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Autore: Leoneghiro    20/01/2013    0 recensioni
la mia prima fanfiction. wow. mi raccomando, fatemi sapere se vi è piaciuta o no. ;) "Non importa quanto tempo possa passare, anche se il tuo aspetto cambierà nel corso dei secoli, e se da uomo che sei ora diverrai donna, o se da donna che sarai diventerai nuovamente uomo, io troverò sicuramente la tua anima. Tu sei la mia unica ragione di vivere. Non dimenticarlo mai". parole dolci di un sogno. ma saranno mai state vere? e chi sono Laila e Calion?
Genere: Azione, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kanata Wakamiya, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yuki Sakurai, Zess/Luka Crosszeria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ho lasciato passare due giorni senza aggiornare la storia … scusatemi tantoooooo, please! Comunque, ecco il 3° capitolo della storia, spero che vi piaccia. Come al solito, per favore, recensite per farmi sapere se vi è piaciuto. E un grazie, davvero grandissimo, alle 30 persone che hanno, almeno visto, il primo capitolo, alle 17 che hanno fatto lo stesso col secondo e, naturalmente a White Dreamer che ha recensito per ben 2 volte questa storia e che mi ha suggerito di inserire anche Luze, il fratello di Luka. Vedrai che dal prossimo capitolo sapremo qualcosina in più su di lui. ;)  

Ricordi  di diverse realtà

Era seduto sotto le fronde di un albero, la testa reclinata appena all’indietro ad osservare il cielo chiaro. Si appoggiò con la schiena al tronco grande e robusto e chiuse gli occhi. Un’ombra più scura calò improvvisamente su di lui e, per lo spavento, spalancò gli occhi. Quando, però, ne vide il motivo, sorrise. Luka stava sopra di lui, osservandolo con affetto, una mano appoggiata al tronco, creando una sorta di gabbia protettiva col suo corpo. “Luka” lo chiamò, dolcemente. Il demone si chinò su di lui e lo afferrò per i fianchi, prima di sedersi a sua volta, portandoselo in grembo. Yuki si accoccolò meglio tra le sue braccia, sospirando soddisfatto. “Sei caldo” commentò, chiudendo nuovamente gli occhi. “Che cosa ti preoccupa?” chiese, invece, Luka, prendendo tra le dita una ciocca morbida dei suoi capelli e carezzandola con attenzione, come se temesse di fargli male anche con un gesto così semplice. Il giovane si volse a guardarlo con espressione triste, una lacrima luminosa pronta a percorrere la guancia setosa. “Ho paura” confessò questi, nascondendo il viso nell’incavo del collo dell’amato. I singhiozzi iniziarono a squassare quel corpo delicato e sentì le braccia forti del demone stringerlo più forte. “Ti proteggerò” mormorò al suo orecchio “non piangere”. Cercando di averla vinta sui gemiti disperati che gli uscivano involontariamente dalle labbra, il giovane riuscì, finalmente, a chiedere “se mi succede qualcosa … se mi succede qualcosa, ti prenderai cura di Sodom?”.
 
Luka, appoggiato al muro con le gambe incrociate, osservava Sodom zampettare nervosamente sul cuscino attorno al capo del giovane Giou, ora placidamente addormentato. Mentre lo controllava in modo che non svegliasse Yuki, non poté fare a meno di pensare alla domanda che questi gli aveva rivolto solo qualche ora prima. A dire il vero, aveva risposto di getto, senza pensarci. Ora che ci rifletteva bene, non ricordava una volta in cui quella creatura così gentile fosse stata uomo, prima di allora. Se ne sarebbe ricordato. E invece niente, non un minimo indizio sul perché gli avesse risposto così. Che diavolo gli era preso? Sodom cadde pesantemente dal letto con un tonfo e l’opast si decise a venire vicino al letto per riacchiappare quella piccola peste pelosa, che ora faceva le fusa, felice di stare tra le sue mani. Senza pensarci, gli diede una lieve carezza, mentre lo sguardo saettava verso il centro della stanza. Laila se ne stava seduta a gambe incrociate, pronta ad intervenire coi suoi poteri curativi se fosse accaduto qualcosa, coccolando affettuosamente il suo lupo. I due fratelli gli avevano spiegato che, sia Michael sia Gabriel, erano creature comparse davanti a loro quando più ne avevano avuto bisogno e che erano in grado di trasformarsi in esseri umani a loro piacimento, come di assumere qualsiasi altra forma desiderassero. Aveva trovato il tutto molto strano poiché anche il suo famiglio, seppur ad un livello differente, era in grado di farlo. Delle  domande tornarono prepotenti nella sua testa: chi erano davvero questi due ragazzi? E che legami avevano quelle due strane creature che si portavano dietro con Sodom? E, soprattutto, dove aveva trovato il famiglio e perché non lo ricordava?
 
“Dai, stai bene. Quel vestito ti dona”. Lei sbuffò e Yuki dovette ricorrere al suo miglior sorriso per riprovarci. “dai, Laila!”. “Eh, no!” ribatté lei “non mi guardare così. Lo sai che poi non riesco a replicare!”. “Laila” s’intromise , improvvisamente, Calion “Arriveremo in ritardo”. Questa volta, la ragazza abbassò le braccia e si arrese. “Se stasera farò una figuraccia, saprò a chi dare la colpa. Ricordatevelo!” sibilò, prima di uscire dalla stanza in uno svolazzo della veste di seta bianca che indossava. Calion ridacchiò divertito e la seguì, insieme a Yuki, che scuoteva, benevolo, il capo. Quella era una serata speciale. Era il loro diciottesimo compleanno e mamma e papà avevano promesso di essere presenti alla loro festa. Era da molto che non vedevano i loro genitori, fin da quando Takashiro-san li aveva presi sotto la sua custodia. Laila si fermò ad aspettarli davanti alla porta del salone in cui si sarebbero tenuti i festeggiamenti, volgendo verso di loro un’espressione eccitata. Yuki le afferrò delicatamente la mano, come Calion fece con la sua, e insieme, com’erano sempre stati e come sempre avrebbero fatto, entrarono nella stanza. Ma i loro genitori non erano lì.
 
Laila vedeva cosa stava sognando Yuki. Sentiva fluire i ricordi da quel cuore così dolce come una cascata e la facevano sorridere, anche se cercava di mascherarlo, tuffando il viso nel pelo morbidissimo del suo amico che chiuse gli occhi, soddisfatto. Tenero Yuki. Per il suo cuore, ora così spaventato e tremante, era come un toccasana. Piccole lacrime scesero a bagnare il collo di Michael che volse la testa, mugolando. “Che cosa c’è?” sembrava chiedere. La verità è che Laila piangeva quelle lacrime che non si era permessa di versare durante la prigionia. Quella soddisfazione a Cadenza non l’aveva lasciata. Ma ora il peso nel suo animo stava diventando insostenibile e doveva assolutamente scioglierlo, se non voleva esserne sopraffatta. Il lupo sembrò accorgersi dell’esigenza della sua padroncina e rimise la testa tra le zampe, lasciandola fare e ringhiando appena quando Luka si volse a guardarli. Era un avvertimento. Non doveva guardare o avvicinarsi se non voleva essere attaccato. Avrebbe dovuto rimproverarlo, ma non ne aveva la forza. Non dopo aver visto suo fratello in quelle condizioni. Aveva sopportato fino adesso e ora non ce la faceva più. La vista di Yuki le aveva riportato alla mente tutto quello che le aveva fatto Cadenza. Non aveva solo giocato con il suo corpo, ma anche con la sua mente e la sua anima, costringendola a mostrare la sua vera natura. Spaventata dal flusso di ricordi terribili che stavano tornando a galla, nascose ancora di più il viso nella pelliccia di Michael. Perché i ricordi non la volevano lasciare in pace? Perché, soprattutto, quello su Luze?
  
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