e mollò l’asciugamano, che cadde ammonticchiandosi ai suoi piedi.

Per qualche secondo entrambi rimasero in silenzio, Lupin fissando il volto di Tonks; Tonks cercando di fissare il volto di Lupin, sebbene lo sguardo le cadesse, malandrino, qualche decina di centimetri troppo in basso perché fosse credibile il fatto che lo stava guardando negli occhi anche lei.

Quando Lupin infine si accorse che i suoi occhi castani, da cucciolo abbandonato, non stavano attirando la necessaria attenzione di quelli di Tonks si chinò a raccogliere l’asciugamano e lo fissò bene ai fianchi, mentre il suo volto diventava dello stesso colore dei capelli della giovane davanti a lui.

- Merlino, Morgana e tutti i maghi passati per Hogwarts, che diavolo ci fai tu qui? – chiese quando si fu ripreso, il che accadde in breve tempo grazie all’allenamento a cui la giovane lo aveva sottoposto in tutti quei mesi che avevano passato insieme.

- Scus… Come sarebbe cosa ci faccio qui? Vuol dire che non sei contento di vedermi? Vuol dire che tu puoi piombarmi in casa quando meno me lo aspetto, mentre io non posso fare altrettanto? Hai qualcosa da nascondermi?

- Sì, per la miseria! - rispose il mago, perdendo momentaneamente la sua serafica calma che affascinava così tanti suoi amici, e lanciando un fugace e timido sguardo all’asciugamano.

- Oh, ehm, sì beh… dai, come se non avessi mai visto…

- Va bene, va bene, lasciamo stare, - la bloccò lui, non volendo sapere cosa e chi avesse visto prima. – Piuttosto dimmi: allora?

- Allora… che?

- Allora che ci fai qui?

- Oh.

- Eh?

- Possiamo andare in salotto? – chiese la giovane, rendendosi conto che forse restare nel bagno con il suo amore mezzo nudo non avrebbe reso più facile una conversazione civile, in realtà non avrebbe mai invogliato nessun genere di comunicazione verbale tra di loro il fatto che lui fosse mezzo nudo; e anche se Lupin fosse stato solo un quarto nudo, lei si sarebbe difficilmente concentrata lo stesso.

- Sì, forse è meglio, - rispose Remus indicandole con un gesto la porta, per farla uscire per prima.- Hai fatto colazione? – le chiese poi, dopo essersi messo un paio di vecchi jeans neri e una polo grigio chiaro, il cui collo rimase sollevato in una posa che rendeva il tutto decisamente sexy.

- Colazione? – chiese con sguardo sognante Tonks, ancora persa nella contemplazione del mago che le stava davanti. – Colazione? – chiese di nuovo, quando si fu un po’ ripresa. - Come puoi pensare a mangiare? Come ti viene in mente di mangiare in una situazione simile?

- Situazione simile? Ma che cosa sarebbe successo?

- Non lo sai? – sbottò Tonks sgranando gli occhioni e assumendo un’aria assolutamente allucinata.

- …No, - rispose vago Remus, cominciando a preoccuparsi.

- Ma il mio gufetto?

- E’ arrivato quando stavo per fare la doccia, sarei arrivato da te in 5 minuti.

- Ma non hai letto il mio messaggio?

- …Tra l’altro perché è blu? – chiese con una certa nonchalance lui, ignorando la nuova domanda e fissando la palletta di piume blu, che stava svolazzando felice per la sua cucina.

- Mi ci è caduto l’inchiostro sopra, - rispose lei alzando la mano a indicare che quello non era il tempo adatto per quelle quisquiglie. – Allora?

- Che?

Tonks sbuffò- - Il mio messaggio, Remus!

- Ah, sì. L’ho letto.

- E ti sei fatto la doccia prima di venire da me? – chiese lei, adesso quasi con le lacrime agli occhi. Lei aveva bisogno di lui e lui si faceva la doccia, invece che correre da lei a stringerla tra le braccia e consolarla… lo sapeva, sarebbe finita tra loro. Era stata troppo bello: come nei romanzi d’amore che leggeva sua madre, il loro rapporto sarebbe stato intenso, come uno scontro in volo tra due Cercatori in una finale di coppa del mondo di Quidditch, ma breve.

- Ninfadora

- Tonks!

- Dora. Ho imparato che, se mi chiami, non sei in pericolo di vita; è quando non ti sento che mi preoccupo.

- Ah, ecco…

- Comunque, tralasciando questo argomento, che cosa ti ha sconvolto così?

- L’ultimo libro della Babbana su Harry.

- Sì, l’ho letto.

- L’hai… l’hai letto? – chiese attonita.

- Sì.

- E sei così tranquillo? Non puoi essere così tranquillo, Remus!

- Perché no, scusa? E poi perché tu invece sei così agitata?

- Perché? Perché? – Tonks lo squadrò, si diresse verso il tavolinetto dove era ordinatamente deposta la copia del libro incriminato, la prese brutalmente e l’aprì esattamente a pagina 531, piazzando il dito sulla decima riga del testo. – Ecco perché! – rispose puntando l’indice con tanta forza che questo divenne bianco.

- Tonks, è un libro…

- Lo so che è un libro.

- E allora?

- E allora in quel libro IO, e pure TU, mio caro, siamo morti. M.o.r.t.i. Defunti, trapassati, finiti.

- Lo so ma… - cercò di dire lui.

- Ma, dice lui. Ma! Perché non è suo il padre che all’improvviso muore nel fiore degli anni… ma lo sai che se lo legge mia madre le viene un colpo? Lo sai com’è fatta, vede presagi ovunque! E se poi scopre che nel libro Harry l’aveva scambiata per quella pazza scatenata di Bellatrix? Sai che cosa succede, vero?

Lupin ebbe una fugace visione di Andromeda impegnata in una filippica durante il pranzo della domenica, mentre sottolineava con precisione maniacale in cosa, esattamente, lei e la sorella fossero profondamente e inequivocabilmente differenti, per chiunque fosse in grado di usare gli occhi.- Sì, ma…

- Ma! Ma hai visto? Il nostro matrimonio viene annunciato da tu-sai-chi-che-adesso-non-è-più!

- Voldemort, puoi anche dirlo adesso.

- Dirlo? Dirlo? Ma io lo uccido!

- Già fatto, ci ha pensato Harry, ricordi?

- Non mi interessa se ci ha già pensato Harry, lo riuccido. Ma ti rendi conto? Dopo tutta la fatica che ho fatto non una partecipazione, un minimo di ricevimento, gli invitati, i regali, la torta, niente. Solo lui che butta là il fatto che ci siamo spostati, come se fosse una cosa che capita tutti i giorni.

- Non avrà avuto il tempo di descrivere… - tentò lui.

- Tempo? Per quella sciacquetta francese con la puzza sotto il naso il tempo poi lo ha trovato però, eh! 10 pagine di matrimonio con tanto di descrizione delle damigelle e delle crisi ormonali di Harry, ma per me?… niente. Che ha fatto lei che io non ho fatto? E’ francese! IO sono l’Auror, IO combattevo contro i Mangiamorte, IO facevo turni di guardia massacranti per l’Ordine. Senza contare che lei appare e tutti le sbavano dietro, certo che Bill si è innamorato di lei…

- Sì, è una ragazza davvero bella, in eff… - Lupin si interruppe di botto, osservando Tonks alzare la bacchetta con aria truce.

- Dicevi?

- Nulla, amore.

- Ecco, mi sembrava. E per ME non c’è stato il tempo? E poi… dico ma secondo questa Babbana io assomiglio a Molly?

- Perché scusa?

- Crede che due giorni dopo il matrimonio io mi metta a scodellare pupi urlanti? E il viaggio di nozze? E le minifughe romantiche? E le notti passate a fare sesso sfrenato in ogni stanza della casa? – a quel punto Tonks parve accorgersi di aver detto troppo e divenne fucsia, capelli compresi. – Ehm, cioè…

- Sì. Ho capito il concetto, - le rispose Lupin, abbassando a sua volta lo sguardo.

- Ehi un momento… - lo sguardo di Tonks passò con allarmante rapidità da Lupin al libro, dal libro a Lupin, mentre i capelli perdevano progressivamente brillantezza, passando dal fucsia al rosso scuro, al viola intenso, al blu notte, al nero… nero, segno inequivocabile che la tempesta era in arrivo. – Tu lo hai letto… e non ti sei scomposto, quindi vuol dire… che non ti turba come ha descritto…

Lupin cominciò ad impallidire, capendo dove stava andando a parare la giovane. – No, aspetta…

-E quindi tu mi sposeresti, faresti un bambino con me… e poi mi molleresti incinta, ragazza madre, uscendo fuori come un pazzo con una crisi isterica? Incinta, grassa, con le caviglie gonfie… e sola come un cane? Remus John Lupin non mi stai dicendo che lo faresti vero? – ringhiò lei, sventolandogli davanti agli occhi la bacchetta magica, che stava lanciando scintille rosse e gialle dalla punta, come se fosse sul punto di esplodere come d’altronde la sua proprietaria.

Lupin fece un passo indietro, andando a sbattere contro il tavolo del salotto, bloccato tra il mobile e la sua furiosa fidanzata. E poi, mentre era lì che fissava la Benshee che una volta era stata Ninfadora Tonks, ebbe l’illuminazione.

In fondo era un po’ che ci stava pensando, tanto valeva provarci adesso, che la situazione era critica, magari riusciva a salvarsi la pelle (nel vero senso della parola dato che Tonks sembrava pronta a mettere in atto quanto letto nel libro che l’aveva tanto sconvolta).

- Sì, - disse quindi.

- C..come? – chiese Tonks che, sebbene ormai fuori dalla sua depressione e nel pieno di una crisi d’ira, non si sarebbe aspettata una reazione così da parte del SUO lupacchiotto, colui che era sempre comparso a prenderla quando stava per cadere, colui che la capiva e l’accettava così com’era, colui che aveva salvato R.J quando stava per morire, che aveva ritrovato Remmy, che le aveva salvato la cucina e che… piaceva a sua madre (alla faccia di quello che diceva la Babbana, sua madre letteralmente adorava Remus, c’era quasi da esserne gelosi, come di zia Bessy).

- Ho detto sì. Lo farei, - ribadì lui tranquillo e serafico.

La giovane e brillante Auror, quella che era sempre stata una ragazza abbastanza estroversa, tranne che con il suo Rem, la ragazza che non aveva mai avuto grossi problemi a parlare, adesso non sapeva assolutamente cosa dire. Chiuse la bocca, la riaprì, la richiuse e infine si accasciò sul divano di Remus, notando distrattamente l’assenza di macchie. Qualcosa però non andava, Remus stava scendendo, si stava abbassando come se anche lui stesse scivolando verso il basso in preda alla più brutta crisi depressiva che la storia ricordi, eppure lui non era depresso, lui aveva detto che lo avrebbe fatto… e poi perché diavolo sorrideva? Che cosa c’era da sorridere in quella tragedia? In quel giorno che era partito male e stava continuando anche peggio? Perchè quel giorno si era alzata dal letto? Sarebbe stato molto meglio rimanere sotto le lenzuola a rigirarsi inquieta per il caldo.

- Allora? - chiese Remus che era arrivato alla sua altezza, stando però stranamente in ginocchio sul tappeto.

- Allora che? – ribattè lei, non riuscendo a capire.

- Ti ho detto che l’avrei fatto. E lo sto facendo. Ninfadora Tonks mi vuoi sposare?

-Cosa? – sbottò Tonks. – Cosa? – ripeté quando vide che lui stava continuando a sorridere, tirandosi improvvisamente a sedere dritta, finendo per andare a sbattere una craniata contro la testa di Remus, che era protesa verso di lei e la stava studiando attentamente.

- Mi hai chiesto se ti sposerei… la risposta è sì, ti sposerei. Ti sposo, se tu mi vuoi, si intende. Per il resto… sì, farei un bambino con te…

Tonks lo fissò inorridita.

- Con calma, non subito, ma prima o poi mi piacerebbe avere un bimbo, o una bimba. Con te, ovviamente. – le rispose lui, sempre tranquillo, prendendole le mani tra le sue. – D’altra parte no, non ho nessuna intenzione di mollarti in seguito, su questo puoi stare tranquilla.

I capelli di Tonks passarono dal nero… nero, al blu notte, al viola intenso, al rosso scuro per fissarsi su un bel rosa fucsia, mentre lei iniziava a sorridere e poi a ridere, buttando le braccia al collo di Lupin, ancora inginocchiato ai suo piedi.

Che tenero il suo lupacchiotto.

Non c’è bisogno di dire che lo slancio di Tonks stava per trascinare entrambi per terra e fu solo la prontezza di riflessi di Remus che impedì il capitombolo.

- Lo devo prendere come un sì? – chiese lui, sorridendo.

- Sì, Sì, Sì, Sì, Sì, Sì, Sì. Sì! – urlò lei felice. Poi lasciò andare Lupin, improvvisamente pensierosa. – Ma devi giurare solennemente che ci saranno le partecipazioni, gli inviti, - disse cominciando a enumerare sulle dita. - …la cerimonia, il pranzo, i regali di nozze, la luna di miele,…

 

Fine.

 

  
Leggi le 42 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: evenstar