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Autore: Alys_90    22/01/2013    5 recensioni
-Sana addio. È finita, non cercarmi mai più-. E così dicendo rientrò.
Akito Hayama mi aveva davvero lasciata. E per di più in quella squallida maniera.
Corsi via, disperata.
-ADDIO!-.
Akito ha lasciato Sana. Come procederà la vita di entrambi? Sarà stato un addio definitivo oppure torneranno nuovamente insieme?
A tal riguardo, un grande segreto verrà a galla e scompiglierà le vite di tutti i protagonisti ..
Questa è la mia prima Fanfiction! Spero sia di vostro gradimento!
Dedicata a Simone, il mio adorabile fratello. ♥
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naozumi/Sana, Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed ecco il capitolo tanto atteso! :-)
Spero vi piaccia!
Baci!
 
SPAZIO RECENSIONI
Per Dalmata: anche se l’ho già detto nel precedente capitolo, le tue interpretazioni sono fantastiche ♥
Per sanaeakito: non ti preoccupare per lo scorso capitolo :-) Sono felicissima dei tuoi apprezzamenti ♥
Per Vale89: grazie! ♥ Sei gentilissima! Spero che ti piaccia anche questo capitolo! :-)


BUONA LETTURA ♥
E ancora grazie a chi recensisce e a chi legge soltanto ♥


 
-Maledizione! Sono sempre la solita ritardataria!-proliferai.
Mi stavo dando le ultime ritoccate ai capelli, che avevo deciso di piastrare; erano lunghissimi. Indossavo il famoso vestitino di pizzo bianco, con maniche lunghe e scollo a v. Era cortissimo e le gambe erano coperte da un paio di collant color carne trasparenti.
Passai per la quinta volta il rossetto rosso sulle labbra e corsi giù. Misi le scarpe, le solite col tacco, il cappotto ed uscii. -Ciao mamma!-
Andai verso il garage, lo aprii ed entrai in auto. “Caspita, Fuka e le altre mi faranno una bella predica”.
Tin-tin. Un messaggio. Presi il cellulare e lo aprii.
“Sana dove sei finita? Ti stiamo aspettando da più di mezz’ora, sbrigati. Siamo tutte a casa mia. Fuka”.
La mia fronte si corrugò. Ero già pronta a ricevere i cari e dolci rimproveri per il fatto di essere sempre in ritardo.
Accesi il motore e partii, con cautela. Non ero molto brava a guidare.
La casa di Fuka distava poco dalla mia, per fortuna. Arrivai in un battibaleno, scesi e suonai al citofono.
-Sì?-. L’accento di Fuka era inconfondibile.
-Fuka, sono io, Sana-
-Era ora eh!-
-Scusa! Sai come sono!-dissi.
Dopo pochi minuti le vidi uscire e correre verso di me. -Ma sei bellissima Sana!-
-Non dire sciocchezze! Tu lo sei!-. Fuka era veramente seducente.
Aveva una morbida canotta colorata ricoperta di pailettes e una minigonna nera che le arrivava appena sopra le ginocchia. Aveva raccolto i capelli in uno chignon.
Aya e Hisae, invece, erano abbastanza semplici. Aya con i nuovi pantaloni e Hisae con dei leggins di pelle.
-Ciao Aya. Ciao Hisae-. Non vedevo spesso quest’ultima perché dopo la scuola andava tutto il giorno a dare una mano nel negozio del padre.
-Ciao Sana, sei fantastica!-dissero entrambe, squadrandomi.
-Bene, possiamo andare!-esclamò Fuka.
Ci dirigemmo verso la macchina, che, quel pomeriggio, avevo accuratamente lavato.
Fuka si sedette accanto a me e disse: -Ragazze, pronte per la serata?-
-Si!-. Aya e Hisae risero con me.
-Prontissime!-
 
***
La discoteca era stracolma di gente. Ragazzi, ragazze, cubisti, ballerine e camerieri che girovagano con vassoi di alcolici e stuzzichini.
Appena entrate nella sala principale, un giovane biondino ci venne subito incontro con una pesante macchina fotografica. -Ragazze forza, mettetevi in posa che vi faccio una foto!-
Mi misi vicino ad Aya e sorrisi. CIAK!
-Grazie bellezze!- e se ne andò verso il bar posto un po’ più in là.
All’interno l’ambiente era magico. La pista era ovale e non tanto grande, il pavimento era ricoperto da una spessa moquette ricamata d’oro, le pareti dipinte di vari colori e c’era una lunga vetrata che divideva il privè. Le enormi luci stroboscopiche illuminavo i volti delle persone che ballavano a suon di musica tecno. Il dj si trovava su un piccolo palco contornato da divanetti e poltroncine.
-Vi va un drink?-proferì Fuka.
Ci dirigemmo verso il bancone, dietro il quale un barista dall’aria spensierata preparava cocktail a gogo.
-Per me un mojito, grazie-dissi.
-Lo stesso per me-esclamò Fuka.
-Ne faccia tre-ribadì Hisae.
-Per me un’aranciata-
Tutte ci voltammo verso Aya. -Un’aranciata?-ripetè basita Fuka. -Ma insomma Aya, sii trasgressiva ogni tanto!-
-Sapete che sono astemia, no?-
Scoppiammo in una fragorosa risata e Aya fece lo stesso.
-Bello questo pezzo! Andiamo a ballare, avanti!- Hisae mi strattonò per un braccio e mi portò al centro della pista.
Ero goffa ed impacciata quando ballavo tra la folla. A casa, al contrario, mi agitavo e saltellavo da ogni parte.
Aya e Fuka ci raggiunsero e iniziarono a scatenarsi con Hisae. Ero bloccata. Non riuscivo a muovermi.
-Sana avanti! Lasciati andare!-
Ero un’attrice! Ma a recitare non avevo nessun problema; il ballo era tutta un’altra cosa.
“Ce la puoi fare coraggio..”.
Iniziai a muovermi sensualmente, alzando le braccia ed incrociandole, per poi portarle nuovamente lungo il mio corpo. Chiusi gli occhi e mi ritrovai in un’altra realtà. Una realtà dove non esistevano dubbi, incertezze e paure. Una realtà che apparteneva solo a me, dove non c’erano persone che mi facevano soffrire o piangere.
E continuai così, finchè Fuka non mi scuotè. Mi aveva riportato al vero mondo reale.
-Sana, io e le altre andiamo in bagno. Vieni con noi?-
-No, non ne ho bisogno. Vi aspetto qui-
-Sicura? Non andare in giro da sola, ok?-
-Tranquilla-
Rimasi al centro della pista, immobile. Attorno a me un disordine di mani e gambe in movimento. Ad un tratto, un’alta figura si avvicinò a me. -Vuoi ballare?-
Un uomo dai capelli neri e dal fisico aitante mi porse la mano. -No, grazie.. Sono con le mie amiche-sentenziai sbrigativamente.
-Peccato-. Così dicendo, se ne andò verso un gruppetto di quelli che erano presunti amici.
“Dove sono finite?”pensai, cercando i volti di Fuka, Aya e Hisae.
I miei occhi scrutarono l’intero spazio che mi circondava ma di loro nessuna traccia.
Poi una scossa. L’elettricità dello scatto mi attraversò. Un ragazzo dai capelli biondi e di statura elevata, stava al bar. Aveva la schiena voltata verso di me, per cui non potevo vederlo in faccia, ma lo riconobbi ugualmente. Quella maglietta bianca con le righe nere era inconfondibile. Hayama era a pochi passi da me. Il cuore sussultò ancora.
Stava parlando con qualcuno che non riuscivo a scorgere, a causa di un ammasso di persone poste davanti. Avevo timore di scoprire di chi si trattava. Non volevo saperlo.
Decisi di girare i tacchi, ma prima che potessi farlo Akito si voltò e mi vide. Il mio sguardo si incollò al suo. Tremavo e avevo energiche palpitazioni, che mi portarono in iperventilazione.
Lui sembrava diventato di pietra; la sua espressione non mostrava un minimo segno d’emozione.
Sentii l’ennesimo bruciore all’interno degli occhi. Le gocce d’acqua salata iniziarono a scendere ancora.
E inaspettatamente una mano accarezzò il viso di Hayama, facendolo girare. Una mano di donna. Mi resi conto che la massa di tizi non c’era più e la potei vedere.
Era una ragazza castana con i capelli ondulati, magra e di media altezza. Aveva addosso un top arancione e dei pantaloncini di jeans. E toccava Akito.
-Sana, ti senti bene?- sentii dire dietro di me. Le altre erano ritornate.
Guardai Fuka e lei si impietrì. -Che succede?! Perché piangi?-
Non riuscii a risponderle e scoppiai in un pianto dirotto. -Sana..-
-Sono.. sono.. dispia.. dispiaciuta.. di rov.. di rovinare la.. la serata..-
-Ma che ti prende?-chiese Aya preoccupata.
-Non.. non importa.. ora.. mi.. riprendo..-
Fuka, ovviamente, voleva andare più a fondo nella questione. La sua espressione divenne furiosa quando vide chi avevo visto io qualche secondo prima.
-Che cosa?! Non ci posso credere! Quello stupido!-. Poco dopo anche Aya e Hisae capirono a cosa si stava riferendo.
Fuka, imperterrita, si diresse verso Hayama. -No! Ferma!-le urlai, prendendola per un braccio. -Ci penso io-
Lei si rivolse verso di me, sorpresa. -Voglio affrontarlo io-
Lasciando Fuka di stucco e asciugandomi le guance, mi avviai decisa da quei due.
Era giunto il momento di porre fine allo strazio angosciante che stavo vivendo da giorni.
Akito stava tranquillamente parlando con quella sconosciuta e quando mi scorse, mi fissò.
Stringendo i pugni decisi di parlare. -Hayama, puoi seguirmi per favore? Devo dirti alcune cose..-
Akito, stupito, non disse nulla e la ragazza, ancor più meravigliata, si ammutolì in un istante. Senza degnarmi di una risposta, Hayama proferì: -Scusami Seka, torno subito-
Così era quello il suo nome, Seka. Il mie pensiero ritornò ad Akito.
 “Cosa? Aveva deciso di starmi ad ascoltare?”. Non potevo crederci.
Mi feci largo tra la calca ed uscii fuori, nella zona fumatori. Andai nell’angolo più lontano, con Akito alla calcagna, che estrasse una sigaretta dalle tasche dei pantaloni. 
Mentre l’accese e fece il primo tiro disse: -Che vuoi Sana?-
L’intonazione della sua voce intensificava la delusione che mi affliggeva.
-Mi devi dare valide motivazioni del perché ti comporti in questo modo.. Mi lasci senza una ragione apparente e poi dopo neanche due mesi vai in giro con un’altra! Che dovrei pensare?! Mi ignori, non parli e quando siamo con gli altri fai finta che io non esista.. Sembra quasi che tu mi veda come un’estranea.. Ti sei scordato l’amore che ci legava?-. Le parole mi uscivano come proiettili.
-Appunto, che ci legava-rispose.
Una pugnale mi colpì in pieno petto. -Perchè Hayama?!- Adesso urlavo e i presenti mi osservarono, sbalorditi.
Akito si rabbuiò e gettò la sigaretta. -Basta Kurata. Ti ho già detto che è stato per il tuo lavoro. Non c’è altro-. Fece per andarsene ma io lo trattenni.
-No, aspetta! So che è una bugia! Ti conosco e so che il motivo è ben più profondo.. Forse non vuoi dirmelo, per non farmi star male ulteriormente, ma ho il diritto di saperlo!-
Hayama rimase serio e si sedette sulla panchina lì accanto. Io lo imitai.
-Va bene.. Ti dirò tutto-. Tachicardia alle stelle. Ero curiosa ma contemporaneamente terrorizzata.
-Ecco.. Sana vedi.. Io..-
Stavo dialogando con Akito dopo settimane in cui l’avevo desiderato morbosamente.
-Akito! Oh eccoti qui! Ti ho cercato dappertutto!-
Una fastidiosa Seka ci interruppe, dirigendosi verso di lui.
-Andiamo-. Hayama si alzò e la ragazza lo seguì. Si voltò per un istante verso di me.
-Sana dimentica tutto. E’ meglio così, fidati- e sparì.
Non era possibile. Ero rimasta senza alcuna spiegazione per la seconda volta.
Non ne potevo più di continuare in quel modo, era troppo duro.
Vidi Aya e le altre raggiungermi. Fuka si accomodò vicino a me e mi sfiorò i capelli.
-Sana..-
Piansi. Non riuscivo a smettere. Affondai il viso nel collo di Fuka, annusando l’odore dell’acqua profumata che emanava.
-Fuka.. io.. non.. ce.. non ce la faccio!..Pensavo.. di saper fargli fronte..-
-Calma Sana. Noi siamo qui e non ci importa di altro se non di te! Ti aiuteremo a superare questa brutta fase-
Mi scostai e Hisae mi offrì un fazzoletto. -Gr.. grazie-dissi.
-Vuoi andare a casa Sana?-mi interpellò Aya.
-Si, sarebbe meglio. Comprendetemi..-
-Figurati Sana..-
-Siamo con te! Non ti abbandoneremo mai-
-Vuoi che guidi io?-. Fuka era parecchio premurosa.
-No, Fuka. Non preoccuparti-
-Ci provo!-replicò, sorridendo.
-Andiamo-
Uscimmo da quello che per me non era stato un locale, ma un vero e proprio inferno.
 
  
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