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Autore: SylviaGreen    16/01/2013    2 recensioni
Si possono dire tante cose su Sylvia Green: dormigliona, golosa, chiacchierona, irriverente, pigra, incontrollabile. Ma su due cose si può andare sul sicuro: non è una strega e non ha ricevuto la sua lettera per Hogwarts.
Eppure, per una strana successione di eventi, Sylvia Green si ritrova a bordo dell'Hogwarts Express, a chiacchierare tranquillamente con Harry e Ron. L'autrice si sarà bevuta il cervello? Probabile.
Ma allora, cara Sylvia Green, che cosa sei?
«Una wimag», risposi automaticamente. «Cioè qualcosa di strano, complicato e ignoto».
STORIA INTERROTTA
Genere: Commedia, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Sta andando molto meglio di quanto immaginassi. Forse giurare fa bene!





Non avevo reso partecipe Ron della mia disperazione, perciò lui non se ne accorse e continuò a vagare tra i binari. Io lo seguii per pochi minuti, in silenzio, fino a quando non scorgemmo uno scompartimento quasi vuoto, a parte un posto accanto al finestrino. L’unico ragazzo che lo occupava, e che era tutto intento fissare estasiato il percorso, era Harry.
Emisi un sospiro di sollievo talmente forte da sollevare una tenda. Sia ringraziato il cielo! «Ehi, Harry!», chiamai con un sorriso stampato in faccia.
Si voltò verso di me e ricambiò l’allegria. «Oh, ciao Syl!». Già usava l’abbreviazione del nome, come se ci conoscessimo da un po’ di tempo e non da cinque minuti. Questo mi riempì inspiegabilmente di orgoglio. «Sono contento di vederti. Hai visto che ce l’hai fatta? Vieni, siediti pure, e puoi venire anche tu, se vuoi», aggiunse, rivolgendosi a Ron dietro di me.
Lui accettò arrossendo ed entrambi ci sedemmo, uno accanto all’altro, davanti a Harry, trascinando a fatica i nostri carrelli. Il suo si trovava sul sedile accanto a lui.
Dato che entrambi i ragazzi conoscevano il mio nome, si presentarono a vicenda. «Io sono Ron. Ron Weasley», disse il mio vicino, tendendogli la mano.
«Tanto piacere Ron. Io sono Harry. Harry Potter», rispose l’altro stringendola.
Non appena il mio amico pronunciò la parola Potter,  gli occhi di Ron si dilatarono dallo stupore, come se avesse appena visto un cane a sedici gambe che scalava un grattacielo. Probabilmente aveva smesso di respirare. E per cosa? Per un cognome! Cosa c’era di tanto sorprendente?
«Allora è vero!», quasi urlò.
Certo che è vero, pensai sorpresa. Cosa credevi che fosse, un manichino?
«E hai veramente la … la … la …». Aveva la voce spezzata: non riusciva quasi a parlare.
«La cosa?», domandò Harry, e io stessa ripetei la domanda dentro di me con molta più curiosità.
Ron inspirò ed espiro. «… Cicatrice?», riuscì finalmente ad emettere.
Harry sorrise. «Oh, sì», assentì. Poi si alzò il ciuffo e gli mostrò quel segno a forma di saetta che anche io avevo individuato poco prima.
Personalmente non ci avevo trovato nulla di strano, a parte forse la forma, ma Ron non era del mio stesso parere. «Cavolo!», esclamò, e poi rimase a guardare Harry con tanto d’occhi, come ipnotizzato.
Lui sorrise ancora e poi, sottraendosi al suo sguardo, osservò il mio. Io lo stavo fissando interdetta, chiedendomi che cosa ci fosse di tanto strano in una cicatrice come quella.
Io ne avevo a miliardi sulle gambe, e quindi?
E poi Ron come faceva a sapere che Harry aveva una cicatrice sulla fronte prima ancora di vedergliela?
«Tu non sai niente». Non era una domanda, ma il suo tono pareva sollevato. «Grazie al cielo, per te sono solo Harry. Che strano, però: Hagrid mi aveva detto che tutti sapevano della mia storia».
Aggiungendo l’identità di Hagrid all’elenco chilometrico di domande che avevo, ribattei: «Forse intendeva tutti i maghi».
«Ah, non ricominciare con ‘sta storia!», si lagnò Ron, distraendosi dalla cicatrice.
«Sì, anche a me l’ha detto», concordò l'altro. «Ma perché sei tanto convinta di essere una babbana?».
Era finalmente una domanda diretta.
«Perché …», esordii, incerta. Non sapevo da dove iniziare: avevo tanti di quei concetti per la testa che frullavano a velocità folle da non riuscire a estrarne uno da usare come punto di riferimento.
Iniziai con un respiro profondo per non finire nell’isteria o per non soffocare dal lungo monologo che pregustavo, e …
… e raccontai loro tutto.
Della stazione, del panino, degli amici che non avevo, dei genitori che erano tornati in Italia (Questo è peggio che avere alcuni che non accettano maghi in famiglia, aveva osservato Ron), dell’uomo che mi aveva urtato, del suo carrello così simile al mio, dell’ombra nera con le sue caratteristiche da uomo enorme (Forse hai visto Hagrid prima che scomparisse, perché lui è fatto più o meno così, aveva dedotto Harry), della domanda del mio amico al controllore, della signora Weasley e della sua famiglia che entrava nel binario, del carrello apparso dal nulla, del mio timore di andare a sbattere contro il muro, del biglietto che avevo trovato in tasca e, infine, del mio sollievo a incontrare Ron e poi Harry sul treno.
Che liberazione esporre finalmente tutta la vicenda!
Quando finii di raccontare, Ron era rimasto a bocca aperta proprio come se improvvisamente fosse spuntata una cicatrice a forma di saetta pure a me. «Wow», riuscì a dire.
Harry fu più pratico. «Io penso che tu abbia creduto in tutto questo tempo di essere una babbana, quando invece non lo sei. Quanto alla lettera, probabilmente Hogwarts ha avuto qualche problema con i gufi che portano le lettere». Gufi che portano lettere? Ma non erano piccioni? «Resta il carrello e il biglietto, ma forse in questo caso hai utilizzato la tua magia inconsciamente per ottenerli».
Non ero esattamente d’accordo con quell’ipotesi, e anche Ron aveva ritrovato la parola quel tanto che bastava per ribattere: purtroppo, però, quella era l’unica che riuscimmo a considerare buona dopo l'ora del discorso seguente e dopo almeno un altro migliaio di supposizioni di cui l'ottanta per cento erano assolutamente insensate - tipo: è apparso Superman e mi ha portato carrello e poteri direttamente da Krypton. La maggior parte di queste, naturalmente, venivano dalla mia mente impazzita.
Alla fine, Harry decise di raccontarmi la sua storia, dato che ero probabilmente l’unica strega – sempre accettando l’ipotesi di avere poteri magici – a non conoscerla, e avrei destato sospetti, se già non ne destavo di mio.
«Hagrid mi ha detto che», esordì (rinominando di nuovo quello che probabilmente doveva essere un gigante o qualcosa di simile, a giudicare dall’ombra nella stazione), «cinquant’anni fa c’era un mago di nome Vold …».
«NON PRONUNCIARLO!», lo interruppe bruscamente Ron, terrorizzato.
«Come mai?», gli domandai sorpresa.
«Nessuno lo pronuncia», mormorò tremando, «e se nessuno lo fa, nemmeno i grandi maghi, non dovremmo farlo neanche noi …». La sua voce si abbassò progressivamente, come se fosse spaventato addirittura a pensare un nome come quello, fino a ridursi ad un sussurro delicato che lasciò spazio di nuovo al racconto di Harry.
«Infatti tutti i maghi lo chiamano "Tu - Sai - Chi"», spiegò lui, seccato. «Secondo me è stupido: ormai è scomparso; ma ad ogni modo», alzò la voce per evitare le proteste di Ron, «era un mago cattivo, come avrai capito. Quando ha incominciato a raccogliere seguaci, chi non si aggregava veniva ucciso brutalmente. Creava una specie di cerchia, capisci? Non so a quale scopo».
«Probabilmente per avere potere», commentai. «Tutti gli umani di solito - e credo anche tutti i maghi - quando sono potenti non desiderano altro che esserlo ancora di più, e non si capisce mai che cosa se ne facciano poi di tutta quella potenza».
«Credo che tu abbia ragione», assentì Harry, «anche se Hagrid mi ha detto che in lui non era rimasto molto di umano. Ha terrorizzato il mondo magico: non si poteva mai sapere di chi fidarsi, non si poteva fare amicizia con nessuno … Tutti hanno un orribile ricordo di quel periodo».
Ora incominciavo a capire come mai Ron e tutti gli altri maghi avessero così tanta paura di lui.
«Alla fine, undici anni fa, Vol …», Ron gli lanciò un’occhiataccia, «vabbè, lui provò ad aggiungere alla sua cerchia anche i miei genitori, Lily e James. Loro hanno combattuto per non unirsi, ma … beh, lui li ha uccisi».
La disinvoltura ostentata da Harry in quell’ultima frase era palesemente falsa.
«Poi ha cercato di uccidere me, non si sa bene perché, ma …».
«Non sei morto».
«Esatto: chissà come hai fatto ad indovinare», scherzò Harry, per distrarsi dal racconto deprimente. «Per un motivo sconosciuto, la maledizione che avrebbe dovuto uccidermi mi è rimbalzata contro. Per questo mi è rimasta la cicatrice e per questo sono famoso».
«Chiaro», assentii io. «Sei l’unico sopravvissuto ad un mago che ha fatto strage. Come hai detto che si chiama?», domandai poi per provocare Ron (e nello stesso tempo per non tagliarlo fuori completamente dalla conversazione), e quello mi lanciò contro un’occhiata degna da maledizione. «Ok, non lo dire, me lo ricordo», aggiunsi, e poi mi rivolsi di nuovo a Harry. «Ci dev’essere stato qualcosa in te, quella notte, che lo ha fermato. Caspita, Harry, mi sa che a te non serve andare a scuola di magia! Perché non mi insegni qualcosa?».
Sorrise tristemente. «In realtà io di magia non so proprio niente …», disse come per scusarsi. «Tutti si aspettano grandi cose da me, pure quel signor Olivander del negozio delle bacchette magiche …». Decisi di non interrompere il suo sfogo per chiedergli chi fosse quell'Olivander, se davvero esistesse quel negozio, dove si trovasse e se una babbana come me (o no?) potesse andarci. «… insomma, solo perché l’interno della mia bacchetta è lo stesso di quella di Vold … ehm, scusa Ron», e lanciò un’occhiata di scuse all’amico torvo, «di tu- sai- chi sono tutti lì a pensare che io quasi riesca a fare le stesse cose … le stesse grandi cose che lui ha fatto con la sua bacchetta. Io non so niente», ripeté. «Sono solo Harry e … sì, sicuramente sarò l’ultimo della classe».
Poveretto. Quella paura doveva assillarlo proprio tanto, dato che me l’aveva già rivelata. «Non ti preoccupare, Harry, sarai di certo migliore di me», provai. «Certo, non sarà così difficile superarmi, dato che probabilmente io verrò buttata fuori da Hogwarts dopo cinque minuti, però è già una consolazione essere migliore di qualcuno».
«Ancora?», si lagnò Ron. «Ascolta, stammi bene a sentire: tu arriverai a Hogwarts, sarai smistata nella casa migliore – dicono che sia Grifondoro, c’è stato anche Silente, a suo tempo – sarai la prima della classe di Incantesimi, di Trasfigurazione e di Difesa contro le Arti Oscure e farai vincere anche la Coppa delle Case».
Avevo capito una parola su quindici, ma era evidente che il suo era un discorso di incoraggiamento, così provai ad annuire e a sorridere per farlo contento. Che bello, sarei stata inserita nella cosa migliore,  Grifocoso, perché ci era stato anche Silente (quel nome l’avevo riconosciuto, per lo meno, anche se non avevo la più pallida idea di chi fosse), sarei stata la prima della classe di coso, cosa e cosa due e avrei vinto anche la coppa cosa. Wow!
A giudicare dalla sua faccia, Harry aveva capito esattamente quanto me, ma le sue intenzioni di tranquillizzarmi erano alla pari con quelle di Ron. «Guarda, ti faccio leggere la lettera», mi propose infatti. «Così almeno sai che cosa probabilmente c’è nel tuo bagaglio, e se ti parlano di lettera, sai di che cosa stanno parlando».
Specialmente quell'ultimo punto era importante, dato che dubitavo che nelle mie scatole ci fosse qualcosa anche solo lontanamente magico. Però chissà, poteva accadere di tutto.
Annuii, confusa, e lui mi porse una busta di pesante carta bianca, senza francobollo. L'indirizzo era stampato al centro con inchiostro verde brillante, ed era:

 

Signor H. Potter
Piano terra
Catapecchia sullo scoglio
Mare.


Chissà come ci era finito Harry in una catapecchia su uno scoglio. Ripromettendomi di chiederglielo appena mi fosse stato possibile, aprii la busta ed estrassi due fogli di pergamena giallastra pesante. Lessi il primo con avidità.

 
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Direttore: Albus Silente.

 
(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confederazione internazionale dei Maghi).
 
Caro sig. Potter.
Siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
I corsi avranno inizio il primo Settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 Luglio p.v.

 

Risposta via gufo. Via gufo!
«Io non ho risposto», mi lasciai scappare ma mi trattenni dall’aggiungere quindi non sono iscritta per non far ricominciare il processo di convincimento.
«Certo, se non te l’hanno mandata come facevi a saperlo?», convenne Ron. «Ma Silente sa tutto e saprà anche che ci sono stati questi problemi e che non hai ricevuto la lettera».
Non molto rassicurata, continuai a leggere. Per lo meno avevo capito chi fosse questo Silente.

 
Con ossequi,
Minerva McGranitt.
Vicedirettrice.

 

Respirando a fondo per non andare in un altro attacco di panico, aprii l'altro foglio e lessi.

 

Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
 
Uniforme.
Gli studenti del primo anno dovranno avere:
Tre completi da lavoro in tinta unita (nero)
Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno.
Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili).
Un mantello invernale (nero con alamari d’argento).
NB: tutti gli indumenti degli allievi devono essere contrassegnati da una targhetta con il nome.
 
Libri di testo.
Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi.
Manuale degli incantesimi, volume primo di Miranda Gadula.
Storia della magia di Bathilda Bath.
Teoria della magia di Adalbert Incant.
Guida pratica alla trasfigurazione per principianti di Emeric Zott.
Mille erbe e funghi magici di Phyllida Spore.
Infusi e pozioni magiche di Arsenius Brodus.
Gli animali fantastici: dove trovarli di Newt Scamandro.
Le forze oscure: guida all’autoprotezione di Dante Tremante.
 
Altri accessori.
1 bacchetta magica.
1 calderone (in peltro, misura standard 2).
1 set di provette in vetro o in cristallo.
1 telescopio.
1 bilancia d’ottone.
 
Gli allievi possono portare anche un gufo oppure un gatto oppure un rospo.
 
Si ricorda ai genitori che agli allievi del primo anno non è consentito l'uso di manici di scopa personali.

 

Quando finii di leggere, mi si bloccò la circolazione per un minuto.
Esistevano libri di magia! Incantesimi! Trasfigurazioni! Pozioni magiche! Negozi di bacchette magiche! Misure standard per calderoni! Guanti in pelle di drago – e, di conseguenza, draghi veri! E, dato che ero certa che nessuno studente aveva voglia di portarsi a scuola ramazze per spazzare il pavimento, scope volanti!
E tutto questo senza che noi babbani ci fossimo mai accorti di nulla!
Niente di tutto ciò avevo mai creduto possibile nella mia casetta a Londra.
Passammo un’altra buona mezz’ora a discutere delle cose a Hogwarts (Grifocoso, Cosorosso, Corvocoso e Cosoverde, dove coso stava al posto di una parola che non mi entrava in testa): più che altro parlò Ron, raccontando di gente famosa che era andata in una o in un’altra e rivelandoci che sinceramente non sapeva secondo quale criterio la scuola stabilisse in quale cosa gli studenti sarebbero dovuti andare, e chi fosse l'addetto a farlo. Io non mi preoccupai più di tanto: il mio primario pensiero era il timore di non venire neppure ammessa a Hogwarts, figurarsi in quale cosa. Intanto avrei dovuto comprendere quale parola stesse al posto di tutti i miei coso e cosa, per lo meno per non fare figuracce.
Era ormai l'una del pomeriggio quando finalmente presi la decisione fondamentale: volevo andare in quella scuola.
Non avevo mai avuto amici veri e i miei genitori non sapevano niente, perciò non avevo nessuno da rimpiangere a Londra. Non conoscevo nessuno che sarebbe andato alle medie con me, perciò nessuno avrebbe potuto effettivamente testimoniare che io mi fossi iscritta lì: il mio nome poteva anche essere apparso per sbaglio, e ora che i miei genitori avessero confermato, sarebbe passato almeno il primo trimestre. E poi, il mio carattere timido non mi avrebbe certo permesso di farmi nuovi amici subito, come invece era accaduto lì.
Il luogo dove mi stavo recando in compagnia di Harry e Ron, invece, prometteva assai bene. Avevo fatto amicizia con due ragazzi della mia età, entrambi simpatici, cordiali e disponibili; possedevo già - incrociando le dita - il materiale necessario per quella scuola (a parte il sangue magico, si intende), e dato che ero passata attraverso un muro, potevo sempre sperare nell'indulgenza dei professori, specialmente di quel Silente.
Non solo: avevo perfino chiarito un sessantaquattresimo circa dei miei dubbi.
Ok: quando si arriva?





*Angolino autrice*
Tadà il quarto capitolo! Tutti pubblicati in fretta e furia perché ce li avevo già pronti ... me per il quinto dovrete aspettare ancora un poco perché devo trovare il tempo di leggerlo, rileggerlo e rileggerlo ancora :) Perché vi rivelo un segreto: questa storia ce l'ho già scritta (sono tipo 40 pagine) però è scritta peggio di 50 Shades, se sapere cosa intendo... quindi devo controllarla e ricontrollarla e ricontrollarla e riscriverla e ricontrollarla, se non l'ho già detto ;) Quindi, aspettate che vi fa bene :D *Non è vero*
Messaggino per recensioni (mi piace troppo questo messaggio, perciò lo incollo sempre uguale).
Se siete arrivati qui perché non ce la fate più a leggerla, lasciate un commentino lì sotto in cui mi dite: "Che palle, davvero, è illeggibile questa storia, è troppo lunga... o la dividi in più capitoli ancora, oppure veramente non verrà nessuno da te". O qualcosa del genere. Dite quello che vi pare. Ricordate solo che l'omicidio è punibile per legge ;)
Se invece siete arrivati qui perché avete un minuscolo parere diverso da "Fai schifo" o "non ce l'ho fatta a finirla", commentate lo stesso e ditemi cosa vi è piaciuto e cosa non vi è piaciuto ... mi aiuterà a migliorare!
Insomma, tutto questo per dirvi che ogni parere, positivo e negativo, è sempre ben accetto!
Grazie mille per le 30 visualizzazioni del capitolo precedente (di cui almeno 15 sono mie che continuo a riguardarlo, ma vabbé :D )! Non riesco a capire come mai il terzo abbia pià visualizzazioni del secondo, ma ho l'impressione che questi rimarranno per sempre i misteri di EFP. Recensite, grazie! Come continuo a ripetervi, i pareri sono utili!
Grazie per avermi letto e buona giornata! :)
   
 
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