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Autore: Mary Evans    18/01/2013    1 recensioni
E se Harry avesse avuto una gemella, metamorfomagus , che lo avesse aiutato nei difficili anni a casa Dursley?
Se entrambi i gemelli avessero preso il talento in pozioni dalla madre e lo spirito malandrino del padre?
Se Regulus Black avesse avuto un figlio prima di morire?
Se questo figlio fosse stato allevato dalla signora Figg, la magonò in Privet Drive?
E se avesse preso tutto il carattere dallo zio, Sirius Black?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Metis Potter'
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«Qualcosa dal carrello cari» disse una signora grassottella che trasportava un carrello con una quantità enorme di dolci, affacciandosi nello scompartimento occupato da Metis, Harry e Gideon.
«Tre cioccorane, due pacchetti di caramelle tutti gusti + 1 e una brioche di zucca, per favore.» disse Metis, pagando per tutti e risedendosi accanto ai suoi gattini Nefer e Lilith che dormivano sul sedile.
Non poteva ancora crederci: Stavano davvero andando ad Hogwarts!
Ignorando Harry e Gideon che erano impegnati in una partita a scacchi (la seconda consecutiva che Harry stava miseramente perdendo), la ragazza si mise a guardare fuori dal finestrino osservando il paesaggio che scorreva mentre distrattamente addentava la sua brioche. Aveva aspettato con ansia il momento in cui sarebbe stata presentata ufficialmente alla comunità magica ma, adesso che era arrivato il momento, iniziava a credere che avrebbe deluso le aspettative di tutti.
Accarezzando il pelo nero del suo gatto, Metis rifletteva su questi pensieri quando venne distratta dal rumore della porta dello scompartimento che si apriva.
«Quel posto è occupato?» chiese un ragazzino dai capelli rossi indicando il sedile accanto a Metis «Il treno è pieno zeppo...»
«Entra pure.» disse Harry al nuovo arrivato.
«Io sono Harry, Harry Potter, e loro sono Gideon Black e mia sorella Metis. Tu come ti chiami?» chiese, guardandolo sedersi un po’ imbarazzato accanto a Metis.
«Io sono Ron, Ron Weasley.» disse lui, sorridendogli amichevole «Chi sta vincendo?» chiese poi, osservandoli giocare a scacchi.
«Sta di nuovo vincendo Gid accidenti!» si disperò Harry «È la terza volta che mi batte!»
«Non posso farci niente se sono il migliore!» si vantò quello, sorridendo con sufficienza.
«Posso sfidarti io?» chiese Ron «Me la cavo negli scacchi.»
Gideon scrollò le spalle.
«Come vuoi. Harry lasciagli il tuo posto.» disse, poi ghignò malignamente «Ron Weasley preparati a perdere!»

10 minuti dopo…


«Voglio la rivincita!» esclamò Gideon, irritato per aver perso a scacchi, mentre Harry e Metis se la ridevano alla grande sui divanetti di fronte.

I tre avevano deciso che il giovane Weasley era un tipo apposto ed avevano iniziato a farci amicizia.
Comunque, il fatto che non avesse additato i due gemelli come fossero animali dello zoo probabilmente centrava qualcosa.
«Andiamo Gideon non te la prendere!» rise Ron «è solo una partita a scacchi non un duello d’onore.»
«Bravissimo Ron!» si complimentò Metis «finalmente ho incontrato qualcuno che, oltre a me, è capace di far abbassare la cresta al piccolo Black.»
«Sta’ zitta rossa!» disse Gideon indispettito, girandosi di spalle e mettendosi a fissare in silenzio il panorama.
Prima che potessero dire altro, qualcuno bussò alla porta del loro scompartimento.
«Scusate» disse entrando un bambino dal faccino rotondo «avete mica visto un rospo?»
Quando loro scossero la testa disse in tono lamentoso: «L'ho perso!Continua a scappare!»
«Vedrai, tornerà.» lo rassicurò Metis dolcemente, mentre gli altri ragazzi lo ignoravano.
«Sì.» convenne tristemente il ragazzo «Se lo vedete...»
E se ne andò.
«Non capisco perché si preoccupa tanto.»commentò Ron «Se mi fossi portato un rospo avrei provveduto a perderlo prima possibile. E comunque non sono certo io che posso parlare: mi sono portato il topo Crosta!»

Il topo stava ancora ronfando sulle ginocchia di Ron.
«Potrebbe essere morto e non ci si farebbe neanche caso.» disse Ron disgustato.
«Ieri ho cercato di farlo diventare giallo per renderlo un po' più interessante, ma l'incantesimo non ha funzionato. Guardate, vi faccio vedere...»
Rovistò nel suo baule e tirò fuori una bacchetta magica un po’malconcia, ma aveva appena fatto in tempo ad alzarla in aria che la porta si spalancò di nuovo.

Il ragazzo che aveva perso il rospo era tornato, ma questa volta con lui c'era una ragazzina che indossava la sua uniforme di Hogwarts nuova fiammante.
«Qualcuno ha visto un rospo? Neville ha perso il suo.» disse.

Aveva un tono autoritario, folti capelli bruni e i denti davanti piuttosto grandi.
«Gli abbiamo già detto che non lo abbiamo visto.» disse Gideon, seccato da quelle continue irruzioni, ma la ragazza non lo ascoltava: stava guardando la bacchetta che Ron teneva in mano.
«State facendo una magia? Vediamo!»
Si sedette veloce accanto a Metis mentre Harry, Gideon e Ron la guardavano tra il sorpreso e il confuso.
«Ehm... va bene.»
Ron si schiarì la gola.
«Per il sole splendente, per il fior di corallo stupido topo, diventa giallo!»
Agitò la bacchetta ma non accadde nulla: Crosta era sempre grigio e continuava imperterrito a dormire.
«Sei sicuro che sia un incantesimo, vero?» chiese la ragazza, con tono saccente «Comunque, non funziona molto bene, o sbaglio? Io ho provato a fare alcuni incantesimi semplici semplici e mi sono riusciti tutti. Nella mia famiglia, nessuno ha poteri magici. È stata una vera sorpresa quando ho ricevuto la lettera, ma mi ha fatto un tale piacere, naturalmente, voglio dire, è la migliore scuola di magia che esista, ho sentito dire... Ho imparato a memoria tutti i libri di testo, naturalmente, spero proprio che basti... E... a proposito, io mi chiamo Hermione Granger, e voi?»
Tutto questo l'aveva detto quasi senza riprendere fiato.
Harry e Gideon lanciarono un'occhiata divertita a Metis che guardava la ragazza con occhi illuminati, felice di aver trovato finalmente una ragazza con la sua stessa passione per la lettura.
«Anch’io ho imparato a memoria i libri di testo e sono rimasta stupita di vedere quante poche cose includa il programma del primo anno! Comunque io mi chiamo Metis, Metis Potter, e loro sono Ron Weasley, mio fratello Harry e Gideon Black.» disse, indicando i suoi amici con un cenno della mano.

Rimase a parlare con Hermione per qualche minuto circa i dormitori dove sarebbero stati smistati, poi la ragazza se ne andò, veloce come era entrata, raccomandando a tutti di indossare le proprie divise.
«Qualunque sia il mio dormitorio, spero che non sia anche il suo» commentò Ron, e scaraventò la bacchetta nel baule.
«Non dire così. A me sembra simpatica.» disse Metis, prima di essere interrotta dall’apertura della porta dello scompartimento. Ma questa volta non erano né Neville, il ragazzo che aveva perso il rospo, e neanche Hermione Granger.
Entrarono tre ragazzi e uno di loro, biondo di carnagione pallida, osservò con interesse Metis ed Harry.
«Vero?» chiese «Per tutto il treno vanno dicendo che Harry e Metis Potter si trovano in questo scompartimento. Siete vuoi due?»
«Sì.» disse Harry, guardando gli altri due ragazzi.

Erano tarchiati avevano un'aria molto cattiva. Stavano uno di qua e l'altro di là del ragazzo pallido, e sembravano piuttosto guardie del corpo.
«Oh, questo è Tiger e questo Goyle.» fece il ragazzo pallido con noncuranza, notando lo sguardo di Harry «E io mi chiamo Malfoy. Draco Malfoy.»
Ron diede un colpetto di tosse che avrebbe potuto benissimo dissimulare una risatina. Draco Malfoy lo guardò.

«Trovi buffo il mio nome, vero? Non c'è bisogno che chieda a te come ti chiami. Mio padre mi ha detto che tutti i Weasley hanno capelli rossi, lentiggini e più figli di quelli che si possono permettere.»
Si rivolse ad Harry.
«Non tarderai a scoprire che alcune famiglie di maghi sono molto migliori di altre, Potter. Non vorrai mica fare amicizia con le persone sbagliate...? In questo posso aiutarti io.»
Allungò la mano per stringere quella di Harry, ma il ragazzo non la prese.
«Credo di essere capace di capire da solo le persone sbagliate, grazie.» gli rispose gelido.
«Io ci andrei piano se fossi in te, Potter.» disse lentamente Draco Malfoy «Se non diventi più gentile, farai la stessa fine dei tuoi genitori. Neanche loro sapevano come ci si comporta. Continua a frequentare gentaglia come i Weasley e diventerai né più né meno come loro.»
Harry, Ron e Gideon balzarono in piedi. La faccia di Ron era rossa come i suoi capelli. Ma fu Metis a sorprendere tutti puntando la sua bacchetta pericolosamente vicino al collo del biondo.
«Ripetilo!» sibilò minacciosa, stringendo gli occhi in due fessure e scurendo di poco i suoi capelli.
«Oh, oh, e adesso che cosa ci fai Potter, ci lanci un incantesimo? Ci prendi a pugni?» ghignò Malfoy, non notando il cambiamento e ignorando i due gatti che soffiavano arrabbiati alle spalle della padrona.
«Sì, se non uscite immediatamente di qui.» intimò Gideon affiancando Metis.
Draco e i suoi scagnozzi dovevano aver capito di essere in netto svantaggio, quindi se ne andarono senza altre parole.
Appena furono usciti, l’atmosfera nello scompartimento si rilassò non poco.
«Grazie Gideon.» disse Metis guardandolo.
Il ragazzo sorrise.
«Di niente rossa. Anche se mi sarebbe piaciuto vederti picchiare Malfoy.»
Risero tutti e quattro immaginando la scena, poi Harry sbirciò fuori dal finestrino. Stava calando la sera. Le montagne e le foreste si stagliavano contro un cielo violaceo e sembrò che il treno rallentasse.
Si infilarono tutti la lunga tunica nera e si misero nelle tasche i dolci rimasti.
Dopo aver rallentato, infine, il treno si fermò. La gente procedette a spintoni verso lo sportello e poi scese sul marciapiedi stretto e buio. Metis rabbrividì all'aria gelida della notte. Poi, sopra le teste degli studenti, si accese una luce, e i due gemelli udirono una voce familiare: «Primo anno! Primo anno da questa parte! Tutto bene, Harry, Metis?»
Il faccione peloso di Hagrid sorrideva radioso sopra il mare di teste.
«Coraggio, seguitemi... C'è qualcun altro del primo anno? E ora attenti a dove mettete i piedi. Quelli del primo anno mi seguano!»
Scivolando e incespicando, seguirono Hagrid giù per quello che sembrava un sentiero ripido e stretto. Nessuno aveva molta voglia di parlare.
«Fra un attimo: prima vista panoramica di Hogwarts!» annunciò Hagrid parlando da sopra la spalla «ecco, dopo questa curva!»
Ci fu un coro di ‘Ohhhh!’
Lo stretto sentiero si era spalancato all'improvviso sul bordo di un grande lago nero. Appollaiato in cima a un'alta montagna sullo sfondo, con le finestre illuminate che brillavano contro il cielo pieno di stelle, si stagliava un grande castello con molte torri e torrette.
«Non più di cinque per battello.» avvertì Hagrid indicando una flotta di piccole imbarcazioni in acqua, vicino alla riva, ed Harry, Ron, Gideon e Metis furono seguiti a bordo da Hermione.
Finalmente erano ad Hogwarts.   

  
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